Mi sono chiesto più volte
perchè mai Manuela Cappello dovesse sentirsi "obbligata" ad avvicinare persone
e "suggerire" loro di non
frequentarmi....................Forse temeva che mi interessassi di lei e delle
gesta della sua "camarilla"
familiare!! Nota: la "camarilla" è
un gruppo di persone che hanno influenza
su esponenti politici e che la usano per scopi di vantaggio personale
L'immobiliare
di un "grillino storico" coinvolta in un'inchiesta delle Fiamme
Gialle
Questo
l'articolo de "Il Secolo XIX" di domenica 7 agosto 2010: Indagine
su un'immobiliare e una serie di contratti RUDERI-TRUFFA
PER SOCIETA' ENDAS, SCATTA L'INCHIESTA DELLA FINANZA
C'è il contratto
rebus e ci sono le ristrutturazioni fantasma; c'è la richiesta di
una maxi-caparra e una girandola (molto) inquietante di documenti non
firmati, di permessi che mancano, di agibilità mai concesse, di
telefonini che squillano a vuoto. E soprattutto c'è un sospetto
concreto, sul quale stanno lavorando i finanzieri del Gruppo
Genova...
Esiste una rete articolata di truffe ai danni di società
no-profit, imbastita sulla buona fede di chi deve trovare una sede in
fretta, rischiando di finire nelle mani di qualche immobiliarista
(perlomeno) spregiudicato? Il nuovo fronte di accertamenti, i
riflettori accesi sottobosco dagli affitti di capannoni o presunti
immobili d'uso commerciale a chi in realtà non sta avviando una vera
e propria attività commerciale e potrebbe essere poco ferrato in
materia, è stato aperto dalle Fiamme Gialle: a originarlo è stato
un esposto contro la società "VERDE
RIVIERA srl", cui si era rivolto un gruppo di
persone che voleva mettere su un centro Endas (ente nazionale
democratico di azione sociale) con annesso spazio ristorazione. Sulle
prime si era pensato a un caso isolato, che valeva comunque la pena
descrivere. Ma lavorando sui vari personaggi che si sono via via
susseguiti nell'odissea, ecco saltare fuori un paio di nomi che hanno
fatto drizzare le antenne agli investigatori. La base dell'indagine è
comunque rappresentata dal mezzo incubo vissuto dai quattro soci che
speravano di sistemare la sede del loro circolo in via Profondo,
alture di Pegli. Esaminati un po' di annunci, la scelta era caduta su
un immobile di circa 280 metri quadrati, proposto a 900 euro al mese.
Prezzo decisamente abbordabile, zona piuttosto impervia e primi
contatti con la società che lo aveva proposto. Dopo una serie
d'incontri più o meno complessi, dopo il "ricarico" sul prezzo
originario di un'Iva con ogni probabilità non dovuta, ecco
materializzarsi l'incubo.
All'interno di quello che aveva le
sembianze d'un grande capannone, sono state ravvisate perlomeno
trenta "lacune" in materia di sicurezza, assenti i cassetti di
derivazione per l'impianto elettrico, inesistente un sistema di
riscaldamento, spunzioni di rame posizionati come fossero "baionette"
(testuale) e insomma: un dossier fotografico dettagliatissimo ha
fatto sgranare gli occhi pure ai finanzieri. Senza dimenticare che
l'immobiliare aveva chiesto una specie di fideiussione da 10mila
euro, ripiegando in seguito su un congruo anticipo. E' possibile che
le "vittime" alla fine siano riuscite a farsi restituire un po'
dei soldi ma le denunce su cui lavorano i militari - riferite a
società diverse e a contratti diversi - hanno un denominatore
inquietante. Quanto è estesa la "zona grigia" di locali
pseudo-commerciali, da affittare con poche garanzie a chi vuol creare
circoli? Soprattutto: quali personaggi, o peggio organizzazioni, si
muovono dietro questo tipo di affitti-truffa? Matteo
Indice
Per approfondire un attimo si deve certamente partire
dal documentato esposto depositato alla Guardia di Finanza sulla
"VERDE RIVIERA srl".
