I fatti ed i protagonisti dicono che l'amministrazione di quel Comune erano piegati alla 'ndrangheta, così come a Ventimiglia, Vallecrosia e molteplici altri comuni dell'estremo ponente ligure, ma anche di altre province, a partire dal savonese e del genovese.
Li abbiamo raccontati e documentati (vedi qui). Così come abbiamo raccontato chi fossero i PELLEGRINO-BARILARO (vedi qui). Lo scioglimento ed il Commissariamento del Comune di Bordighera (su cui pende ancora il ricorso contro l'annullamento da parte del Consiglio di Stato che è stata conseguenza da un lato delle reticenze dell'ex Prefetto DI MENNA, e dall'altro del ritardi della chiusura delle indagini della DDA di Genova – coordinata in allora dal proc. agg. SCOLASTICO) non è stato, come abbiamo ripetuto, un manto di infamia su Bordighera, ma il segno che l'Amministrazione di Bordighera, quel Palazzo del COMUNE, doveva e poteva essere ripulito, nel solo interesse della città, della comunità. Anche quindi occasione di riscatto dal condizionamento e dall'infiltrazione nella pubblica amministrazione della 'ndrangheta.
Ed invece, a Bordighera, qualcuno vuole ripetere la peggior tradizione. Quella del nagazionismo. Quella pratica che anziché vedere il marcio delle collusioni, dei rapporti indecenti e spregiudicati tra politici ed amministratori pubblici con i vermi mafiosi, ribalta la realtà e pone sul banco degli imputati chi non si è piegato alle intimidazioni mafiose, al clima omertoso e complice. Quella perversa logica per cui il "colpevole" è chi indica il problema e non invece il problema...
[AGGIORNATO IN CODA CON COMMENTO ALLA SENTENZA E PUBBLICAZIONE DELLA STESSA]
I gravi ritardi dell'azione del Prefetto Di Menna (ormai ex prefetto di Imperia) e della vecchia gestione della DDA nella chiusura delle indagini sull'estremo ponente Ligure, nonché il ritardo con cui (ed anche qui solo dopo il cambio al vertice della DDA) si è contestato il 416 bis ai PELLERGINO-BARILARO e l'aggravante mafiosa per i diversi reati imputati ai PELLEGRINO-BARILARO, sono stati pesanti... Si può dire: devastanti! Basti ricordare che nonostante gli sforzi del procuratore capo di Savona, dott. Cavallone, per ottenere la condanna per le minacce al corpo politico da parte dei PELLEGRINO-BARILARO, si è dovuto attendere la sentenza di Appello.
Oggi, così, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Giovanni BOSIO (ora, finalmente, indagato per "voto di scambio", così si fugano i dubbi sul “perché” gli si contestava di essere “piegato” ai desiderata delle famiglie 'ndranghetiste) contro lo scioglimento del COMUNE DI BORDIGHERA per condizionamento mafioso...
Armando BIASI, il sindaco di VALLECROSIA, amato e voluto dalla famiglia 'ndranghetista dei MARCIANO', pare voglia dimettersi questa mattina. Sarebbe l'ennesima vergognosa fuga, dopo quella tentata da Tano SCULLINO a Ventimiglia, per impedire l'arrivo della Commissione d'Accesso. La "via d'uscita" che il vecchio boss MARCIANO' auspicava e voleva anche per Bordighera e Ventimiglia, è la strada scelta da BIASI con le dimissioni.
BIASI scappa, fugge con la coda tra le gambe, perché sa benissimo che la Commissione d'Accesso avrebbe un solo esito: SCIOGLIMENTO PER CONDIZIONAMENTO MAFIOSO. Armando BIASI vuole impedire che quel COMUNE venga ripulito e con la scorciatoia delle dimissioni vuole salvare se stesso e gli altri tasselli della ragnatela di influenza della 'Ndrangheta in quel Comune. Così facendo, impedendo che l'inchiesta amministrativa (che noi, come Casa della Legalità, chiediamo dall'agosto 2010, riibadendola, in ultimo, anche con ulteriore richiesta ufficiale il 10 dicembre 2012) accerti i fatti, tiene aperta, inoltre, per se ed i suoi uomini nell'amministrazione comunale, la possibilità di ricandidarsi.
Il COMUNE DI VALLECROSIA deve essere liberato e bonificato, le dimissioni di BIASI vogliono impedirlo. E' l'ennesima vergogna, resa possibile, anche grazie a quei ritardi, gravissimi ritardi, che vi sono stati con la gestione dell'ex Prefetto Di Menna ed anche della vecchia passata gestione della DDA genovese.
Se questa mattina BIASI Armando si dimette non avremo altra via che indicarlo pubblicamente, con fermezza e determinazione, come colui che prima stringeva il "patto" con la 'ndrangheta ed ora vuole impedire l'accertamento dei fatti e la "rinascita" del COMUNE DI VALLECROSIA. Come abbiamo fatto con SCULLINO: non gli daremo tregua, lo indicheremo all'attenzione della comunità, lo inchioderemo alle sue (ir)responsabilità pubblicamente!
Se scappa dal COMUNE oltraggia non solo la decenza, ma, una volta di più, anche la comunità ed il COMUNE, quell'Istituzione che ha già piegato al desiderata dei MARCIANO'. Con le sue dimissioni il BIASI si dimostrandosi incapace di assumersi le responsabilità delle proprie azioni.
AGGIORNAMENTO...
[AGGIORNAMENTO IN CODA CON ESTRATTI DALL'ORDINANZA - 1°, 2° e 3° parte e nei prossimi giorni l'ultima parte]
Finalmente è scattata l'Operazione sul “locale” della 'ndrangheta di Ventimiglia e contro quel verminaio che lo ha protetto e assecondato. Agli arresti 15 'ndranghetisti, a partire dal capo storico del “locale”, Giuseppe MARCIANO' ed il figlio Vincenzo MARCIANO'. 13 gli indagati a piede libero, tra cui, per concorso esterno, l'ex sindaco di Ventimiglia Gaetano SCULLINO, l'ex City Manager di Ventimiglia (e già amministratore del Comune di Vallecrosia) Marco PRESILEO, l'ex sindaco di Bordighera Giovanni BOSIO.
