Vincenzi&Marchese
Ormai ci siamo abituati. In Italia, a destra come a sinistra, quando qualcuno scopre qualcosa di comprovato e pesante su un “potente” allora chi lo scopre diventa un colpevole, criminale, che si muove per oscure e brame ragioni. Così è stato per Tangentopoli: i condannati per corruzione sono stati santificati ed i magistrati che hanno scoperto e perseguito (e fatto condannare) i ladri sono divenuti carnefici...
Così è stato per il Pool di Palermo di Caselli: i mafiosi e amici politici associati e complici condannati sono divenuti santi, vittime di complotti, mentre i giudici sono divenuti assassini assetati di celebrità. Così è stato per la rete di malaffare ed illegalità dell’arcipelago rosso: i giudici che hanno scoperto che il meccanismo adottato prevalentemente dalla sinistra nella corruzione non era quello delle tangenti, bensì quello di far inserire nelle cordate e nei subappalti truccati, ditte e cooperative rosse che poi giravano sovvenzioni ai partiti e politici, sono diventati criminali mentre i corrotti e corruttori rossi vengono trasformati in povere vittime delle “toghe nere”. E così via. Così Marco Travaglio che racconta i fatti, tutti, ci documenta sulle porcherie della destra, su quelle della sinistra, e sui molteplici e vasti inciuci, è divenuto il “BeriaTravaglio”, a cui è stato posto l’out out per impedire che partecipasse alle Feste de l’Unità. Così come Beppe Grillo che quando affronta il problema dell’immigrazione, in modo onesto e realista, viene accusato di essere un “razzista” che fomenta l’odio. In ultimo l’Italia ha conosciuto un nuovo gruppo criminale: la Procura di Potenza nelle persone del Pm Woodkock e del Gip Jannuzzi. Questi hanno scoperto un comitato d’affari che coinvolge le logge massoniche coperte, la politica, pezzi della magistratura, la ‘ndrangheta, la finanza e le imprese, che invece sono povere vittime della persecuzione giudiziaria.
Ci siamo abituati, appunto, ma non assuefatti o omologati. Ed è per questo che continuiamo. Quindi, in questa nostra Italia, i criminali sono coloro che denunciano, o scoprono e perseguono i reati non chi li commette (ladri, mafiosi, vecchi e nuovi eredi della P2 o imprenditori, politici e magistrati corrotti). Il Berlusconismo ha fatto breccia e, su questo, gli allievi stanno davvero superando il maestro, come evidenzia emblematicamente anche il Caso Laganà - Asl Locri - Fortugno.
Per noi se uno è un ladro è un ladro, se uno è vittima è vittima, se uno è mafioso è mafioso, se uno è truffato è truffato e non mescoliamo le carte. Non pieghiamo la realtà alla convenienza. Quando la realtà è complessa, bisogna studiarla, ma quello che alla fine fanno risultare i fatti, tale è e non può essere “interpretato”. La rogna può essere nera, azzurra, rossa o bianca, rogna resta!
Noi abbiamo sollevato, con documenti e fatti alla mano, il conflitto di interessi di Marta Vincenzi . Abbiamo posto domande chiare. Non siamo entrati nell’aspetto penale, non ci compete e interessa. Abbiamo guardato all’aspetto etico, morale, di correttezza e trasparenza del comportamento e delle scelte, che in questo caso, coinvolgono il nuovo Sindaco di Genova. Non abbiamo fatto illazione alcuna, abbiamo detto come stanno le cose. E per risposta? Dall’interessata nulla. Dal consorte e della figlia, nulla. Non possono dire di non sapere che il problema esiste ed è stato sollevato pubblicamente. Il Marchese ha chiamato in lungo e in largo, venerdì 25 maggio, nel tardo pomeriggio, per il classico bau bau: se pubblicate qualcosa quereliamo! (a parte che le promesse si mantengono), se lo sai: rispondi. Argomenta e documenta. No, loro minacciano terzi con terzi. Non si fanno vivi. Non rispondono alle domande che abbiamo posto noi e che hanno posto altri.
Mentre i silenzi rendono ancora più pesante il Conflitto di Interessi, il continuare a negare l’evidenza è gravissimo. Non rendere conto di una vendita sottocosto a Gavio delle azioni, cioè del patrimonio, della Provincia, è gravissimo. Ma si è avviato lo “sport” prediletto della Casta rintanata nel Tempio. Censura e menzogna.
Da un lato cancellano la realtà. Non rispondo e non risolvono il conflitto, non rendono conto ai cittadini, ma si impegnano a negare l’informazione. Non solo con il bau bau della querela preventiva (per la pubblicazione di documenti chiari e inequivocabili come visure e bilanci? Per aver detto che tale è consorte e tizia è figlia? Boh!), bensì con un’azione mirata nella rete.
