Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno...
Premesso che:
Pino
Masciari è un imprenditore edile calabrese sottoposto a programma
speciale di protezione dal 18 ottobre 1997 (unitamente alla moglie
Marisa Salerno e ai loro due bambini), perché non si è piegato al
racket, che ha denunciato, facendo arrestare e condannare decine di
esponenti di primo piano del sistema ‘ndranghetista;
i
giudici della Direzione distrettuale antimafia che accolsero le sue
denunce, valutando la vastità dei suoi racconti e dei personaggi
accusati, personaggi del mondo politico, amministrativo e mafioso, e
considerato il grave ed imminente pericolo di vita cui erano esposti
lui e la sua famiglia quale conseguenza delle sue denunce, gli
prospettarono l'assoluta necessità di allontanarsi con la sua famiglia
dalla sua regione e di entrare sotto la tutela del Servizio centrale di
protezione, lasciando così famiglia, amici, lavoro, ruolo sociale; di
riflesso, anche la moglie e i due figli hanno subito con lui l'esilio;
in
questi lunghi 11 anni di attesa e di fiducia nelle istituzioni molti
sono stati i comportamenti omissivi tenuti dalle istituzioni preposte
alla sua protezione, dei quali la più grave è certamente stata la
revoca da parte dello Stato del programma di protezione, ma anche il
mancato reinserimento lavorativo suo e della moglie, medico
odontoiatra, incongruenze nel fornire nuove generalità, errori nella
gestione della sua sicurezza che lo hanno costretto, alcune volte, a
rinunciare a fornire la sua testimonianza;
su
tale vicenda è pendente da quasi quattro anni, presso il TAR del Lazio,
un ricorso di Masciari contro le decisioni adottate per sancire la sua
fuoriuscita dal programma di protezione;
in
data 19 settembre 2008 alcuni organi di stampa riportavano la notizia
che al Masciari era stata negata la necessaria tutela in occasione di
alcuni spostamenti;
lo
stesso Masciari ha reso noto di aver ricevuto comunicazione ufficiale,
notificatagli il 19 settembre 2008 alle ore 12.25, dalla Direzione
centrale della Polizia criminale, Servizio centrale di protezione, che
gli negava ogni forma di accompagnamento e scorta nel periodo dal 19
settembre al 19 ottobre 2008 e lo autorizzava ad effettuare spostamenti
in piena autonomia,
si chiede di sapere:
se quanto riportato dagli organi di stampa e reso noto dal Masciari risponda a realtà;
se
il Governo non ritenga necessario assumere le opportune iniziative
affinché la situazione personale del Masciari e della sua famiglia, ad
altissimo rischio di incolumità, siano garantite a pieno sotto il
profilo della sicurezza, senza comprometterne la libertà di movimento;
se
il Governo non valuti la necessità impellente di dare una risposta
reale e significativa al reinserimento lavorativo del Masciari e della
moglie.
(3-00268)