Questa immobiliare, con sede in via Cesare 12/5 a Genova, vede come
soci i componenti della famiglia GRAPPIOLO.
I protagonisti indicati nell'esposto sono la signora Alba SACCANI
ved. GRAPPIOLO, amministratore dell'immobiliare, ed i figli Giacomo
ed Alessandro
GRAPPIOLO. Con loro il loro
"consulente", il rag. GALEANO,
con studio presso la sede dell'immobiliare VERDE RIVIERA, ovvero in
via Cesarea 12/5 a Genova.
Questo specifico capitolo
dell'inchiesta della Guardia di Finanza su cui si sofferma l'articolo
de Il Secolo XIX parte nel maggio scorso dalla lettura sul web
dell'annuncio da parte dei promotori del Circolo. Nell'annuncio di
allora era indicato il locale di via Profondo 16 a Genova, di 280 mq,
con una richiesta di affitto di 900 euro al mese. Per i contatti
veniva indicato un "privato", ovvero Giacomo con il numero
telefonico 3357855219. (Oggi l'annuncio è sempre presente in rete -
vedi
qui
- con l'indicazione del medesimo numero telefonico ma con una
richiesta di affitto di 1.400 euro mensili!)
I responsabili
del neonato Circolo chiamarono il numero dell'annuncio e gli rispose
Alessandro GRAPPIOLO
che si qualificò come il fratello di Giacomo
e fissò lui l'appuntamento a cui andò lo stesso con il
"consulente".
Si legge nell'esposto: "Tale
persona ci fece accedere ai locali ed appena entrati , nonostante il
locale fosse di nostro gradimento, notammo che all'interno dello
stesso erano mancanti parte degli impianti di riscaldamento oltre a
dei fori in alcune zone delle pareti ed altre varie anomalie meglio
descritte più avanti. Confermammo che il
locale era di nostro gradimento ma chiedemmo chiaramente esito delle
lavorazioni che sembravano fossero esclusivamente di finitura e il
Sig. Alessandro (come tale si era identificato) ci rassicurò dicendo
che nel tempo in cui noi avessimo deciso se affittare il locale loro
avrebbero provveduto ad ultimare i lavori.
Confortati da tale
dichiarazione gli riferimmo che ci avremmo pensato sopra e in un paio
di giorni avremmo dato risposta, a tale nostra affermazione lui
rispose che avevano un altra persona interessata che da oltre un anno
ci stava pensando ma avrebbe provveduto a sollecitarlo per avere
risposta dallo stesso e entro fine settimana ci saremmo risentiti per
dirgli noi se ci interessava e lui se il locale era privo di altri
acquirenti. A tal proposito ci saremmo sentiti entro fine della
settimana (la settimana era quella compresa tra il 03/05 ed il
09/05)".
Avuta la disponibilità del locale l'11 maggio
i promotori della nuova associazione chiesero l'appuntamento per
procedere con il contratto. E su questo leggiamo, sempre
nell'esposto: "Per tale incontro noi ci rendemmo
immediatamente disponibili e loro fissarono un primo incontro presso
lo studio del Rag. GALEANO (sito
in Genova via Cesarea 12/5 al 3° piano)
indicandoci lo stesso ragioniere come loro consulente, ove sarebbe
intervenuta la Sig.ra Alba SACCANI
(definitasi Amministratore delegato della società
a cui apparteneva il locale e madre del Sig. Grappiolo
Alessandro) per vedere se si sarebbe trovato
accordo per la locazione a noi interessante.
A tale incontro
(avvenuto in data 14/05) partecipò tale Sig.ra Alba SACCANI ed un
altro signore (Giacomo - quello dell'annuncio - mai visto prima,
altro figlio della signora) i quali ci riconfermarono che il locale
era disponibile ed alla nostra richiesta se tutta la documentazione
inerente il locale (certificazione degli impianti, accatastamento, e
normative edili in vigore per legge) erano a posto (domanda da noi
determinata in quanto la nostra associazione avrebbe aperto anche un
servizio ristorazione e quindi sarebbe stata soggetta ai controlli
ASL e VVFF), ci risposero che era tutto in regola ed al momento
opportuno ce le avrebbero fatte avere in copia.
