La Dott.ssa CAPPELLO Manuela in GRAPPIOLO pare non saper leggere i dispositivi delle sentenze. Vediamo con ordine...
Si è concluso il processo di primo grado (che quindi già testimonia di non essere un giudizio definitivo) per la querela presentata contro Abbondanza e Castiglion, rispettivamente Presidente e Vice-Presidente della Casa della Legalità, dalla dott.ssa CAPPELLO ed a seguito del dibattimento vi è stata un'assoluzione per un capo di imputazione ed una condanna per un altro. Nello specifico...
La puntata "Mafia al nord" del 15 gennaio 2012 di PresaDiretta, che ci ha raccontato della 'ndrangheta tra Liguria e Piemonte, ha messo in evidenza che il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, e la sindaco di Genova, Marta Vincenzi, mentono sapendo di mentire in merito alla questione dei MAMONE... Non è la prima volta, ma questa volta hanno superato ogni limite!
Non saremo lunghi visto che abbiamo già parlato e scritto ampiamente ma alcuni semplici punti per dimostrare le menzogne dei due esponenti politici li poniamo, perché vanno sbugiardati...
Il nuovo Prefetto di Lodi, grazie alle ultime nomine dell'ex Ministro Maroni, è Pasquale Gioffrè. Una vecchia conoscenza. Ne abbiamo parlato più volte e ne abbiamo scritto, oltre che sul sito anche nel libro "Tra la via Emilia e il Clan". Ora che è approdato a Lodi, dopo la promozione a Prefetto anche altri ne parlano...
La ‘Ndrangheta minaccia un mio amico. Qui, a Genova, nella "civilissima" Liguria. Non avrei mai detto che ci saremmo trovati in questa situazione. Invece è così. Accade a Christian Abbondanza per il quale in tanti chiedono la scorta o almeno una protezione (le autorità ne stanno discutendo da mesi!). Molti di voi forse lo conoscono, magari senza saperlo. Christian è l'uomo dietro la Casa della Legalità che con il suo sito ormai è diventato il principale archivio della lotta contro la criminalità organizzata soprattutto al Nord.
All'inizio non se lo filava nessuno, poi battaglia dopo battaglia il sito è diventato un punto di riferimento per tutti. Perfino per le forze di polizia e i magistrati. Christian non ha nessuno alle spalle: né partiti, né movimenti, né gruppi di intellettuali. Lui e Simona Castiglion, la sua compagna, sono di una solitudine quasi monastica. E Christian, con quella sua barba sale e pepe da mullah (anche se non ha neppure quarant'anni), sembra quasi un sacerdote dell'antimafia: il cappello, i vestiti scuri, gli anfibi neri.
Nessun interesse personale. Molti restano disorientati. Scavano alla ricerca di chissà quale motivo che possa spingere Christian nella sua crociata. Sembra impossibile che ad animarlo sia soltanto il desiderio che la legge sia rispettata. E uguale per tutti. Niente di più semplice. Eppure in Italia sembra rivoluzionario. Del resto bisogna avere una motivazione forte se si passano le proprie giornate come fa Christian: in giro per dibattiti in tutta Italia, lui e Simona su pullman e treni regionali, con il computer sempre in spalla. Poi giornate tappati in casa, avvolti in una nuvola di fumo, una sigaretta dopo l'altra, a leggere migliaia di pagine di atti di indagini, a scrivere inchieste sulla mafia.
Christian conosce morte e miracoli di centinaia di famiglie. È un database vivente. Da anni scrive le sue inchieste e i suoi blog denunciando con nomi e cognomi i mafiosi. Un mastino che non molla mai la presa. Decine di appostamenti con la telecamera per riprendere incontri scomodi, per pizzicare questo o quel politico a una cena di mafiosi. Peggio dello stalking, roba che alla fine i "poveri" mafiosi ti fanno quasi pena. E all'inizio tutti lo prendevano per matto: "Ma dai... la ‘Ndrangheta in Liguria...". Invece aveva ragione Christian. Più della magistratura ligure a lungo inerte, più di molti giornalisti amici dei potenti.
