La Casa della Legalità – Onlus aderisce alla manifestazione di oggi, 23 giugno 2018, a Reggio Calabria, promossa dall’USB.
Non solo perché l’omicidio di Soumalia Sacko deve vedere affermata Giustizia, ma perché non è più tollerabile il clima razzista e xenofobo dilagante che fa da contraltare ad un sistema di schiavismo che nega dignità e diritti. Un sistema condannato a parole da decenni ma perpetuato nei fatti.
La baraccopoli di San Ferdinando è emblema dell’accettazione di questo nuovo schiavismo. Annunci di finanziamento, promesse di soluzione che si ripetono senza alcun reale e concreto cambiamento, in un persistere di una ghettizzazione antitetica ai principi costituzionali ed ai Diritti dell’Uomo.
Le Istituzioni sono le responsabili prime, con le loro omissioni, in un territorio dove la “Autorità” continua ad essere la ‘ndrangheta. Otto anni fa in prima fila nell’aggressione ai migranti erano gli esponenti della cosca Bellocco di Rosarno e da allora, ancora, nulla è cambiato. Lo sfruttamento nei campi è la “regola”, così come il caporalato nell’edilizia. In un meccanismo perverso di silenzi, acquiescenze e complicità che tutelano sono i nuovi schiavisti.
E’ così in terra di Calabria come altrove, sino al nord.
Non è più tempo di rinvii. Non è più accettabile la retorica. Occorre “liberare” i nuovi schiavi e sottrarre alla ‘ndrangheta il business che trae da un sistema di ‘accoglienza’ malato.
Chi lavora deve avere salario e contributi regolari. Devono avere, come quanti trovano rifugio in Italia, come tutti, il diritto di vivere in condizioni umane dignitose e sicure.
Esistono modelli di un’integrazione sociale ed economica che funzionano, come quello promosso a Riace, nella locride. Un modello perseguito da un piccolo Comune che funziona ma che viene ignorato, quando non addirittura insultato, e che dovrebbe essere preso ad esempio.
Per queste ragioni come “Casa della Legalità” sosteniamo la mobilitazione di oggi sabato 23 giugno.
l’Ufficio di Presidenza
della Casa della Legalità - Onlus