Il 4 ottobre scorso con Varazze in provincia di Savona (dove vi erano due criticità causate in un versante dagli omessi interventi a seguito degli incendi e sull'altro a seguito invece di lavori di scavo e costruzione con operanti la società del clan Pellegrino e quella della famiglia Fotia) anche il ponente di Genova è stato colpito. Non solo è stato il caso di Arenzano e Cogoleto con i resti tossici al cromo della Stoppani - come documentato da Molinari su Savonanwes - ma vi è stato anche il caso clamoroso delle terre a valle di Scarpino, ovvero a valle dell collina della discarica...
Abbiamo espresso pesanti critiche sul pm Alberto Landolfi (poi trasferito a Monstar, dopo un passaggio lampo alla DDA di Genova) e sul proc. Vincenzo Scolastico (presentato sino all'altro ieri come coordinatore della DDA di Genova ma che dal sito del Csm non è più nella DDA di Genova, tanto meno come coordinatore).
Nei giorni scorsi abbiamo appreso che in loro difesa qualcuno ha preso carta e penna ed è quindi giusto che si riportino a tutti questi passaggi di un noto conoscitore della realtà savonese, così che anche il CSM li possa conoscere ed integrare per gli eventuali procedimenti aperti.
Chi ha scritto in difesa di Landolfi e Scolastico e della loro passata attività nella Procura di Savona è niente meno che il boss della 'ndrangheta Carmelo Gullace...
Martedì scorso si è svolta una seduta del Consiglio Comunale di Genova in cui è parlato di mafia... o per meglio dire in cui si è assistito ad un susseguirsi di scene pietose, suggello della più schietta demagogia ed ipocrisia (ed ignoranza schietta) sulla questione mafia...
Il tutto è partito dalla proposta di intitolare una strada o un piazza a Peppino Impastato per rispondere al Sindaco leghista che l'aveva tolta nel suo Comune lumbard. Si è sentito di tutto e di più... Chi affermava che bisognava ricordare anche le altre vittime della mafia come Livatino, Boris Giuliano, Terranova ecc ecc... Chi "ricordava" che la questione della mafia deve vedere tutti uniti da destra a sinistra, trovando un punto di equilibrio. Chi proponeva di votare subito, chi di sospendere e trovare una "soluzione condivisa" e chi proponeva un rinvio in Commissione...
Quello che abbiamo pubblicato non è proprio una "bazzecola", ma non è giunta alcuna risposta, replica o smentita da parte del coordinatore della DDA di Genova, dott. Vincenzo Scolastico. Così come non è stato adottato alcun intervento da parte del Procuratore Capo di Genova o di altri. Quindi torniamo sulla questione ed a breve invieremo anche un esposto al CSM in merito a questo caso ligure (ma anche su altri di altre regioni).
La questione che riprendiamo ora è questa: in Liguria a fronte delle risultanze investigative di anni di lavoro dei reparti la DDA dell'era Scolastico è pressoché immobile (ad eccezione del pm Panichi). I fatti che abbiamo descritto esplicitavano, senza dubbio, questa situazione inquietante, che non può essere passata nell'indifferenza... e non vorremmo che per salvarsi, il responsabile, pensi di procedere con il vecchio metodo dello "scarica barile", cercando, magari, di far ricadere le proprie colpe su altri colleghi o su quei reparti investigativi che da anni la lotta alla mafia la fanno e rischiano, tanto da non potersi permettere di vagare in bicicletta...
Non eravamo d'accordo con quello striscione perché era, per metà, figlio della disinformazione e la disinformazione è pericolosa. Infatti nelle accuse e nelle denunce bisogna essere precisi, mai semplificare, mai piegare i fatti a ciò che, per convinzioni personali, si crede vero anche se non è mai stato provato e accertato nelle opportune sedi o non è supportato da documenti e elementi certi, inconfutabili.
Adesso è arrivata a questi ragazzi una denuncia per "vilipendio". Ma è colpa loro, di quegli studenti, che hanno preso per vero che Berlusconi sia un assassino o è invece di chi ha montato una campagna di disinformazione basata su dichiarazioni al momento risultate non attendibili di uomini come Ciancimino jr. o Spatuzza? Cerchiamo di capire il concetto...
SEMPRE PIU' VICINI ALLA "DECINA"
DI COSA NOSTRA A GENOVA
Alcuni mesi fa avevamo verbalizzato con uno dei Reparti Investigativi la mappatura delle organizzazioni mafiose nella Valpolcevera.
Uno dei punti indicati era il bar (poi divenuto anche pizzeria) di Via Jori a Certosa... uno dei punti dell'organizzazione della "decina" di Cosa Nostra a Genova, dove si incontraca il Giovanni "Gianni" CALVO con i MAURICI, ad esempio... e dove oltre a bevande e alimenti venivano distribuite e consumate altre "sostanze". Adesso il formale titolare, ovvero Riccardo FORTE è stato arrestato perchè era l'organizzatore di rapine. La Squadra Mobile di Genova ha arrestato la sua "banda", composta da giovani tutti incensurati... perché, come ormai si sà, le mafie preferiscono le persone pulite che non hanno ombre, altrimenti attirerebbero subuto l'attenzione. Ma noi l'attenzione su quel "localino", che faceva da depandace del ristorante del Calvo ed altri bar e pizzerie, l'avevamo posta.
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PROCURE LIGURI
C'è un posto vacante di Procuratore Capo a La Spezia, dopo la conclusione dell'era Scirocco. Tra le candidature possibili per ricoprire quel ruolo vi è quella del pm Silvio Franz che onestamente crediamo estremamente adatta vista la profonda conoscenza della realtà spezzina e considerando che fu proprio lui che scoperchiò l'inchiesta su Pitelli che tanto ha fatto penare la politica (con i suoi rapporti indicibili sui traffici dei veleni) per riuscire ad ottenere prescrizioni e ritardi, a seguito dell'allontanamento di Franz da quella Procura. Speriamo che il CSM scelga in fretta ed al meglio, così come ha fatto su trasferimenti all'estero e soprattutto con la nomina del Procu. Cavallone a Sanremo e del Proc. Granero a Savona... Auspichiamo anche che si risolva la questione drammatica di Imperia, con una Procura ormai deserta, e quella della Procura di Genova, con il procuratore Lalla che a novembre lascerà l'incarico ed una DDA su cui abbiamo recentemente denunciato una inquietante situazione.
--o--Romano è morto per un incidente con la sua moto dopo una serata passata con Gianni CALVO nel suo ristorante-ritrovo per riunioni di famiglie, “L'AMBANATA”, e quindi in un locale del levante. Chissà se anche questa volta hanno usato il funerale per un bel summit, ennesima squallida ed indegna usanza dei mafiosi... come quella che a Riesi, quando muore un capobastone o uomo importante di un clan, fa sì che si sparino colpi d'arma da fuoco, al passaggio del corteo funebre, per salutare il defunto uomo d'onore.
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Vorremmo sapere quanto tempo ci vuole per un cambio alla guida della Questura di Imperia. Qui il Questore aveva di fatto smembrato il gruppo dello Sco, ma non solo: avete presente l'arsenale di Bordighera rinvenuto a casa della "casalinga"? Bene in realtà era della cosca PELLEGRINO, ed in particolare dei BARILARO, e la signora lo custodiva per loro con il "permesso" della Questura!
I fatti relativi alla guida della Procura di Savona da parte di Vincenzo Scolastico ci avevano imposto di esprimere tutta la nostra preoccupazione per il possibile (e poi avvenuto) incarico allo stesso di coordinatore della DDA di Genova (leggi qui). E da quanto è divenuto coordinatore della DDA del capoluogo ligure abbiamo assistito ad alcuni fatti significativi che riteniamo degni di valutazione negli ambiti propri dell'autogoverno della magistratura (anche in considerazione che dovrebbero già essere aperti alcune pratiche disciplinari nell'ambito del CSM). Adesso un nuovo elemento, che ci sentiamo di definire inquietante, ci impone di intervenire nuovamente. Vediamo con ordine...
L'ortofrutta continua ad essere uno dei settori di infiltrazione delle cosche... ed a Genova l'asse Camorra-Cosa Nostra che si è già visto con proprio fulcro nell'Ortomercato di Fondi domina nel settore dell'abusivismo... Grazie a Marco Preve per aver pubblicato questa storia e per aver denunciato, con tanto di audio, le minacce portategli dal Bonaventura Falcone. Domanda: certi alti giudici di questa città decidono di muoversi o continuano a predicare "la sacra unità della famiglia"? Ma su questo torneremo a breve, ecco invece l'articolo di Marco Preve su Repubblica...
E' confermato: il Comune di Genova ha speso 26.900 euro per dare ospitalità in albergo al boss di Cosa Nostra, Rosario Caci. Questo senza conteggiare poi il "costo" dell'assegnazione della casa popolare allo stesso. L'assessore Papi rispondendo ad un interrogazione del consigliere Bernabò Brea afferma che il Comune non sapeva chi fosse Caci. Peccato che l'assessore Papi menta!
Rosario Caci aveva occupato per anni i beni confiscati allo stesso (nel novembre 2005!) in quanto appartenente all'emanazione di Cosa Nostra, clan di Piddu Madonia. Dopo le denunce pubbliche e quelle presso l'Autorità Giudiziaria dalla Casa della Legalità si procedette allo sgombero del Caci e signora dall'appartamento confiscatogli e rioccupato...