E i politici? Il centrosinistra e il centrodestra uniti fanno guerra ad Abbondanza da sempre. Guerra sorda. Per anni hanno speso molte più parole contro di lui che contro la ‘Ndrangheta.Praticamente nessuno era presente quando si è trattato di esprimere solidarietà a Christian minacciato dalla mafia. Sì, perché lui è un corpo estraneo: non ha un partito, non vuole poltrone. A volte magari sbaglia, ma ci mette la faccia e il nome. E tanta passione. No, Christian per qualcuno è più pericoloso della ‘Ndrangheta. Perché è un uomo libero. E così lo lasciano solo.
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Al Nord politica e mafia si intrecciano? Hanno interessi in comune? Si scambiano favori?
Non solo la Lombardia è stata scelta dalla criminalità organizzata per riciclare proventi infiltrandosi nell'economia con l'aiuto di alcuni politici. A "Presadiretta" l' inarrestabile avanzata della ‘ndrangheta in due regioni: Piemonte e Liguria.
Piemonte: al Alessandria arrestato il presidente della commissione territorio del comune , era un picciotto della malavita calabrese. A Leinì in provincia di Torino due sindaci (padre e figlio) chiedevano alla ‘ndrangheta voti in cambio del permesso di costruire. E poi Torino, Rivoli, gli interessi della criminalità organizzata si stanno espandendo.
Liguria: Gino Mamone, aveva già attirato l'attenzione della prefettura, ma ha conquistato il monopolio delle bonifiche ambientali e degli appalti per il movimento terra. E nella riviera dei fiori la giunta del comune di Bordighera è stata sciolta per mafia.
Rocco Varacalli, il pentito che con le sue rivelazioni ha fatto arrestare 150 persone per la prima a volta a "Presadiretta" racconta tutto a Domenico Iannacone e traccia la mappa degli affari e rivela le protezioni importanti...
Un racconto di Domenico Iannacone e Danilo Procaccianti
Il video deila puntata:
Da questa mattina sono incominciati ad arrivare i pensierini che la "Casa della Legalità" ha spedito ad alcune delle "note" famiglie liguri...
Purtroppo non abbiamo grandi possibilità e quindi ne abbiamo selezionato sette... i MAMONE-RASO, i MAMONE con la loroECO-GE, i FOTIA, i FAMELI, i GULLACE-FAZZARI, iPELLEGRINO-BARILARO ed i MARCIANO'.
Nelle buste, affrancate con 1,50 €, abbiamo mandato un bel bigliettino, scritto rigorosamente a mano, perchè molto sentito... Da un lato abbiamo riportato la frase di Peppino Impastato "LA MAFIA E' UNA MONTAGNA DI MERDA" e dall'altro il nostro pensiero:
Il tutto ovviamente firmato "Ufficio di Presidenza della Casa della Legalità".
E, per meglio rendere l'idea, nella busta di ogni famiglia, un bel paio di mutande rosse - gentilmente donateci - con la scritta "SORPRESA".Chissà se apprezzeranno il pensiero... Noi, come abbiamo sempre detto, non ci tiriamo mai indietro!!!
PS
Anche se i "doni" recapitatici ultimamente, come il TOPO DI FOGNA con la schiena spaccata in due, non sono proprio graditi... NOI non perdiamo mai l'OTTIMISMO!!!
Nella tarda mattinata di oggi è stata manomessa la catena del cane che vive dove ha la residenza il Presidente della Casa della Legalità. Un "grillo di acciaio" è stato svitato, abbandonato sul posto, mentre il moschettone è stato riattaccato alla catena. Poche ore dopo all'imbocco del cortile che porta alla medesima abitazione è stato trovato un topo ammazzato, con la schiena spaccata a metà...
