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La mappatura della Liguria
con le famiglie di 'Ndrangheta
e le radici di Cosa Nostra.
VAI ALLA MAPPATURA
Quella realtà di Diano Marina
che vorrebbe oscurare i fatti,
oscurando noi. Tutta la storia.
VAI ALLO SPECIALE
Le cementificazioni hanno un
prezzo come la mancata messa
in sicurezza del territorio
VAI ALLO SPECIALE
La messa in sicurezza latita,
la bonifica è lontana e qualcuno
vuole anche riaprire la Discarica.
VAI ALLO SPECIALE
La tenacia, capacità ed efficacia dell'operato della D.I.A. arriva ad un risultato senza precedenti nel contrasto al patrimonio mafioso ed all'operativativa di Cosa Nostra non soltanto nel supporto alla latitanza di Matteo Messina Denaro, ma anche nell'aggressione alle reti societarie, facenti capo direttamente a Nicastri ed ai suoi familiari, con cui si è sviluppata l'infiltrazione nel settore delle energie rinnovabili.
1 MILIARDO e 300 MILIONI di euro andati a confisca e misure di Sorveglianza Speciale per il NICASTRI Vito.
Il NICASTRI, al servizio di Cosa Nostra, ma anche della 'Ndrangheta, con società dal sud a Milano, non ha avuto scampo, anche grazie alle nuove normative adottate in materia di misure preventive di aggressione ai beni illeciti.
Oltre alle congratulazioni ed il ringraziamento alla DIA per questo straordinario risultato, auspichiamo che ora si possa procedere sulla galassia di altre "scatole cinesi" rappresentate dalle società "satelitti" del NICASTRI (e dell'altro "signore dell'eolico" VIGORITO) vengano finalmente colpite...
Pubblichiamo i documenti ufficiali dell'Operazione che documentano non solo il risultato raggiunto, ma anche lo straordinario lavoro promosso dalla DIA:
- il COMUNICATO STAMPA della DIA [formato .pdf]
- il DECRETO DI CONFISCA del TRIBUNALE [formato .pdf]
Ma come, questa ditta tanto "apprezzata" nel ponente ligure, che dopo l'interdizione antimafia della Prefettura (tre misure in totale!), aveva vinto un bel appaltino dal Comune di Ventimiglia (vedi qui), è finita come doveva finire, ovvero sotto sequestro? Si, grazie al lavoro della Guardia di Finanza e della DIA di Genova...
INCHIESTA DEDICATA ALLA MEMORIA DI ILARIA ALPI, MIRAN HROVATIN, NATALE DE GRAZIA
Jack Rocco MAZREKU era in Somalia nei giorni in cui, il 20 marzo 1994, a Mogadiscio, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, vennero assassinati perché "responsabili" dell'inchiesta sui traffici di rifiuti tossici ed armi che dall'Italia raggiungevano l'Africa. Era anche dove si consumò il mistero del JOLLY ROSSO dei MESSINA. C'era, legato all'ingegner Giorgio COMERIO che in casa, a Garlasco, aveva il certificato di morte originale di Ilaria Alpi ed un agenda del 1987 con annotato, nella data di affondamento del RIGEL, "lost ship" ovvero "nave perduta".
MAZREKU era legato alla "OCEANIC DISPOSAL MANAGEMENT INC. HOLDING S.A." (poi diventerà il legale rappresentante della GEORADAR) che promuoveva il progetto del COMERIO dei cosiddetti "PENETRATOR", siluri caricati di scorie nucleari e rifiuti tossici da sparare sui fondali marini... E' quel progetto di cui abbiamo già parlato pubblicando il video della cassetta vhs che venne sequestrata a casa del COMERIO [e di cui si è tornata ad occupare anche un'inchiesta di Exit - vedi qui). Era il progetto per cui elaborata la "modifica" del JOLLY ROSSO per renderlo una vera e propria "piattaforma di lancio"... La nave dei MESSINA (che di navi a perdere e di rotte pericolose non se ne fanno mancare), quel 14 dicembre del 1990 "spiaggiò" davanti ad Amantea, e portava rifiuti tossici che mai vennero trovati (spariti nel nulla, o meglio scaricati, trasportati ed interrati, velocemente, con l'aiuto della 'ndrangheta, da qualche parte a "seminare" tumori). Su quella nave vi erano i progetti già elaborati, le planimetrie per la "trasformazione" della nave MESSINA nel prototipo per seppellire sotto il fondale marino le scorie nucleari e rifiuti tossici, perché - sostenevano gli ideatori del gruppo - le norme internazionali proibivano di abbandonare rifiuti "sul" fondale marino, mica "sotto" il fondale.