A tal proposito la
signora Saccani provvise ad informarci che sul prezzo dell'affitto
avremmo dovuto aggiungere l'I.V.A. in quanto loro erano società e
pertanto dovevano fatturare nonostante noi in qualità di
associazione non abbiamo l'obbligo di ricevere fattura (anzi
risulta un costo in quanto non abbiamo possibilità di scaricarla). A
tale precisazione io affermai che pero l'obbligo di fatturazione
non dipendeva dal fatto se loro erano società o meno ma dal tipo di
accatastamento dell'immobile poiché la legge impone che se il
fabbricato risulta essere accatastato in categoria A (abitativo
residenziale) ne eravamo esenti ma loro controbatterono che il locale
era "sicuramente" di categoria C (commerciale) e ne erano sicuri
nonostante continuassero ad essere sprovvisti delle certificazioni a
loro mani in quel momento ma che le avrebbero esibite al momento
della stipula del contratto di locazione. A
questo punto la signora ci informava anche che avrebbero voluto delle
garanzie sulle nostre persone e pertanto immediatamente consegnai
loro una recente visura della Camera di Commercio di Genova che
indicava la mia persona senza protesti o problemi di alcunché e mi
rendevo disponibile a fornire loro anche un estratto del casellario
giudiziale tramite il Tribunale, ma la loro richiesta di garanzia non
era inerente alle documentazioni (che peraltro trattennero) ma
esclusivamente alla questione "amministrativa" (volevano o più
soldi o addirittura una fideiussione a loro garanzia della durata di
1 anno - praticamente volevano 10.800,00 € di acconto). A
tale richiesta chiaramente ci opponemmo in quanto ci risultava che la
legge vietasse il versamento di tale acconto ma che avremmo
contattato le nostre banche per vedere per la fidejussione. Il
Rag. GALEANO (il loro consulente) chiese anch'esso in più battute
ai proprietari del locale se le autorizzazioni ed i permessi di
agibilità dei locali erano a posto e sempre ottenne anch'egli la
stessa risposta - tutto era in ordine, ed il locale era accatastato
come commerciale - la documentazione avrebbero provveduto a
portarla alla stipula del contratto."
L'incontro
per la firma del contratto avvenne il 15 giugno 2010 e nuovamente non
vi era traccia della documentazione richiesta dai responsabili del
Circolo (certificati di agibilita del locale, certificato catastale
di assegnazione categoria dell'immobile, certificazioni degli
impianti, pianta dei locali, etc.) che appositamente chiedevano di
inserire nel contratto un apposita precisazione per cui i locatari
dichiaravano nel contratto quanto affermavano a voce, ovvero che
tutto era conforme alle normative vigenti e gli impianti erano
certificati. L'immobiliare VERDE RIVIERA avrebbe voluto il pagamento
di tutta la mensilità di giugno dovette ripiegare anche perché lo
stesso loro "consulente" espresse che non era possibile far
pagare un affitto per un periodo in cui il locale non era stato dato
in locazione, ma ha richiesto ed ottenuto il pagamento di tre
mensilità anticipate più il mese in corso per un totale di 2.700
euro + 450 euro oltre ad Iva per 90 euro). All'atto della firma del
contratto venne comunicato che le chiavi erano in possesso
dell'operaio che si era occupato di concludere i lavori (sic) e che
contattato era pronto a consegnarle.
Firmato il contratto
non veniva consegnato in copia ai rappresentanti del neo Circolo in
quanto si dichiarava che lo avrebbero consegnato dopo la
registrazione dello stesso (l'unica copia che questi hanno avuto è
una copia non firmata e con l'impegno della SACCONI di consegnargli
quello registrato il 16 o al massimo il 17 giugno). Venne consegnato
l'assegno alla VERDE RIVIERA srl (che forni anche gli estremi per i
futuri paganti sul conto presso il Monte dei Paschi di Siena) che
verrà poi incassato la mattina seguente.