Le cose si sapevano tutte. I fatti che avevano condotto allo scioglimento delle Amministrazioni dei COMUNI di BORDIGHERA e VENTIMIGLIA erano lì, pesanti come macigni... e di questo ne avevamo già parlato (ad esempio vedi qui e qui). Si è dovuto aspettare tanto, ma alla fine l'operazione è scattata!
In giornata altri dettagli... oggi è una bella giornata...
Giovanni Bosio, ex sindaco del Comune di Bordighera, la pianti di sparare amenità. Le motivazioni dello scioglimento e commissariamento per condizionamento mafioso del Comune di Bordighera durante le sue amministrazioni, sono solide, fondate e non hanno avuto manco mezza smentita dalla sentenza sul clan Pellegrino emessa dal Tribunale di Sanremo.
Ce l'abbiamo fatta!!! Era l'agosto del 2010 quando inviammo al Prefetto di Imperia una comunicazione urgente per chiedere l'invio della Commissione di Accesso al Comune di Ventimiglia, per procedere allo scioglimento e commissariamento per condizionamento mafioso [leggi qui] e ci tornarono indietro due querele: quella della Giunta del Comune di Ventimiglia [leggi qui la delibera] e quella di Vincenzo MOIO, che agli atti risulta un affiliato alla 'ndrangheta [leggi qui].
Siamo andati a dirlo ad alta voce a Ventimiglia Alta, facendo nomi e cognomi, come nostra tradizione, anche se gli 'ndranghetisti erano ancora belli liberi e pimpanti. Era il settembre 2010... [vedi qui un breve estratto video]
A seguito di quel nostro dossier la Prefettura avviò l'iter previsto dalla normativa. I Carabinieri ed altri reparti confermarono i nostri rilievi e incrociavano i dati con quanto emergeva dalle attività di indagine sulla 'ndrangheta nel ponente ligure. La Prefettura, con il prefetto Di Menna, rallentava. Denunciammo pubblicamente questi gravi ritardi [leggi qui] e rilanciammo con una dettagliata "mappatura" di mafia e politica nell'estremo ponente ligure [leggi qui].
Ma i ritardi hanno permesso al sindaco Gaetano Scullino di tentare la carta delle dimissioni per sbarrare la strada alla Commissione di Accesso. Attaccammo con forza quella fuga di Scullino, dal blog di Beppe Grillo [vedi qui] e con una conferenza stampa davanti al Comune di Ventimiglia [vedi qui]. Era il giugno 2011.
Scrivemmo al Ministro dell'Interno per chiedere di applicare la normativa con fermezza e procedere allo scioglimento anche davanti alle dimissioni del Sindaco, sulla base delle Relazioni dei reparti investigativi [leggi qui] e Scullino ritirò le dimissioni.
Arrivò la Commissione di Accesso e per quanto possibile abbiamo cercato di fornire alcuni elementi utili nel lavoro di ricostruzione dei fatti e delle responsabilità che la Commissione ha promosso in 4 mesi di lavoro, con la collaborazione dei reparti investigativi.
Abbiamo ricostruito buona parte delle questioni che dimostravano il condizionamento e l'infiltrazione nel Comune di Ventimiglia, attraverso dati e atti ufficiali [vedi qui].
Abbiamo avuto fiducia e pazienza. Ora possiamo tirare un sospiro di sollievo perché lo Stato ha dimostrato di esserci: il 3 febbraio 2012 il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Interno, ha sciolto il Comune di Ventimiglia per mafia!
In molti ci avevano derisi, dato dei pazzi... altri hanno tentato di diffamarci e delegittimarci in tutti i modi. Noi siamo rimasti pazienti, abbiamo continuato a lavorare e fornire tutto il supporto possibile per far emergere i condizionamenti e l'infiltrazione mafiosa a Ventimiglia (così come in altri Comuni) ed oggi possiamo dire di essere soddisfatti! E speriamo che si comprenda bene che l'infamia per Ventimiglia non è lo scioglimento, che rappresenta la "liberazione" e la possibilità concreta di mettere alla porta la 'ndrangheta. Infamante per la città di confine era un Ente piegato agli interessi delle cosche... era il negazionismo che non faceva altro che rafforzare le cosche e l'omertà che le ha protette.
Ora bisogna andare avanti... e colpire definitivamente, schiacciandoli come vermi, i mafiosi ed i loro sodali. Lo può fare prima di tutto la comunità che può togliergli il saluto ed il consenso sociale, e lo deve fare anche la magistratura, colpendo non solo gli uomini delle cosche, ma anche i politici, gli imprenditori ed i professionisti collusi e complici, ed anche qui servitori infedeli che si sono venduti alle cosche!
Noi abbiamo già scritto tutto, in tanti che oggi ne parlano, non lo avevano forse mai notato e così gli nasce lo stupore davanti allo scioglimento. Sembra che in troppi siano caduti dal pero... anche quelli che oggi cercano di attribuirsi i meriti di aver sollevato la questione "Ventimiglia"... parlano dimostrando di non conoscere i fatti o cercando di strumentalizzare l'accaduto. Ci siamo abituati... è il vivere in una regione "colonizzata" dalla 'ndrangheta, dove esponenti politici (di entrambi gli schieramenti) ed imprese hanno aperto le porte e scelto di collaborare con gli uomini delle cosche... Dove i Comuni condizionati e infiltrati sono ben più dei due comuni di Ventimiglia e Bordighera (che nel frattempo ha visto confermato lo scioglimento più che fondato e motivato - come avevamo ampiamente documentato - con il pronunciamento contrario del TAR del Lazio sul ricorso presentato dall'ex sindaco decaduto Bosio - vedi qui la sentenza).
