Tavoli, parate, consulte ed affinità varie nel nome della “legalità” e di una pseudo “antimafia” a Sarzana non hanno intaccato nemmeno di striscio la colonia 'ndranghetista che da decenni ha lì radici profonde che si diramano nella provincia spezzina ed anche nella Toscana. Anzi la rete di relazioni e cointeressenze costruita, a partire certamente dagli anni Ottanta, delle famiglie di 'ndrangheta risulta ampia e potente.
La D.I.A. aveva mappato pubblicamente da tempo quelle famiglie: “La famiglia ROMEO, originaria di Roghudi (RC), è stabilita a Sarzana (SP), ove svolge attività edilizia e di floricoltura”. Correva l'anno 2002, ma in troppi hanno preferito eclissare (ancora)... Nel 2011 quando scatta l'Operazione “MAGLIO 3” qualcuno casca dalle nuvole, nell'apprendere quanto il ROS aveva accertato: “Altrettanto evidenti sono i riferimenti alla famiglia “ROMEO” originaria di Roghudi (RC) stabilitasi da diverso tempo a Sarzana (SP) ed in particolare a ROMEO Antonio [in foto], fratello di Carmelo, che con SIVIGLIA Annunziato, alias “Nunziatino”, sono emersi nell’ambito della predetta indagine “Maglio”. Il gruppo familiare dei “ROMEO-SIVIGLIA” è da sempre ritenuto vicino alla cosca “IAMONTE” di Melito di Porto Salvo (RC), alla famiglia “PANGALLO” di Roghudi (RC), ed al clan camorristico “DI DONNA” (gruppo tentacolare dei GIONTA) operante nelle province di La Spezia e Massa Carrara (indagine “SCILLA” - Nucleo Anticrimine di Livorno).”...
Da Sarzana i “ROMEO” legati strettamente alla “famiglia SIVIGLIA” contano su un'ampia ragnatela. Imparentati con gli STELITANO, i citati PANGALLO... ed anche con gli IEMMA. Sì, lo IEMMA Salvatore che ha ucciso ROMEO Antonietta, nipote del capo-locale ROMEO Antonio, era imparentato e partecipe del sodalizio 'ndranghetista.
Lo IEMMA Salvatore (“nato ad Oppido Mamertina (RC) il 12.3.1966, residente a Sarzana (SP), coniugato con ROMEO Antonietta”, per escludere ogni dubbio di omonimia) veniva, ad esempio, mappato già durante la prima inchiesta ligure sulla 'ndrangheta, quella del ROS denominata “MAGLIO” (2000-2001). Lo IEMMA partecipava infatti, la domenica delle Palme 2001, al summit di 'ndrangheta tenutosi presso il ristorante “Gli amici del Conte” a Diano Roncagli in provincia di Imperia. Lì, come documentò il ROS, vi erano gli esponenti di spicco dei “locali” della Liguria e del basso Piemonte, tra cui il RAMPINO Antonio, allora reggente della 'ndrangheta in Liguria. Non erano passanti, ma, afferma il ROS “tra i partecipanti erano notati personaggi di rilevanza criminale”.
Sempre lo IEMMA Salvatore, come anche riportato dalla stampa, nel 1985 era stato condannato per porto abusivo d'arma da fuoco, ma nonostante questo risultava, sino a queste settimane, aver poi avuto nella disponibilità, con relativa autorizzazione, molteplici armi da fuoco (due pistole e sette fucili). La condanna del 1985 (per fatti di armi) e la partecipazione a riunioni di 'ndrangheta (oltre alla parentela stretta ai ROMEO Antonio e Carmelo) qualcuno le ha ignorate, negli uffici preposti... Così come è stato ignorato, visto che le armi le aveva ancora nella propria disponibilità, il rinvio a giudizio per estorsione, nell'ambito di un procedimento scaturito da un'indagine relativa a sfruttamento della prostituzione ed estorsione che approfondiremo più avanti e che vedeva individuato come “capo” dell'organizzazione il ROMEO Carmelo.
IEMMA, oltre ai parenti legati alla 'ndrangheta della ROMEO Antonietta, aveva come cognato TRAMONTE Biagio. Non uno qualsiasi, ma uno degli uomini più vicini al “capo Crimine” della 'ndrangheta, OPPEDISANO Domenico, appartenente alla “società” di Rosarno. Nella Sentenza del GUP di Reggio Calabria su TRAMONTE Biagio (nato a Vibo Valentia il 25/05/1967) si legge:
"Biagio TRAMONTE, sottoposto a fermo in data 13 luglio 2010 in Palmi (convalidato il 16 luglio successivo) e poi raggiunto da ordinanza di custodia cautelare… del 4 agosto 2010, è accusato di essere affiliato alla "società" di Rosarno con una carica ben precisa e, cioè, di far parte della "copiata" della predetta Società. Ciò emerge chiaramente nel corso di una conversazione… registrata in data 18 agosto 2009… presso l'agrumeto di Domenico OPPEDISANO, il quale aveva comunicato ai presenti appunto “la copiata” “a questo livello qua” (cioè al livello della Società di Rosarno), facendo esplicitamente il nome dell'imputato "TRAMONTI …inc… e Micela MARASCO… Biasi TRAMONTI …inc… e Michele MARASCO …inc… praticamente questa è la "COPIATA" …inc… (…) a questo livello qua… (…)".
Siffatta affermazione eteroaccusatoria (certamente credibile, in quanto proviene da chi è posto al vertice della "società" rosarnese, senza che siano stati dedotti e provati elementi contrari), lungi dall'essere isolata, ha trovato validissimo supporto probatorio nel più volte citato episodio della creazione di "nuove piante" sul terreno di Michele MARASCO l'11 agosto precedente, quando il TRAMONTE aveva partecipato a quel summit serale e, immediatamente dopo, era stato fermato da una pattuglia dei CC mentre si trovava alla guida di una Fiat Panda vecchio modello di colore verde targata BN262YZ in compagnia proprio dell'anziano boss OPPEDISANO: sicché la sua presenza era giustificata non solo dalla sua sicura intraneità nell'associazione mafiosa, ma anche dal suo specifico ruolo di componente, appunto, della 'copiata'.
Ma vi è di più: il collaboratore di giustizia Salvatore FACCHINETTI nel più volte citato verbale del 12 agosto 2009 (data anteriore alla captazione del successivo 18 agosto) ha dichiarato che tra gli affiliati alla cosca di Rosarno vi è anche Biagio TRAMONTE, detto "Braciola", che sta sempre con Michele MARASCO (…).”