Anche lì, chi, come il Comandante Natale De Grazia, osava indagare ed avvicinarsi ad una soluzione nascosta nel crocevia degli affari e traffici illeciti, che dalla Calabria sale in Liguria, ed in questo caso, arrivava tra le colline ed il golfo di La Spezia, morì, assassinato senza colpevoli, proprio come senza colpevoli sono gli omicidi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
La storia delle navi a perdere è una storia che si intreccia con le cosche della 'ndrangheta che, come sempre nella loro storia, annusavano il business che potevano accaparrarsi offrendo i propri "servizi" a faccendieri senza scrupoli, industrie e governi. E la storia di COMERIO con la OCEAN è la storia di rapporti indicibili e di accordi con Governi. Accordi che gli hanno garantito anche l'assoluta, di fatto, impunità. Secondo le indagini condotte dai Carabinieri, quello dei PENETRATOR ideati da COMERIO non era solo un progetto, ma una realtà concreta di missili lanciati in mare, che coinvolgeva 45 Stati, tra cui Iraq, Egitto, ex Jugoslavia, America Centrale, Sudan, Kenya, Sierra Leone... E la storia di JACK ROCCO MAZREKU è una storia si intreccia con quella di COMERIO e con rapporti indicibili che pare nessuno voglia indagare sino in fondo, mentre ha conquistato, grazie a gravi omissioni e irregolarità istituzionali, il controllo del più grande porto turistico del Mediterraneo (che come tutti i porti turistici, dopo la riforma del fu Ministro Claudio BURLANDO, si "auto controllano", avendo la società stessa con la concessione di gestione il compito di tenere il registro).
Oggi 6 dicembre 2011 inizia per JACK ROCCO MARZEKU un processo, di cui nessuno parla. Da Milano lo hanno trasferito a Lucca. E con questo lavoro cerchiamo, in modo molto semplice, di raccontare, come nessuno mai ha fatto la storia di MAZREKU, stando, come nostra abitudine, sui documenti ufficiali che possiamo produrre...
Con l'Operazione TETRAGONA i vermi dei RINZIVILLO e degli EMMANUELLO sono dentro... Costoro non si possono definire uomini e nemmeno bestie, come ogni altro mafioso, come ogni complice ed ogni servo.
Quello raggiunto dalla DDA di Caltanissetta, che ha coordinato l'indagine dello SCO e del GICO di Caltanissetta, è un risultato straordinario che consegna al carcere ed all'aggressione dei patrimoni due dei sodalizi mafiosi più pericolosi.
Era da tempo che aspettavamo che venisse inflitto questo colpo, come abbiamo ricordato anche alla luce del fatto che questa rete, ed in particolare il gruppo facente capo al MORSO Vincenzo, con il DI GENNARO ed il MONACHELLA, erano già stati mappati da una dettagliata inchiesta del GICO di Genova tra il 2007 e 2008. Ora auspichiamo che si riesce, in tempi rapidi, ad andare avanti e schiacciare le articolazioni territoriali che, soprattutto a Genova, restano ancora forti, ben infiltrate non solo nell'edilizia ma anche in quella cosiddetta "società civile", soprattutto nel territorio della Valpolcevera, lasciatagli a disposizione per decenni e dove hanno saputo promuovere non solo una "colonizzazione" ma anche un pesante condizionamento della vita sociale e culturale.
Adesso i vertici dell'organizzazione sono in carcere e bisogna approfittare, nel breve periodo, per smembrare radicalmente chi è rimasto fuori, per evitare che, ancora una volta, abbia il tempo di riorganizzare attività e struttura criminale.