La SALT del gruppo GAVIO abbiamo già visto operare molto bene con il consorte della Marta Vincenzi, ovvero Bruno Marchese. Sollevammo nel 2007 il "dettaglio" del conflitto di interessi dell'allora neo-sindaco di Genova Vincenzi che, quando da Presidente della Provincia di Genova promosse la svendita delle azioni dell'autostrada "Serravalle" al gruppo Gavio, vedeva il marito ricevere proficui incarichi professionali, con la IGM dalla SALT. Nel 2007 la Vincenzi negò ed il consorte Bruno Marchese non solo negò ma dichiarava che mai aveva lavorato per le società di Gavio. Qualche mese fa, avuti i documenti ufficiali, li abbiamo smentiti su tutti i fronti [vedi qui il video del servizio del Tg1]. A quel punto il Bruno Marchese, smentiva se stesso e la consorte-sindaco dichiarando che era normale che lui, con la IGM, lavorasse per le società di Gavio. Una bufala però doveva raccontarla nuovamente e così dichiara che mai aveva avuto contatti con i vertici dell'impero di Gavio. Una buffala come quella raccontata nel 2007, ed ecco il documento che smentisce anche questa: un verbale di una riunione per i lavori della IGM per la SALT, a cui erano presenti sia Bruno Marchese sia il braccio destro e uomo di fiducia di Gavio, Bruno Binasco [vedi qui].
E dai lavori alla IGM della famiglia di Marta Vincenzi (oltre al marito Bruno, anche la figlia Malvina Marchese è tra i soci), sulle autostrada del gruppo SALT, si scopre che oggi operano anche società di famiglie della 'ndrangheta.
Per i trasporti di asfalto sull'Autostrada dei Fiori, la A10, operano da qualche tempo i mezzi della società SAMOTER SRL, ovvero dei FAZZARI-GULLACE, facenti capo al potente boss della 'ndrangheta, punto di riferimento per tutto il nord-ovest, GULLACE "Nino" Carmelo. La loro storia l'abbiamo recentemente raccontata al dettaglio (vedi qui o vai allo speciale), dai tempi che furono ai giorni nostri, con fatti e documenti... Ed è così che sui camion "anonimi" della SAMOTER da qualche tempo è stata incollata la "vela blu" del Gruppo GAVIO. Li si può vedere nel parcheggio della loro sede a Balestrino, così come operare nel tratto autostradale tra Savona e Ventimiglia... ma per ora i lavori sono fermi per le santissime festività ed anche gli uomini della società delle famigliole di 'ndrangheta riposano. Noi non li molliamo, e li continuiamo a monitorare ed indicare finché la partita non sarà chiusa con la loro sconfitta!
PS
Ci sono altre novità sui FAZZARI-GULLACE e connessi, ma al momento non ne parliamo qui... come nostra abitudine le abbiamo fornite a chi di dovere. Tra qualche tempo renderemo noti anche questi altri "dettagli", abbiate un poco di pazienza.
Nella primavera scorsa è stata disposta la Vigilanza Generica Radiocollegata a tutela del Presidente della Casa della Legalità, Christian Abbondanza, per la situazione di pericolo derivante dalla volontà delle cosche della 'ndrangheta di colpire chi per loro si è evidenziato essere un "problema". Purtroppo i segnali di concreto pericolo sono aumentati. A fronte di questa situazione è stata potenziata la Vigilanza Generica Radiocollegata che risulta una misura di tutela insufficiente rispetto alle potenzialità di azione delle organizzazioni mafiose. Non è, ad esempio, garantita alcuna copertura per gli spostamenti che risultano così fortemente a rischio. L'Autorità preposta risulta, ad oggi, bloccata da un singolo parere, nella decisione di predisporre un livello adeguato di protezione...