“La difesa (…) ha contestato la valenza delle superiori prove, evidenziando come TRAMONTE appaia in questa inchiesta per pochissimi giorni, essendo stato peraltro lontano dalla Calabria sino al 2009, e come non risulti provata la sua partecipazione al summit in questione, così come è stata evidenziata una asserita contraddizione tra le dichiarazioni del FACCHINETTI e la conversazione dell'OPPEDISANO sopra riportata, nonché una omonimia con un cibino."
"In realtà, quanto prima analizzato consente di affermare con certezza che il TRAMONTE (che per sua stessa ammissione è cugino di Domenico OPPEDISANO) ha preso parte a pieno titolo alla riunione di affiliazione dell'11 agosto 2009, anzi guidando l'auto sulla quale era il capo crimine, non risultando giustificata né altrimenti giustificabile la sua accertata presenza sui luoghi (del tutto sganciata dal rapporto di natura lavorativa e societaria con il MARASCO), come invece avvenuto per qualche altro coimputato; né coglie nel segno la dedotta omonimia, non risultando che il cugino portante lo stesso nome abbia rapporti con i correi.
In tale contesto, quanto dichiarato dal FACCHINETTI appare di ulteriore supporto ad un quadro probatorio del tutto sufficiente e chiaro che, lungi dall'integrare - come invoca in via subordinata la difesa - il delitto di favoreggiamento, non può che portare alla affermazione della colpevolezza dell'imputato in ordine al delitto associativo ascrittogli, con l'aggravante contestata (…), essendo stata provata la sua specifica e diretta condotta partecipativa, rientrante nel paradigma normativo ex art. 416 bis c.p. (…) e nelle contestazioni contenute nel capo di imputazione.”
La ROMEO Antonietta, vittima dei colpi d'arma da fuoco sparati il 13 agosto dello IEMMA Salvatore, aveva sposato IEMMA nel 1992, anche se era stato condannato, come detto, per questioni inerenti le armi e coinvolto in un inchiesta inerente il traffico di stupefacenti (da cui usciva assolto). Non lo aveva lasciato per la sua partecipazione ai summit di 'ndrangheta o per i suoi legami ad uomini di rilievo della 'ndrangheta, legati direttamente al “capo-CRIMINE”... Lo ha lasciato dopo il coinvolgimento nell'ultima inchiesta, quella per cui è stato rinviato a giudizio con l'imputazione di estorsione connessa alle attività criminali guidate dal ROMEO Carmelo. Nella foto a lato sono insieme, ad uno dei figli, nel dicembre 2013 (secondo la data di pubblicazione su facebook).
In fondo il nucleo familiare della ROMEO Antonietta non è estraneo, come visto, ad inchieste giudiziarie pesanti, a partire da quelle per traffico di droga ed 'ndrangheta. Lei era nipote, come detto, del ROMEO Antonio (nato il 22.7.1939 a Roghudi – RC) fratello del citato ROMEO Carmelo (nato il 28.6.1947 a Roghudi – RC).
Prendiamo quanto è emerso su di loro nel 2011 con l'Operazione "PEZZI DI CUORE". Partiamo da ROMEO Carmelo. Questi è al centro di un'inchiesta per sfruttamento della prostituzione che si consumava all'interno del “MORGANA CLUB”, un night in Via Privata Cieli 15 a La Spezia. L'inchiesta della Polizia di Stato accerta che assumevano le ragazze come “ballerine” ma in realtà dovevano adoperarsi nell'attività della prostituzione. Il capo dell'organizzazione era lui, il ROMEO Carmelo. Sono risultati inoltre complici nell'attività criminale contestata dalla Polizia di Stato: ROMEO Santoro (figlio del Carmelo), PARISI Antonino (genero del Carmelo), PANGALLO Angela (moglie del Carmelo) che faceva da “cassiera”. Con la famigliola sono coinvolti anche SEDIOLI Bruno (che ospitava le ragazze in un'abitazione ad Albiano Magra), MERIGGI Mauro che si occupava della “sicurezza” (sic) del locale e BERLINGHIERI Luca che si dilettava alla consolle da dj. Si è stimato un incasso mensile di circa 100 mila euro per il sodalizio. Il tariffario prevedeva dai 50 euro per “giocare” con palpeggiamenti sino 500 euro per il rapporto completo. 10/12 ragazze ogni volta in servizio (che cambiano, selezionate dal ROMEO Carmelo, ogni 15 giorni), con, nei fine settimana, tra gli 80 e 100 avventori/clienti.
Prima di questa inchiesta il ROMEO Carmelo era stato soprattutto coinvolto nell'Operazione “POLVERE” dell'Arma dei Carabinieri di Sarzana nel 1993. Agli arresti con il ROMEO Carmelo finirono POLVERINO Antonio (di Massa e già al centro di inchieste antimafia della Procura fiorentina), MAGAZZU' Maria (di La Spezia), TROIANO Dario (originario del foggiano ma trapiantato a Carrara dove operava nel settore edile), TROIANO Roberto (di S.Severo di Foggia) e BORDIGONI Roberto (di Carrara). Gli inquirenti non avevano dubbi: ROMEO Carmelo è il tassello su Sarzana di una vasta associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (eroina e cocaina) attiva sul territorio nazionale. Durante la perquisizione venivano anche sequestrati al ROMEO Carmelo, nella sua casa, oltre 10 milioni di lire.
Dall'indagine "PEZZI DI CUORE" sono scaturiti anche altri filoni ed arresti, oltre a quelli che riguardavano specificatamente le attività nel "MORGANA CLUB". La Squadra Mobile di La Spezia ha infatti individuato la rete dedita allo spaccio di stupefacenti portando anche a sequestri di droga e segnalato alla Procura sette persone (spezzini) colti in flagranza di reato.
Vi è poi l'individuazione delle estorsioni e minacce, anche grazie alle intercettazioni telefoniche. Nel caso di un imprenditore locale è merso che questo era stato minacciato da un calabrese (che parlava in dialetto stretto) accompagnato da un'altro conterraneo e da uno spezzino di origine calabrese. Il primo minacciava apertamente mentre gli altri due osservavano la vittima con tipico atteggiamento intimidatorio.
ROMEO Carmelo è, inoltre, stato anche uno degli indagati per la stagione delle bombe a Sarzana. Altro capitolo ancora avvolto dal mistero che ha segnato la vita e le dinamiche in questa terra di confine, ponte tra Liguria, Emilia-Romagna e Toscana. Non diversa dalla realtà del savonese negli anni dell'asse che vedeva il gruppo di TEARDO strettamente legato a quello della cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE, con i FILIPPONE ed i FAZZARI, e tanto esplosivo che vagava ed esplodeva in attentati intimidatori.