Ci fermiamo qui, non stiamo a ripetere il tutto su Cooperativa Marvon, appalti, licenze e Ufficio Commercio, Porto e concessioni varie... tutte cose che abbiamo già scritto e che non ha senso ripetere... Andiamo avanti, ci sono altri Comuni che devono essere ripuliti!
Sulla questione VENTIMIGLIA (e non solo), diamo appuntamento per una conferenza stampa pubblica dell'Ufficio di Presidenza, davanti al Comune di Ventimiglia, in Piazza della LIBERTA', domenica 5 febbraio 2012, alle ore 11 [vai all'evento su facebook]
Il procuratore di Sanremo, Roberto Cavallone, ha tutte le ragioni ad affermare che di strada ve ne è ancora molta da fare in Liguria per poter efficacemente contrastare le organizzazioni mafiose. Ha ragione perché non è possibile che i giudici non siano in grado di capire quando si è davanti ad intimidazioni mafiose e non quindi in presenza di visite di "cortesia"
L'intimidazione mafiosa non sempre è cruenta, a volte è sottile, molto sottile e quasi impercettibile. Diventa chiara se si guarda a "chi" la promuove, ovvero soggetti forti della capacità di concretizzare la minaccia, anche perché gruppo armato e parte integrante ed inscindibile dall'organizzazione mafiosa.
I Giudici del Tribunale di Sanremo hanno guardato alle "visite" dei PELLEGRINO-BARILARO portate ai due assessori di Bordighera, per richiamarli "all'ordine", ovvero ad accontentare i loro desiderato, come a visite di due semplici individui che chiedevano conto "politicamente" del dissenso espresso davanti alla richiesta di apertura della Sala Giochi da parte della consorte del Maurizio PELLEGRINO, figlia del Benito PEPE'.
I Giudici non hanno tenuto conto di chi fossero i due "emissari", ovvero soggetti della 'ndrangheta, come risulta inequivocabilmente da risultanze certe. Ed i Giudici a Sanremo non hanno nemmeno, quindi, valutato che i testimoni, ovvero i due assessori minacciati, in aula non avevano confermato le accuse, per l'evidente e palpabile clima intimidatorio e la conseguente paura che i PELLEGRINO-BARILARO, in quanto cosca della 'ndrangheta, sono in grado di produrre anche quando parte del clan si trova in carcere. Una paura evidente già quando tentennavano nel parlarne informalmente e poi verbalizzando con Carabinieri e Procura.
I Giudici, come già altri giudici (ed altri pm) in Liguria, sono rimasti ciechi, come recentemente aveva ricordato - dopo anni che noi lo ripetiamo - anche il pm Anna Canepa della Direzione Nazionale Antimafia.
Detto questo chi ha scritto e prodotto la cosiddetta informazione sulla conclusione del processo ai PELLEGRINO-BARILARO ha scritto, in parte, l'ennesima "balla" clamorosa che altro non produce che, di fatto, un regalo straordinario ai PELLEGRINO-BARILARO, ovvero alla 'ndrangheta.
I capi di imputazione erano estorsione, minacce, minacce a corpo politico, favoreggiamento della prostituzione. Sono stati condannati per tutti i reati contestati tranne che per le "minacce a corpo politico". Non poteva che essere così, quando i giudici non tengono conto dell'intimidazione che ha condotto i testimoni (i due assessori) a negare le minacce ricevute e, soprattutto, quando non considerando che soggetti appartenenti a famiglie di 'ndrangheta non compiono "visite di cortesia" per chiedere conto di uno "sgarbo" (come è, per loro, l'esprimersi contro ai loro interessi), bensì compiono un'azione di richiamo volta ad intimidire il pubblico amministratore, forti dell'essere organizzazione mafiosa armata protetta da vincolo omertoso, per ottenere da questi i favori non richiesti, ma "pretesi" (la concessione per l'apertura della sala giochi).
Detto questo, si è letto e sentito, nei servizi delle testate giornalistiche regionali, che i PELLEGRINO-BARILARO erano stati assolti dall'accusa di associazione mafiosa, e che quindi, in altre parole non era mafiosi, come sosteneva l'accusa. Ma quando mai??? Quel capo di imputazione non vi era nemmeno (e manco poteva esserci perché una Procura come quella di Sanremo non poteva nemmeno contestarlo, essendo competenza della DDA di Genova tale contestazione). Ed allora perché si è raccontata una "bufala" tanto abnorme quanto "utile" al ridare un immagine "ri-pulita" agli uomini del clan PELLEGRINO-BARILARO? Non è dato saperlo, ma drammaticamente così è stato...
Questa mattina il ROS è riuscito a portare a termine parte dell'ampia inchiesta che da anni porta avanti sui "locali" della 'Ndrangheta in Liguria. Dopo gli arresti dell'Operazione "MAGLIO" della DDA di Torino (di cui avevamo già pubblicato l'ordinanza - clicca qui) l'autorità giudiziaria del capoluogo non poteva restare ferma. Lì infatti, in quelle pagine che hanno colpito la rete del sud Piemonte, facente capo al "locale" guidato da Bruno Francesco PRONESTI' - cugino del boss Carmelo GULLACE -, vi erano i loro nomi e cognomi, vi erano le intercettazioni, come quelle delle riunioni, ad esempio a Bordighera.
