"Panorama" è arrivato alla 3° puntata dell’inchiesta sull’Antimafia e LIBERA dal titolo «Se l'Antimafia si trasforma in trust economico» (vedi qui) [qui invece la 1° puntata con l’intervista al pm della DDA di Napoli Catello Maresca «L'Antimafia a volte sembra mafia» e qui la 2° puntata con l’intervista a Raffaele Cantone «Cantone: "C'è chi usa l'antimafia, smascheriamolo"»].
E’ il momento, ora, di fare alcuni ulteriori esempi oltre quelli citati. Esempi concreti che servono più di ogni disquisizione, anche perché non si è qui per fare letteratura, nel chiarire il contesto di cui si sta trattando...
Avevamo già visto quanto produce come Entrate "LIBERA CONTRO LE MAFIE", con un passaggio di entrate dai 2.706.569,00 euro nel 2009 ai 4.770.221,00 nel 2013 (vedi qui l'articolo con tutte le tabelle). Avevamo già visto molteplici dei finanziatori di questa struttura (fondazioni bancarie e cooperative rosse), così come anche il progetto di "LIBERA INFORMAZIONE" con la partnership del MONTE DEI PASCHI DI SIENA e l'operazione "Certosa 1515" insieme al GRUPPO ABELE ed Oscar FARINETTI, finanziata dalla Fondazione bancaria CRT. Ora andiamo avanti, con le strutture che hanno visto e vedono l'opera di Davide Mattiello divenuto parlamentare PD. (E due note a margine in coda sui rappori LIBERA e COOP)...
Prima di tutto: non ce l'ho con quanti credono, in buona fede, in LIBERA, e non ce l'ho con quanto si impegnano concretamente in alcuni "presidi", mettendoci energie e impegno. Queste persone meritano rispetto.
Sono ancora in attesa, con la Casa della Legalità, di quel confronto chiesto a LIBERA, più volte, alla luce del sole, per affrontare alcune criticità che si sono notate e per chiarirsi...
[in coda AGGIORNAMENTO E RISPOSTA A DAVIDE MATTIELLO, deputato PD, storico braccio destro di Don Ciotti]
Pensare di contrastare la cultura mafiosa promuovendo un nuovo clientelismo ed assistenzialismo è pura follia. E' l'esatto opposto di ciò che è necessario fare. Assistenzialismo e clientelismo sono pratiche devastanti che alimentano la pratica, oltre alla mentalità, dell'assoggettamento “al favore” da parte delle persone. Mentalità e pratica antitetiche al Diritto. Mentalità e pratica affine a quella mafiosa.
Purtroppo in troppi, anche dichiarando buone finalità sociali, finiscono per muoversi nel perpetuare questa cultura e questa pratica, proponendo una nuova stagione di assistenzialismo e clientelismo. Non è possibile assecondare questa logica perversa che, ricordiamolo, non ha aiutato il “riscatto” di alcuno, sia esso individuo o collettività.
Ancora una volta con slogan e dichiarazioni di intenti lodevoli, in Italia, si nascondono proposte assurde, come quella nata dalla proposta di legge promossa da Libera, Cgil, Lega Coop & C., sotto lo slogan "Io riattivo il lavoro"...
Luigi Pio Ciotti ha superato ogni possibile limite di decenza e dimostra che le critiche che abbiamo mosso, in questi anni, a certe pratiche e concezioni di “Libera” erano più che mai fondate.
Davanti ad un bando pubblico per assegnare un bene confiscato quale la tenuta di Suvignano, a Siena, cosa va a tuonare il prelato leader di Libera? Quattro parole: “Lo Stato si fermi!”. Ma stiamo scherzando? No, purtroppo non è uno scherzo. Per loro invece è lo Stato che si deve fermare, perché loro – Libera - con l'accordo della Giunta “rossa” della Regione Toscana, della “rossa” Arci, dell'Amministrazione “rossa” del Comune di Monteroni d'Arbia e la “rossa” Provincia di Siena - il bene lo volevano assegnato alla loro rete, a prescindere... perché così, quasi esistesse una sorta di (loro) diritto "divino"...
Ancora una volta apprendiamo di messaggi interni alla “rete” di LIBERA perché escono dalla “riservatezza” delle loro comunicazioni ed approdano sul web. Noi non abbiamo mai “insultato” nessuno di LIBERA. Abbiamo espresso critiche, anche forti, ed abbiamo sempre indicato con precisione fatti e circostanze. Abbiamo, su questo, chiesto chiarimenti e confronto. Senza mai ricevere risposta. Saremo fatti male ma a noi non interessa “colpire” o “distruggere” LIBERA, bensì che questa torni all'origine, ovvero struttura indipendente e libera da condizionamenti di politica ed imprese. Abbiamo anche detto che non vi è nulla di male a farsi “struttura” di parte, come è, negli anni, purtroppo, divenuta LIBERA, ma questa scelta, crediamo, per correttezza, dovrebbe essere ammessa e non negata. Fatta questa premessa, veniamo al dunque di questa nuova “uscita” di LIBERA, con questa “nota interna”...
E' difficile che le cose che non funzionano vengano indicate quando riguardano quelli che sono una sorta di “santuari” della cosiddetta società civile. Eppure le distorsioni, i problemi, anche seri, ci sono. Sono fatti che, messi uno accanto all'altro, ci dicono che qualcosa non va. Rompiamo questo silenzio, ponendo alcune semplici domande e dando a queste una risposta. Non è per polemica, ma per dovere di cronaca, per elencare i fatti di una questione “politica”. Siamo convinti che solo guardando in faccia la realtà sia possibile migliorare e correggere quegli errori che troppo spesso impediscono di fare passi avanti nella lotta alle mafie ed all'illegalità. Il confronto e non la chiusura è strumento essenziale nella democrazia, e lo è ancora di più quando si parla di strutture importanti, come è Libera...