Il quotidiano "l'Informazione" di Reggio Emilia ha pubblicato ieri un ampio articolo in cui si riprende, dal libro "Tra la via Emilia e il Clan", la questione degli incarichi costanti dati dalle grandi cooperative emiliane - Coopsette ed Unieco - a società di famiglie che la Direzione Investigativa Antimafia, la Procura Nazionale Antimafia e la Commissione Antimafia indica da anni ed anni come famiglia di mafia - Fotia e Mamone -. Ricorda che esiste un attività giudiziaria su queste famiglie e le attività delle loro società, come anche permane costante un'attenzione investigativa. Quindi non fa altro che fotografare una realtà dei fatti. Una realtà documentata da lungo tempo, ad esempio, sul sito internet della Casa della Legalità - www.casadellalegalita.org -.
La reazione di Coopsette ed Unieco è stata quella della minaccia di querela e quant'altro per "tutelarsi". Cioè non nega tali rapporti, ritiene diffamatorio e offensivo che questi rapporti vengano indicati, come se fosse responsabilità di chi li indica ed elenca il fatto che pur sapendo (ormai non possono dire che non lo sanno) chi siano quegli "imprenditori", i Mamone ed i Fotia, le due grandi cooperative continuano ad incaricarli di movimenti terra, demolizione e scavi...
Apprendiamo che nel suo intervento per l'anniversario della fondazione della Polizia di Stato, il nuovo Questore di Genova, Filippo Piritore, ha sottolineato che "Credo che ormai il problema della criminalita' organizzata non riguarda solo una parte dei territorio. Credo che abbia anche aspetti internazionali. Quindi pensare che la Liguria e Genova siano immuni da questo fenomeno e' anacronistico. Genova e' considerata un terreno di conquista per reinvestire i capitali illeciti".
Lo ringraziamo per questo passaggio che squarcia quell'omertà istituzionale, come già fece il Prefetto Cancellieri, e che rappresenta un segnale fondamentale per contribuire alla conoscenza del problema che esiste e, quindi, spinge la comunità tutta, e non solo i reparti investigativi e la magistratura, al contrasto di questa presenza e delle sue contiguità e connivenze...
I DATI, LA DELIBERA E L'ARTICOLO DI GIGLIOLI
Dopo quanto avevamo pubblicato e documentato ampiamente, Pino Giglioni su "Il Fatto quotidiano" torna sulla questione dei soldi pubblici spesi per gli spot "istituzionali" in Liguria che hanno invaso giornali, siti e televisioni locali durante l'ultima campagna elettorale. Questa volta si parla dei soldi pubblici stanziati dalla ASL 3, ovvero dal bilancio della sanità gestito dall'amministrazione (nominata dalla Giunta Burlando con un abile trucchetto per aggirare la Legge) della ASL stessa...
Qualcuno nel 2008 diceva che bisogna vedere se quanto sostenuto dall'inchiesta del pm Francesco Pinto e della Guardia di Finanza avrebbe poi trovato conferma. Qualcuno lo ripeteva anche dopo che i fatti erano divenuti evidenti con l'Ordinanza del Gip. Adesso, nonostante le fughe di notizie che in allora hanno pesantemente compromesso alcuni dei filoni di indagine, si ha la conferma che l'accusa mossa dalla Procura nei confronti del braccio destro del sindaco Marta Vincenzi, ovvero Stefano Francesca, così come nei confronti degli ex consiglieri comunali Ds (ora pd) Claudio Fedrazzoni e Massimo Casagrande, per l'uomo del cardinal Bertone, Giuseppe Profiti, e per Roberto Alessio della Alessio Carni spa, erano più che fondate...
Nella seduta del Consiglio Comunale di Genova, il 20 aprile 2010, a parte un qualche cenno di nervosismo iniziale, il partito trasversale delle speculazioni, con la sua componente "ambientalista color cemento", ha portato a casa l'approvazione del PUO (Piano Urbanistico Operativo) del progetto della Rizzani De Eccher per l'area dell'ex Marcato generale di Corso Sardegna.
Chi non conosce il funzionamento delle assemblee elettive, come il Consiglio Comunale, e delle procedure, potrebbe non aver compreso bene la portata della votazione che si è svolta nella sala rossa di Palazzo Tursi a Genova. Vediamo questa giornata con una rapida ricostruzione dell'iter di questa "porcata" e alcune delle principali criticità.
Esaminiamo dunque nel dettaglio quello che i Consiglieri Comunali (tutti) non hanno visto (o non hanno voluto vedere), stando alla discussione ed ai documenti (ordini del giorno ed emendamenti) presentati. Questo non solo ci dimostra che questa delibera la si è voluta far passare (anche con giochetti di astensioni, voti contrari o uscite dall'aula che servivano solo a salvare la faccia ma garantire che alla fine il provvedimento venisse approvato), ma anche che il Consiglio Comunale ha scelto di abdicare definitivamente al suo ruolo di controllo e indirizzo...