Il dottor Castellano è davvero straordinario e rappresenta un esempio sublime della spregiudicatezza di certa "imprenditoria"... se domani gli arrivasse davanti Belzebù e gli dicesse che il suo progetto hi tech è da appoggiare, Castellano risponderebbe: grazie sant'uomo. Ed allora, davanti a cotanta mentalità, diviene una barzelletta quanto dallo stesso dichiarato sul "dettaglio" di alcune società operanti nei cantieri della sua "Genova high tech" agli Erzelli. Lì ci opera la famiglia Mamone con la Eco.Ge (già nota e rinota a Genova) e ci lavora soprattutto la "Biella Scavi srl", ovvero quella società che il gruppo imprenditoriale "Perego" (colosso delle costruzioni lombarde che operava con e per le 'ndrine) usava per prendersi i lavori a Genova. La DDA di Milano con i ROS ha fatto intercettazioni, ambientali, indagini rigorosissime, che a dire del Castellano non contano nulla, davanti alle verifiche che la sua "Genova high tech" avevano già fatto non facendo emergere nulla sulle ditte a cui sono stati affidati i cantieri della grande speculazioni sulle alture di Sestri Ponente a Genova. La DDA, i ROS, la DIA non devono più perdere tempo a fare indagini, inchieste, a scavare per anni ed anni nei rapporti tra 'ndranghetisti, imprese e terminali con cui si aggiudicano gli appalti... si affidino al metodo Castellano: non c'è nessun problema, anzi andremo avanti ancora con più velocità nei lavori! (Una domanda: gli avete chiesto quel famoso certificato antimafia che non serve ad un fico secco? Sarebbe bello sapere queste rigorose verifiche fatte in cosa consistono, ma dopo due interviste a Il Secolo XIX il dott. Castellano non ha svelato ancora quali siano state, manco alla lontana!)
Il dottor Scullino a Ventimiglia fa quasi tenerezza. Lui che si considera il "podestà" di quella terra e non ha ancora capito che un Sindaco deve amministrate la cosa pubblica rispettando trasparenza e correttezza delle procedure e soprattutto sulla base dell'interesse generale. Se la prende per quanto abbiamo scritto al Prefetto (ed in parte pubblicato su sito) per chiedere con urgenza l'invio di una Commissione di Accesso nel suo Comune - così come a Vallecrosia e Castellaro -? Non ce le ne può fregare di meno, anzi conferma che non gli piacciono e non tollera i controlli (quelli dei cittadini e quelli delle Autorità preposte)... motivo in più per chiedere al Prefetto di accelerare l'invio della Commissione. Anche perché davanti ad un organismo prefettizio con il compito di verificare le infiltrazioni mafiose e la correttezza della gestione della Pubblica Amministrazione, un Sindaco che sa di aver operato correttamente spalanca le porte e consegna senza attendismi le chiavi di tutti gli armadi e cassetti! Scullino invece a fronte del nostro elencare di fatti certi e reali, inconfutabili, vuole farci querela? Ben venga, non abbiamo problemi a vederci in dibattimento, carte alla mano... al massimo il problema lo avrà chi rischia la falsa testimonianza sotto giuramento quando per accusarci di aver "diffamato" dice il falso nello spasmodico tentativo di nascondere i fatti (come già accaduto nel dibattimento per la querela sporta dal signor Gateano Scullino contro Marco Ballestra, referente della Casa della Legalità di Imperia, a seguito delle denunce pubbliche sulle irregolarità nell'Amministrazione comunale, tra cui quella di Latte, dove guarda caso vi era tra i protagonisti il MOIO, indicato come "affiliato" alle cosche, negli atti delle recenti inchieste). Poi si informi un pochino meglio perché la Casa della Legalità nel suo agire non è solo una persona ma un soggetto collettivo, tanto che ad esempio anche la decisione di presentare istanza al Prefetto di Imperia su Ventimiglia, Vallecrosia e Castellaro, è stata assunta e seguita dall'Ufficio di Presidenza, mai da una singola persona (da noi non ci sono "podestà"!).
Mi sono chiesto più volte perchè mai Manuela Cappello dovesse sentirsi "obbligata" ad avvicinare persone e "suggerire" loro di non frequentarmi....................Forse temeva che mi interessassi di lei e delle gesta della sua "camarilla" familiare!!
Nota: la "camarilla" è un gruppo di persone che hanno influenza su esponenti politici e che la usano per scopi di vantaggio personale
L'immobiliare di un "grillino storico" coinvolta in un'inchiesta delle Fiamme Gialle
Questo l'articolo de "Il Secolo XIX" di domenica 7 agosto 2010:
Indagine su un'immobiliare e una serie di contratti
RUDERI-TRUFFA PER SOCIETA' ENDAS, SCATTA L'INCHIESTA DELLA FINANZA
C'è il contratto rebus e ci sono le ristrutturazioni fantasma; c'è la richiesta di una maxi-caparra e una girandola (molto) inquietante di documenti non firmati, di permessi che mancano, di agibilità mai concesse, di telefonini che squillano a vuoto. E soprattutto c'è un sospetto concreto, sul quale stanno lavorando i finanzieri del Gruppo Genova...
Domenica la Casa della Legalità ha compiuto un nuovo "blitz" nel ponente di Genova, tra i quartieri di Sestri Ponente e di Cornigliano. Si è andati ad affiggere alcune locandine "ONOFRIO GARCEA CONSEGNATI" per far capire "ai suoi" che tanto lo si piglia lo "sgarro", tra i principali esponenti del "locale" della 'ndrangheta a Genova... Sul GARCEA, che è latitante, abbiamo giù scritto molto nei mesi scorsi ed altro scriveremo nei prossimi giorni... non tutto, naturalmente, perché molto è contenuto in una ampia relazione sui rapporti del boss (ed altri) con alcune pubbliche amministrazioni della provincia di Genova, che abbiamo inviato tra marzo ed aprile, al Prefetto del capoluogo ligure, oltre che alla DIA. Sull'altro soggetto arrestato nell'ambito della medesima inchiesta dei ROS di Genova, relativa all'attività di usura del GARCEA & C, ovvero sul Giuseppe ABBISSO, riesino, non troverete nulla nel sito perché questi è stato da noi segnalato alla DIA, ancora nel maggio scorso, alla Guardia di Finanza, oltre che proprio all'Arma dei Carabinieri. Abbiamo segnalato ed anche verbalizzato molti dei "contatti" dell'ABBISSO, sia con soggetti legati alla criminalità organizzata siciliana sia calabrese, e quindi, anche su questo, abbiamo mantenuto il doveroso riserbo... perché in alcuni casi è necessario dire pubblicamente alcune cose per agevolare le inchieste, in altri casi è opportuno invece il silenzio per evitare di agevolare i mafiosi e loro complici e sodali. Il caso di ABBISSO, proprio per il suo essere una sorta di "ponte" tra cosche della 'Ndrangheta e famiglie di Cosa Nostra, con proiezione anche all'estero, è proprio uno di quei casi per cui vi era necessità di massima riservatezza...
Dall'uscita del libro "Tra la via Emilia e il Clan" sono molteplici le segnalazioni che ci stanno giungendo dall'Emilia Romagna sulla società dei Mamone che, dopo l'esplodere delle inchieste della Procura di Genova su di loro (dopo anni ed anni in cui abbiamo puntato l'indice e l'attenzione su questa famiglia dal 2002 indicata dalla DIA come della 'Ndrangheta e certamente legata ai GULLACE-RASO-ALBANESE), hanno spostato molto del loro lavoro proprio in Emilia Romagna...
Della spiaggia all'amianto di Sant'Anna a Sestri Levante abbiamo già parlato, della Miniera di Libiola avevamo solo accennato. Nel dicembre scorso abbiamo presentato un dettagliato esposto all'Autorità competente ed ora, passato adeguato tempo, possiamo parlarne e mostrare una galleria fotografica di questo sito.
Questa vecchia miniera di calco-pirite (rame) a Libiola, dietro Sestri Levante, situata in direzione Monte Domenico, a 4-5 Km dal centro costiero, è stata chiusa negli anni ‘60, è la più grande della Liguria e ha un'attività continuata nel tempo, il cui inizio risale alla preistoria. Si articola su cinque livelli e i pozzi di accesso sono molto numerosi.
La prima cosa che salta agli occhi leggendo le carte delle inchieste, quelle delle ordinanze di fermo e quelle di custodia cautelare della DDA di Reggio Calabria e di Milano, la prima cosa che salta agli occhi è il "voto di scambio" tra politici (di ogni schieramento) e la 'ndrangheta, non sono in Calabria, ma anche a Pavia, in Lombardia ed in Liguria...
Di molti casi Liguri abbiamo già parlato (o meglio riassumendo dalle puntate precedenti, visto che questa è una storia infinita che abbiamo iniziato a denunciare e raccontare da anni) di Pavia abbiamo accennato nell'ambito dell'articolo sulle infiltrazioni mafiose e massoniche nella Sanità (clicca qui) e nei prossimi giorni vi torneremo con ampi dettagli.
E sulla realtà Ligure stanno emergendo nuovi elementi e nuovi protagonisti di cui si può parlare non correndo il rischio ostacolare il lavoro degli inquitenti...
Tre novità su due questioni pesantissime che confermano quanto avevamo detto e denunciato più volte, tanto perché non ci capiamo niente e, come in molti dicono, perché siamo i soliti "calunniatori" che accusano delle persone per bene...
Le prima due riguarda la questione Stoppani ed ha, appunto, due volti, il primo sulla conclusione del processo per i responsabili della vecchia impresa ed il secondo è il problema dei fondi per la messa in sicurezza. La terza novita è invece riferita alla questione della discarica abusiva di oltre 1200 fusti tossici in via Piombelli sulle alture di Rivarolo...
Si tratta della mafia... ed Assedil lancia l'allarme sul rischio “futuro” e, naturalmente, non ammettono che il problema a Genova e nelle altre province liguri ci sia da anni, anzi da decenni. Ecco, loro il problema lo vedono in “prospettiva” e per colpa della “crisi”, mica altro... Non è un caso che Claudio Burlando (e dico quel Claudio Burlando) abbia rassicurato tutti: l'economia ligure non corre rischi di infiltrazioni! E forse, guardandolo da un certo punto di vista, non ha nemmeno torto: è già infiltrata sino al midollo l'economia ligure... e lui lo sa bene!