Quindi avute le
chiavi del locale, si legge ancora nel lungo esposto: "Il
giorno giovedi 17/06/2010 mattina mi recai finalmente presso il
locale affittato ed una volta giunto sul posto mi resi subito conto
che la scala di accesso al locale risultava priva di alcune
protezioni che la rendevano inagibile (mancanza di griglie a
pavimento con il pericolo di caduta delle persone ed addirittura
distacchi delle ringhiere dalle pareti di oltre 50 cm che
permettevano alle persone di cadere e fare un volo di oltre 4 m di
altezza) e sicuramente non sicura per l'accesso delle persone nei
locali della associazione.
Una volta aperta la porta del locale
(se di porta si può parlare) trovai il locale da noi affittato in
una condizione talmente disastrata che parlare di inagibilità credo
sia solo migliorativo rispetto alla reale situazione.
Il locale a
noi affittato era in una condizione tale che non solo non ci
permetteva di usare lo stesso per l'accesso delle persone in
sicurezza ma ci inibiva addirittura la possibilità di procedere con
i lavori di preparazione. Immediatamente iniziammo a provare a
contattare il sig. GRAPPIOLO e/o
la signora SACCANI
ma come di consueto nonostante i telefoni risultassero liberi non
ricevemmo alcuna risposta.
Le condizioni degli impianti erano
oscene, non solo gli impianti non erano a norma ma in alcuni casi
addirittura non c'erano, proverò ora a fare un elenco di quanto
risultante al momento dell'ingresso nel locale: (omissis)
Per
gli impianti elettrici non ci sono parole a descriverlo, a
prescindere che tutte le accensioni si trovano a distanze di oltre
10/15 metri dai punto di accesso del locale (cioé nel momento in cui
si accede dalla porta per poter arrivare al pulsante di accensione
bisogna percorrere circa 6 metri di strada al buio prima di attivare
l'illuminazione della prima parte del locale ma per accendere la
seconda parte allora di metri al buio ne dobbiamo percorrere circa 15
e per la terza zona altri 10), non esiste assolutamente illuminazione
sulla scala di accesso con la pericolosità che ne consegue oltre a
quando detto della stessa scala poc'anzi.
Non vi sono
assolutamente nessun genere di cassetti di derivazione (necessari
all'ingresso del locale e all'ingresso di ogni vano secondo le
normative dei vigili del fuoco per tutela in caso d'incendio), il
contatore generale non si sa tutt'oggi dove sia e il salvavita (dal
quale esce e pende una spina industriale??) si trova a oltre 10 mt
dall'ingresso del locale quindi assolutamente inaccessibile in caso
di pericolo, tutte le caverie dell'impianto elettrico passano a
pavimento (dietro il famoso zoccolo) a 0 cm da terra, sia la forza
motrice che l'illuminazione che gli impianti citofonici (si può
facilmente capire la pericolosità in caso di allagamento del locale
cosa peraltro non difficile visto che è un colabrodo e visto che e
gia avvenuto detto anche dai proprietari che ne motivano il
rigonfiamento del pavimento) ed in alcuni punti passano attaccati ad
alcuni tubi idraulici che in caso di perdita potrebbero addirittura
portare alla folgorazione gli inquilini dei piani
sottostanti.
Ovviamente vi sono vari punti con caverie volanti
appese senza ulteriori specificazioni ma sicuramente inerenti ad
essere impianti elettrici isolati con una punta di nastro carta.
Attacchia caldaie con tubi volanti non fissati senza guaine tantomeno
crene o canaline a norma.
(omissis)"
Quindi: "Una
volta accertato tutto quanto qui menzionato ed in merito ai fatti
sopradescritti abbiamo ... immediatamente cercato in tutte le maniere
di metterci in contatto con i proprietari del locale per chiedere
spiegazioni in quanto il locale a seguito di quanto ivi descritto
risulta assolutamente inagibile, ne tantomeno utilizzabile da noi in
qualità di locale commerciale ne tantomeno come sede di una
associazione nella quale dovrebbero svolgere dei cittadini la loro
vita sociale.