Continuano a divorare il territorio, il Comune di Genova dopo l'approvazione della variante per il Lido (e non solo) si appresta domani a mettere l'ultimo capio al collo della città per garantire la speculazione nell'area dell'ex Mercato Generale di Corso Sardegna. Ecco dunque qualche novità sul capitolo "Lido" e la ricostruzione dettagliata e sintetica della questione Corso Sardegna, con in coda il carteggio tra Casa della Legalità e Comune di Genova... perché non intendiamo cedere...
La necessità di costruire un cambiamento e riappropriarsi del futuro passa dalla verità e dall'unione dei movimenti e cittadini liberi, senza lasciare più spazio ai "paraventi" dei partiti mascherati da sigle di una cosiddetta "società civile" dimostratasi funzionale solo a controllare e depistare le mobilitazioni ed i movimenti sociali lungo strade funzionali al "sistema".
Solo nell'azione concreta, credibile e coerente nei territori si può sconfiggere un sistema compromesso perché piegato da corruzione, mafie e speculazione sfrenata.
Nel compromesso non vi può essere cambiamento perché significa accettazione della ipocrisie politiche che nei fatti, con il partito trasversale degli affari, continuano nell'azione di devastazione di Diritti e Dignità. Per questo i movimenti liberi, dopo la mobilitazione "NoTav NoMafia" del 20 marzo 2010 a Torino, arrivano a Genova... per andare avanti, da nord a sud... Ecco il "manifesto" della mobilitazione del 30 maggio 2010 a Genova...
L'assessore Scidone dopo aver dimostrato di non riuscire proprio a tradurre in pratica le promesse e gli impegni assunti con la cittadinanza, risponde sulla questione dello "squadrone" della Municipale che abbiamo denunciato ieri - clicca qui -, dimostrando di non conoscere la Legge e nemmeno la Costituzione. Ecco l'articolo di Repubblica ed un analisi dei fatti riguardanti il mandato dell'assessore Scidone...
12.04.2010 - Repubblica
Operazione a Sottoripa,
gli attivisti reagiscono e vengono denunciati
Sequestro di merce a un ambulante scontro
fra Casa della Legalità e vigili
Un'operazione dei vigili urbani del Nucleo abusivismo commerciale scatena la polemica tra la Casa della Legalità e il Comune. Tutto succede nel primo pomeriggio a Sottoripa, zona Ponte Reale. Alcuni attivisti della Casa della Legalità vedono arrivare quattro uomini in borghese che, a loro dire, con modi fin troppo rudi, sequestrano senza alcun verbale né procedura d'identificazione merce esposta da una ambulante cinese di circa 60 anni. Gli attivisti intervengono sottolineando l'incongruenza di quel comportamento e chiedono chi fossero. Nasce un battibecco, gli uomini in borghese si allontanano con la merce e raggiungono a Caricamento il loro furgone. Gli attivisti chiamano i carabinieri per far identificare gli uomini in borghese. Subito dopo i vigili denunciano gli attivisti. "Non si sono qualificati e non vedo di che tipo di favoreggiamento si tratti, visto che non hanno neppure identificato la signora cinese", sottolinea Christian Abbondanza. "Il diritto di critica e di controllo dei cittadini è sacrosanto - replica l'assessore alla Sicurezza del Comune Francesco Scidone - ma interrompere e intralciare un servizio contro l'abusivismo, e distogliere da impegni molto più importanti i carabinieri credo siano comportamenti da sanzionare".
Scidone, il cancelliere dell'IdV,
che non conosce la Legge
dell'Ufficio di Presidenza
Noi lo abbiamo detto più volte che al di là delle belle dichiarazioni e degli impegni che assume nei consessi pubblici, l'assessore Francesco Scidone - cancelliere prestato alla politica dall'Italia dei Valori - non conta un fico secco in seno alla Giunta, non riesce a tradurre in pratica le promesse e gli impegni e, cosa ancora più grave, dimostra di non conoscere la Legge, finendo per tentare disperate giustificazioni dell'ingiustificabile...
Non solo non è riuscito a mantenere gli impegni presi nel percorso partecipato con abitanti e associazioni per un uso sociale rapido e centrato sulle esigenze del territorio dei beni confiscati di vico delle Mele, facendosi bloccare la delibera per tre volte da un consulente che in Giunta non vota nemmeno, ma non è mai riuscito a coordinarsi con la struttura dell'assessorato al Commercio che, di fatto, va nella direzione opposta a quella enunciata da Scidone - soprattutto, ma non solo, quando a guidare tale assessorato vi era Gianfranco Tiezzi -. Ma identica cosa si potrebbe dire con gli altri assessorati, come i Servizi Sociali... sino anche al nucleo di Polizia Municipale del centro storico...