Da prima Cosa Nostra e poi anche la 'Ndrangheta nel settore dell'edilizia ci sono da decenni, a Genova e nella sua provincia, e da Ventimiglia sino al confine con la Lunigiana. E peccato che solo oggi l'Assedil si accorga dei rischi degli appalti “al massimo ribasso”, come se fossero stati istituito solo ora...
La Sanità è il grande business del nuovo millennio. Su questo si concentrano gli appetiti di logge massoniche, Opus Dei e mafie, a partire dalla 'Ndrangheta e Cosa Nostra. Dalle regioni del sud le cosche hanno saputo “entrare” nella sanità del nord, come dimostra l'arresto del 'ndranghetista che era arrivato a dirigere l'Asl di Pavia. E poi conflitti di interesse e clientele... Strutture sanitarie piegate da lottizzazioni e spartizioni della “cassa” e del patrimonio, con interessi sempre più nascosti e indicibili. Ecco una panoramica a partire da ciò che dicemmo - per poi essere indicati come delle “cassandre” - rispetto alla Sanità in Calabria, per passare alla questioni già poste al centro dell'attenzione dei Cuffaro in terra di Liguria... per arrivare al progetto di una nuova clinica privata a Genova promosso da una delle società della galassia imprenditoriale della famiglia FOGLIANI di Taurianova...
Oltre a pubblicare, di seguito, gli articoli di Repubblica - Genova e de Il Secolo XIX relativi all'Operazione Antimafia "Il Crimine", pubblichiamo integralmente i quattro volumi dell'Ordinanza di Fermo a conclusione della lunga indagine delle DDA di Milano e Reggio Calabria (in formato .pdf):
primo volume | secondo volume | terzo volume | quarto volume
Seguono gli articoli dei quotidiani genovesi...
Con la vasta operazione antimafia coordinata dalle DDA di Milano e Reggio Calabria è stato assestato uno dei colpi più duri alla ramificazione della 'Ndrangheta nel Paese e finalmente si è resa evidente quell'evoluzione organizzativa, che da tempo indichiamo, e che ha visto il costituirsi di un "vertice" unitario anche per la criminalità organizzata calabrese.
Sono state colpite le ramificazioni nel nord di potenti clan come i Bellocco-Pesce, i Pelle, i Commisso, gli Acquino-Coluccio, i Mazzaferro, gli Oppedisano, gli Alvaro, i Longo ed i Iamonte e soprattutto sono stati individuati e colpiti i "colletti bianchi" ed i cosiddetti "insospettabili", come nel caso del Direttore della ASL di Pavia, Antonio Chiriaco.
Un'inchiesta che ha messo in evidenza anche sulla Lombardia la forte capacità di influenzare il voto da parte delle cosche della 'ndrangheta e la propensione dei politici a stringere patti con gli uomini delle 'ndrine per rastrellare voti utili alla propria elezione nelle competizioni elettorali.
Tra i 300 arresti ve ne sono anche in Liguria ed a Genova spicca quello di "Mimmo, il boss del fagiolino", ovvero di quel Domenico "Mimmo" GANGEMI di cui ci siamo occupati sul sito e con un iniziativa proprio giovedì scorso.
Eccolo in due delle foto che come "Casa della Legalità" abbiamo scattato il 20 febbraio scorso, a Genova, prima delle elezioni Regionali e che abbiamo già passato a chi di dovere da tempo, insieme ad alcuni video sulla medesima iniziativa. Nelle foto si vede il boss GANGEMI parlare con l'entourage di Aldo Praticò (e con il Praticò stesso), consigliere comunale di Genova ed allora candidato anche alle Regionali (dello stesso partito del MINASSO che nell'imperiese si è fatto dare i voti dal clan dei PELLEGRINO e dall'amico di Messina Denaro, Giovanni INGRASCIOTTA, come rivelato da Il Secolo XIX). Il GANGEMI venne fatto accedere nell'area riservata dell'iniziativa elettorale dell'associazione dei calabresi di PRATICO', dove si ritrovavano i rappresentanti della Giunta SCOPELLITI di Reggio Calabria, agenti dell'Arma dei Carabinieri in veste privata, il PRATICO' stesso ed il suo entourage.
Più tardi altri dettagli... ora siamo fuori sede visto che ci siamo recati a Savona per depositare la querela a carico del boss FAMELI Antonio ed altri per i fatti di giovedì scorso a Loano, e per inviare una dettagliata relazione al Prefetto di Savona con richieste di provvedimenti urgenti sulla realtà savonese.
"La Liguria è 'ndranghetista" è una delle frasi intercettate e riportate nell'Ordinanza della maxi operazione contro la 'ndrangheta al nord... [clicca qui per leggere il volume dove si parla della Liguria] o meglio quella che appare come la prima maxi operazione contro la 'ndrangheta che ha messo le sue radici nel nord. E come abbiamo sempre detto: se le 'ndrine hanno potuto entrare è perché qualcuno la porta agli 'ndranghetisti l'ha aperta. Ed a mostrarsi ottimi portinai si sono evidenziati da un lato i politici, in cambio di pacchetti di voti (e magari anche di un bel po di mazzette), e dall'altro i professionisti e le grandi imprese per cui l'odore dei soldi sporchi non conta.
Ed è su questo aspetto che da tempo insistiamo, perché è qui, nei rapporti con la politica (e quindi con le pubbliche amministrazioni) e con l'economia e la finanza, che le organizzazioni mafiose hanno trovato preziosi alleati, in Lombardia come in Liguria, in Emilia Romagna come in Piemonte, Toscana e così via... ben oltre i confini di quel Mezzogiorno entro i quali la retorica e l'ipocrisia hanno fatto credere che le mafie fossero rintanate. Eppure qui, in Liguria, la retorica e l'ipocrisia trionfano ed il 15 luglio andrà in scena l'ennesimo insulto alla decenza ed alla ragione: sfileranno a Sanremo contro le mafie, con Libera, quei partiti (tutti) che hanno tra le loro fila uomini e donne che con le mafie hanno accettato di dialogare, convivere, collaborare... in cambio di pacchetti di voti. Uomini e donne contigui (se non peggio) alle cosche che i rispettivi partiti sono sempre pronti a difendere a spada tratta.
Partiamo da qui ed andiamo a ritroso nel tempo. Partiamo dagli arresti, qui a Genova... a quegli arresti che appaiono l'avvisaglia della tanto attesa "spazzata via" degli 'ndranghetisti che dominano nelle diverse province, a partire dalla tanto "custodita" terra del savonese, dove l'asse dei grandi "casati" della 'ndrangheta, quello dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti e dei Piromalli, hanno trovato intesa piena con la collaborazione della potente cosca dei Gullace-Raso-Albanese, sotto il manto protettore chiamato "massoneria".
Ed allora partiamo dall'alba odierna ed andiamo indietro nel tempo...
Ennesima conferma sulla centralità della Valpolcevera a Genova per i traffici criminali viene dagli 8 arresti effettuati dalla Squadra Mobile di Genova, diretta da Gaetano Bonaccorso, sabato 26 giugno, tra Genova, Lodi e Calabria.
La droga era l'ecstasy destinata alle discoteche della Riviera, probabilmente quelle legate agli amici degli 'ndranghetisti Nucera e Bruzzaniti che dominano il Tigullio, dove di droga ne scorre a fiumi tranne quando arrivano i controlli, quasi ci fosse un sol levante che segnala il pericolo e la roba "svanisce". Ed il gruppo aveva nella propria disponibilità anche armi, tre pistole con silenziatore...
Pare proprio che non la vogliano capire, o meglio sanno ma fanno finta di nulla e si inventano una "Fiaccolata per la Legalità". Questi sono i politici in Liguria e questa è l'antimafia da corteo, cioè l'ipocrisia totale: prima gli danno quello che vogliono e poi fanno le parate contro.
Alcuni giorni fa abbiamo scritto un analisi attenta della situazione ligure, basata su fatti noti da anni. E' un esposizione ancorata alle risultanze delle inchieste e delle attività investigativa, non su opinioni o suggestioni. E' stata pubblicata dal sito de Il Secolo XIX leggibile a tutti. Ma i partiti, i politici hanno fatto finta nulla e sulla situazione del Ponente ligure hanno partorito un topolino... un topolino già morto: una "fiaccolata" da fare tutti insieme appassionatamente per dirci che si fa lotta alla mafia. Sono ridicoli, anzi vergognosi... e con questa ipocrisia sono anche pericolosi.
Ed ecco perché, schematicamente, con qualche esempio...
Partiamo proprio dal tentativo di corrompere un giudice messo in atto dai Mamone, ed in particolare da Gino Mamone. Questi, attraverso Domenico Casagrande, dell'Outlet di Savignone, voleva scoprire se vi era la possibilità di corrompere il sostituto procuratore Francesco Pinto, ovvero il pm titolare delle diverse inchieste che riguardano la sua principale società, la Eco.Ge e lui stesso per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa di incanto al fine di "controllare" l'assegnazione degli appalti e subappalti di demolizioni e bonifica nelle aree della Acciaierie di Cornigliano, oltre che per corruzione finalizzata all'ottenimento del via libera del Comune di Genova per la realizzazione del progetto (dell'arch. Vittorio Grattarola) nell'area dell'ex Oleificio Gaslini, quella relativa alle false fatturazioni con creazione di fondi neri da utilizzare per corrompere, ma anche per filoni che portano alla Stoppani tra Arenzano e Cogoleto...
Il TAR della Liguria ha bocciato e reso nullo in PUC approvato dalla Giunta Pericu nel 2000. Non è un atto relativo ad una particolare questione la ragione della sentenza, bensì il motivo del provvedimento del TAR è che la Giunta Pericu ha approvato il PUC senza l'adeguata trasparenza e quindi impedendo una conoscenza del provvedimento ai cittadini e quindi limitando questi nella possibilità di presentare osservazioni...