Passiamo a ROMEO Antonio e pariamo dall'episodio del 13 gennaio 2002. Dentro il forno per la verniciatura a caldo della carrozzeria di PEPE' Benito – la “REGINA di PEPE' Benito” - a Vallecrosia (via Colombo 42), in provincia di Imperia, si tiene un summit della 'ndrangheta. Non una riunione qualsiasi perché allora il “reggente” della 'ndrangheta ligure, come capo-locale di Genova, RAMPINO Antonio, ricopriva una carica all'interno del sodalizio 'ndranghetista che gli assegnava competenze territoriali ben oltre i confini della Liguria, sino all'area lombarda e del basso Piemonte. I Carabinieri identificano i partecipanti di quel summit per la concessione dei “fiori” (doti) ad un affiliato. Tra questi vi era anche il ROMEO Antonio con l'altro cumpare di Sarzana SIVIGLIA Annunziato.
Dall'Informativa “MAGLIO 3” ecco la lista di coloro che il ROS è riuscito ad identificare in tale contesto:
- RAMPINO Antonio, nato a Canolo (RC) il 26.11.1927 deceduto a Genova il 10.2.2008;
- BRANCATISANO Pietro, nato a Bruzzano Zeffiro (RC) il 4.8.1961;
- GATTELLARI Giovanni nato ad Oppido Mamertina (RC) il 26.3.1951, residente in Milano via F. Crispi n. 17 (giunto da Milano in auto con BRANCATISANO Pietro);
- CIRICOSTA Michele nato ad Anoia (RC) il 29.7.1936, residente a Bordighera (IM) via Selavadolce nr. 16;
- BARILARO Francesco nato ad Anoia (RC) il 15.1.1947, residente in Bordighera (IM) via degli Inglesi n. 103;
- COTRONA Antonio nato a Martone (RC) il 12.11.1937, residente in Imperia via Beralde n. 20;
- PEPÉ Benito nato a Galatro (RC) il 5.8.1936, domiciliato in Bordighera (IM) via Regina Margherita n. 50 (all’epoca titolare dell’attività);
- ROMEO Antonio, detto “compare Totò”, nato a Roghudi (RC) il 22.7.1939, domiciliato in Sarzana (SP);
- SIVIGLIA Annunziato nato a Roghudi (RC) il 30.12.1938, domiciliato in Sarzana (SP);
- RINALDIS Francesco Giuseppe, detto “Peppe”, nato a Canolo (RC) il 12.8.1925 (deceduto) altro elemento di spicco del “locale” genovese;
- RAFFAELE Gerardo Gaetano nato a Candidoni (RC) il 24.1.1932, residente in Cervo (IM) via Solitario delle Alpi n. 28/5;
- BONFORTE Fortunato nato a Sinopoli (RC) il 26.3.1956, residente a Saint Lorant de Var (F) Rue che de Sidonie 197;
- ROSITANO Francesco Antonio nato a Sinopoli (RC) il 24.5.1931, residente a Saint Lorant de Var (F) via Pier Suvuago 481;
- TIGANI Domenico Antonio nato a San Procopio (RC) il 24.5.1927, residente a Le Trinitè – Nizza (F) in Rue Pier Porgonise 8 (giunti a bordo di un’autovettura con targa francese).
Il ROS scrive ancora, in merito al “forno” della carrozzeria come sede della riunione: “Si desidera porre in evidenza il luogo prescelto per l’incontro ritenuto sicuro in quanto protetto dalla possibilità di installare apparati di intercettazione ambientale che, all’interno di un forno per la verniciatura, verrebbero inevitabilmente distrutte a causa delle elevate temperature raggiunte. Non meno rilevante è il fatto che un tale forno non poteva considerarsi idoneo ad ospitare riunioni conviviali per pranzi o cene a causa della presenza di residui tossici, per cui meglio si prestava per lo svolgimento del rito di affiliazione che non necessitava di tempi lunghi”.
Altro episodio chiave: la morte, ad Alessandria, di TRIMBOLI Domenico. CARIDI Giuseppe (vedi qui) contattava il RAMPINO Antonio (vedi qui) per informarlo che il funerale del cumpare TRIMBOLI, deceduto il 12 febbraio 2001, si sarebbe tenuto il giorno successivo. RAMPINO Antonio, capo-locale di Genova, procede ad organizzare la presenza dei “locali” al rito funebre e quindi avverte anche i “locali” di Sarzana e di Lavagna – come scrive il ROS – “rispettivamente ROMEO Antonio e NUCERA Paolo”. Per contattare il NUCERA Paolo, non rintracciandolo telefonicamente, procederà il SIVIGLIA Annunziato (nato il 30.12.1938 a Roghudi - RC e residente in Sarzana), appositamente incaricato.
Scrive ancora il ROS: “I referenti dei “locali” di Lavagna (GE) sono riconducibili agli esponenti delle famiglie “NUCERA” e “RODÀ” originarie della ionica reggina, mentre per l’area spezzina (locale di Sarzana) i catalizzatori della compagine calabrese risultano i fratelli ROMEO.”
Il nucleo spezzino della 'ndrangheta emerge anche in occasione del matrimonio di RIOTTO Giuseppe, cl. 1979 e residente a Camporosso (IM), figlio di RIOTTO Nicola nato a Seminara (RC) il 9.5.1957. In quell'occasione, il 20 giugno 2010, a Rocchetta Nervia (IM), nella Relazione di osservazione, controllo e pedinamento redatta dai militari dell'Arma dei Carabinieri, si rilevano le presenze. Oltre ai vari esponenti di diversi “locali” ed al capo-locale di Genova GANGEMI Domenico detto “Mimmo”, “vengono rilevate le seguenti autovetture parcheggiate nei pressi del Ristorante Hotel “Locanda lago Bin”...”. Nella lista delle autovetture si ritrova anche la “Lancia Ypsilon di colore nero targata DF291FT, intestata a SIVIGLIA Lucia, nata Sarzana il 10.3.1978, ivi residente... L'autovettura nella disponibilità del padre SIVIGLIA Annunziato nato a Roghudi (RC) il 30.12.1938, residente a Sarzana in via Canalbruno 54 (con precedenti per ricettazione; spendita di monete falsificate; detenzione abusiva di armi e munizioni; violazione della normativa sulle armi; emissione di assegni a vuoto; associazione per delinquere; tentata rapina, spaccio di stupefacenti e estorsione).
Questi episodi non sono una novità, ma la conferma di quanto l'Antimafia sa ed indica (inascoltata) da tempo. Il 31 gennaio 1994 le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, GULLA' Giovanni, avevano squarciato il velo sull'organizzazione 'ndranghetista che aveva posto radici in Liguria. Proprio GULLA', tra il resto afferma: “I rappresentati alle riunioni potevano cambiare ma localmente vi erano capi riconosciuti delle varie famiglie: - a Sarzana i principali esponenti erano i ROMEO e i SIVIGLIA (...)”.