E così all'alba sono stati arrestati:
- BARILARO Fortunato, nato ad Anoia (RC) il 25.9.1944, residente a Ventimiglia (IM);
- BARILARO Francesco, nato ad Anoia ((RC) il 15.01.1947, residente a Bordighera (IM), detto "Ciccio";
- BATTISTA Raffaele, nato a Taurianova (RC) il 27.10.1976) residente a Genova, detto "Raffaelino";
- BRUZZANITI Rocco, nato ad Antonimina (RC) il 9.8.1959, residente in Sant'Olcese (GE), detto "compare Rocco";
- CIRICOSTA Michele, nato ad Anoia (RC) il 29.7.1936, residente a Bordighera (IM), detto "compare Michele";
- CONDIDORIO Arcangelo, nato a Reggio Calabria l'1.8.1942, residente in Genova, alias "Calipso" e/o "Calì";
- GARCEA Onofrio , nato a Pizzo Calabro (VV) il il 18.12.1950, residente a Genova, alias "Mezzalingua"; (già detenuto)
- MULTARI Antonino, nato a Locri (RC) il 9.12.1956, residente a Serra Riccò (GE), detto "compare Nino";
- NUCERA Lorenzo, in Sambatello di Reggio Calabria il 17.6.1960, residente in Genova, detto "Cecè" o "Zi' Lore";
- NUCERA Paolo, nato a Condofuri (RC) il 21.03.1944, residente in Lavagna;
- PEPE' BENITO, nato a Galatro (RC) il 05.08.1936, residente a Bordighera (IM);
- ROMEO Antonio, detto "compare Totò", nato a Roghudi (RC) il 22.7.1939, domiciliato in Sarzana (SP)
Gli altri indagati per 416 bis sono:
- CALABRESE Domenico, nato a Reggio Calabria il 25.11.1968, residente a Genova, alias "Micunnella" e/o "Nanna";
- FIUMANO' Antonino, nato a Reggio Calabria il 07/04/1978, residente a Genova, detto "Nino";
- GORIZIA Cosimo, nato a Mammola (RC) il 23.9.1973, residente in Sant'Olcese (GE), detto "Cosimino";
- LUMBACA Rocco, nato a Oppido Mamertina (RC) il 26.2.1954, domiciliato in Genova, detto "compare Rocco";
- MARCIANO' Giuseppe, nato a Delianuova (RC) il 6.8.1933, residente a Vallecrosia (IM), detto "compare Peppino";
- MARCIANO' Vincenzo, nato a San Remo (IM) il 31.12.1977, residente a Vallecrosia (IM);
- MOIO Vincenzo, nato a Taurianova (RC) il 1° gennaio 1959, residente a Camporosso (IM), detto "Enzo";
- VIOLI Domenico, nato a Santa Cristina d'Aspromonte (RC) il 4.1.1950, residente in Genova, alias "Lattoniere".
Il capo di imputazione è chiaro:
Del reato di cui all' art. 416 bis commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6 c.p., per aver fatto parte, con altre persone tra cui GANGEMI Domenico, BELCASTRO Domenico (separatamente giudicati nell'ambito del proc. pen. n. 1389/2008 R.G.N.R. DDA della Procura della Repubblica di Reggio Calabria) ed altre persone (alcune delle quali allo stato non ancora identificate) dell'associazione mafiosa denominata 'ndrangheta, operante da anni sul territorio della Regione Liguria, collegata con le strutture organizzative della medesima compagine insediate in Calabria e costituita in articolazioni territoriali denominate "locali" di Genova, Lavagna, Ventimiglia e Sarzana, locali coordinati da un organo denominato "camera di controllo della Liguria"
E si legge nell'Ordinanza...
Se l'aggressione dei beni dei mafiosi è la strada maestra per annientare le cosche, l'aggressione dei beni degli imprenditori mafiosi è ancora di più: è un colpo assestato alla capacità delle cosche di condizionare l'economia, gli appalti e le Pubbliche Amministrazioni. Ed allora non possiamo che essere soddisfatti che i PELLEGRINO siano rimasti in mutande!
La DIA di Genova, con l'Arma dei Carabinieri, questa mattina, ha infatti eseguito perquisizioni e sequestri nelle proprietà dei fratelli PELLEGRINO, in quell'imperiese che i signorotti Michele, Giovanni, Maurizio e Roberto PELLEGRINO (con i cumpari BARILARO, VALENTE E DE MARTE) pensavano fosse terra loro.
Con l'Operazione odierna la DIA ha applicato la misura di sequestro preventivo dei beni dei PELLEGRINO - richiesto dal Centro Operativo di Genova della stessa DIA e disposto dal Tribunale di Imperia - che ammontano ad un valore di oltre 9 milioni di euro che, a seguito del contraddittorio tra le parti, davanti al Giudice della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Imperia, andranno a confisca. Nell'ambito dello stesso procedimento, che ha colpito gli esponenti della cosca dei SANTAITI-GIOFFE', agli stessi, ovvero Michele, Giovanni, Maurizio e Roberto PELLEGRINO, sono state anche applicate le misure della sorveglianza speciale di P.S. (con obbligo di dimora) per i prossimi 5 anni...
Giovanni Bosio compie un ulteriore atto di sfregio alla città di Bordighera. Con il suo ricorso al Tar per far annullare lo scioglimento per infiltrazioni e condizionamento mafioso dell'Amministrazione comunale, testimonia un disperato tentativo di negare le evidenze. Quando a Bordighera servirebbe decenza da parte della politica, arriva questa ennesima scelta che rappresenta un palese insulto alle Istituzioni. Non è bastato a Bosio ed alla sua ciurma che il provvedimento sia giunto con grave ritardo (grazie al Prefetto Di Menna) permettendo così a quell'amministrazione condizionata dalla 'ndrangheta di procedere con l'adozione di nuovi provvedimenti, sino al mega ampliamento del Porto. No, insiste... e questo ci pare davvero troppo.... troppo umiliante per quella comunità di Bordighera che, come avevamo scritto, ha urgente bisogno di una rinascita.