Pastorino Bruno, assessore al patrimonio ed alle case del Comune di Genova, ha dichiarato a "Il Secolo XIX" che non sapevano e che visto l'arresto di Caci e signora sono pronti a togliergli la casa popolare... ma non subito, attendono che la Finanza gli indichi chiaramente le fonti del reddito (illegale) del Caci. Peccato che il Comune di Genova (e l'assessore Pastorino, come anche gli Uffici ed assessorati a vario titolo competenti per sociale, centro storico e sicurezza) sapevano chi fosse Rosario Caci e lo hanno aiutato lo stesso. Vediamo.
Nel 2005 è stato adottato il provvedimento di confisca dei beni sulla base della normativa antimafia a Rosario Caci, facente parte della "decina" dei gelesi degli Emmanuello, attiva tra Genova e Milano, del clan di Piddu Madonia. Il Caci infatti è stato riconosciuto esponente dell'emanazione genovese del clan di Cosa Nostra con fulcro a Caltanissetta, ed in particolare dedito al traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e con funzioni di supporto a latitanti e per nascondere armi (in particolare nel casolare di Borgo Marengo nell'alessandrino)...
Lo avevano sempre indicato il Rosario CACI... quello che il Comune, con Prefettura (prefetto Giuseppe Romano) e Damanio, aveva lasciato rioccupare i beni confiscati di vico delle Mele. Lo avevamo affrontato e non ci siamo mai fatti intimidire quando si avvicinava minaccioso, quando indicava il presidente della Casa della Legalità come il responsabile, insieme al colonnello Riccio, delle sue disgrazie... o quando, mentre il Comune gli dava da un lato ospitalità in un albergo di Via Balbi e rilasciava al suo figliolo la licenza per un bar (dove c'era sempre, però, la signora Concetta ed il Rosario Caci a tenere i contatti), ad un giornalista diceva che lui non è mafioso (sic) ma che gli avrebbe fatto piacere vedere Abbondanza sciolto nell'acido. Il Gico con il pm Panichi della DDA aveva scoperto la sua nuova "casetta chiusa" nella centralissima via XX settembre, accanto ad un ufficio legale che naturalmente non si accorse di nulla... e recentemente siamo tornati a parlare di lui nell'approfondimento ed aggiornamento su "quella sporca 'decina'... " così come indicammo quella falsa invalidità per cui percepiva la pensione, ed oggi lo hanno arrestato con la sua combricola per contrabbando, sfruttamento della prostituzione e usura. Grazie quindi alla Guardia di Finanza!!!!
Ecco il Comunicato Ufficiale della Guardia di Finanza...
[IN CODA IL COMUNICATO STAMPA DELLA DIA E DEI CC, OLTRE AI LINK AI PRINCIPALI ARTICOLI, VIDEO E DOCUMENTI PRECEDENTI]
La Casa della Legalità esprime la propria soddisfazione ed il ringraziamento per l'arrivo in meno nove mesi alla confisca dei beni della famiglia CANFAROTTA che erano stati sequestrati il 3 luglio 2009 con l'Operazione antimafia "Terra di Nessuno" realizzata dalla DIA di Genova, con la collaborazione dell'Arma dei Carabinieri...
Un appello al Ministro dell’Interno Roberto Maroni e al Capo della Polizia Antonio Manganelli.
Vogliamo poterci fidare della Polizia di Stato…
fuori i responsabili delle violenze di Genova,
via Spartaco Mortola dalla Valsusa!
Siamo alcuni dei tanti cittadini impegnati nei movimenti civili di questo Paese, cittadini che credono prima di tutto nella Costituzione e nello Stato di Diritto, fermamente convinti della necessità, per un paese civile e democratico, di avere Forze dell’Ordine che difendono la Legalità e non il Potere. Vogliamo che la Polizia di Stato così come i Carabinieri tutelino il Diritto e non i potentati, ed il Diritto in Italia sancisce la libertà di manifestare il proprio pensiero, garantisce il diritto di riunirsi, di mobilitarsi, di esprimere le proprie convinzioni e opinioni...
Il quotidiano "l'Informazione" di Reggio Emilia ha pubblicato ieri un ampio articolo in cui si riprende, dal libro "Tra la via Emilia e il Clan", la questione degli incarichi costanti dati dalle grandi cooperative emiliane - Coopsette ed Unieco - a società di famiglie che la Direzione Investigativa Antimafia, la Procura Nazionale Antimafia e la Commissione Antimafia indica da anni ed anni come famiglia di mafia - Fotia e Mamone -. Ricorda che esiste un attività giudiziaria su queste famiglie e le attività delle loro società, come anche permane costante un'attenzione investigativa. Quindi non fa altro che fotografare una realtà dei fatti. Una realtà documentata da lungo tempo, ad esempio, sul sito internet della Casa della Legalità - www.casadellalegalita.org -.
La reazione di Coopsette ed Unieco è stata quella della minaccia di querela e quant'altro per "tutelarsi". Cioè non nega tali rapporti, ritiene diffamatorio e offensivo che questi rapporti vengano indicati, come se fosse responsabilità di chi li indica ed elenca il fatto che pur sapendo (ormai non possono dire che non lo sanno) chi siano quegli "imprenditori", i Mamone ed i Fotia, le due grandi cooperative continuano ad incaricarli di movimenti terra, demolizione e scavi...
Apprendiamo che nel suo intervento per l'anniversario della fondazione della Polizia di Stato, il nuovo Questore di Genova, Filippo Piritore, ha sottolineato che "Credo che ormai il problema della criminalita' organizzata non riguarda solo una parte dei territorio. Credo che abbia anche aspetti internazionali. Quindi pensare che la Liguria e Genova siano immuni da questo fenomeno e' anacronistico. Genova e' considerata un terreno di conquista per reinvestire i capitali illeciti".
Lo ringraziamo per questo passaggio che squarcia quell'omertà istituzionale, come già fece il Prefetto Cancellieri, e che rappresenta un segnale fondamentale per contribuire alla conoscenza del problema che esiste e, quindi, spinge la comunità tutta, e non solo i reparti investigativi e la magistratura, al contrasto di questa presenza e delle sue contiguità e connivenze...
I DATI, LA DELIBERA E L'ARTICOLO DI GIGLIOLI
Dopo quanto avevamo pubblicato e documentato ampiamente, Pino Giglioni su "Il Fatto quotidiano" torna sulla questione dei soldi pubblici spesi per gli spot "istituzionali" in Liguria che hanno invaso giornali, siti e televisioni locali durante l'ultima campagna elettorale. Questa volta si parla dei soldi pubblici stanziati dalla ASL 3, ovvero dal bilancio della sanità gestito dall'amministrazione (nominata dalla Giunta Burlando con un abile trucchetto per aggirare la Legge) della ASL stessa...
Qualcuno nel 2008 diceva che bisogna vedere se quanto sostenuto dall'inchiesta del pm Francesco Pinto e della Guardia di Finanza avrebbe poi trovato conferma. Qualcuno lo ripeteva anche dopo che i fatti erano divenuti evidenti con l'Ordinanza del Gip. Adesso, nonostante le fughe di notizie che in allora hanno pesantemente compromesso alcuni dei filoni di indagine, si ha la conferma che l'accusa mossa dalla Procura nei confronti del braccio destro del sindaco Marta Vincenzi, ovvero Stefano Francesca, così come nei confronti degli ex consiglieri comunali Ds (ora pd) Claudio Fedrazzoni e Massimo Casagrande, per l'uomo del cardinal Bertone, Giuseppe Profiti, e per Roberto Alessio della Alessio Carni spa, erano più che fondate...
Nella seduta del Consiglio Comunale di Genova, il 20 aprile 2010, a parte un qualche cenno di nervosismo iniziale, il partito trasversale delle speculazioni, con la sua componente "ambientalista color cemento", ha portato a casa l'approvazione del PUO (Piano Urbanistico Operativo) del progetto della Rizzani De Eccher per l'area dell'ex Marcato generale di Corso Sardegna.
Chi non conosce il funzionamento delle assemblee elettive, come il Consiglio Comunale, e delle procedure, potrebbe non aver compreso bene la portata della votazione che si è svolta nella sala rossa di Palazzo Tursi a Genova. Vediamo questa giornata con una rapida ricostruzione dell'iter di questa "porcata" e alcune delle principali criticità.
Esaminiamo dunque nel dettaglio quello che i Consiglieri Comunali (tutti) non hanno visto (o non hanno voluto vedere), stando alla discussione ed ai documenti (ordini del giorno ed emendamenti) presentati. Questo non solo ci dimostra che questa delibera la si è voluta far passare (anche con giochetti di astensioni, voti contrari o uscite dall'aula che servivano solo a salvare la faccia ma garantire che alla fine il provvedimento venisse approvato), ma anche che il Consiglio Comunale ha scelto di abdicare definitivamente al suo ruolo di controllo e indirizzo...
Continuano a divorare il territorio, il Comune di Genova dopo l'approvazione della variante per il Lido (e non solo) si appresta domani a mettere l'ultimo capio al collo della città per garantire la speculazione nell'area dell'ex Mercato Generale di Corso Sardegna. Ecco dunque qualche novità sul capitolo "Lido" e la ricostruzione dettagliata e sintetica della questione Corso Sardegna, con in coda il carteggio tra Casa della Legalità e Comune di Genova... perché non intendiamo cedere...
La necessità di costruire un cambiamento e riappropriarsi del futuro passa dalla verità e dall'unione dei movimenti e cittadini liberi, senza lasciare più spazio ai "paraventi" dei partiti mascherati da sigle di una cosiddetta "società civile" dimostratasi funzionale solo a controllare e depistare le mobilitazioni ed i movimenti sociali lungo strade funzionali al "sistema".
Solo nell'azione concreta, credibile e coerente nei territori si può sconfiggere un sistema compromesso perché piegato da corruzione, mafie e speculazione sfrenata.
Nel compromesso non vi può essere cambiamento perché significa accettazione della ipocrisie politiche che nei fatti, con il partito trasversale degli affari, continuano nell'azione di devastazione di Diritti e Dignità. Per questo i movimenti liberi, dopo la mobilitazione "NoTav NoMafia" del 20 marzo 2010 a Torino, arrivano a Genova... per andare avanti, da nord a sud... Ecco il "manifesto" della mobilitazione del 30 maggio 2010 a Genova...
