Son fenomenali... li arrestano, li beccano con le mani nella marmellata e cosa fanno? Chiedono l'aiuto del Garante per la protezione dei dati personali! Il Casamonti Marco, chiede che venga cancellata dalla rete (ahah) l'Ordinanza integrale del GIP di Arezzo, con cui è stato disposta la sua custodia cautelare in carcere, perché viola i suoi dati sensibili e contiene le sue telefonate (intercettate!). La cosa delirante è che il Garante gli va dietro ed il 13 luglio il Dirigente Luigi Pecora, ha preso carta e penna e ci ha spedito una raccomandata...
Noi si resiste, non si cede... se non può essere in un server italiano, sarà in un server di Paesi, come ad esempio gli Usa, dove l'unico limite alle pubblicazioni è per la sicurezza nazionale. Non spubblichiamo proprio nulla, anzi rilanciamo quei contenuti, così come continueremo a pubblicare documenti e informazioni di indagini e procedimenti giudiziari, rapporti e relazioni investigative, oltre che nostre inchieste. L'informazione non può essere censurata, se ci provano sappiano che noi si va avanti e non cediamo di una virgola.
Se vuole far pervenire atti che lo riguardano, ovvero atti che riguardano la sua difesa, non vi è alcun problema a pubblicarli, ci mancherebbe altro, ma non si cerchi di coprire dati accertati, penalmente rilevanti (come quelli delle intercettazioni telefoniche contenute nell'ordinanza stessa) con la privacy! E qui anche l'Ufficio del Garante ci rifletta un attimo se è il caso di prestare un istituto dello Stato a tali giochetti volti solo a negare l'informazione e nascondere le risultanze di indagini e procedimenti dell'Autorità Giudiziaria.
L'Ordinanza di arresto del Casamonti poi è, tra l'altro, un documento estremamente significativo perché mette non solo il relazione gli episodi toscani con quelli di molte amministrazioni liguri, soprattutto savonesesi e genovesi, ma pone in risalto il modus operandi di tale soggetto e sodali nel pilotare bandi e incarichi, a danno della corretta gestione della cosa pubblica e quindi dell'interesse generale, causando danno grave a professionisti seri e onesti che non piegano l'esercizio della professione ai fenomeni di corruzione o clientela. La Tangentopoli toscana, che ha come epicentro la piana di Castello e si dirama sulle altre opere del duetto diessino-Ligresti, con tutta la ciurma di "colletti bianchi" assoldati e complici, necessita della massima attenzione. In questo caso, come in quello della sanità in Calabria e le infiltrazione della 'ndrangheta, come nel caso di molti affari di Cosa Nostra, così come sulla Tangentopoli genovese e le infiltrazioni mafiose a Genova e Liguria, così come per le altre questioni che trattiamo e approfondiamo, ogni pubblicazione, ogni informazione pubblicata, produce una possibilità di approfondimento e di ulteriore indagine da parte dell'Autorità Giudiziaria nonchè la possibilità di conquistare a questa nuovi elementi e nuove testimonianze. Anche questo aspetto di contributo civile concreto al contrasto dell'illegalità diffusa come anche del contrasto alle mafie, è un tassello fondamentale in un Paese civile... e noi continueremo su questa strada!
Quindi l'arch. Casamonti, e con lui il Garante, si rassegnino: quell'Ordinanza resta on line, così come le altre che abbiamo pubblicato, da quella per la Tangentopoli genovese, agli estratti dell'operazione "Pandora", a quelle sui Rifiuti ed Inceneritori in Campania, a quelle Old Bridge in Sicilia e Operazione Hermas sui camorristi e sodali, alla Relazione sull'Asl di Locri, Onorata Sanità e quella sull'Asl di Vibo Velentia... sino agli atti dell'inchiesta sul Fronte del Porto di Genova e così per tutte le altre!