Nell'Informativa “MAGLIO 3” il ROS di Genova sottolinea:
“Il sodalizio ROMEO-SIVIGLIA, è legato da un forte legame con esponenti affiliati agli altri “locali” liguri e riscontri in merito sono emersi in diverse occasioni:
- in data 7 febbraio 1999, ROMEO Antonio partecipava alla cerimonia nuziale di RAMPINO Roberto, figlio di RAMPINO Benito Giuseppe e nipote di RAMPINO Antonio. Nel corso del pranzo nuziale veniva notato il ROMEO intrattenersi a conversare con i fratelli RAMPINO ed in particolare con GULLACE Elio, affiliato mafioso dimorante nella provincia di Savona;
- nel corso di alcune intercettazioni telefoniche intercorse nell’ambito di attività antidroga condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Santa Margherita Ligure, erano registrate delle conversazioni tra SIVIGLIA Annunziato e NUCERA Paolo, esponente mafioso di rilievo di quel centro;
- in data 10 maggio 2000, SIVIGLIA Annunziato e ROMEO Antonio, partecipavano in Lavagna, alle esequie di NUCERA Francesco, deceduto il 6 maggio precedente in un incidente stradale a Milano;
- infine, è doveroso segnalare la presenza nel Comune di Riccò del Golfo (SP) di PANGALLO Carmelo, il quale risulta affiliato alla cosca mafiosa “PANGALLO - MAESANO”, contrapposta a quella degli “ZAVETTIERI”, nella cui guerra di mafia, vi furono molte vittime, tra le quali, il di lui fratello Giovanni e il padre Santoro. PANGALLO Carmelo, AMBROGIO Consolato, e ROMEO Carmelo, sono emersi - ed i primi due sono stati tratti in arresto per associazione per delinquere finalizzata al commercio di sostanze stupefacenti - nell’indagine denominata convenzionalmente “SCILLA”, condotta dal Nucleo Anticrimine Carabinieri di Livorno e finalizzata alla cattura del latitante IAMONTE Natale, poi tratto in arresto.”
Ed ancora:
“Durante il pomeriggio di domenica 21 febbraio 2010, all’interno del negozio ortofrutticolo di piazza Giusti, si registra la presenza di GANGEMI Domenico e GARCEA Onofrio che si intrattengono in una conversazione dalle ore 16.55 alle ore 18.40 evidenziando gli interessi e gli equilibri dell’associazione con particolare riferimento a:
- Locale di Lavagna (NUCERA Paolo, RODA’ Francesco Antonio);
- Locale di Lucca (MASTROIANNI Benito);
- Locale di Sarzana (ROMEO Antonio).
La lunga conversazione tra i due interlocutori offre numerosi elementi investigativi e si articola su vari argomenti che possono riassumersi in:
a. “L’appuntamento per domenica 28 febbraio alle 08.30/9.00”;
b. “il locale di Lucca” e “locale di Sarzana”;
c. “La trascuranza del Locale di Lavagna”
d. “il diritto dell’affiliato di essere messo a conoscenza di data e luogo delle riunioni”;
e. “l’appoggio elettorale a PRATICO’ Aldo Luciano”.
f. Un uomo di ‘ndrangheta può rivestire incarichi istituzionali “per convenienza”.”
In un annotazione del ROS sulla 'ndrangheta in Liguria 14 febbraio 2007 si legge:
“La presenza di un “locale” nel territorio della provincia di La Spezia era stata riscontrata già negli anni '80, ove all'interno spiccavano le figure dei nuclei familiari ROMEO-SIVIGLIA, originari di Roghudi (RC) e dimoranti a Sarzana.
In da 26.5.1978, ROMEO Antonio legato da un rapporto di amicizia con NUCERA Lorenzo nato a Condofuri (RC) il giorno 1.1.1923, residente a Lavagna, metteva a disposizione di quest'ultimo, all'epoca latitante, un immobile in provincia di La Spezia.
Nel 1981, in Pistoia, era sequestrato un industriale, tale FERRETTI Osvaldo e per detto episodio l'anno successivo venivano tratti in arresto i fratelli DE MASI, elementi di fiducia del sodalizio ROMEO-SIVIGLIA, perché trovati in possesso del denaro corrisposto per la liberazione del citato FERRETTI.
Nel 1982, ROMEO Domenico – unitamente a SIVIGLIA Annunziato e GULLA Giovanni – era tratto in arresto a seguito di un rinvenimento di kg. 60 di cocaina occultati nelle budella di animale bovino, trovati in un container proveniente dal Brasile e destinato ad Arcola (SP).
In data 1.6.1994 ROMEO Carmelo veniva tratto in arresto dalla D.I.A. di Genova, per detenzione illegale di armi comuni e da guerra con relativo munizionamento, unitamente a ROMEO Vincenzo e ROMEO Pietro.
Il 26.7.1994 ROMEO Antonio prendeva in locazione nel comune di Comano (MS), allo scopo di metterlo a disposizione di tale TAORMINA Giacomo nato a Melito Porto Salvo (RC) il 20.5.2963, nipote di TAORMINA Giuseppe, capo dell'omonima cosca ed ucciso in un agguato in Calabria, in quanto si sarebbe rifugiato in detta località, per sfuggire a possibili agguati scaturiti dopo l'omicidio dello zio.
Il 7 febbraio 2003, personale della Stazione Carabinieri di Ortonovo (SP) traeva in arresto DE MASI Carmelo, indicato come contiguo alla cosca “ALVARO”, in quanto lo stesso doveva espiare una pena di anni 20 di reclusione per sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione e porto illegale di armi, con riguardo al citato sequestro dell'industriale toscano Osvaldo FERRETTI.
In data 8.1.2003, la Direzione Investigativa Antimafia di Genova in località Luminare (SP), su disposizione della Procura della Repubblica di La Spezia, sequestrava un intero edificio, composto da quindicina di appartamenti del valore di euro 1.500.000, appartenente a tre calabresi dimoranti nella provincia spezzina, sospettati del reati di riciclaggio di denaro di provenienza illecita, legato ad attività mafiose, tutti residenti in Ortonovo (SP) ed esattamente:
- DE MASI Angelo nato a Sinopoli (RC) il 15.1.1948;
- DE MASI Pasquale nato a Sinopoli (RC) il giorno 1.11.1937;
- DE MASI Carmelo nato a Sinopoli (RC) il 20.10.1945.
(...)