L'assessore Scidone dopo aver dimostrato di non riuscire proprio a tradurre in pratica le promesse e gli impegni assunti con la cittadinanza, risponde sulla questione dello "squadrone" della Municipale che abbiamo denunciato ieri - clicca qui -, dimostrando di non conoscere la Legge e nemmeno la Costituzione. Ecco l'articolo di Repubblica ed un analisi dei fatti riguardanti il mandato dell'assessore Scidone...
12.04.2010 - Repubblica
Operazione a Sottoripa,
gli attivisti reagiscono e vengono denunciati
Sequestro di merce a un ambulante scontro
fra Casa della Legalità e vigili
Un'operazione dei vigili urbani del Nucleo abusivismo commerciale scatena la polemica tra la Casa della Legalità e il Comune. Tutto succede nel primo pomeriggio a Sottoripa, zona Ponte Reale. Alcuni attivisti della Casa della Legalità vedono arrivare quattro uomini in borghese che, a loro dire, con modi fin troppo rudi, sequestrano senza alcun verbale né procedura d'identificazione merce esposta da una ambulante cinese di circa 60 anni. Gli attivisti intervengono sottolineando l'incongruenza di quel comportamento e chiedono chi fossero. Nasce un battibecco, gli uomini in borghese si allontanano con la merce e raggiungono a Caricamento il loro furgone. Gli attivisti chiamano i carabinieri per far identificare gli uomini in borghese. Subito dopo i vigili denunciano gli attivisti. "Non si sono qualificati e non vedo di che tipo di favoreggiamento si tratti, visto che non hanno neppure identificato la signora cinese", sottolinea Christian Abbondanza. "Il diritto di critica e di controllo dei cittadini è sacrosanto - replica l'assessore alla Sicurezza del Comune Francesco Scidone - ma interrompere e intralciare un servizio contro l'abusivismo, e distogliere da impegni molto più importanti i carabinieri credo siano comportamenti da sanzionare".
Scidone, il cancelliere dell'IdV,
che non conosce la Legge
dell'Ufficio di Presidenza
Noi lo abbiamo detto più volte che al di là delle belle dichiarazioni e degli impegni che assume nei consessi pubblici, l'assessore Francesco Scidone - cancelliere prestato alla politica dall'Italia dei Valori - non conta un fico secco in seno alla Giunta, non riesce a tradurre in pratica le promesse e gli impegni e, cosa ancora più grave, dimostra di non conoscere la Legge, finendo per tentare disperate giustificazioni dell'ingiustificabile...
Non solo non è riuscito a mantenere gli impegni presi nel percorso partecipato con abitanti e associazioni per un uso sociale rapido e centrato sulle esigenze del territorio dei beni confiscati di vico delle Mele, facendosi bloccare la delibera per tre volte da un consulente che in Giunta non vota nemmeno, ma non è mai riuscito a coordinarsi con la struttura dell'assessorato al Commercio che, di fatto, va nella direzione opposta a quella enunciata da Scidone - soprattutto, ma non solo, quando a guidare tale assessorato vi era Gianfranco Tiezzi -. Ma identica cosa si potrebbe dire con gli altri assessorati, come i Servizi Sociali... sino anche al nucleo di Polizia Municipale del centro storico...
A Genova non ci sono (per fortuna) le "ronde" volute dalla Lega e dal Governo che più del pericolo pratico rappresentano un incentivo culturale devastante alla "giustizia fai da te". Genova si fa sempre bella della sua "democraticità" e della sua Resistenza "antifascista", ma in realtà mette in pratica la demolizione dello Stato di Diritto meglio di chiunque altro. Non fa nemmeno i comunicati stampa alla "fiorentina", come l'ex sindaco Leonardo Domenici che si faceva bello delle Ordinanze anti-lavavetri nel nome della "legalità". Qui, con la Marta Vincenzi in Marchese, non parlano, lo fanno... con i deboli naturalmente, ai boss mafiosi danno albergo e licenze, quando non anche gli appalti/subappalti o gli assegni di sostegno sociale. Ecco la cronaca di una domenica a Genova, tra Piazza Caricamento e Porto Antico.
Alle ore 15 circa ci si incontra (Abbondanza e Castiglion) in Piazza Campetto con alcuni amici impegnati sulle problematiche nel centro storico in cui vivono e si impegnano, Pescino e Gobbo. Ci si dirige verso Piazza Caricamento per parlare. All'incrocio di Via Ponte Reale con i portici di Sottoripa - Piazza Caricamento, si incontra per caso un altro conoscente, Andrea, e ci si ferma a fare quattro chiacchiere. All'improvviso dietro le nostre spalle alcuni uomini (cinque), di cui alcuni di grossa stazza fisica, iniziano a strappare alcuni cartoni di una venditrice ambulante (molto probabilmente abusiva), non giovanissima e di origine orientale. La signora dice "no per favore, no", non scappa, non insulta e non aggredisce... cerca di trattenere questi cartoni con braccialetti ed occhiali. Intorno a Lei, lungo Via Ponte Reale, è un tappeto di abusivi... ed anche il Piazza Caricamento se ne vedono molti...
La 'ndrangheta non è ottusa come la politica ligure e forse per questo riesce ad identificare e consolidare rapporti con gli uomini dei diversi schieramenti e partiti, trasversalmente, per fare i suoi affari (e come abbiamo visto anche l'Idv non è un partito impermeabile, anzi).
Non sono ottusi e se sentono puzza di bruciato cambiano qualche cavallo, così da garantirsi quel che vogliono, attraverso le connivenze e contiguità dei candidati e politici non chiacchierati o compromessi.
Così come prevedibile, quindi, dopo la denuncia pubblica della Casa della Legalità sulla campagna elettorale per Cinzia Damonte, candidata dell'Idv, da parte del boss Onofrio Garcea, hanno cambiato cavallo e mollato l'ormai "bruciata" Damonte (che invece Di Pietro continua a difendere).
Se questa novità è, diciamo, scontata, quello che è sensazionale è che si è aperto l'effetto "domino", che conferma le fondamenta compromesse, poggiate su ricatti incrociati e tipici atteggiamenti e metodi mafiosi, per cui c'è un qualcuno che sta al gioco sporco ma se scoperto e accantonato ci mette cinque minuti a sputtanare i suoi compari per cercare di intimidirli o per far capire che non conviene loro scaricare chi, del gruppetto, è caduto in disgrazia. Vediamo con ordine...
Pubblichiamo la trascrizione di un delirante minestrone di menzogne di Antonio Di Pietro sulla questione della candidata in Liguria dell'Italia dei Valori - Lista Di Pietro alle elezioni regionali 2010, Cinzia Damonte, su cui si è profuso l'impegno di promozione e raccolta voti del boss della 'ndrangheta Onofrio GARCEA.
Di Pietro mente ed è quindi necessario non solo rispondergli e smontare le menzogne punto su punto, ma anche porsi due domande: perché nega i fatti? cosa c'è dietro a questo arrampicarsi sugli specchi per sostenere l'indifendibile?
La questione dell'influenza della 'ndrangheta alle elezioni genovesi e liguri non è una novità, Di Pietro dal 2 maggio 2009, tra l'altro, ha in mano un estratto del rapporto della GdF (peraltro ampiamente pubblicato in rete oltre che dagli organi di stampa) che gli consegnammo a Bologna, dove compare proprio il nome di GARCEA, unitamente ai MAMONE, STEFANELLI ed altri. In allora lo avvisammo che uno dei punti di contatto politica-cosche era dirigente divenuto dell'IdV in Liguria, lui (Di Pietro) disse "abbiamo ritenuto opportuno così" ed oggi, a Genova, la 'ndrangheta fa votare per l'Italia dei Valori.
Leggete voi la dichiarazione di Di Pietro e la risposta. Riflettete e valutate i fatti, buona lettura...
La risposta di Di Pietro è stata di difesa di Cinzia Damonte per quanto noi ed altri (Repubblica, Espresso, MicroMega, il Fatto) abbiamo denunciato (vedi qui). Di Pietro ha scritto sul suo blog che la Damonte proviene dalla società civile, nel senso che è nuova alla politica e che c'è solo "una foto". Di Pietro che non è un ingenuo e che se non è un fesso prima di scrivere si è informato bene (altrimenti che credibilità ha?) dice delle falsità assolute.
La prima cantonata di Di Pietro è di Cinzia Damonte novella della politica proveniente dalla società civile. Infatti la Damonte non viene dall'impegno sociale, ma dai partiti, dalla politica e dall'amministrazione pubblica. Si era candidata in una lista civica senza riuscire ad essere eletta, quindi si candida alle successive elezioni con la lista ad Arenzano dei Ds che porta Luigi Gambino a Sindaco. Poi scoppiano i casini delle concessioni edilizie e Gambino la nomina assessore all'urbanistica. Quando il Comune di Arenzano rischia lo scioglimento coatto vi sono le dimissioni che portano allo scioglimento anticipato e si torna al voto. La Damonte è di nuovo candidata con Gambino ed i Ds, viene rieletta e torna assessore all'urbanistica. Poi passa a Sinistra Democratica, una formazione più piccola dove è più facile emergere. Dove sia quindi una novella della politica ci piacerebbe davvero capirlo!
La seconda cantonata, quella sulla singola foto di cui parla Di Pietro la vediamo per ultima, dando spazio, a questo punto ad una panoramica più ampia sulla Damonte ed il suo contesto, così che sia chiaro quanto sia devastante la questione politica apertasi e che Di Pietro non vuole affrontare, perché, lo dice lui, va tutto bene così!
Procediamo quindi a vedere e approfondire, ed innanzitutto constatiamo che...