Chiaramente nonostante le nostre innumerevoli
telefonate sia all'ing. GRAPPIOLO sia alla signora SACCANI nessuno
risultava essere rintracciabile (telefoni con linea libera ma nessuna
risposta).
Finalmente il giorno sabato 19/06/2010 in mattinata mi
arrivava una telefonata dall'altro sig. GRAPPIOLO Giacomo che mi
contattava per (forse) farmi avere la piantina dei locali (chiesta
peraltro oltre un mese e ½ prima) e immediatamente lo mettevamo a
conoscenza della situazione (mancanza del contratto a nostre mani-
... -, mancanza delle certificazioni degli impianti a noi comunque
necessarie da consegnare agli enti per le volture dei contatori luce
gas, completa inagibilità dei locali e richiesta del motivo per cui
non avevano finito i lavori ma avevano pero preso i soldi e
consegnato le chiavi) ed alle nostre richieste il sig Giacomo
rispondeva che lui non era a conoscenza di nulla e che avremmo dovuto
conferire o col fratello o con la madre, ma che "casualmente" il
fratello non era disponibile e la madre si trovava a Bruxelles in
visita alla figlia. A questo punto noi
abbiamo insistito per un immediato incontro sul posto in quanto la
situazione era grave, noi non avevamo la documentazione che di legge
ci dovevano consegnare, il locale non poteva essere occupato in
quelle condizioni abbiamo dovuto effettuare 2 traslochi per tutto il
materiale audio visivo di un valore di oltre 20.000,00 €, abbiamo
dovuto bloccare un ordine di consegna arredamento per oltre 5.000,00
€ che sarebbe dovuto arrivare nei prossimi giorni ma sopratutto ci
avevano ingannati.
Ancora una volta come per miracolo il fratello
(che era irrintracciabile ) ha preso in mano la cornetta del telefono
e ci ha semplicemente dichiarato che lui il locale ce lo aveva
consegnato cosi come era e tanto i lavori non li avrebbero mai fatti,
e dopo una discussione durata quasi ½ ora l'unica soluzione per
lui (che comunque aveva altro da fare e non era disponibile ad un
incontro) era che o accettavamo il locale cosi o eventualmente
secondo la sua disponibilità ci avrebbero fatto sapere quando ci
saremmo potuti incontrare ed eventualmente strappare il contratto ma
sicuramente non prima di una decina di giorni. Alla nostra richiesta
di un incontro immediato pena una nostra denuncia alle Autorità
allora provvedeva a fissarci un incontro con il fratello Giacomo (lui
era in partenza per l'estero e la madre lo era già - a Bruxelle
in visita alla figlia - e sarebbero stati via fino ad almeno martedì
22/06/2010) per lunedì 21/06/2010 alle ore 15.00 presso il
locale. Logicamente (data l'inconsistenza di
sicurezza della porta di accesso al locale in plastica e mezza
scardinata) il giorno domenica 20/06/2010 abbiamo nostro malgrado
dovuto rimuovere tutto il materiale già da noi portato sul posto.
Il
giorno 21/06 ... ci siamo recati sul posto e incontrato il sig.
Giacomo dopo avergli spiegato la situazione (di cui lui peraltro era
già a conoscenza) con lo stesso abbiamo ribadito la necessità di
risolvere il problema immediatamente e lui ci ha risposto che i
lavori non erano stati fatti in quanto non avevano soldi e ci ha
garantito che nell'arco di 24 ore avremmo potuto incontrare la
madre in quanto era già in viaggio di ritorno (le parole esatte sono
state " mia madre e di ritorno da Bruxelles è solo questione di
ore, appena sò a che ora arriva in treno vi chiamo e comunque entro
domattina").