Da questa mattina ci si è liberati di MORSO Vincenzo che era a capo della diramazione genovese della clan degli EMMANUELLO. Un verme che poteva essere schiacciato da tempo e che invece ha potuto godere, sino ad oggi, di quella libertà di manovra che gli ha permesso di perpetuare nei delitti. E con il MORSO ci si è liberati anche del MONACHELLA Emanuele detto Orazio...
Un altro passo avanti è stato compiuto contro quell'ancora consolidata attività al nord del gruppo mafioso che tra i clan Rinzivillo ed Emmanuello ha garantito a Cosa Nostra di perpetuare l'attività criminale e l'inquinamento dell'economia locale.
E' l'Operazione TETRAGONA, coordinata dalla DDA di Caltanissetta ed eseguita dallo SCO della Polizia di Stato, che a seguito di una lunga indagine di Sco e Gdf, ha portato all'esecuzione di 63 ordinanze di custodia cautelare in carcere e la disposizione del sequestro dei beni, tra cui ville, appartamenti ed aziende per un valore di oltre 10 milioni di euro.
Tra i nomi che spiccano, per Genova, vi sono i noti Vincenzo MORSO, Emanuele MONACHELLA e il cumpare Nunzio DI GENNARO, tutti già "mappati" anni fa dal GICO di Genova, insieme agli altri esponenti della "decina" riorganizzata e rafforzata (con anche un nuovo gruppo di fuoco) dopo i colpi inflitti al clan MADONIA nei primi anni Novanta...
Una delle società del Cavaliere era ad alto rischio. Lo annunciava il 21 agosto scorso il Sole 24 Ore, rilanciando la notizia apparsa sulla rete americana relativa a "circa 3 miliardi di dollari di indebitamento". Diffusasi la notizia Mediaset perse "l'1,6% in Borsa (dopo aver toccato una perdita di oltre il 2% a metà giornata)". I primi di novembre anche il Corriere della Sera dedica spazio alla crisi della società: "L'investimento in Endemol comincia a pesare a Cologno Monzese".
E la ENDEMOL è la società che produce alcune delle chicche (sic) della televisione italiana, quali: "il Grande Fratello", "La pupa e il secchione", "La Prova del Cuoco", "Chi ha incastrato Peter Pan?", "I migliori anni", "Soliti Ignoti", "Affari Tuoi", "Chi vuol essere milionario?", "Viva las Vegas", "Verdetto Finale".
Una società che si rispetti, sul mercato, vende prodotti che le permettano di incassare. Quindi manda in onda quel che "cattura" i telespettatori e cerca di promuovere prodotti di consumo che raccolgano il maggior numero di sintonizzazioni. Infatti alla fetta di pubblico dei programmi citati sopra, ha promosso anche "soap opere" come "Centovetrine" e "Vivere", e produce anche "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, così da acquisirsi anche una fetta di mercato ulteriore...
Lo avevano sempre indicato il Rosario CACI... quello che il Comune, con Prefettura (prefetto Giuseppe Romano) e Damanio, aveva lasciato rioccupare i beni confiscati di vico delle Mele. Lo avevamo affrontato e non ci siamo mai fatti intimidire quando si avvicinava minaccioso, quando indicava il presidente della Casa della Legalità come il responsabile, insieme al colonnello Riccio, delle sue disgrazie... o quando, mentre il Comune gli dava da un lato ospitalità in un albergo di Via Balbi e rilasciava al suo figliolo la licenza per un bar (dove c'era sempre, però, la signora Concetta ed il Rosario Caci a tenere i contatti), ad un giornalista diceva che lui non è mafioso (sic) ma che gli avrebbe fatto piacere vedere Abbondanza sciolto nell'acido. Il Gico con il pm Panichi della DDA aveva scoperto la sua nuova "casetta chiusa" nella centralissima via XX settembre, accanto ad un ufficio legale che naturalmente non si accorse di nulla... e recentemente siamo tornati a parlare di lui nell'approfondimento ed aggiornamento su "quella sporca 'decina'... " così come indicammo quella falsa invalidità per cui percepiva la pensione, ed oggi lo hanno arrestato con la sua combricola per contrabbando, sfruttamento della prostituzione e usura. Grazie quindi alla Guardia di Finanza!!!!