Nel frattempo, quanto avevamo detto sul Prefetto Di Menna, trova conferma ad ogni carta ufficiale che emerge: costui non ha fatto il suo dovere! Che le ragioni siano nell'incapacità di leggere il fenomeno (e le carte di rapporti e relazioni dei reparti investigativi e della Commissione di Accesso), nella reticenza ad affrontare un fenomeno che spaventa o nel piegarsi alle pressioni del blocco di potere (tra legale e illegale) dominante nell'imperiese, bisognerà capirlo... Ma quel che è evidente è che Di Menna non possa restare un giorno di più in quella Prefettura e che a quell'Ufficio deve essere nominato un Prefetto esperto e determinato...
L'imperiese è una zona cruciale e la mappatura è chiara da tempo... solo la politica, nella sua grande parte, il Prefetto Di Menna (a proposito quando viene trasferito?) ed il vice-re Claudio Scajola si ostinano a negare l'evidenza. Come Casa della Legalità abbiamo parlato a lungo di questo territorio. Abbiamo presentato esposti, segnalazioni e istanze dettagliate... abbiamo affrontato la questione pubblicamente ed ora ci torniamo con questa nuova lunga "tappa"...
Avevamo già scritto ampiamente su questi due Comuni, così come su altri, dell'imperiese come Vallecrosia e Castellaro. Ora su Bordighera è arrivato quello che chiedevamo (e sapevamo) da tempo: lo scioglimento del Consiglio Comunale e della Giunta Bosio per i condizionamenti della 'ndrangheta. I fatti erano chiari: vi era una inequivocabile azione di condizionamento mafioso sulla parte elettiva e su quella burocratica del Comune di Bordighera...
Alla fine anche Maroni ed il Governo hanno dovuto procedere. Il condizionamento della 'ndrangheta sul Comune di Bordighera era plateale, accertato... potevano tentare di ritardare (e lo hanno fatto)... potevano tentare di negare l'impossibile (e lo hanno fatto), ma alla fine le carte, come avevamo anticipato da tempo, oltre ai fatti conclamati, non potevano che portare alla decisione di SCIOGLIERE IL COMUNE DI BORDIGHERA per infiltrazioni mafiose. E' una vittoria, parziale, importante! Ma appunto parziale perché ci sono altri COMUNI dell'imperiese, del savonese e del genovese (per restare in Liguria, altrimenti se guardassimo, ad esempio, alla Lombardia la lista - che abbiamo già fatto - sarebbe ancora più lunga) dove condizionamenti, quando non addirittura infiltrazioni all'interno degli organi elettivi e più in generale nella "macchina comunale" sono pesanti e conclamati. Ma questa vittoria dimostra che ce la si può fare... se si fanno emergere i fatti e se si permette ai reparti investigativi di lavorare a 360 gradi, come ha fatto la Procura di Sanremo.
Riteniamo doveroso, oltre al ringraziare i reparti investigativi, la Procura di Sanremo e la Commissione di Accesso, segnare che ruolo fondamentale in questa vicenda è stato svolto dai media che non hanno taciuto, bensì dato ampio risalto ai fatti. Come diciamo da tempo il problema esiste, bisogna però affrontarlo, ponendo la massima attenzione, perché solo così si possono colpire le organizzazioni mafiose, le loro contiguità, connivenze e complicità con il mondo politico ed economico. La strada scelta per decenni al nord ed in Liguria, del silenzio e del negazionismo, è stata lo scenario prediletto delle mafie per rafforzarzi. Su Bordighera si è dato prova che le cose possono andare diversamente se non si nasconde la testa sotto la sabbia!
RILEGGI LO SPECIALE CON TUTTI GLI ARTICOLI SU BORDIGHERA E L'IMPERIESE
RIGUARDA LA PUNTATA DI SKY TG24 SULLA 'NDRANGHETA IN LIGURIA
5 e 12 marzo 2011 - Su Sky Tg24 è andata in onda lo speciale "'Ndrangheta, ultima fermata a Nord" riguardante la Liguria (la prima parte) ed Emilia-Romagna e Piemonte (la seconda parte)... terre che qualcuno si ostina ancora a credere esenti dal problema mafia. Per chi non avesse visto le puntate eccole qui con i video integrali:
Mentre si è ancora in attesa che il Ministro Maroni proceda a far adottare dal Governo il Decreto di scioglimento per infiltrazione mafiosa del Comune di Bordighera... e che si proceda su quello di Ventimiglia (dove siede in consiglio un affiliato alla 'ndrangheta), il Prefetto Di Menna si è inabissato, gli amministratori pubblici (nei secoli fedeli... a Claudio Scajola) continuano a negare il radicamento della organizzazioni mafiose e soprattutto quello della 'ndrangheta... e gli industriali si dedicano all'arte dello struzzo...
[dopo il lancio del nostro comunicato stampa è iniziata la grande virata di Faraldi, in coda la news con una vignetta da AlzaLaTesta]
Il Prefetto non opera come dovrebbe, il centrodestra non molla, Maroni fa finta di nulla ed il PD imperiese corre in soccorso...
Chiediamo: immediato scioglimento dei Comuni di Bordighera e Ventimiglia; ispezione in Prefettura, Commissariamento del PD imperiese!
Le evoluzioni a cui si assiste nella provincia di Imperia sono sempre più involuzioni sconcertanti e preoccupanti. Il problema della "colonizzazione" mafiosa che condiziona e infiltra le pubbliche amministrazioni (e che non riguarda solo l'imperiese ma anche gli ambiti territoriali di Genova e Savona) deve essere affrontato con serietà e risolutezza, senza possibilità di mediazione o tatticismi dalla politica...
I Carabinieri nell'imperiese stanno portando avanti un lavoro straordinario. Da quando il colonnello Franco Cancelli ha lasciato il Comando di Imperia si è assistito ad un cambio di passo significativo che ha suggellato un efficace intesa con la Procura di Sanremo retta dal Procuratore Roberto Cavallone.