Ricordate il senatore Di Girolamo con il boss Pugliese della 'ndrangheta, in posa, uno accanto all'altro? Bene. Pesavate che questo fosse solo un caso isolato? Pensavate che potesse avvenire solo in alcune parti del Paese? Pensavate male. Le mafie fanno affari, li fanno nei territori, a partire dai piccoli Comuni per salire, passando dalle Regioni. Non guardano al colore politico, le mafie... I boss sono pronti ad allearsi con chi accetta di lavorare per gli interessi delle cosche. La recente denuncia di Angela Napoli sul nuovo asse in Calabria tra centrodestra e 'ndrangheta lo hanno confermato. La 'ndrangheta può condizionare il voto, così come Cosa Nostra e le Camorre. E non c'è nessun partito che possa tirarsi fuori e dire io non c'entro... nemmeno l'Italia dei Valori di Di Pietro. Ed è così che dopo l'ombra della 'ndrangheta sulle elezioni amministrative a Genova nel 2007, adesso si ha la prova immortalata nei fotogrammi della Casa della Legalità, su come la 'ndrangheta influenza il voto per le elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010 in Liguria.
Ieri sera...
Dopo i conflitti alle famiglie siciliane a Genova, a partire da Terra di Nessuno con la famiglia CANFAROTTA e 5 milioni di beni sequestrati per arrivare alle misure di prevenzione a carico di Antonino LO JACONO, numero due clan di Piddu MADONIA, nella sua "terra" dell'alta Valpolcevera, la struttura della "decina" che faceva capo a Daniele EMMANUELLO continua ad evolversi...
Atto secondo, in attesa delle risposta alle 10 domande pubbliche
Giovanni Paladini arriva nell'Italia dei Valori nel 2008. Ci arriva ed è boom di tessere. Dopo l'arrivo del suo gruppo giungono nel partito di Di Pietro migliaia di tesserati, ed in Liguria gli iscritti passano dall'ordine delle centinaia a quello delle migliaia.
Da dove viene Paladini? Dalla Margherita, per cui è, in quel momento, uno dei consiglieri regionali in Liguria, insieme all'altro uomo politico di peso, Rosario Monteleone (ora nell'Udc, ma anche lui sempre fedelissimo, come Paladini, a Claudio Burlando con il suo blocco di potere)...
Di seguito, in merito all'articolo che pubblicammo il 14 ottobre 2009 "Italia dei Valori, news dalla Liguria", abbiamo ricevuto una diffida che, naturalmente, pubblichiamo con risposta punto per punto ed aggiungendo 10 domande all'On. Giovanni Paladini (Italia dei Valori - Lista Di Pietro) aspettando una sua risposta, e ribadendo che noi siamo pronti a rispondere in ogni sede...
Leggiamo su "Il Secolo XIX web" che: "Il Pd ligure - ha detto Basso (segretario regionale e candidato, ndr) - è sceso in piazza a fianco del popolo viola per difendere la Costituzione italiana..." Infatti proprio in Liguria il Pd candida Michele Fossa, piduista, già assessore alla sanità della giunta di Alberto Teardo. Ma che facce hanno??? E' davvero curioso vedere il popolo "libero" e "indipendente" scendere in piazza contro il "regime piduista" con chi resuscita i piduisti! Insieme al PD, sinistre varie vi era anche l'Idv di Di Pietro, che già cercò di canidare a Genova un alto esponente della P2, coinvolto nel tentato Golpe Borghese, alias Filippo De Jorio (e poi ne candidò uno in Sardegna, Giuseppe Aleffi).
Tra gli slogan nazionali della manifestazione di oggi ricorrevano, inoltre, quelli che richiavano Sandro Pertini... ma Pertini si scagliò senza mezzi termini contro il clan Teardo (che poi sarà condannato) mentre Craxi lo difendeva e proprio quando scoppiò lo scandolo P2 disse (senza tentennamenti e senza sconti nemmeno ai socialisti di Savona, tra cui Teardo): "Nessuno può negare che la P2 sia un'associazione a delinquere".
Intanto il popolo continua a bere e mangiare popcorn come al cinema e non si accorge che i due POLI non sono alternativi ma semplicemente COMPLEMENTARI, dove non arriva l'uno arriva l'altro, tenendo fede al copione che li mostra in pubblico sulle barricate ed in privato nella grande comune orgia del Potere.
E visto che l'illegalità è patrimonio condiviso dai due schieramenti - e basterebbe leggere le carte che escono dalle inchieste (tutte e non solo una parte, non solo le parti che fanno comodo) dalla Liguria, alla Puglia, dalla Campania alla Toscana e così via - si dovrebbe capire che stando dentro al "sistema" le cose non le si cambia. Pensate un attimo se mai un medico, davanti ad una grave patologia dicesse al paziente, per farlo stare tranquillo di non curarsi, che poi tutto passa? Il paziente davanti alla "favoletta" avrebbe un solo destino: la morte!
Chissà poi cosa direbbero se scoprissero che Claudio Burlando, candidato alla Presidenza della Regione Liguria (senza primarie ed acclamato dalle nomenklature che passano dall'Udc a Rifondazione & C, passando per l'Italia dei Valori e la cd. "società civile") oltre ad essere il nome ricorrente nelle indagini locali (Sanità, Appalti, per arrivare agli amici (suoi) come i Mamone) è anche coinvolto in un indagine della Procura di Milano per il Porto di Lavagna del vecchio Jack Roc Mazreku?
Pare anche che il popolo che scende in piazza per il "rispetto delle regole" si sia anche scordato che la vergogna delle firme taroccate per la presentazione delle liste alle prossime regionali, in Liguria, non è solo quella del Pdl e alleati, ma anche del Pd e alleati.
Di seguito alcune nostre rifressioni di questi giorni che spiegano perchè non abbiamo aderito ad alcuna manifestazione ed una nota di uno degli esponenti del Popolo Viola di Genova che si è ritrovato in piazza partiti e politici che cercavano di mettere la loro etichettina ed inglobarsi la mobilitazione di quandi sono scesi in piazza da cittadini indipendenti e liberi... forse i Partiti e politici locali erano convinti che anche a Genova ci fosse un Mascia pronto ad assecondare gli interessi di partito... e certamente ce ne sono di Mascia, tra i politici e gli emissari di partito, innestati in questo movimento, ma hanno vita un po' dura per i loro disegni, speriamo non solo oggi. Bisognerà solo vedere se il popolo Viola di Genova saprà affermare la propria indipendenza e tenere (o mettere) fuori dalla porta partiti e politici (e colonizzatori mascherati)...
L'Opus Dei è potente in Liguria e la rincorsa al suo sostegno porta a fare di tutto. Il "partito" per eccellenza di lor signori si chiama Udc, e la corsa per accaparrarsi il consenso (alias i "voti") non conosce confini e limiti, ed i più inclini a cedere su ogni fronte sono proprio quei partiti che della "laicità" fanno la propria bandiera, a partire dal Pd per arrivare a Rifondazione Comunista e sinistre e gabbiani vari.
L'esempio offerto dalla Liguria è emblematico. Non lo è perché quel manifesto con l'immagine di Pierferdinando Casini e lo scudo crociato dei Mannino e Cuffaro, con lo slogan "Vota Udc per Burlando presidente" svela la burla di un Burlando candidato della "sinistra" che Rifondazione ed affini cercando di affermare in lungo e in largo per la regione, ma lo è per gli atti politici (concreti) che hanno caratterizzato la gestione politica ed amministrativa della Regione Liguria e degli altri enti locali a guida di questo fantomatico centrosinistra negli ultimi anni ed in crescendo, negli ultimi mesi pre-elettorali...
[BURLANDO MENTE SAPENDO DI MENTIRE... IN CODA LE CARTE CHE LO DIMOSTRANO] Tra due mesi si vota in Liguria, ma la campagna elettorale è cominciata da un anno. Peccato soltanto che sia stata fatta a spese nostre. E noi non ne possiamo più: il presidente della Regione, Claudio Burlando, da un anno ha invaso i muri della città con manifesti che raccontano quante cose belle ha fatto la Regione. Cioè lui. Ma, ancora più grave, ha intasato tutti i media locali con la sua pubblicità: giornali, radio, televisioni e siti internet hanno pubblicato o mandato in onda quella che lui definisce "comunicazione istituzionale" e a tanti genovesi invece sembra propaganda elettorale fatta con soldi pubblici. Adesso dopo "resta in ascolto" sono arrivati anche gli spot targati "fondi europei", con Burlando e la sua giunta che raccontano quanto sono bravi...
A Pavia le cosche della 'ndrangheta avevano una "scuola di guerra", lì provavano le armi dai bazooka, a kalasninkov, passando per fucili e pistole che facevano comunella nel loro arsenale all'esplosivo C4. Tra Lombardia e Emilia Romagna le cosche di Isola Capo Rizzuto facevano i classici movimenti terra, inquinavano l'economia, facevano estorsioni, progettavano e organizzavano omicidi di mafia... trafficavano droga. Poi per ripulire e reinvestire il denaro sporco c'è sempre il classico mattone. E dove scendevano gli uomini e donne della cosche della 'ndrangheta? A Genova e alla banca genovese per eccellenza, naturalmente e non è una novità visto che uno degli uomini che spuntava fuori nell'Ordinanza "Cento anni di storia" che ha decapitato i PIROMALLI, era un funzionario della CARIGE di Genova.
In questo caso vi sono due mutui avuti dagli istituti bancari di Genova, UNICREDIT e CARIGE, ed uno alla CARIGE, la banca genovese, a Milano... Banche tanto attente e pignole nel chiedere garanzie su garanzie ai poveri cristi, davanti ad esponenti di cotanta "garanzia" hanno emesso questi mutui...
Si aggiungono tasselli a quanto stiamo seguendo da tempo.
La notizia resa nota dal giornalista Gianni Lannes ad un convegno è inquietante e, comunque, non ci stupisce.