INCHIESTA DEDICATA ALLA MEMORIA DI ILARIA ALPI, MIRAN HROVATIN, NATALE DE GRAZIA
Jack Rocco MAZREKU era in Somalia nei giorni in cui, il 20 marzo 1994, a Mogadiscio, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, vennero assassinati perché "responsabili" dell'inchiesta sui traffici di rifiuti tossici ed armi che dall'Italia raggiungevano l'Africa. Era anche dove si consumò il mistero del JOLLY ROSSO dei MESSINA. C'era, legato all'ingegner Giorgio COMERIO che in casa, a Garlasco, aveva il certificato di morte originale di Ilaria Alpi ed un agenda del 1987 con annotato, nella data di affondamento del RIGEL, "lost ship" ovvero "nave perduta".
MAZREKU era legato alla "OCEANIC DISPOSAL MANAGEMENT INC. HOLDING S.A." (poi diventerà il legale rappresentante della GEORADAR) che promuoveva il progetto del COMERIO dei cosiddetti "PENETRATOR", siluri caricati di scorie nucleari e rifiuti tossici da sparare sui fondali marini... E' quel progetto di cui abbiamo già parlato pubblicando il video della cassetta vhs che venne sequestrata a casa del COMERIO [e di cui si è tornata ad occupare anche un'inchiesta di Exit - vedi qui). Era il progetto per cui elaborata la "modifica" del JOLLY ROSSO per renderlo una vera e propria "piattaforma di lancio"... La nave dei MESSINA (che di navi a perdere e di rotte pericolose non se ne fanno mancare), quel 14 dicembre del 1990 "spiaggiò" davanti ad Amantea, e portava rifiuti tossici che mai vennero trovati (spariti nel nulla, o meglio scaricati, trasportati ed interrati, velocemente, con l'aiuto della 'ndrangheta, da qualche parte a "seminare" tumori). Su quella nave vi erano i progetti già elaborati, le planimetrie per la "trasformazione" della nave MESSINA nel prototipo per seppellire sotto il fondale marino le scorie nucleari e rifiuti tossici, perché - sostenevano gli ideatori del gruppo - le norme internazionali proibivano di abbandonare rifiuti "sul" fondale marino, mica "sotto" il fondale.
Anche lì, chi, come il Comandante Natale De Grazia, osava indagare ed avvicinarsi ad una soluzione nascosta nel crocevia degli affari e traffici illeciti, che dalla Calabria sale in Liguria, ed in questo caso, arrivava tra le colline ed il golfo di La Spezia, morì, assassinato senza colpevoli, proprio come senza colpevoli sono gli omicidi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
La storia delle navi a perdere è una storia che si intreccia con le cosche della 'ndrangheta che, come sempre nella loro storia, annusavano il business che potevano accaparrarsi offrendo i propri "servizi" a faccendieri senza scrupoli, industrie e governi. E la storia di COMERIO con la OCEAN è la storia di rapporti indicibili e di accordi con Governi. Accordi che gli hanno garantito anche l'assoluta, di fatto, impunità. Secondo le indagini condotte dai Carabinieri, quello dei PENETRATOR ideati da COMERIO non era solo un progetto, ma una realtà concreta di missili lanciati in mare, che coinvolgeva 45 Stati, tra cui Iraq, Egitto, ex Jugoslavia, America Centrale, Sudan, Kenya, Sierra Leone... E la storia di JACK ROCCO MAZREKU è una storia si intreccia con quella di COMERIO e con rapporti indicibili che pare nessuno voglia indagare sino in fondo, mentre ha conquistato, grazie a gravi omissioni e irregolarità istituzionali, il controllo del più grande porto turistico del Mediterraneo (che come tutti i porti turistici, dopo la riforma del fu Ministro Claudio BURLANDO, si "auto controllano", avendo la società stessa con la concessione di gestione il compito di tenere il registro).