Così dopo le operazioni contro i Pellegrino-Barilaro, gli arresti di killer salita dalla Calabria o di quelli con attività tra Ventimiglia e Vallecrosia... dopo i sequestri d'armi e munizioni, l'azione di contrasto non si ferma.
Oggi è stato finalmente le attenzioni si sono concentrate su un nucleo familiare "pesante" con base nel Comune di Vallecrosia. E' infatti stato arrestato Domenico CRUDO, 78 anni, pluri condannato e che infatti stava scontando una pensa ai domiciliari. In casa, nell'armadio aveva un ben oliato fucile, carico e pronto a fare fuoco. Naturalmente l'originario di Taurianova lo deteneva clandestinamente e quell'arma, sovietica, non era mai stata registrata in Italia...
La 'Ndrangheta non regge il contrasto della Procura di Sanremo e l'attenzione posta sui suoi affari. Dopo l'arresto a Bordighera dei killer saliti dalla Calabria (Salvatore e Francesco Cadilli Rispi insieme a Giuseppe e Francesco Fazzari), oggi due nuovi arresti nel piccolo comune di Vallecrosia, per sventare attentati a diversi "obiettivi" (tra cui soggetti "istituzionali") che dovevano essere uccisi a scopo "dimostrativo".
Gli arrestati sono Michele ed Alessandro MACRI' (padre e figlio, il primo nato a Cinquefrondi RC ed il secondo a Bordighera IM). I due soggetti, gestori a Ventimiglia del bar de "Il Mercatone", sono stati trovati in possesso di una pistola 6,35 di fabbricazione francese con matricola abrasa (detenuta illegalmente).
A far scattare gli arresti i contenuti delle intercettazioni ambientali nelle quali i Carabinieri di Imperia hanno ascoltato i piani del gruppo di fuoco 'ndranghetista che, come detto, erano volti a colpire per uccidere più persone.
E' da tempo che denunciamo il passaggio dal "silenzio" delle organizzazioni mafiose all'azione violenta... Evoluzione che significa non solo la volontà da parte delle cosche del territorio ma anche che vi è il "consenso" all'azione violenta da parte delle cosche della "terra madre".
I due nuovi arresti di oggi dimostrano che però i mafiosi possono essere fermati prima di passare dai piani ai fatti... perché, come diciamo da tempo, quando i reparti investigati e le Procure (come in questo caso quella di Sanremo) sono determinati a colpire e sradicare le cosche, i mafiosi non hanno scampo.
Occorre ora che si comprenda, a partire dalla collettività, che occorre denunciare ed isolare i mafiosi senza cedere all'omertà. Devono capirlo i semplici cittadini, così come i politici, gli amministratori pubblici ed imprenditori... Non si deve cedere alle intimidazioni ma si deve contrastare fattivamente le organizzazioni mafiose e le complicità e contiguità che le avvolgono e proteggono!
Ecco una breve rassegna per ricapitolare il tutto (che nei prossimi giorni approfondiremo):
- A Bordighera la Commissione di Accesso, affiancata da Dia, Gico e Ros, ha concluso il suo lavoro sul Comune e quanto già emerso durante il suo lavoro non fa ben sperare per l'Amministrazione del Sindaco Bosio. Ora la Relazione è sul tavolo del Prefetto di Imperia e forse del Ministro dell'Interno.
- A Castellaro e nelle altre cave e discariche dell'imperiese, come Pieve di Teco, qualche controllo si è iniziato ad avere ed i primi risultati paiono arrivare. A Pieve di Teco infatti è scattato un bel sequestro di una discarica abusiva che porta alla luce i traffici (si parla di 280 tonnellate di rifiuti, per un giro di denaro ben superiore al milione di euro) che ruotano attorno a società, una cooperativa sociale e la Onlus "Galileo" dell'ex sindaco di Chiusavecchia, Luigi Gandolfo.
- A Imperia continua l'inchiesta sul Porto voluto da Scajola e Caltagirone Bellavista (con l'allora "furbetto" dell'Antonveneta, Fiorani) e la "concessione" traballa. Ed intanto le carte al vaglio della Procura di Imperia sono sempre più pesanti anche perché è spuntato un atto notarile in cui il Presidente della Porto di Imperia Spa, ovvero il rappresentante del Comune, senza alcun mandato del Comune, ha ceduto la concessione alla società Acquamare del Caltagirone
- A Sanremo l'imprenditore dei distributori automatici di Caffè, il boss Giovanni Ingrasciotta, tanto amico del boss Matteo Messina Denaro, finisce formalmente sotto inchiesta e l'appalto Asl (una "bazzecola" di business da 6 milioni di euro) viene annullato. Che la "concorrenza" della Coffee Time dell'Ingrasciotta, cioè la Dds avesse visto andare a fuoco sette camion, un camioncino e due container, non era questione di autocombustione e che la nuova guida della Procura di Sanremo se ne sia accorta non è male
- Nei cantieri Ferrovial per lo spostamento della linea ferroviaria tra San Bartolomeo al Mare e Andora, dopo i sopralluoghi di Dia e Procura di Savona, scatta il sequestro per le famose forniture di cemento depotenziato. Così come nei cantieri dell'Aurelia Bis si fa sempre più intenso il controllo di Dia e Carabinieri, anche perché il materiale da scavo non si sa bene dove finisca.
- Al Comune di Ventimiglia sono arrivati i Carabinieri mandati dalla DDA per acquisire pratiche, documenti di appalti, concessioni e pure per l'assunzione del figliolo del boss Fortunato Barilaro, ovvero Giuseppe (prima all'ufficio personale, poi all'ufficio licenze). Il Sindaco Scullino dice che va tutto bene, il Direttore Generale (nonché commercialista e socio del Sindaco) Prestileo dice anche lui che va tutto bene... contenti loro!