- infine è doveroso segnalare la presenza nel Comune di Riccò del Golfo (SP) di PANGALLO Carmelo nato a Melito Porto Salvo (RC) il giorno 11.9.1973, il quale risultava affiliato alla cosca mafiosa “PANGALLO – MAESANO”, contrapposta a quella degli “ZAVATTIERI”, nella cui guerra di mafia, vi furono molte vittime, tra le quali, il di lui fratello Giovanni e il padre Santoro. (...)”
“In data 3 luglio 2005, personale della DIA di Reggio Calabria – in collaborazione con militari della Compagnia Carabinieri di Melito Porto Salvo (RC – in esecuzione del decreto n.145/03 R. Mis. Prev. emesso in data 12.11.2004 dal Tribunale di Reggio Calabria, procedeva all'attività di confisca dei conti correnti bancari, dei beni immobili e mobili, riconducibili a taluni elementi ritenuti organici al gruppo. Nella fattispecie, alcuni dei soggetti coinvolti venivano ritenuti contigui alla predetta cosca “IAMONTE”, operante nella fascia jonica meridionale della provincia di Reggio Calabria e nel nord Italia. Non a caso le operazioni erano estese anche nel comune spezzino di Bolano (SP), ove sono stati individuati gli interessi economici del sodalizio, attraverso il monitoraggio dei sottonotati personaggi:
- AMBROGIO Antonino nato a Montebello Jonico (RC) il 19.2.1975;
- AMBROGIO Consolato nato a Montebello Jonico (RC) il 10.1.1947;
- AMBROGIO Domenico nato a Montebello Jonico (RC) il 28.1.1974;
- AMBROGIO Maria nata a Melito Porto Salvo (RC) il 16.12.1953.”
Questo è il contesto della 'Nrangheta a Sarzana e nello spezzino. Questo è il contesto, in primis, della famiglia ROMEO e cumpari. Un contesto quindi che comprende, come visto, pienamente anche lo IEMMA Salvatore, autore dell'omicidio della ex moglie ROMEO Antonietta.
E da qui ripartiamo. Il fratello della ROMEO Antonietta è ROMEO Mario (nato a il 01.09.1954 a Roghudi - RC). Questi è stato anche Consigliere Comunale a Sarzana, con le amministrazioni di centrosinistra. Con i DS è stato consigliere comunale durante durante uno dei mandati dell'attuale senatore CALEO Massimo, Sindaco di Sarzana dal 2002 al 2013. Precisamente tra il luglio 2009 ed il marzo 2010. Alle elezioni del 2010 si presenta un giovani della famiglia ROMEO, omonimo del fratello dell'Antonietta. E' ROMEO Mario (nato il 10.05.1985 a Sarzana – SP), eletto nella lista del PD con 180 preferenze. Per la sua campagna elettorale si sono mossi GUCCINELLI Renzo detto “Enzo”(assessore regionale della Giunta di BURLANDO e già Sindaco di Sarzana dal 1994 al 2002), FORCERI Lorenzo (presidente dell'Autorità Portuale di La Spezia, già parlamentare e già anche Sindaco di Sarzana dal 1989 al 1994), oltre, ovviamente al CALEO Massimo.
E la vicinanza alla famiglia ROMEO degli esponenti del centrosinistra non è una novità, testimoniata anche dai drammatici fatti dell'omicidio della ROMEO Antonietta, in cui se non si sono registrate pubblicamente dichiarazioni dei familiari della vittima, ma si sono visti comunicati e dichiarazioni solo degli esponenti del PD, a partire da quelle del neo sindaco di Sarzana, CAVARRA Alessio.
Ed a Sarzana le famiglie della ragnatela calabrese legata ed imparentata ai ROMEO-SIVIGLIA si è conquistata un ampio consenso sociale. Si è inserita pienamente nel contesto sociale, come in quello politico ed anche economico.
Non c'è da stupirsi che anche gli affari per le diverse famiglie calabresi legate o imparentate ai ROMEO-SIVIGLIA siano sempre andati benissimo. E' recente, ad esempio, la speculazione edilizia in via Turì, proprio in quella strada di periferia della cittadina spezzina dove avevano la propria villa la ROMEO Antonietta e IEMMA Salvatore.
Si tratta della lottizzazione di diverse villette che hanno visto il via libera del Comune di Sarzana (amministrazione CALEO), eseguita dalla ditta IMMOBILIARE "IL SOLE SRL".
Grazie ad una Variante Generale al Piano Regolatore del COMUNE DI SARZANA, adottata nel 1994 e approvata in via definitiva nel 1998, si sono aperte nuove possibilità di cementificazione nel territorio del comune spezzino. Il 21.02.2001 ROMEO Carmela, Patrizia, Salvatore e SIVIGLIA Salvatore, in qualità di proprietari dei terreni, presentavano l'istanza per ottenere il permesso di costruire cinque edifici bifamiliari ed uno unifamiliare, con 11 unità immobiliari, per un totale di 948,13 mq residenziali, spazi pertinenziali e verde privato. Nel 2006 detti terreni venivano venduti dai proprietari alla società “IMMOBILIARE IL SOLE SRL” alcuni dei terreni relativi alla concessione edilizia richiesta e, sempre nel 2006, ROMEO Patrizia, ROMEO Salvatore e la società IMMOBILIARE IL SOLE SRL si impegnavano alla realizzazione di opere di urbanizzazione primaria connesse alla lottizzazione delle villette. Successivamente l'IMMOBILIARE IL SOLE SRL chiede al COMUNE DI SARZANA una variante sulle opere di urbanizzazione e la ottiene.
Quella della lottizzazione di via Turì a Sarzana fa discutere. Emergono, pubblicamente, criticità anche in merito alle fidejussioni.
Il 20 febbraio 2010 il Comitato “Sarzana che Botta” raccontava che “Per le opere pubbliche ancora da ultimare in via Turì l’Amministrazione comunale potrebbe sostituirsi all’Immobiliare Il Sole, escutendo una fidejussione di 64 mila euro allegata alla convenzione, stipulata il 19 giugno 2006 tra l’ingegner Talevi per il Comune e i legali rappresentanti dell’Immobiliare Patrizia e Antonino Romeo, Stefano e Massimiliano Pangallo. Ma la società IFIL (Istituto finanziario italiano e leasing) , che ha emesso la fidejussione, è sparita...”. E poi, l'8 marzo 2010, ancora: “Ora abbiamo scoperto,tornando a esaminare con calma il fascicolo, che le fidejussioni in possesso del Comune sono due: una da 68 mila euro, una seconda da 127 mila euro. Ne abbiamo chiesto copia. Ci è stato risposto che dovranno esaminare la richiesta”.