Oggi 6 dicembre 2011 inizia per JACK ROCCO MARZEKU un processo, di cui nessuno parla. Da Milano lo hanno trasferito a Lucca. E con questo lavoro cerchiamo, in modo molto semplice, di raccontare, come nessuno mai ha fatto la storia di MAZREKU, stando, come nostra abitudine, sui documenti ufficiali che possiamo produrre...
L'abbraccio in cui ci si è stretti oggi a Genova non era un abbraccio di quelli consueti, ma sentito, senza ipocrisie. Oggi in "diversi" ci si è ritrovati per dire che le minacce e intimidazioni mafiose non passano e non passeranno! E' stato l'esempio, credo, di ciò che serve all'antimafia per vincere: partire dai cittadini e non essere di parte, ma trasversale e senza ipocrisia o retorica. Non era solo solidarietà a me o sostegno alla Casa della Legalità, ma esempio di una presa di coscienza e partecipazione all'impegno per sconfiggere quel sistema di potere mafia-politica-affari che, con le complicità di pezzi dei settori di controllo, devasta le nostre vite! Grazie a Piombo Marco, Enrico Bini, Enrico Musso, Marco e Nicoletta Barberis, Barberis Alessandra, Riccardo Preve, Felice Airoldi, Riccardo Fucile, Paola Del Giudice... grazie ai ragazzi straordinari del MoVimento 5 Stelle dell'Emilia-Romagna (Bologna, Modena, Reggio Emilia...) e Nik e Serena, Werter, Matteo Olivieri, Patrizia Sardella... a tutti... ed ancora ai ragazzi del MoVimento 5 Stelle di Savona... Grazie a Liliana!!!! Grazie a Giovanna ed al suo coro. Grrrrrazzzzzieeee a chi ha lavorato giorno e notte per questo appuntamento... Enrico, Francesco, Ludovica, Andrea e Chiara... ed a tutti quelli che lo hanno diffuso in rete.
Grrrrrrazie al nuovo capo della Squadra Mobile che con lo Sco era presente. Grrrrrrazie allo staff della Fondazione Cultura di Genova. Ed ancora grrrrrazzzieeee a Giulio Cavalli che ci telefona per avere gli aggiornamenti e cercare di smuovere, insieme a Beppe Lumia, quanto è possibile perché sia data la protezione necessaria. Grazie a tutti quelli che sono venuti ed hanno riempito la sala in questo forte, davvero forte abbraccio... a tutti, ma proprio a tutti... ma in particolare a Clara con la piccola Matilda ed a Claudio con Barbara ed il piccolo Gabriele... che speriamo, quando saranno grandi, possano dire di ricordarsi strani discorsi su una cosa che non vedono più intorno a loro... la mafia! Oggi a Genova, in questo pomeriggio di novembre, c'era la BELLEZZA!!! Noi si va avanti... non si cede perché il futuro è ancora tutto da scrivere ed è nelle nostre mani!!!
C.Abbondanza
Di seguito il messagio di Liliana, la rassegna stampa, altri video...
Ringraziando quanti si stanno mobilitando per sostenerci e per esprimere concretamente la propria solidarietà alla nostra associazione ed al Presidente della Casa della Legalità, ci teniamo a sottolineare che noi non cediamo nè passo nè tempo! Mai ci siamo piegati alle difficoltà, agli attacchi di ogni genere, alle minacce ed intimidazioni e mai ci piegheremo. Con la stessa fermezza rinnoviamo il nostro AUT AUT ai mafiosi che stanno colpendo quanti ci stanno vicino e quanti hanno avuto il coraggio di denunciare in quella Liguria, per troppo tempo piegatasi all'omertà, all'indifferenza, al negazionismo. Non osate più colpire alcuno, perché noi siamo pronti a stabilirci sotto le vostre case e ville, senza darvi tregua... assediandovi finché l'attenzione che poniamo su di voi non farà sì che siate ridotti in mutande!
