Della spiaggia all'amianto di Sant'Anna a Sestri Levante abbiamo già parlato, della Miniera di Libiola avevamo solo accennato. Nel dicembre scorso abbiamo presentato un dettagliato esposto all'Autorità competente ed ora, passato adeguato tempo, possiamo parlarne e mostrare una galleria fotografica di questo sito.
Questa vecchia miniera di calco-pirite (rame) a Libiola, dietro Sestri Levante, situata in direzione Monte Domenico, a 4-5 Km dal centro costiero, è stata chiusa negli anni ‘60, è la più grande della Liguria e ha un'attività continuata nel tempo, il cui inizio risale alla preistoria. Si articola su cinque livelli e i pozzi di accesso sono molto numerosi.
La prima cosa che salta agli occhi leggendo le carte delle inchieste, quelle delle ordinanze di fermo e quelle di custodia cautelare della DDA di Reggio Calabria e di Milano, la prima cosa che salta agli occhi è il "voto di scambio" tra politici (di ogni schieramento) e la 'ndrangheta, non sono in Calabria, ma anche a Pavia, in Lombardia ed in Liguria...
Di molti casi Liguri abbiamo già parlato (o meglio riassumendo dalle puntate precedenti, visto che questa è una storia infinita che abbiamo iniziato a denunciare e raccontare da anni) di Pavia abbiamo accennato nell'ambito dell'articolo sulle infiltrazioni mafiose e massoniche nella Sanità (clicca qui) e nei prossimi giorni vi torneremo con ampi dettagli.
E sulla realtà Ligure stanno emergendo nuovi elementi e nuovi protagonisti di cui si può parlare non correndo il rischio ostacolare il lavoro degli inquitenti...
Tre novità su due questioni pesantissime che confermano quanto avevamo detto e denunciato più volte, tanto perché non ci capiamo niente e, come in molti dicono, perché siamo i soliti "calunniatori" che accusano delle persone per bene...
Le prima due riguarda la questione Stoppani ed ha, appunto, due volti, il primo sulla conclusione del processo per i responsabili della vecchia impresa ed il secondo è il problema dei fondi per la messa in sicurezza. La terza novita è invece riferita alla questione della discarica abusiva di oltre 1200 fusti tossici in via Piombelli sulle alture di Rivarolo...
Si tratta della mafia... ed Assedil lancia l'allarme sul rischio “futuro” e, naturalmente, non ammettono che il problema a Genova e nelle altre province liguri ci sia da anni, anzi da decenni. Ecco, loro il problema lo vedono in “prospettiva” e per colpa della “crisi”, mica altro... Non è un caso che Claudio Burlando (e dico quel Claudio Burlando) abbia rassicurato tutti: l'economia ligure non corre rischi di infiltrazioni! E forse, guardandolo da un certo punto di vista, non ha nemmeno torto: è già infiltrata sino al midollo l'economia ligure... e lui lo sa bene!
Da prima Cosa Nostra e poi anche la 'Ndrangheta nel settore dell'edilizia ci sono da decenni, a Genova e nella sua provincia, e da Ventimiglia sino al confine con la Lunigiana. E peccato che solo oggi l'Assedil si accorga dei rischi degli appalti “al massimo ribasso”, come se fossero stati istituito solo ora...
La Sanità è il grande business del nuovo millennio. Su questo si concentrano gli appetiti di logge massoniche, Opus Dei e mafie, a partire dalla 'Ndrangheta e Cosa Nostra. Dalle regioni del sud le cosche hanno saputo “entrare” nella sanità del nord, come dimostra l'arresto del 'ndranghetista che era arrivato a dirigere l'Asl di Pavia. E poi conflitti di interesse e clientele... Strutture sanitarie piegate da lottizzazioni e spartizioni della “cassa” e del patrimonio, con interessi sempre più nascosti e indicibili. Ecco una panoramica a partire da ciò che dicemmo - per poi essere indicati come delle “cassandre” - rispetto alla Sanità in Calabria, per passare alla questioni già poste al centro dell'attenzione dei Cuffaro in terra di Liguria... per arrivare al progetto di una nuova clinica privata a Genova promosso da una delle società della galassia imprenditoriale della famiglia FOGLIANI di Taurianova...