- Al Porto di Ventimiglia i controlli si fanno serrati. Le traversine del Porto erano proprio quelle delle ferrovie (e che sono rifiuti speciali)... e sui movimenti terra e conferimenti e spuntano "scherzosi" colpi di lupara (otto) alla macchina dell'imprenditore Pier Giorgio Parodi. A spararli (e finire in cella) un ex collaboratore del Parodi, ovvero il geometra Ettore Castellana, e Annunziato Roldi. Chiedevano solo che nel cantiere del Porto di Ventimiglia si facessero lavorare anche alcuni "amici" oltre ai Pellegrino. Il Parodi disse che per il lavoro era tutto pieno ma lui avrebbe pagato ugualmente gli "amici" come se il lavoro lo facessero... poi non ha denunciato nulla ed ha proceduto nel far sistemare in fretta la macchina crivellata, facendosi poi anche strenuo difensore dei due, affermando che i magistrati si sbagliano, perché l'agguato ed i colpi di lupara erano solo uno scherzo.
- Sempre sul Porto di Ventimiglia ed i rapporti di lavoro (che continuano no-stop) con la società dei fratelli Pellegrino, la figlia del Pier Giorgio Parodi, ovvero la Beatrice Parodi vedova Cozzi, quasi in Caltagirone, compie acrobazie olimpioniche per negare l'evidenza.
- Miche Damiano, nipotino del boss "quaraquaqua" Giovanni Tagliamento (in ritirata a Mentone), è l'indiziato per l'omicidio di Vincenzo Campana, loanese, ucciso, mutilato e carbonizzato in tubo.
- A Bordighera vengono arrestati (dalla Procura di Sanremo) 4 killer della 'ndrangheta saliti (come d'abitudine) dalla Calabria. Sono due coppie di fratelli di Taurianova, Salvatore e Francesco Cadilli Rispi insieme a Giuseppe e Francesco Fazzari. Saliti per uccidere, con l'arma pronta a colpire, sono stati fortunatamente anticipati dall'arresto.
- Alcuni giorni fa a Sanremo due uomini giunti da Cosenza finiscono uno morto sparato e l'altro in galera per l'esecuzione in pieno giorno, in un negozio di frutta e verdura. Il morto ammazzato è Giovanni Isolani, 21enne, chi gli ha sparato è il 25enne Niki Trazza.
- Poi a Ventimiglia torna alla luce la questione del Cantiere di Latte, ovvero delle costruzione "Vista Mare" dietro alle quali c'è l'affiliato alla 'ndrangheta Vincenzo Moio... un cantiere da vedere per capire... e nei prossimi giorni ve lo faremo vedere.
- Intanto i roghi continuano su tutta la "linea" (ed arrivano anche lungo i cantieri della linea ferroviaria "pontremolese" tra La Spezia e Parma)... proprio ieri notte un nuovo locale è andato a fuoco un negozio di alimentari a Ventimiglia, tipo esempio di autocombustione: infranti i vetri e lancio di tre/quattro molotov.
Questa è la fotografia, molto sintetica, della "serena" riviera dei Fiori... ponente ligure...
Adesso, reso pubblico da parte nostra l'ultimo grande tassello (quello sui FOTIA) che mancava per dare a tutti la possibilità di comprendere la situazione, ed emerso che la Prefettura di Imperia ha già avviato l'iter per il nostro articolato esposto, possiamo rispondere ai Sindaci che del fare gli gnorri hanno fatto un'arte... e rispondere anche a quanti si stanno, con loro, esibendo nel proporre scenari improponibili di "cospirazione" o di "generalizzazioni", nell'estremo tentativo di sostenere che "tutto va bene"...
Partiamo dal sindaco di CASTELLARO... ovvero dal signor CATITTI Alessandro, che afferma (rispondendo alla Casa della Legalità, ma guardandosi bene dall'inviarci la sua cosiddetta "risposta") di essere risentito che la notizia ed il contenuto della nostra richiesta di Commissione di Accesso presso il suo Comune, non sia stata resa nota a lui! Straordinario: se uno chiede una Commissione di Accesso perché vi sono elementi da approfondire sull'infiltrazione mafiosa in un Comune, prima di chiederlo formalmente al Prefetto, deve - secondo il Catitti, inviare con anticipo il dettaglio al Sindaco del Comune interessato...
[in coda gli articoli de Il Secolo XIX]
Giovanni TAGLIAMENTO è sempre là, in Costa Azzurra, con i suoi affari sporchi. Qualche mese fa faceva il galletto ma in realtà è solo un quaraquaqua che non ha il coraggio di mettere piede in Italia perché stavolta altro che soggiorno obbligato ad Ospedaletti, finisce direttamente al fresco!
Onofrio GARCEA potrebbe tranquillamente essere passato da lì prima della grande fuga, visto che con i cumpari di Cosa Nostra, avevano interessi commercial-immobiliari oltre confine che vedevano anche il galoppino ABBISSO seguire l'andamento dei lavori.
E lì, oltre confine, ad Vallauris vi era anche Roberto CIMA, boss della 'ndrangheta legato ai PALAMARA e del "locale" di Ventimiglia. Tra i 100 latitanti più pericolosi è stato catturato il 26 settembre mentre portava fuori il cane i ROS di Genova con la collaborazione della Gendarmeria francese...
Lo abbiamo detto in tutte i modi possibili: le mafie entrano se qualcuno gli apre le porte. Le licenze, così come appalti, incarichi e concessioni i mafiosi li prendono se qualcuno è disposto a darglieli, così come le protezioni per attività illecite ben note ma che non si volevano contestare e fermare. E questi qualcuno che le porte le aprono e che garantiscono protezioni e sostegni devono necessariamente essere amministratori pubblici e funzionari pubblici.