Il Sindaco allora in carica, il CALEO Massimo, affermava che esisteva una “sola fidejussione da 67.982,93 euro rilasciata la IFIL (Istituto Finanziario Italiano e Leasing) e che questa non è scaduta. Il Comitato “Sarzana, che botta” ribatte e smentisce il Sindaco CALEO: “esiste agli atti un’altra fidejussione di 127.456,75 euro, identica a quella citata dal sindaco, stipulata lo stesso giorno (22 maggio 2006), dagli stessi soggetti. Cambia il numero dell’atto. Quella citata dal sindaco reca il numero GE 022148/06. L’altra è precedente di un numero: GE 0022147/06. Contraente: Immobiliare Il Sole srl. Beneficiario: Comune di Sarzana. Quasi identico anche l’oggetto della garanzia: “A garanzia della corretta e completa esecuzione di tutte le opere previste dal P.P. approvato con permesso di costruire del Comune di Sarzana (SP) consegnato il …./…../….” . La data non è apposta! Anche la durata è identica alla fidejussione : dal 22/5/ 2006 al 22/05/2009. Non è contemplata la clausola di rinnovo. Possiamo escludere che sia stata rinnovata: dal 2008 la società IFIL è stata cassata dalla Banca d’Italia.”.
Mentre i lavori di urbanizzazione e persino gli allacci all'acquedotto pubblico risultano in grave ritardo, se il permesso di costruire è ancora valido ma prossimo alla scadenza, emergeva un altro “particolare”: la IMMOBILIARE IL SOLE SRL è “cessata”, come denunciava pubblicamente il Comitato “Sarzana che Botta”, “entrata nel concordato preventivo della LIGURE ASFALTI, capofila del gruppo.”
Qui, prima di proseguire, le immagini satellitari del prima e dopo la lottizzazione:
Cercando in rete l'IMMOBILIARE “IL SOLE SRL” si trova che questa avrebbe avuto una sede in Via Pecorina 109 a Sarzana. Allo stesso indirizzo troviamo la “D.P. - S.N.C. DI PANGALLO MASSIMILIANO & C.” e soprattutto la “LIGURE ASFALTI”... o meglio la LIGURE ASFALTI risulta, in rete, aver avuto due sedi indicate: entrambe a Sarzana ma una nella medesima Via Pecorina 109 ed una seconda in Via Pecorina 103. Fatto sta che la “LIGURE ASFALTI” veniva (su istanza degli stessi soci) dichiarata fallita dal Tribunale di La Spezia, il 19 maggio 2010. Il Tribunale di La Spezia dichiara il fallimento della “LIGURE ASFALTI & C. SNC” e personale dei soci PANGALLO Massimiliano, PANGALLO Stefano e AMORFINI Bruna... Le anomalie non finiscono. Nel Casellario delle Attestazioni SOA (vedi qui) la “LIGURE ASFALTI & C SNC” risulta avere il codice fiscale / Partita IVA “00736930116”... Lo stesso codice fiscale / Partita IVA “00736930116” risulta anche indicato per la “LIGURE ASFALTI SRL”. Questo dato lo si individua ad esempio nel Provvedimento di cancellazione dell'impresa dall'Albo Nazionale Gestori Ambientali – Sezione Regionale della Liguria (vedi qui).
E da qui passiamo ad un'altra storia che riguarda i PANGALLO e la “LIGURE ASFALTI” e che ci sposta nel territorio della Toscana ed indietro di qualche anno...
E' il 2005 ed a Massa scatta una maxi inchiesta relativa ai rifiuti. Un inchiesta che, per quanto pubblicamente emerse e per quanto qui ci interessa, coinvolgeva la “LIGURE ASFALTI”. Non da sola, ovviamente. Erano decine e decine gli indagati, per l'esattezza 68. Tra questi, ad esempio, un tecnico dell'ARPAT, BERTOLINI Marco. Scriveva “Il Tirreno”: “Bertolini dovrà chiarire soprattutto la sua posizione rispetto al cantiere di Colonnata della Ligure Asfalti srl di Sarzana. Secondo gli inquirenti, avrebbe tenuto un comportamento omissivo, nel senso che - sempre secondo l’accusa, che è tutta da dimostrare - non avrebbe proceduto, pur essendo venuto a conoscenza di fatti ritenuti illeciti in merito allo smaltimento dei rifiuti, in particolare lo stoccaggio non autorizzato. Bertolini è l’unico in carcere dell’Arpat, ma sotto inchiesta ci sono anche Renato Iardella e Carlo Righini, oltre che gli ex Gino Camici e Gino Biancardi (questi ultimi due attualmente della Abc Ambiente)” .
Sono stati 31 gli arresti disposti dall'Autorità Giudiziaria a seguito dell'inchiesta del NOE e scriveva, sempre “Il Tirreno”: “1 milione e 200 mila tonnellate di rifiuti, lucrando circa 90 milioni di euro. I reati contestati sono associazione per delinquere, disastro ambientale, peculato, corruzione, turbativa d' asta, abuso d' ufficio, falso, truffa e traffico di rifiuti. Il gruppo agiva tra Toscana del nord e Liguria. C' erano ditte che prendevano l' incarico di bonificare aree inquinate: il piazzale città di Massa, una grande terrazza sul mare; la ex discarica Imerys, sempre a Massa; fanghi al porto di La Spezia; l' azienda Cpl di Massa; i rifiuti alluvionali del Comune di Carrara. Materiale pericoloso che non sarebbe stato trattato o smaltito ma anzi utilizzato per ripristinare altre aree: il piazzale del cimitero di Aulla, lo svincolo autostradale di Viareggio, ma anche lo stesso Piazzale della città di Massa. Le ditte contavano su molti appoggi. Tre carabinieri di Sarzana (Petrongolo, Ricci, Menchini) e un poliziotto della stradale di Spezia (Sergi) sono finiti in manette. Avrebbero guidato e scortato i trasporti più delicati...”
Ma torniamo a Sarzana. Torniamo alle (solite) Varianti urbanistiche dell'Amministrazione “rossa” che spianano la strada alle speculazioni...
A Sarzana, grazie alla politica urbanistica dell'amministrazione guidata da CALEO le lottizzazioni dilagano e divorano il territorio e se abbiamo visto la lottizzazione dei ROMEO-PANGALLO in Via Turì, passiamo ora a quella targata “COOP ROSSE”. Per essere precisi il marchio è UNIECO e ABITCOOP LIGURIA. Eccola qui:
UNIECO l'abbiamo già conosciuta. E' quella che da un lato si vanta di sostenere “LIBERA” di Don Luigi Pio Ciotti (vedi ad esempio qui) e dall'altro affida lavori a fornitori economicamente vantaggiosi quali i noti FOTIA (indicati dai reparti investigativi come terminale nel savonese della cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI) ed i MAMONE (da tempo mappati per i contatti con i RAMPINO, i MAMMOLITI, gli AVIGNONE ed il legame ai GULLACE-RASO-ALBANESE).