Oltre a pubblicare, di seguito, gli articoli di Repubblica - Genova e de Il Secolo XIX relativi all'Operazione Antimafia "Il Crimine", pubblichiamo integralmente i quattro volumi dell'Ordinanza di Fermo a conclusione della lunga indagine delle DDA di Milano e Reggio Calabria (in formato .pdf):
primo volume | secondo volume | terzo volume | quarto volume
Seguono gli articoli dei quotidiani genovesi...
Con la vasta operazione antimafia coordinata dalle DDA di Milano e Reggio Calabria è stato assestato uno dei colpi più duri alla ramificazione della 'Ndrangheta nel Paese e finalmente si è resa evidente quell'evoluzione organizzativa, che da tempo indichiamo, e che ha visto il costituirsi di un "vertice" unitario anche per la criminalità organizzata calabrese.
Sono state colpite le ramificazioni nel nord di potenti clan come i Bellocco-Pesce, i Pelle, i Commisso, gli Acquino-Coluccio, i Mazzaferro, gli Oppedisano, gli Alvaro, i Longo ed i Iamonte e soprattutto sono stati individuati e colpiti i "colletti bianchi" ed i cosiddetti "insospettabili", come nel caso del Direttore della ASL di Pavia, Antonio Chiriaco.
Un'inchiesta che ha messo in evidenza anche sulla Lombardia la forte capacità di influenzare il voto da parte delle cosche della 'ndrangheta e la propensione dei politici a stringere patti con gli uomini delle 'ndrine per rastrellare voti utili alla propria elezione nelle competizioni elettorali.
Tra i 300 arresti ve ne sono anche in Liguria ed a Genova spicca quello di "Mimmo, il boss del fagiolino", ovvero di quel Domenico "Mimmo" GANGEMI di cui ci siamo occupati sul sito e con un iniziativa proprio giovedì scorso.
Eccolo in due delle foto che come "Casa della Legalità" abbiamo scattato il 20 febbraio scorso, a Genova, prima delle elezioni Regionali e che abbiamo già passato a chi di dovere da tempo, insieme ad alcuni video sulla medesima iniziativa. Nelle foto si vede il boss GANGEMI parlare con l'entourage di Aldo Praticò (e con il Praticò stesso), consigliere comunale di Genova ed allora candidato anche alle Regionali (dello stesso partito del MINASSO che nell'imperiese si è fatto dare i voti dal clan dei PELLEGRINO e dall'amico di Messina Denaro, Giovanni INGRASCIOTTA, come rivelato da Il Secolo XIX). Il GANGEMI venne fatto accedere nell'area riservata dell'iniziativa elettorale dell'associazione dei calabresi di PRATICO', dove si ritrovavano i rappresentanti della Giunta SCOPELLITI di Reggio Calabria, agenti dell'Arma dei Carabinieri in veste privata, il PRATICO' stesso ed il suo entourage.
Più tardi altri dettagli... ora siamo fuori sede visto che ci siamo recati a Savona per depositare la querela a carico del boss FAMELI Antonio ed altri per i fatti di giovedì scorso a Loano, e per inviare una dettagliata relazione al Prefetto di Savona con richieste di provvedimenti urgenti sulla realtà savonese.
"La Liguria è 'ndranghetista" è una delle frasi intercettate e riportate nell'Ordinanza della maxi operazione contro la 'ndrangheta al nord... [clicca qui per leggere il volume dove si parla della Liguria] o meglio quella che appare come la prima maxi operazione contro la 'ndrangheta che ha messo le sue radici nel nord. E come abbiamo sempre detto: se le 'ndrine hanno potuto entrare è perché qualcuno la porta agli 'ndranghetisti l'ha aperta. Ed a mostrarsi ottimi portinai si sono evidenziati da un lato i politici, in cambio di pacchetti di voti (e magari anche di un bel po di mazzette), e dall'altro i professionisti e le grandi imprese per cui l'odore dei soldi sporchi non conta.