A Bordighera, come abbiamo ampiamente scritto è successo questo ed è avvenuto in un modo talmente eclatante che non si poteva più tergiversare. In questa direzione abbiamo spinto, anche con la conferenza stampa ed il volantino distribuito a Sanremo sabato 26 giugno: bisogna colpire il braccio dei clan ma anche chi li aiuta, chi fa gli affari, così come chi li copre, anche quindi coloro che prendono i voti rastrellati dalle cosche mafiose e poi pagano il dazio piegando la gestione della cosa pubblica ai desiderato dei mafiosi.
Adesso è ufficiale: i Carabinieri hanno inviato una richiesta ufficiale al Prefetto di Imperia perchè proceda nell'iter per lo scioglimento del Consiglio Comunale di Bordighera in provincia di Imperia...
Le mafie per riciclare e gestire i propri traffici hanno saputo ramificarsi su tutto il territorio nazionale ed a livello internazionale. La Liguria da decenni ha visto l'infiltrazione, ormai sta vivendo una realtà in cui le mafie si sono radicate nei territori, entrando e condizionando l'economia locale così come anche il voto e quindi alcune scelte delle pubbliche amministrazioni. Hanno saputo radicarsi sfruttando la mimetizzazione in quei luoghi dove era consistente la presenza della comunità delle loro terre di origine, ma anche offrendo "risposta" alle richieste di "mercato". Chi compra droga alimenta le mafie; chi compra la merce contraffatta alimenta le mafie; chi gioca d'azzardo alimenta le mafie; chi compra sesso a pagamento da persone sfruttate alimenta le mafie... così come le pubbliche amministrazioni e le imprese che richiedono lavori a basso costo, con lavoratori in nero gestiti dai "caporali", alimentano le mafie; le pubbliche amministrazioni e le imprese che per risparmiare usano le forniture depotenziate e scadenti gestite dalle cosche, alimentano le mafie; le pubbliche amministrazioni e le imprese che per smaltire rifiuti tossici o effettuare finte bonifiche si serve dei "servizi" delle società dei clan, alimentano le mafie. Ecco alcuni esempi di come si è aperta la porta delle riviere e dell'intera Liguria alle organizzazioni mafiose...
Pare proprio che non la vogliano capire, o meglio sanno ma fanno finta di nulla e si inventano una "Fiaccolata per la Legalità". Questi sono i politici in Liguria e questa è l'antimafia da corteo, cioè l'ipocrisia totale: prima gli danno quello che vogliono e poi fanno le parate contro.
Alcuni giorni fa abbiamo scritto un analisi attenta della situazione ligure, basata su fatti noti da anni. E' un esposizione ancorata alle risultanze delle inchieste e delle attività investigativa, non su opinioni o suggestioni. E' stata pubblicata dal sito de Il Secolo XIX leggibile a tutti. Ma i partiti, i politici hanno fatto finta nulla e sulla situazione del Ponente ligure hanno partorito un topolino... un topolino già morto: una "fiaccolata" da fare tutti insieme appassionatamente per dirci che si fa lotta alla mafia. Sono ridicoli, anzi vergognosi... e con questa ipocrisia sono anche pericolosi.
Ed ecco perché, schematicamente, con qualche esempio...
Che l'assessore Rocco FONTI mentisse lo hanno scritto i magistrati a seguito degli accertamenti sulle dichiarazioni dei suoi colleghi, delle sue e di altri. I riscontri lo hanno smentito. E non lo hanno smentito su una bazzecola, ma sulla questione relativa alla richiesta di licenza per un'attività di slot machine perseguita dal clan dei PELLEGRINO, con connesse minacce agli assessori che in riunione di Giunta si erano espressi contrariamente alla concessione. Non solo: fu proprio il FONTI, assessore, che accompagnò i PELLEGRINO presso l'Ufficio comunale dove presentare la richiesta e sempre lui, il FONTI chiamò l'Ufficio per la stessa questione. Ma adesso si aggiunge anche il Sindaco, mentre, invece, a Ventimiglia, si tace, silenzio di tomba...
I primi particolari emersi in merito all'Operazione antimafia di ieri nell'imperiese confermano che i reati contestati sono tipici reati di stampo mafioso: dalle estorsioni alle minacce arrivando anche sfruttamento della prostituzione.
Nella notte tra il 12 e 13 giugno, coordinati dalla Procura di Sanremo, sono entrati in azione un centinaio di agenti dell'Arma dei Carabinieri con l'ausilio anche di due elicotteri e di unità della Guardia di Finanza, in uno scenario che non era quello della Locride o di Palmi, bensì quello tra Sanremo, Ventimiglia e Bordighera.
Gli 'ndranghetisti qui sono "imprenditori", ben inseriti negli appalti pubblici, con licenze ed affari di primo piano. Sono i tre fratelli PELLEGRINO, ovvero Roberto, Maurizio e Giovanni; due fratelli VALENTE, Teodoro e Domenico; Francesco VALENTI; Rocco DE MARTE e Francesco BARILARO...
La mafia non è un ectoplasma, ma è fatta di soggetti ben identificabili e, visto che la mafia fa affari, ha anche delle società ben note e cosiddetti imprenditori capaci di infiltrarsi nell'economia legale con i capitali illeciti, le intimidazioni, ma anche corrompendo chi è necessario. E se questa è la mafia, qui al Nord, in Liguria, significa che qualcuno gli ha aperto la porta, perché altrimenti non avrebbero avuto possibilità di aggiudicarsi appalti e/o subappalti, concessioni e licenze.
Nel ponente ligure da decenni si dice che c'è la mafia, vi erano anche al vaglio centinaia di nominativi su cui si evidenziava l'esigenza di misure quali la sorveglianza speciale, ma tutto restava fermo, nonostante i rapporti dei reparti investigativi. Vi è l'infiltrazione conclamata nel giro del Casinò così come in quello del commercio e quello del movimento terra, dell'edilizia, dei lavori pubblici e delle forniture. Ne abbiamo parlato più volte, ma si continuava col dire che erano presenza "invisibile", quando andava bene, oppure, quando era peggio, che si indicavano "noti imprenditori"...