ABITCOOP LIGURIA è, anche in questo caso, ben nota. Questa, ad esempio, ha fatto operare per una propria edificazione a Varazze (SV) sia in FOTIA che i noti PELLEGRINO (da Bordighera) della cosca SANTAITI-GIOFFRE' di Seminara, è stata grande protagonista a Genova dell'operazione edilizia nell'area dell'ex Rimessa AMT di Boccadasse, così come per lo Stadio del Nuoto di Albaro, ed è, soprattutto la cooperativa in cui nel Cda sedeva RAFFA Fortunato cugino dei FOTIA che sedeva quindi - per conto della stessa ABITCOOP - anche nei Cda delle società del GRUPPO MARIO VALLE di Arenzano. La ABITCOOP come Sindaco effettivo aveva il commercialista calabrese attivo a Genova CONDOMITTI Michele, che risultava già aver operato per una delle imprese della famiglia FOGLIANI di Taurianova, nonché, ad esempio, in una con i MAMONE, oltre che per la “NUOVA FIUMARA” della COOPSETTE (per cui grandi e costanti fornitori sono stati sempre i MAMONE) ed il cui Presidente del Cda era PLEBA Ermanno, già a capo della “FEGINO CINQUE” (poi “SVILUPPO FE.AL.”) dei MAMONE e di cui ha verbalizzato anche il BELSITO Francesco negli interrogatori a cui è stato sottoposto dalla DDA di Reggio Calabria.
E le cooperative rosse sono anche protagoniste del grande sogno “burlandiano” della maxi speculazione della MARINELLA, fortemente sostenuta proprio dal CALEO di Sarzana. Progetto nato con il MONTE DEI PASCHI DI SIENA, e l'operatività del già tesoriere di BURLANDO Claudio, l'avv. GIORGIO GIORGI (che viaggiava certamente su auto con placca del “Corpo Consolare” - vedi foto a lato - e che è stato a lungo inserito nei Cda di imprese pubbliche come, ad esempio, la FILSE della REGIONE LIGURIA). L'operazione mai decollata della “MARINELLA SPA”, vista la fragilità di quel territorio sbattuta in faccia dalle recenti devastazioni alluvionali, venne passata da MPS ad una bella cordata che, guarda caso, vedeva in prima fila la UNIECO e CCC (il “CONSORZIO COOPERATIVE COSTRUZIONE” che coinvolto nell'indagine per 416 C.P. dalla Procura di Genova per il “cartello di imprese” per il controllo degli appalti pubblici guidato dal MAMONE Gino).
“Esprimiamo soddisfazione per l'accordo raggiunto. Si tratta di una tappa importante del percorso avviato già con l'approvazione del Master Plan dell'aprile 2007 che, evidentemente, ha saputo attirare l'attenzione del mercato. E' per noi significativo che in una situazione di declino e crisi economico finanziaria internazionale proprio oggi il consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi abbia deliberato la scelta dei partner consentendo così al nostro territorio di fare un passo in avanti verso il rilancio economico. Ricordiamoci infatti che si sta parlando di investimenti per centinaia di milioni di euro e di un migliaio di posti di lavoro che garantiranno indubbi vantaggi all'intero comprensorio e , in particolare, ai residenti delle località coinvolte”. Così parlava CALEO Massimo, allora Sindaco di Sarzana, con il Sindaco di Ameglia GALAZZO Umberto.
Ma torniamo a ROMEO Antonietta. La vittima dell'omicidio per mano dell'ex marito IEMMA Salvatore.
Il 6 settembre 2013 aveva attivato nella Villa di recente costruzione di Via Turì (a poche decine di metri dalla lottizzazione che abbiamo visto in capo ai ROMEO-PANGALLO (IMMOBILIARE “IL SOLE” e LIGURE ASFALTI) la “CASA FAMIGLIA INSIEME”. Una struttura che la ASL S.C. Igiene e Sanità Pubblica aveva indicato poter ospitare non più di 4 ospiti “autosufficienti”. Ma poi quella che fu la “casa coniugale” trasformata in “casa famiglia” per ospiti “autosufficiente” venne aperta (come indicato anche dal sito internet della struttura) anche ad ospiti “non autosufficienti”.
Peccato che ciò non potesse avvenire. Il NAS effettuato attività ispettiva il 10 settembre 2013 la “CASA FAMIGLIA INSIEME”, sita in Sarzana Via Turì 16, era stata “snaturata dalla sua destinazione d'uso e che, a fronte dell'utenza ospitata, viene ad incarnare le caratteristiche di attività di cui alla L.R. 20/99”. Il 23 settembre 2013 veniva quindi effettuata la notifica alla ROMEO Antonietta l'avvio di procedimento finalizzato “all'applicazione di quanto previsto dalla L.R. 20/99 in materia di presidi sanitari, esercitati in assenza della prescritta autorizzazione”. La ROMEO chiedeva la sospensione del provvedimento e il riesame degli ospiti della struttura. La Commissione Sanitaria, con verbale del 30 ottobre 2013 consegnato al COMUNE DI SARZANA, “in merito alla valutazione degli ospiti confermava, quanto accertato in sede di ispezione del 13/09/2013 dal Servizio Sanitario SSD Gestione Residenzialità, che aveva constatato n. 4 ospiti aventi scheda AGED superiore a 10.50.” e quindi la Commissione L.R. 20/99 “nel verbale del 27 novembre 2013... a seguito del sopralluogo... e dell'audizione della sig.ra ROMEO Antonietta, ha indicato un termine di 30 giorni, dalla notifica dello stesso, per il trasferimento degli ospiti aventi valutazione AGED superiore a 10.50 e di avvisare della relativa dismissione i parenti degli ospiti tramite raccomandata A.R.”. La ROMEO Antonietta però non adempie e quindi il sopralluogo della Commissione L.R. 20/99, del 15 gennaio 2014 risultava che non avesse ottemperato a quanto ordinato e che “gli ospiti non autosufficienti risultavano ancora presenti nella struttura”. La ROMEO Antonietta non cedeva e con il proprio legale contestava l'applicazione della decisione in quanto ritenuta dalla stessa “non applicabile alla struttura”. La ARS LIGURIA, con propria nota del 3 marzo 2014 ribadiva e confermava che per le valutazione dell'autosufficienza degli ospiti debbano essere utilizzate le schede AGED. Il COMUNE DI SARZANA attende oltre due mesi per procedere ad emettere Ordinanza nei confronti della ROMEO Antonietta. L'Ordinanza è la n.73 del 15 maggio 2014 e presenta una curiosità. L'Oggetto è “DIFFIDA alla sig. ROMEO Antonietta, titolare della CASA FAMIGLIA INSIEME ad esercitare attività diversa da quella autorizzata di casa famiglia per anziani autosufficienti e ordine di trasferimento degli ospiti non autosufficienti” e nella stessa si legge “ORDINA alla sig.ra ROMEO Antonietta nata a La Spezia il 14/08/1957 e residente in Sarzana Via Turi n.18 in qualità di titolare della struttura CASA FAMIGLIA INSIEME sita in Sarzana Via Turì n. 16...”, poi si legge: “DISPONE la notifica del presente provvedimento alla sig.ra. ROMEO Antonietta nata a Sarzana il 21/01/1974 e residente in Sarzana Via Turì n. 18 e presso la struttura sita in Via Turi n.16”.. Un errore non da poco in quella notifica dell'Ordinanza del Sindaco di Sarzana, CARRARA Alessio... Errore che avrebbe con facilità permesso l'annullamento del Provvedimento stesso.
