Con l'operazione “IL RITORNO” è di nuovo agli arresti il boss FAMELI Antonio, esponente di spicco della 'ndrangheta nel ponente savonese, l'uomo del riciclaggio storicamente legato ai PIROMALLI ed al GULLACE Carmelo. Attribuzione fittizia di titolarità e disponibilità di somme di denaro, ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, sono i capisaldi dell'accusa che, con lui hanno condotto all'arresto anche il suo “tuttofare” DOMENICALE Fabio...
La Corte di Cassazione ha messo la parola fine. E' stata confermata la confisca dei beni del FAMELI Antonio, per un valore di 10 milioni di euro e compresa la Villa sulla Aurelia da cui, con i leoni, si mostrava come l'intoccabile Re di Loano.
Come Casa della Legalità lo abbiamo indicato, puntandogli addosso i riflettori e facendogli sentire il disprezzo sociale. Abbiamo raccolto ogni minima informazione utile per colpire la sua rete di prestanome ed attività. Lo abbiamo denunciato alla Magistratura... Lui ci ha aggrediti, insultati... Noi si è andati avanti e non si è mollata la presa...
Il commendator Antonio “pinocchio” FAMELI ci scrive per dirci che lui non è mafioso, ribadendo che lui è vittima perché “persona molta perseguitata”, oggetto di malintesi e false accuse. Si lamenta che il Presidente della Casa della Legalità quando parla di lui usa “solo gli aspetti negativi” tralasciando gli aspetti “positivi”. Peccato che quelli “positivi” non esistano, o meglio esistono solo nella mistificazione dei fatti, campo in cui il FAMELI è abilissimo...
Antonio FAMELI è uno degli esempi più classici di chi serve fedelmente la 'NDRANGHETA. Operare per i GULLACE-RASO-ALBANESE (ed in primis per il GULLACE Carmelo detto "Nino") ed i PIROMALLI, attraverso il riciclaggio e la tessitura di una ampia rete di collaboratori in settori chiave, come la MASSONERIA, l'avvocatura, sino dentro i Palazzi di Giustizia e tra le fila delle Forze dell'Ordine, è sempre stata la sua funzione.
Oggi torna sulla scena lanciando messaggi a chi doveva tutelarlo e non lo ha fatto. Lo fa con una sorta di memoriale a puntate in cui, presentandosi, ovviamente, come vittima di una persecuzione, mistifica i fatti e la realtà.
Chi sono i soggetti che ancora tiene in pugno ed a cui chiede aiuto, in questo modo?
E' chiaro il suo messaggio: se vado a fondo io altri mi seguiranno. Si propone con il solito dico e non dico, tipico della 'ndrangheta, dove sono più significativi i silenzi e le omissioni di quanto viene affermato...
Siamo al giro di boa.
Antonio FAMELI ha visto adottare nei suoi confronti la misura di Sorvegliato Speciale e poi è arrivato il Decreto di confisca dei suoi beni (a lui riconducibili, in Italia ed all'estero) dal Tribunale di Savona. Un Decreto che ricostruisce tutto quanto necessario sul soggetto perché sia evidente la sua pericolosità sociale ed il suo essere parte integrante della rete dei PIROMALLI e dei GULLACE-RASO-ALBANESE.
[qui il Decreto di Confisca integrale – in formato .pdf]
Quando lo denunciammo, pubblicamente ed all'Autorità Giudiziaria, indicando la sua rete di prestanome e di attività illecite, nessuno credeva che ce la si sarebbe fatta. Qualche procuratore a Genova, che veniva da Savona, sosteneva che noi andavano sotto casa di persone perbene per accusarli ingiustamente di essere mafiosi... Alla fine lo Stato c'è e FAMELI è rimasto in mutante...