Al centro via sarebbe di nuovo la ECO.GE dei Mamone, famiglia della 'ndrangheta, indicata come tale sin dal 2002 dalla DIA, che da anni denunciamo per i suoi legami, le sue entrature politiche, i suoi disastri ambientali, gli appalti pubblici ed il legame solido con il mondo delle cooperative emiliane, e che è entrata in molteplici inchieste giudiziarie, tra cui l'Operazione Pandora, false fatturazioni per costituzione di fondi neri, episodi di corruzione e smaltimenti illeciti di rifiuti pericolosi...
Ma è proprio vero che in Italia i beni confiscati li si vuole regalare alle mafie, attraverso le aste? No! Quella in corso è l'ennesima mistificazione dei fatti che guarda ad interessi particolari ed usa l'alibi della mafia per non affrontare la realtà.
I sequestri sono aumentati in questi ultimi mesi per il lavoro dei magistrati ed il lavoro meticoloso di DIA, GICO e SCO, che hanno potuto utilizzare le modifiche legislative approvate dal Parlamento e fortemente attese (separazione tra le misure patrimoniali e personali, inversione dell'onere della prova e garanzia che se i ben ritornano ai titolari si può annullare tutto, i beni di chi muore non vanno più agli eredi ma vengono confiscati), che permettono interventi "preventivi" di indiscutibile efficacia.
Ma in Italia i fatti non contano, contano le mistificazioni dell'una e dell'altra parte ed è così che si è in una rincorsa sfrenata ed irresponsabile a chi "la spara più grossa". Il fatto che tutto questo non aiuti un'azione efficace di lotta al potere mafioso non interessa a nessuno, nemmeno a quelli che fanno i cortei ed i proclami antimafia...
Genova è in movimento e la svolta dell'impegno civile c'è. Associazioni, comitati e gruppi di impegno civile e sociale, con pari dignità, si ritrovano ed avviano un percorso di "mutualità".
Dopo l'invito lanciato dalla Casa della Legalità, si sono incontrate Rete Liguria Rifiuti Zero, gli Amici della Lanterna e WWF, Comitato Acquasola, la Biologgia, i Custodi della Loggia di Piazza Banchi, i Cobas Scuola, ORAS, Comitato Mai più Cromo ed il Meetup (departitizzato) 20 Beppe Grillo di Genova, Il Futuro non è scritto e Liberi Cittadini. Ci si è seduti intorno ad un tavolo per iniziare un confronto per una comune riflessione ed azione.. per una prospettiva nuova...
Lungo le rotte dei traffici e smaltimenti illeciti di rifiuti tossici cerchiamo di vedere, in questa nuova tappa, alcune novità e qualche approfondimento [per la prima puntata - clicca qui]
Siamo a Genova dove troviamo, ad esempio, una delle famiglie della 'ndrangheta, dal 2002 indicata dalla DIA ed al centro di molteplici inchieste della Procura di Genova con la Guardia di Finanza, in particolare nell'Operazione "Pandora" e recentemente coinvolta nel rinvio a giudizio richiesto dalla Procura per corruzione di politici al fine di ottenere una variante urbanistica...
La Guardia di Finanza entra al Matitone, il grattacielo del Comune di Genova. Ma in questo caso non cerca gli Uffici della Pubblica Amministrazione, bensì quelle società che avevamo indicato e riportato nell'articolo del 20 settembre scorso, "Rotte di "veleni" ed armi, tra Liguria, Calabria e... con morti ammazzati - 1 parte".
Si tratta di perquisizioni e sequestri negli uffici, proprio in quel grattacielo, di società iraniane. Vi è una rogatoria dagli USA perché quelle società (una delle quali dovrebbe essere una copertura dei "servizi" iraniani ed in generale, a quanto indicatoci, coinvolte nella prosecuzione di traffici d'armi (oltreché di affari) tra Italia (e non solo) e l'Iran...
La Guardia di Finanza ha sequestrato le pratiche per gli incarichi alla Eco-Ge. Al centro dell'inchiesta, che vede legate le bonifiche della Stoppani e delle aree di Cornigliano, vi sono - come avevamo già scritto - 16 appalti, 11 vinti dalla EcoGe di Gino Mamone (ora sostituito al vertice dalla consorte Ines Capuana, e con voci di cessioni a nomi tedeschi), 7 dei quali in sub-concessione. Tutte le carte di quegli appalti che avevano portato a perquisizioni in tredici aziende nel centro-nord, che la Procura aveva identificato come il "cartello" dei Mamone per controllare e decidere l'aggiudicazione di lavori per oltre 15milioni di euro. Noi lo avevamo detto: se c'è un "cartello" che controlla gli appalti, questo può avvenire solo se la società pubblica, in questo caso Sviluppo Genova, è complice e connivente! Vai allo speciale, clicca qui
[in coda la lettera dei Liberi Cittadini della Maddalena sui beni confiscati di Vico delle Mele]
Dopo la plateale ostentazione di ignoranza ed arroganza da parte di Nando dalla Chiesa sulla questione dei beni confiscati a Cosa Nostra in vico delle Mele [leggi qui], sembra che anche altri nell'ambito del Comune di Genova siano stati contagiati dal virus del consulente Nando, l'ignoranza e la propaganda.
Infatti ieri su "Il Secolo XIX" si leggeva che il Comune guidato da Marta Vincenzi-Marchese annuncia "Le case dei mafiosi agli anziani". Ma nell'articolo si parla di beni sequestrati e confiscati per la normativa antidroga e non per mafiosità del vecchio proprietario. Infatti, ad oggi, a Genova gli unici beni confiscati alla mafia (ed in particolare al boss Rosario Caci della "decina" dei gelesi, facenti capo agli Emmanuello, clan di Piddu Madonia - vedere ordinanza) sono quelli di Vico delle Mele (l'appartamento 1A del civ. 4 ed i rossi 12, 14 e 14A). Gli altri (Via Sanremo 122/8, Via Berghini 92 Br, Vico Amandorla 7/3, Via Aspromonte 16/3) sono stati sequestrati e confiscati per le norme, come detto, anti-droga e non per mafiosità dei proprietari...
[NEWS - in coda la lettera dei Liberi Cittadini della Maddalena sui beni confiscati di Vico delle Mele]
Crediamo che Nando Dalla Chiesa abbia bisogno di una pausa. Quando si arriva ad una sfilza di errori come quelli che infila, uno dopo l'altro, per cercare di giustificare un delirio, significa che serve un po' di riposo e poi con calma cercare di studiare bene la realtà, i fatti e la situazione. Forse eviterà figure peggiori... anche perché il Comune di Genova che gli paga 96mila euro all'anno per la sua consulenza, probabilmente lo fa per avere un Nando in piena forma e non ridotto ad annaspare.
Ma vediamo cosa ha scritto, sul sito nazionale di Libera, e rispondiamo punto per punto.
In “verde” quanto da lui scritto in “rosso” quanto gli rispondiamo. Oggi qui e quando sarà necessario anche in Tribunale, senza nessun timore, perché noi lo sappiamo di essere irriverenti, senza padrini, padroni o protettori, ma la verità dei fatti la diciamo e la continueremo a dire, certi che dire la verità sia sempre la strada giusta, anche se scomoda...
![]() Claudio Burlando -pd- |
![]() Carlo Ruggeri -pd- |
![]() Franco Zunino -rif.com.- |
![]() G. Enrico Vesco -com. it.- |
![]() Carlo Vasconi -verdi- presidente |
![]() Gino Garibaldi -fi pdl- vice pres. |
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![]() Luigi Cola -pd- autore principali emendamenti color cemento |
![]() Nicola Abbundo -moderati pdl- autore principali emendamenti color cemento |
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![]() Ezio Chiesa -pd- |
![]() Lorenzo Basso -pd- |
![]() Mosca Minella -pd- |
![]() Franco Bonello -pd- |
![]() Rosario Monteleone -udc- |
![]() Giacomo Conti -rif. com.- |
![]() Giovanni B. Pittaluga -lista Bulando- |
![]() Patrizia C. Muratore -Idv Di Pietro- |
![]() Tirreno Bianchi -Com. It.- |
![]() Graziano Falciani -fi /pdl- |
![]() Gabriele Saldo -fi - pdl- |
![]() Alessio Saso -an pdl- |
![]() Francesco Bruzzone -lega nord- |
![]() Gianni Macchiavello -lista Bisotti- |
![]() Fabio Broglia -misto- |
![]() Roberta Gasco -misto /pdl- |
![]() Lorenzo Castè -misto- |
![]() Giacomo Ronzitti -misto sd- |
In vista della mobilitazione davanti al palazzo della Regione contro il Partito del Cemento che sta soffocando la Liguria
Molti pensano che una trasmissione in diretta tv dei lavori del Consiglio Regionale sia la "trasparenza" delle decisioni? Poveri ingenui. Ora che si ha l'identikit del volto del Partito del Cemento ligure - lo abbiamo pubblicato "in esclusiva" questa mattina - forse qualcuno si sveglia... e forse ci si deciderà ad aprire gli occhi. Noi, come anche gli autori del Partito del Cemento, avevamo da tempo detto che le sedi di decisione non solo più quelle istituzionalmente preposte, dalla Legge, bensì altre. Avevamo detto che i Consigli (regionale, provinciali e comunali) ratificano quanto deciso in altre sedi dando "legittimità" a patti scellerati fatti altrove. Sulla Liguria domina il "Maestrale", l'associazione promossa da Burlando, dove vi è una commistione di interessi pubblici e privati, che costituiscono quel blocco di potere che è il vero "decisore" ed è il punto di contatto, ad esempio, con soggetti inquietanti coinvolti in molteplici inchieste giudiziarie per corruzione, voto di scambio con le cosche, infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici e nell'edilizia,... sino ai traffici di rifiuti ed ai distrastri ambientali.
A questi oligarchi si aggiungono alcuni fedeli funzionari, con ruoli dirigenti, pronti nel piegare le norme ed i pareri ai desiderato dei faccendieri legati ai politici ed amministratori. Questa burokrazia, asservita al Potere ed alle sue collusioni e commistioni d'interessi, è poi ben protetta, premiata per i servigi dimostrati... sicuramente nella "carriera" e forse con "extra".