Ora veniamo alla questione che già si è accennata: l'omicidio della ROMEO Antonietta.
Siamo proprio sicuri che lo IEMMA Salvatore abbia compiuto quell'omicidio per “sbaglio” e che sia veritiera la versione fornita nell'interrogatorio (“Non volevo ucciderla, volevo solo minacciare Antonietta. Dopo 22 anni di matrimonio ho visto la mia vita crollare. Ero ossessionato sul futuro dei miei quattro figli e non riuscivo più ad andare avanti economicamente. La mia testa è andata in corto circuito”)?
E se la ROMEO Antonietta avesse voluto prendere le distanze definitivamente dal nucleo familiare legato alla 'ndrangheta, come anche, quindi dal suo ex marito IEMMA? Anche su questa ipotesi i dubbi non si diradano. Lo aveva sposato dopo la condanna del 1985 (inerenti fatti di armi), dopo il coinvolgimento in un inchiesta per droga e dopo l'emergere non solo delle parentele dello IEMMA (con uno dei componenti della “società di Rosarno”), ma anche dopo l'emergere del summit di 'ndrangheta a cui lo stesso aveva partecipato come indicato anche negli Atti dell'inchiesta “MAGLIO 3” per cui era stato arrestato il ROMEO Antonio. La separazione giunge solo dopo il coinvolgimento dello IEMMA nell'ultima inchiesta, del 2011, seguita dalla Polizia di Stato di La Spezia, per estorsione e sfruttamento della prostituzione e che ha visto coinvolto tutto il gruppo facente capo – come visto – al ROMEO Carmelo.
Risultano anche di recente, indubbiamente, visite al Pronto Soccorso dei Sarzana della ROMEO Antonietta. L'ultima pochi giorni prima dell'omicidio. 21 giorni di prognosi per le lesioni riportate al costato in conseguenza di “botte – scrive La Nazione – ricevute da “persona conosciuta”.”
La ROMEO Antonietta non aveva denunciato l'autore delle violenze in quell'occasione come mai aveva denunciato in precedenza. Solo “timore” o impossibilità di sganciarsi da quell'uomo, IEMMA Salvatore, pienamente integrato nella ragnatela 'ndranghetista, come la famiglia ROMEO capeggiata, in quel territorio, da Antonio e Carmelo?
Ma su questo punto, come già si è evidenziato per il “regolare” porto d'armi dello IEMMA Salvatore, vi è un altro aspetto inquietante: perché non è stato aperto un procedimento d'ufficio per quel referto con prognosi di 21 giorni dopo un pestaggio? Forse qualcuno non volva creare problemi allo IEMMA ed al contesto in cui questo operava, con i ROMEO? O semplice, grave, “disguido” burocratico?
E se dietro alla separazione formale (ed alla creazione della “CASA FAMIGLIA INSIEME”) vi fosse stata la volontà di mettere al riparo i beni da possibili provvedimenti di sequestro connessi all'indagine per estorsione relativa allo IEMMA, con il gruppo del ROMEO Carmelo fratello del ROMEO Antonio capo-locale della 'ndrangheta a Sarzana? La “CASA FAMIGLIA INSIEME”, come si è visto, non era proprio organizzata e gestita secondo le norme, anzi in violazione di norme, anche nonostante verbali e accertamenti di NAS e ASL... ed è comunque una struttura creata nel 2013 avanzato, quindi ben dopo la separazione tra la ROMEO e IEMMA e poco prima del rinvio a giudizio di quest'ultimo per estorsione.
Ed ancora: se IEMMA si fosse sentito abbandonato, trascurato o tradito dal nucleo familiare dei ROMEO e, considerando i propri indipendenti legami con esponenti della 'ndrangheta, avesse deciso di dare un segnale ai ROMEO colpendo la ex moglie Antonietta, così da “giustificare” l'accaduto come pura questione “sentimentale”? Gli inquirenti sono convinti che non abbia agito da solo. Quantomeno per la fuga si ipotizza vi fosse un complice... Già si erano mosse anche le Forze dell'Ordine in Calabria, allertatesi per il possibile tentativo di raggiungere la “terra madre” con la fuga in cui si era incamminato lo IEMMA. Qualcuno, per evitare coinvolgimenti di altri, gli ha “consigliato” di costituirsi?
Domande senza risposta. Risposte che difficilmente arriveranno se lo IEMMA confermerà la sua prima versione e se nessuno porterà elementi di prova che conducano a smentirla. Quel che è certo è l'anomalia di un silenzio dei familiari della ROMEO Antonietta ed un coro “politico” (con in prima linea il PD e l'Amministrazione Comunale che vuole anche costituirsi “parte civile” nel processo) che ha subito “chiuso il caso” come questione sentimentale finita in feminicidio. “Caso Chiuso” dalla politica prima che si fosse costituito lo IEMMA e che si sviluppassero le prime fasi dell'inchiesta, ha subito “chiuso il caso” come questione sentimentale finita in femminicidio.
La realtà di Sarzana è complessa. Come complessa è la storia delle famiglie coinvolte. Storiche sono le faide, come l'omertà che avvolge anche le famiglie 'ndrangheta che hanno colonizzato questo pezzo di terra tra Liguria e Toscana e che ha in Sarzana la propria “locale”.
P.S.
A Sarzana c'è la "Consulta della Legalità". Promossa dal COMUNE, con l'allora Sindaco in carica CALEO Massimo, ora Senatore PD. C'è LIBERA ed altre realtà. La Casa della Legalità non ne fa parte.