Ed è su questo aspetto che da tempo insistiamo, perché è qui, nei rapporti con la politica (e quindi con le pubbliche amministrazioni) e con l'economia e la finanza, che le organizzazioni mafiose hanno trovato preziosi alleati, in Lombardia come in Liguria, in Emilia Romagna come in Piemonte, Toscana e così via... ben oltre i confini di quel Mezzogiorno entro i quali la retorica e l'ipocrisia hanno fatto credere che le mafie fossero rintanate. Eppure qui, in Liguria, la retorica e l'ipocrisia trionfano ed il 15 luglio andrà in scena l'ennesimo insulto alla decenza ed alla ragione: sfileranno a Sanremo contro le mafie, con Libera, quei partiti (tutti) che hanno tra le loro fila uomini e donne che con le mafie hanno accettato di dialogare, convivere, collaborare... in cambio di pacchetti di voti. Uomini e donne contigui (se non peggio) alle cosche che i rispettivi partiti sono sempre pronti a difendere a spada tratta.
Partiamo da qui ed andiamo a ritroso nel tempo. Partiamo dagli arresti, qui a Genova... a quegli arresti che appaiono l'avvisaglia della tanto attesa "spazzata via" degli 'ndranghetisti che dominano nelle diverse province, a partire dalla tanto "custodita" terra del savonese, dove l'asse dei grandi "casati" della 'ndrangheta, quello dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti e dei Piromalli, hanno trovato intesa piena con la collaborazione della potente cosca dei Gullace-Raso-Albanese, sotto il manto protettore chiamato "massoneria".
Ed allora partiamo dall'alba odierna ed andiamo indietro nel tempo...
Ennesima conferma sulla centralità della Valpolcevera a Genova per i traffici criminali viene dagli 8 arresti effettuati dalla Squadra Mobile di Genova, diretta da Gaetano Bonaccorso, sabato 26 giugno, tra Genova, Lodi e Calabria.
La droga era l'ecstasy destinata alle discoteche della Riviera, probabilmente quelle legate agli amici degli 'ndranghetisti Nucera e Bruzzaniti che dominano il Tigullio, dove di droga ne scorre a fiumi tranne quando arrivano i controlli, quasi ci fosse un sol levante che segnala il pericolo e la roba "svanisce". Ed il gruppo aveva nella propria disponibilità anche armi, tre pistole con silenziatore...
Pare proprio che non la vogliano capire, o meglio sanno ma fanno finta di nulla e si inventano una "Fiaccolata per la Legalità". Questi sono i politici in Liguria e questa è l'antimafia da corteo, cioè l'ipocrisia totale: prima gli danno quello che vogliono e poi fanno le parate contro.
Alcuni giorni fa abbiamo scritto un analisi attenta della situazione ligure, basata su fatti noti da anni. E' un esposizione ancorata alle risultanze delle inchieste e delle attività investigativa, non su opinioni o suggestioni. E' stata pubblicata dal sito de Il Secolo XIX leggibile a tutti. Ma i partiti, i politici hanno fatto finta nulla e sulla situazione del Ponente ligure hanno partorito un topolino... un topolino già morto: una "fiaccolata" da fare tutti insieme appassionatamente per dirci che si fa lotta alla mafia. Sono ridicoli, anzi vergognosi... e con questa ipocrisia sono anche pericolosi.
Ed ecco perché, schematicamente, con qualche esempio...
Partiamo proprio dal tentativo di corrompere un giudice messo in atto dai Mamone, ed in particolare da Gino Mamone. Questi, attraverso Domenico Casagrande, dell'Outlet di Savignone, voleva scoprire se vi era la possibilità di corrompere il sostituto procuratore Francesco Pinto, ovvero il pm titolare delle diverse inchieste che riguardano la sua principale società, la Eco.Ge e lui stesso per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa di incanto al fine di "controllare" l'assegnazione degli appalti e subappalti di demolizioni e bonifica nelle aree della Acciaierie di Cornigliano, oltre che per corruzione finalizzata all'ottenimento del via libera del Comune di Genova per la realizzazione del progetto (dell'arch. Vittorio Grattarola) nell'area dell'ex Oleificio Gaslini, quella relativa alle false fatturazioni con creazione di fondi neri da utilizzare per corrompere, ma anche per filoni che portano alla Stoppani tra Arenzano e Cogoleto...
Il TAR della Liguria ha bocciato e reso nullo in PUC approvato dalla Giunta Pericu nel 2000. Non è un atto relativo ad una particolare questione la ragione della sentenza, bensì il motivo del provvedimento del TAR è che la Giunta Pericu ha approvato il PUC senza l'adeguata trasparenza e quindi impedendo una conoscenza del provvedimento ai cittadini e quindi limitando questi nella possibilità di presentare osservazioni...