Come potevamo immaginare, ciò non è avvenuto e
anzi abbiamo dovuto nuovamente noi chiamare ripetutamente tutti e
nuovamente abbiamo avuto il contatto con il sig. Alessandro GRAPPIOLO
(ormai il giorno 22/06) che ci informava che dovevamo aspettare
perché la madre era in Svezia (dal treno di rientro da Bruxelles
casualmente era finita in Svezia) e probabilmente sarebbe rientrata
giovedì 24/06 comunque ci avrebbero fatto sapere.
Ormai stufi di
essere presi in giro da tali persone il giorno 22/06 alle ore 16.30
circa ci presentavamo quindi presso lo studio del Rag. GALEANO in
quanto indicato sul contratto come sede legale della ditta di cui la
signora SACCANI e Amministratrice Delegata (a questo punto non siamo
piu sicuri nemmeno di questo) per ottenere almeno copia del contratto
di locazione stipulato e firmato in data 15/06/2010 e di cui avremmo
dovuto ricevere copia registrata in data 17/06 dalla sorella della
signora SACCANI (scomparsa anch'essa e della quale non abbiamo piu
notizie).
Presentandoci presso lo studio un dipendente ci ha
riferito (dopo essersi recato nell'ufficio del ragioniere) che il
ragioniere non era presente e gli aveva riferito che non potevano
darci nulla senza la presenza della signora SACCANI e non sapevano
altro e avremmo dovuto metterci in contatto con lei. A questo punto
abbiamo lasciato il nostro recapito al dipendente (che peraltro lo
aveva già) informandolo che il documento era un nostro diritto
averlo senno ci saremmo rivolti alle Autorità e lo stesso dipendente
ci assicurava che più tardi quando fosse rientrato il ragioniere ci
avrebbe chiamato.
Ad oggi non abbiamo più alcun genere di
notizia.
I signori hanno incassato l'assegno il mattino
successivo all'emissione e dallo stesso giorno sono scomparsi
tutti.
(omissis)"
Da quello che è dato sapere dopo
il deposito dell'esposto alla Guardia di Finanza i signori si sono
fatti vivi ed hanno riconsegnato l'ammontare dell'assegno incassato,
senza riconoscere i danni arrecati, ed il contratto (che non era
stato registrato!) è stato stracciato.
Ora
la Finanza continua il suo lavoro su questo episodio e su altri ma la
cosa davvero particolare è che uno dei signori della VERDE
RIVIERA SRL sia anche uno dei
"paladini" della correttezza... Infatti Giacomo
GRAPPIOLO è uno dei "grillini"
storici a Genova, promotore con la moglie Manuela
CAPPELLO (già
consigliere comunale e assessore provinciale a Genova per l'Italia
dei Valori ed ora consigliere
comunale indipendente a Genova)
del "Gruppo Storico degli
Amici di Beppe Grillo" a
Genova,
che si prefigge tra i propri obiettivi quello di una lista civica "5
stelle" del MoVimento di Beppe Grillo per le prossime elezioni.
Dopo l'era dei "furbetti
del quartierino" si è passati a quanto pare a quella dei "furbetti
del mettupino" ed è davvero triste come storia, indipendentemente
dall'esito giudiziario che avrà, perché l'accaduto, esposto e
documentato con dovizia alla Finanza, dimostra l'assenza totale di
etica e di rispetto per gli altri al solo fine dei propri affari, da
parte di chi si presenta come seguace del grande "moralizzatore",
ieri Antonio Di Pietro
ora Beppe Grillo. Ma
questa, come siamo abituati, non è una novità, basterebbe aprire
bene gli occhi!
L'articolo qui riportato sul sito di ORAS - clicca qui
Dal 29 dicembre si è lavorato sodo per salvare i dati e portare il sito in sicurezza all'estero. Abbiamo cercato, già che si doveva operare sul sito, di rinnovarlo e migliorarlo.
Ci sono ancora alcune cose da sistemare e lo faremo nei prossimi giorni. Ma intanto si riparte! Andiamo avanti. f.to i banditi
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"PEDOFILIA E OMERTA' Savona, chi sapeva ed ed taciuto su don Nello Giraudo?"
con documenti dell'inchiesta su don Nello Giraudo e documenti interni della Chiesa