Noi abbiamo inserito la notizia dei fatti del conflitto di interessi lapalissiano e della vendita delle azioni nella scheda su “Marta Vincenzi” in Wikipedia. Ma qualcuno ha pensato bene di cancellarlo. La prima motivazione adotta è che il link alla pagina con la documentazione era “un sito personale”; poi dicendo che nella scheda “non si possono inserire dati se non di rilevanza penale”; dopo che “non si può fare critica politica” come se i fatti e gli atti fossero polemica politica e non documenti e fatti rilevanti. In ultimo ci hanno suggerito di mettere il tutto nella voce “autostrade” e poi hanno blindato la scheda rendendola immodificabile. Non ci si crede? Clicca qui per il testo con il nostro inserimento; clicca qui per la pagina adesso e notare il lucchetto sulla destra. Le censure piacciono ai potenti, si sa e si sono, bisogna dirlo, ben attrezzati. (anche se qualcuno si definisce un “neofita” del computer, sic!)
Se non si risponde e si tace sui fatti, e si censura dall’altro lato, vi è la terza classica componente tipica dell’autodifesa della nomenklatura. Noi abbiamo scoperto che dopo i primi insulti, si sono dati da fare per migliorarli. Qualcuno dopo aver effettuato “attendibili” verifiche, in riferimento alla “Casa della Legalità” afferma: “A quanto mi risulta il circolo famigerato è frequentato da personaggi di destra , mi pare ci sia capitato anche plinio..che è tutto dire.” Ma non solo abbiamo scoperto di essere finanziati da Enrico Musso ecc. ecc. Ma il massimo dei massimi giunge, come sempre dal blog di sostegno di Marta Vincenzi. Infatti tale “Gianni Guasto” afferma anche che non riesce ad annullare la sua ricezione dalla nostra mailing-list perché “i link non funzionano”. Curioso perché non c’è mai stato un link per cancellarsi, basta inoltrare un e-mail con oggetto “cancellazione” all’indirizzo indicato in coda nelle e-mail rivenuta. Ma curioso dopo aver annunciato ciò è riuscito a cancellarsi, ci ha messo un giorno, ma ha raggiunto l’obiettivo sfuggendo alle nostre “forche caudine”. Ma questo è niente. Nella discussione danno il meglio.
”L'idea di vedere il nome di un galantuomo come Bruno Marchese (lo posso testimoniare perché lo conosco da anni) citato alla stregua di un boss mafioso…”. Non abbiamo mai detto o citato Marchese Bruno come un boss mafioso. Come mai uno che lo “conosce da anni” nel leggere di lui pensa che lo si accusi di questo? Curioso?!? Ma andiamo oltre. “e oggi continua, tirando in ballo la figlia, e chiedendo a Marta, poche ore prima dell'insediamento, se si sia ancora dimessa dal parlamento Europeo. E' proprio un pirla!” Mica è colpa nostra se quote societarie sono intestate anche alla figlia, che sia un complotto delle Camere di Commercio ad averla inserita nella società? O qualche notaio impazzito? Noi riportiamo fedelmente i dati delle visure, quello che è contenuto non è colpa nostra. E poi dove è così assurdo domandare se, insediandosi, come Sindaco, ha rassegnato o meno le dimissioni da Parlamentare europeo? E’ così criminale sollevare la domanda e ricordare le incompatibilità? Certo in Italia non è che contino molto, anzi si fa la corsa ai doppi e tripli incarichi, anche quando la legge prescrive l’obbligo di optare per uno e dimettersi per l’altro o gli altri. Forse è vero siamo davvero “pirla”. Finito? No, è tornato Enrico Vigo, il “talebano-vincenziano” (nel senso del fedele studioso del verbo vincenziano della nuova stagione). Ebbene sì, il primo nel dare il la agli insulti ed il primo a rovesciare ruoli e realtà, che dopo essersi visto pubblicare gli insulti speditici e la replica, si è risentito e si è appellato alla “privacy”…(vi ricorda qualcuno?!? sic!) Bene ora afferma: “Caro Gianni, questa è la punta di un iceberg, dobbiamo adesso aspettarci attacci da ogni parte anche peggiori, si sta aprendo la stagione sfavorevole ai mercanti nel tempio a Genova, e quelli prma di farsi cacciare a calci le tenteranno tutte.”. I Ladroni del Tempio non sono i comitati d’affari che da anni dominano in città grazie alle alleanze “rosse”, ad una massoneria potente ieri ed oggi, ad innumerevoli ditte di mafia che riciclano i soldi condizionando mercato e appalti pubblici, ma noi che li denunciamo, come li denunciano gli ambientalisti, i comitati di cittadini, giornalisti coraggiosi, persino riviste come MicroMega. Che forza che è questo Vigo, davvero strepitoso, vista la prova di agility potrebbero assumerlo per la cura dell’immagine di Vincenzo Visco, ne ha tanto bisogno! (non ci credete? cliccate qui)