Di questo vi sono ormai tracce pesanti in carte che scottano. Alcune già alla base di inchieste giudiziarie altre che lo saranno, salvo insabbiamenti come quelli già pesantemente collaudati nel recente passato...
MicroMega ha pubblicato nell'ultimo numero un'inchiesta sull'Italia dei Valori nelle diverse Regioni. Vi è molto, ma non vi è tutto... ci sarebbe voluto un numero speciale. Noi proviamo qui a vedere cosa sta succedendo in Liguria, con un aggiornamento su ciò che avevamo già scritto e con qualche novità... per vedere se la promessa "ripulirò" il partito fatta da Di Pietro a Paolo Flores d'Arcais viene mantenuta. Al momento pare proprio di no, e visto che a differenza di D'Arcais, guardando ai fatti non possiamo più credere che Di Pietro sia "vittima" della base, bensì si scelga scientificamente gli uomini e le donne che devastano l'Italia dei Valori, facciamo una rapida carrellata sulle "diversità" nell'Italia dei Valori in Liguria. Prima di partire però ci teniamo a sottolineare un particolare: quando d'Arcais ha dichiarato "L'Italia dei Valori è un partito ad illegalità diffusa" nessuno ha osato "crocifiggerlo" per lesa maestà, quando dal 2007 le stesse cose, con i fatti, le scriviamo noi, siamo stati accusati di ogni peggior male. Vediamo, quindi, queste news dalla Liguria e sfatiamo, anche qui, qualche falso mito. Buona lettura...
"VICO MELE DALLA MAFIA AL COMMERCIO EQUO-SOLIDALE
Ieri la giunta ha deliberato che i beni di vico Mele confiscati alla criminalità organizzata vengano assegnati, tramite bando pubblico, a un soggetto no-profit che venderà i prodotti del commercio equo e solidale, coltivati nelle terre che erano in mano alle organizzazioni mafiose."
da Il Secolo XIX e sito del Comune di Genova
La garetta su misura, alla faccia del percorso partecipativo. E' questo il risultato raggiunto dal consulente del Comune di Genova, Nando Dalla Chiesa - anche Presidente Nazionale onorario di Libera - per i beni confiscati di Vico delle Mele. Una garettina giusta giusta per "Libera", ma guarda tu, tanto vicina al blocco rosso ligure e non solo... e tanto sponsorizzata da Unipol e LegaCoop. Alla fine Nando Dalla Chiesa l'ha spunta, dopo aver ottenuto - tutto questo in base alle informazioni raccolte sia da noi sia dal gruppo dei Liberi Cittadini della Maddalena - per tre volte di fila la "bocciatura" della Delibera proposta dall'assessore Scidone, che proponeva il percorso partecipativo, aperto a più associazioni ed ai Liberi Cittadini della Maddalena, con il ruolo di coordinamento mantenuto dal Comune di Genova stesso...
[In coda il resoconto del sopraluogo che poi si è tenuto il 12.10.2009 in Via Piombelli]
Nel 2001 fu sequestrata l'area adibita a discarica abusiva che per oltre vent'anni ha raccolto fusti con sostanze tossico-nocive. Si trova sotto il viadotto autostradale, accanto al torrente che poi, con percorso sotterraneo ed interrato, sfocia nel Polcevera.
Ma vediamo la storia di questa discarica abusiva mai bonificata, o meglio torniamo su questa storia che già avevamo sollevato alcuni anni fa e più esattamente nel 2005. Partiamo dal dato più tetro. Sia l'ex "custode" che il nuovo dimorante nella discarica abusiva nel 2005 erano già morti da un pezzo, il primo defunto a metà degli anni Novanta, si sa solo che si chiamava Marco... il secondo era Margherito Cavallaro, ex portiere del Catanzaro, morto nel 1999 a 49 anni per un tumore...
In tanti hanno parlato in lungo e in largo degli affari in Sanità di Salvatore Cuffaro e dei suoi amici mafiosi. I fatti erano quelli relativi alle convenzioni, al tariffario... alle politiche sanitarie della Regione Sicilia guidata da Cuffaro ed alle sue agevolazioni ai boss di Cosa Nostra. Ma qualcuno è andato a vedere le proiezioni extra-regione di tali affari ed interessi? Sembra di no... e di nuovo si pone il problema non solo degli affari distorti, del riciclaggio di Cosa Nostra e degli ambienti a questa contigui, che succhiano le risorse pubbliche e devastano la qualità del servizio sanitario, ma anche il fatto che se non ne parla la magistratura si resta tutti silenti. Vediamo un attimo, allora, da vicino qualche interesse ulteriore nel campo della farmaceutica e della sanità della famiglia Cuffaro... non a Palermo o Bagheria, bensì a Genova, dove la sua famiglia tanto piace al centro-sinistra (con l'IdV)...
[In riferimento alla vicenda Stoppani, nell’esercizio del diritto di cronaca su una vicenda di pubblico interesse, avevamo riportato e commentato un estratto di un rapporto della Guardia di Finanza in cui venivano menzionate, tra le altre, le seguenti persone: Dott.ssa Brescianini Cecilia, Dott.ssa Minervini Gabriella, Dr. Gian Piero Lazzarini. Ci preme evidenziare che le predette persone non sono coinvolte in alcun modo in procedimenti penali inerenti le questioni trattate e ci scusiamo nei loro confronti per le espressioni che possano aver loro arrecato offesa]
Quando, dati alla mano, lanciammo l'allarme perché la perizia del Tribunale denunciava i livelli spaventosi di inquinamento di aria, terra ed acque (falda, torrenti e mare), ci hanno ignorati.
Quando, per mesi, abbiamo denunciato pubblicamente la continua strage degli innocenti e le farse delle "bonifiche" e della "messa in sicurezza", ci accusavano di mentire e fare terrorismo.
Quando siamo andati, a tutte le assemblee pubbliche del farsesco "percorso partecipativo" ponendo domande precise e esigendo soluzioni, i responsabili pubblici (i sindaci Gambino di Arenzano e Zanetti di Cogoleto, con l'assessore regionale all'ambiente (sic!) Zunino e la vice-commissaria alla bonifica Brescianini) si sono dati alla latitanza e facevano sapere dalle loro truppe cammellate di consiglieri, assessori e associazioni-colonizzate, che era tutto a posto con frasi del tipo "la bonifica prosegue bene", non ci sono rischi.
Noi li abbiamo accusati pubblicamente di spergiuro e di fottersene della salute dei cittadini e della salubrità dell'ambiente, dai terreni, alle acque dolci sino al mare ed al fondale del litorale di Arenzano e Cogoleto...
La questione delle "navi dei veleni" e più in generale il traffico illecito di rifiuti tossici e radioattivi, torna al centro dell'attenzione. Non sappiamo se sarà la volta buona o l'ennesima occasione mancata per fare luce sulle responsabilità dei disastri ambientali e danni alla salute, ponendo urgente rimedio. Quello che è certo è che tutto ciò che potremo contribuire a far emergere sulle responsabilità vere, di esecutori, intermediari, mandanti speculatori, così come sui collegamenti, le contiguità e le protezioni, lo faremo, come sempre... come abbiamo già fatto, senza tacere nulla. Iniziamo oggi con questo primo capitolo...
Apprendiamo da indiscrezioni che non avevamo visto proprio male sulla vicenda dei "seggiolini" e questo conferma in quale grave stato sia una Pubblica Amministrazione che necessità di leggere certe cose su "internet" (cioè sul nostro sito, anche se per loro pare essere innominabile), per accorgersi di cosa sta combinando...
Ed alla fine la questione "Nuovo Lido" venne a galla. Noi sappiamo da tempo che vi era attenzione investigativa sull'operazione speculativa che vuole ridisegnare il fronte mare del Lido d'Albaro, con un investimento di oltre 100 milioni di euro che non si sa da dove vengano...
La Sindaco Vincenzi-Marchese ne avrà come sempre a male quando si ricorda cosa fa il suo Comune, ma non possiamo tacere. Certo lei, con la sua abile teatralità e le sparate da prima pagina, ha l'immagine (o meglio vorrebbe) di quella che tutto sa e tutto risolve.
Nelle ultime settimane si è anche spinta nel lanciare una generica quanto grave accusa alla Polizia di Stato affermando che gli agenti preferiscono "voltarsi dall'altra parte". I fatti stanno dimostrando che chi ha l'abilità di guardare (ed andare) dall'altra parte rispetto al necessario, a Genova, c'è ed è proprio la sua Amministrazione...
[AGGIORNATO AL 26 AGOSTO con gli altri sponsor, a partire dalle società pubbliche, passando per il mondo delle cooperative, di chi fa affari con Comune, Provincia e Regione... per finire con il nuovo Nucleare che tanto piace a Claudio Burlando - sempre in tandem con Scajola]
A Genova, entrando alla cosiddetta "Festa Nazionale Democratica" del PD, dall'entrata principale di Piazza Caricamento, troviamo la rappresentazione scenografica di quanto denunciato nel libro-inchiesta "Il Partito del Cemento". Non è dato sapere se sia spudoratezza, senso di impunità o errore ... ma quel che è certo è che se il libro di Marco Preve e Ferruccio Sansa anziché una fotografia di una realtà inquietante e disgustosa della classe politica ligure, fosse stato un giallo, quello che sta accadendo al Porto Antico di Genova (dal 22 agosto al 6 settembre 2009) sarebbe la più realistica e rigorosa messa in scena del delitto, con tutti i protagonisti che si son messi in fila, uno accanto all'altro! Una volta le "vergogne" venivano coperte, o almeno si tentava di nasconderle... adesso alla Festa Democratica vengono esibite quasi con orgoglio, ovvero come oltraggio alla decenza ed all'intelligenza dei cittadini... [Ad accompagnarci in questo breve viaggio vi saranno le immagini dalla "Festa Democratica", che ritraggono alcuni stand e gli sponsor]