I segnali che giungono sono fortemente preoccupanti e confermano una segnalazione che ci giunse prima dei pesanti e violenti episodi delle ultime settimane. Ci è stato segnalato che le cosche ormai vicine al proprio capolinea, dopo le inchieste partite ed alimentate dalle nostre denunce di anni ed anni, vorrebbero rispondere "chiudendo la partita" con il Presidente della Casa della Legalità entro la fine dell'anno.
Questa segnalazione così come gli episodi accaduti li abbiamo portati a conoscenza delle Autorità competenti, come nostro dovere, perché siano valutati.
Se in primavera è scattata, con provvedimento della Prefettura di Genova, per il Presidente della Casa della Legalità la protezione della Vigilanza Generica Radicollegata (in quanto ritenuto "obiettivo sensibile") e la Prefettura di Savona aveva posto in essere una particolare attenzione alle nostre iniziative, oggi siamo in attesa di sapere se la Prefettura di Genova, alla luce degli ultimi eventi, intende aumentare o meno il livello di protezione già disposto. Nel frattempo, con estrema rapidità, la Prefettura di Savona ha disposto un rafforzamento delle misure per garantire la sicurezza del Presidente dell'associazione nell'ambito della provincia savonese.
Qui di seguito pubblichiamo le informazioni per l'appuntamento di SABATO 26 NOVEMBRE 2011 a GENOVA, alle ore 15 presso la sale del Munizioniere di Palazzo Ducale (gentilmente e gratuitamente concessa dalla Fondazione Cultura) e l'appello che sta raccogliendo adesioni da tutta Italia... Oggi dobbiamo dire che l'appuntamento di SABATO 26 novembre è un appuntamento importante perché con questa mobilitazione possiamo dimostrare di essere una società civile e responsabile che davanti a minacce ed intimidazioni non cede e non china il capo. Noi la nostra parte la facciamo, ogni giorno... ora la risposta sta alla comunità!
Seguono le info e appello...
1) con l'emergenza arrivano più soldi da gestire e chi li gestisce lo può fare in deroga a molte norme, come ben sappiamo per le ormai note vicende della Protezione Civile tra Bertolaso & Balducci;
2) BURLANDO era il Commissario per l'emergenza prima e lo è di nuovo per quella nuova;
3) le opere che lui dichiara effettuate per la "messa in sicurezza" del Fereggiano (quelle della ditta del FURFARO Antonio già citato negli atti dell'Antimafia e che, al quotidiano Il Secolo XIX qualche mese fa, dichiarava che lui fa offerte con ribassi altissimi perché non partecipa per guadagnare ma per "cambiare i soldi"), ovvero copertura e parcheggio sul torrente, NON SONO STATE ANCORA COLLAUDATE, visto che la stessa REGIONE LIGURIA dice che il collaudo è ancora in corso!
Chiaro?
Se non arrivano i soldi per le emergenze i soldi in cassa sono pochi e certi appalti e incarichi proprio non si possono dare. Con le emergenze i soldi da distribuire sono di più... molti di più e, con gli incarichi di somma urgenza e le procedure "semplificate", tutto si svolge in modo sempre più lontano dal possibile controllo da parte dei cittadini.
La notizia che il collaudo delle opere sul Fereggiano non sia stato ancora concluso è stata scritta e data ieri, nero su bianco, dalla Regione durante la Conferenza Stampa di BURLANDO, ma pare che questo "dettaglio" non abbia attirato molta attenzione.
Ora vediamo quanto ci vuole anche per far emergere la questione della ditta incarica per i lavori annunciati e lodati dallo stesso BURLANDO, Commissario Delegato della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Protezione Civile, ovvero quella del FURFARO... oltre al fatto che la ECO-GE dei Mamone, per cui il Prefetto di Genova, nel luglio 2010, ha trasmesso agli Enti Appaltanti un'informativa antimafia atipica, finalizzata ad evitare che a questa società venissero dati e confermati incarichi pubblici, continua a lavorare alla grande con incarichi diretti da parte delle Società pubbliche, con subappalti di lavori delle Società pubbliche e con incarichi di somma urgenza per l'emergenza alluvione di questi giorni.
