Essere liberi, fare informazione, promuovere inchieste e avanzare denunce dettagliate contro corruzione, collusioni, conflitti di interesse, mafie e illegalità diffusa, significa non avere sostegni pubblici e comporta un costante isolamento, che si sta facendo sempre più pesante ad ogni bersaglio colpito nel segno.
Le inchieste che abbiamo promosso sono state più volte riprese non solo da alcuni coraggiosi giornalisti liberi, ma anche soprattutto da Reparti investigativi e Procure. Questo - anche con il contributo fondamentale delle segnalazioni che abbiamo raccolto da cittadini, commercianti, gruppi e comitati - ha dato in molti casi spunto ad un contrasto sul piano giudiziario oltre che civile.
Noi siamo e vogliamo restare indipendenti perché la lotta alle mafie, come ai reati ambientali ed alla corruzione non sono questione di parte o che coinvolgano una sola parte. Guardiamo a 360 gradi senza strabismi e senza tacere i fatti, considerando come principale dovere quello di non considerare nessuno intoccabile.
Abbiamo il vizio di fare nomi e cognomi, indicare fatti precisi, documentare quanto diciamo. Lo facciamo dando collaborazione ai reparti investigativi dello Stato, facendo denunce nelle sedi opportune ed anche - quando è necessario e utile a spingere attività investigative - pubblicamente sul web, come sul territorio. Lo facciamo in ogni ambito, anche quando si tratta di scoperchiare fatti che riguardano i settori di "controllo".
Questo nostro essere ed agire sappiamo che dà molto fastidio, anche a quanti, molto spesso, hanno piegato nobili battaglie come quelle per la "legalità", per l'ambiente e la lotta alle mafie, ai fini della propria parte o, anche solo, per conquistare spazi mediatici, posizioni, rendite.
Subiamo minacce, attacchi volti a delegittimarci. Ci mandano querele e citazioni in sede civile non perché diciamo il falso ma perché quello che scriviamo fa pensare male! C'è la volta che giungono piccoli sabotaggi e la volta che ti buttano addosso attacchi infamanti, c'è il tentativo di stancarti con le querele e con oscuramenti di pagine web o anche dell'intero sito. A volte per mano di qualcuno chi te lo aspetti, a volte da soggetti impensabili, che dovresti avere al tuo fianco.
Noi andiamo avanti, non chiniamo il capo e continuiamo ad agire e operare a 360 gradi.
Non accettiamo ricatti e non siamo in vendita... Non siamo disponibili a fare da paravento a questo o quel gruppo di potere in cambio di fondi. Non possiamo accettare la logica di ricevere contributi pubblici in cambio del silenzio sulle storture di quell'ente.
Fare questa scelta e lavorare in modo indipendente e libero però comporta costi da affrontare. Ridotti al minimo, ma sempre costi sono. Fare inchieste significa fare visure, significa l'uso del telefono, di una linea adsl, di spostamenti, trasferte, fotocopie, volantini, ricerche, materiali... E purtroppo si è soli!
Non abbiamo altre entrate se non quelle che giungono dalle sottoscrizioni e dalle donazioni. Senza fondi non possiamo né muoverci, né seguire adeguatamente le segnalazioni. Senza fondi ci si deve fermare, dicento stop alle inchieste nonostante i risultati raggiunti e quelli possibili.
Solo un piccolo sostegno da parte di molti può permettere di resistere ed andare avanti.
Ti chiediamo di aiutarci con quello che potrai e di diffondere ad altri questo appello... solo una rete libera può farcela.
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(riepilogo per anni: nel 2005 pari a 1.070,00 €, nel 2006 pari 4.427,00 €, nel 2007 pari a 1.476,00 €, nel 2008 pari a 4.105,00 €, nel 2009 pari a 3.052,00 €, nel 2010 pari a 9.370,00 €, nel 2011 pari a 7.706,39 €, nel 2012 pari a 6.348,00 €, nel 2013 pari a 8.205,00 €, nel 2014 pari a 7.772,00 €, nel 2015 pari a 3.310,00 €, nel 2016 pari a 3.734,00 € - sempre nel 2016 sono state raccolte sottoscrizioni specifiche per la copertura della spesa per il Ricoroso per Revocazione Sentenza Consiglio di Stato sullo scioglimento del Comune di Ventimiglia, pari a 7.775,20 € -, nel 2017 pari a 1.092,22 €, al 05.02.2018 pari a 793,00 €)
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