Ecco il Comunicato Ufficiale della Guardia di Finanza...
[IN CODA IL COMUNICATO STAMPA DELLA DIA E DEI CC, OLTRE AI LINK AI PRINCIPALI ARTICOLI, VIDEO E DOCUMENTI PRECEDENTI]
La Casa della Legalità esprime la propria soddisfazione ed il ringraziamento per l'arrivo in meno nove mesi alla confisca dei beni della famiglia CANFAROTTA che erano stati sequestrati il 3 luglio 2009 con l'Operazione antimafia "Terra di Nessuno" realizzata dalla DIA di Genova, con la collaborazione dell'Arma dei Carabinieri...
Ebbene sì, alla fine, la Discarica di Ponticelli pare proprio essere causa di guai seri per politici e pubblici amministratori, oltre che per i fratelli Pizzimbone. Noi ne avevamo parlato già diverse volte e già molto è stato scritto sugli amici di Dell'Utri nel libro "Tra la via Emilia e il Clan".
Adesso l'inchiesta della Procura pare stringere e, se non sarà fermata, porterà ad uno scrollone che giungerà sin dentro al Palazzo della Regione Liguria.
Partiamo dagli indagati della Provincia di Imperia, tra cui l'ex Presidente Gianni Giuliano, appena eletto in Consiglio Regionale con il Pdl. Con questi sono iscritti nel registro degli indagati anche Alberto Bellotti, già assessore provinciale all'Ambiente; Sandro Barla, ex funzionario provinciale ed oggi dipendente del Comune di Sanremo; Daniele Sfamurri, funzionario della Provincia, oltre a Franco Minasso, geometra della Provincia. A loro si affiancano come indagati della Procura anche Pierpaolo Pizzimbone, Davide Bianchi e Luigi Bianchi della Ponticelli srl.
L'accusa che accomuna i pubblici amministratori e funzionari è quella di abuso d'ufficio per il rilascio dell'autorizzazione a scaricare nell'area della discarica di Ponticelli. Su questi, stendo alle risultanze dell'indagine, si è accertato, come ricorda anche Il Secolo XIX che "dal 29 ottobre 2008 sino all'8 marzo scorso avrebbero commesso tutta quella serie di omissioni per favorire Pierpaolo Pizzimbone, Davide Bianchi e Luigi Bianchi, amministratori della Ponticelli s.r.l". Il reato per i magistrati è evidente: "nella consapevolezza dell'ingiusto vantaggio conseguente al comportamento abusivo, vantaggio che, nel caso in esame non poteva sfuggire ai funzionari pubblici, atteso che, col loro provvedimento illecito garantivano alla Ponticelli la continuità della gestione della discarica a seguito dell'ampliamento e, quindi, il conseguimento di cospicui profitti connessi alla gestione"...
L'AZIENDA
CHE HA
RESISTITO
ALLA
'NDRANGHETA,
DENUNCIANDO,
COSTRETTA
ALLA
CHIUSURA
PER LE
OMISSIONI
DEL COMUNE
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Tra sinistra,
'ndrangheta,
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le inchieste,
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QUELLA STORIA
CHE QUALCUNO
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nel disastro doloso
(ambientale e
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SIAMO DI NUOVO
OPERATIVI ONLINE
(IN ESILIO DIGITALE)
Dal 29 dicembre si è
lavorato sodo per
salvare i dati e portare il
sito in sicurezza all'estero.
Abbiamo cercato, già che
si doveva operare sul sito,
di rinnovarlo e migliorarlo.
Ci sono ancora alcune cose
da sistemare e lo faremo
nei prossimi giorni.
Ma intanto si riparte!
Andiamo avanti.
f.to i banditi
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DOSSIER SU
"PEDOFILIA
E OMERTA'
Savona,
chi sapeva ed
ed taciuto su don
Nello Giraudo?"
con documenti
dell'inchiesta su
don Nello Giraudo
e documenti interni
della Chiesa
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