A Genova le misure interdittive, tipiche o atipiche che siano, sono sistematicamente ignorate... un dato inquietante che pare non interessi ai più! Deve esserci una allergia inguaribile rispetto al termine ed alla pratica della "PREVENZIONE"... ma così qualcuno, alla fine, può gestire più soldi e seguire meno vincoli, mentre altri possono incassare ben di più di quanto le povere casse degli Enti locali possono offrire in assenza dei disastri che, con distruzione e drammi, portano anche stanziamenti straordinari!
Prima creo il danno e poi riparo il danno, spendo soldi pubblici prima e ne se spendo di più dopo... che bel modo di Amministrare!
Leggi gli articoli precedenti:
08.11.2011
Genova, novità "particolari" tra pre e post disastro (colposo)
06.11.2011
Fereggiano e 'ndrangheta, due "bazzecole" di Genova
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Genova, il giorno dopo: altri dettagli, le facce senza vergogna dei politici e 'ndrangheta all'opera
04.11.2011
Dopo il levante ligure, DISASTRO COLPOSO a Genova
I giorni passano a Genova. Dalla Regione al Comune l'unica cosa certa è: autodifesa su tutto il fronte. Le colpe sono del fato, secondo loro. Secondo noi no. Come abbiamo già detto, sono di amministratori pubblici (tra politici e funzionari) in carne ed ossa. Ecco 5 brevi capitoli per proseguire il nostro viaggio: Una provincia da "Chi l'ha visto"; Burlando si continua a burlare di noi; Frana una collina, anzi no: è una discarica; Ospedale San Martino, fai un parcheggio ed il rio entra in reparto; Qualcosa si è mosso sulla ECO-GE?
Sul Fereggiano, per un progetto di Claudio Burlando nella veste di Commissario Delegato della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Protezione Civile, si sono spesi negli ultimi anni, quantomeno, 10 milioni di euro. Soldi stanziati dalla "Protezione Civile". Ma non sono stati usati per allargare l'alvero del torrente. Nemmeno per eliminare le strozzature causate dai palazzi nel greto e sulla sponda (solo un parziale intervento è stato effettuato in merito a questo problema). Men che meno per pulirlo, liberando l'alveo da arbusti, frane e detriti vari. Il lavoro per la "messa in sicurezza" è stato quello di tombinare un ampio tratto del torrente e realizzarvi sopra dei bei parcheggi (leggi anche il post di Marco Preve) ed un area gioco per bambini (due di loro non potranno più giocare sono morti nell'alluvione!). E' subito a valle di questa nuova "copertura", che completava quella di Largo Merlo, che la furia dell'acqua ha esondato causando il disastro e morte... E chi ha eseguito i lavori per questo lotto che Burlando stesso annunciava (vedi qui) in pompa magna autolodandosi? La CO.S.P.E.F di Antonio FURFARO (nella foto con Claudio Burlando e Alessandro Repetto). Ed Antonio FURFARO lo abbiamo già incontrato perché era quello di ottimi appalti assegnati dal Comune di Genova (Giunta Vincenzi)... uno dei quali vinto con uno spaventoso massimo ribasso (vedi qui) che faceva dichiarare allo stesso FURFARO che a lui non interessava guadagnare con gli appalti, ma che questi gli servivano solo per "cambiare i soldi". E, come detto, subito a valle di quei lavori commissionati dal BURLANDO Commissario con i soldi della Protezione Civile, eseguiti dal FURFARO, si è scatenato l'inferno ed ora è emergenza. E chi lavorava proprio in via Fereggiano per l'emergenza? Ma la ECO-GE dei Mamone quella con interdizione atipica antimafia della Prefettura che gli Enti locali continuano a ignorare. Ma, anche questa volta andiamo con ordine...