Girolamo D'Anna,
capostipite della
famiglia mafiosa, cognato del potente boss
Tano Badalementi mandante dell'omicidio di Peppino Impastato,
già latitante e coinvolto nel
Maxi Processo istruito
dal Pool di Falcone-Borsellino-Caponnetto, passa le giornate con il
codazzo facendo
il giro dell'ombra ai tavoli dei bar di
Piazza
Duomo a Terrasini. Da mattina a sera il posto cambia a seconda di
dove non batte il sole... e con lui si sposta, naturalmente, tutto il
codazzo.
Il girovagare per lui è una costante di vita... da
quaraquaqua che è,
mica ci si può aspettare altro. Lui è
sempre legato ai vincenti,
ben allineato a chi detiene lo scettro del comando,
don Tano, i
Corleonesi e così via... girovaga in quella terra di confine che
è Terrasini. Qui la "competenza" è sempre contesa. Adesso tra
il
mandamento di San Lorenzo, che fa capo al
clan Lo
Piccolo e
quello di Partinico dei Vitale che dopo gli
arresti hanno visto pure na sorta di "commissariamento" con il
boss latitante
Domenico Raccuglia che detiene la leadership su
Partinico-Borghetto e sfugge alle condanne (ed al carcere a vita)
dal 1996.
Il
boss
Girolamo "girovago" D'Anna, tra gli interessi nella
cava che gli fu confiscata, vede una famiglia che proprio sembra non
voler stare quieta in questa terra di confine. Il nipotino
Nicolò
D'Anna si era fatto anche una bella discarica abusiva di 7000 mq
proprio vicino alla cava che lo Stato sequestrò al nonnino e che
doveva essere riempita se solo l'Amministrazione comunale avesse
voluto dare seguito alla riconquista del territorio alla piena
Legalità. Ma niente, qui girarsi dall'altra parte è la
costante.
Ma d'altronde qui
in terra di Terrasini la mafia
è potente. E' proprio
"l'africano di Terrasini", con
cui si apre il libro "Mafia Pulita", che ha fatto gli interessi
di Cosa Nostra per il grande riciclaggio e gli affari internazionali.
Sì, quel
Vito Lorenzo Palazzolo che dalla sua fuga in
Sudafrica, dove ha assunto il nome di
Robert Von Palace
Kolbatschenko, quale latitante "eccellente", continuava ad
avere rapporti e
seguire gli affari direttamente del vertice di
Cosa Nostra, da Riina a Provenzano...
E questa è una
terra di confine dove ancora gli omicidi si consumano e solo le nuove
collaborazioni di giustizia fanno emergere come, ad esempio, con
posti di blocco di finti poliziotti, si consumava il rapimento e poi
l'omicidio di
Giampiero Tocco di Terrasini (strangolato e poi
sciolto nell'acido), da parte dei Lo Piccolo per "sanare"
l'uccisione compiuta dal Tocco di
Giuseppe Di Maggio, figlio
del boss di Cinisi, Procopio Di Maggio.
E qui
frequentare i
mafiosi, intrattenere rapporti costanti e plateali, sedersi al
loro fianco
è normale per i mezzi uomini che, per sete di
briciole di potere, si mostrano
inclini al compromesso morale,
ignorando il puzzo di mafia. D'altronde la "scusante" a
questi cosiddetti individui l'ha data lo stesso Sindaco di
Terrasini, Girolamo Consiglio, all'emittente Telejato, quando ha
affermato, poche settimane fa, che
la mafia c'è a Terrasini, come
vi è negli altri Comuni...
come a dire: tranquilli, è tutto normale, nessun problema!
La
cosa interessante quindi è che
con il mafioso Girolamo D'Anna
- citato come tale, "mafioso", anche nel libro di Salvo Vitale
"Peppino Impastato una vita conto la mafia", oltre che negli atti
dell'inchiesta del Pool Antimafia di Palermo -,
si vede spesso
sedere al suo fianco Nicola Sacco,
stretto collaboratore
proprio del Sindaco di Terrasini, Consiglio, e
componente del
Nucleo di Valutazione del Comune di Terrasini che deve "valutare"
e quindi premiare l'operato dei funzionari della Pubblica
Amministrazione!
Nulla vale per certa gentucola a
Terrasini che l'attività mafiosa della famiglia D'Anna sia risaputa e,
come diceva Paolo Borsellino, non si necessita di condanna
definitiva quando vi sono chiari elementi che indicano la mafiosità
o la complicità con la mafia... dovrebbe essere la politica, la
società civile, per prima ad isolare tali soggetti,
indipendentemente dall'aspetto penale, giudiziario.
Ma qui, a
Terrasini, l'insegnamento di Paolo Borsellino proprio non vale un
fico secco. Anzi.
Ed è così che per
fare compagnia al
vecchio boss Girolamo "girovago" D'Anna, che con la sua
famiglia ha fatto da codazzo al potente di turno in Cosa Nostra,
vi
è un codazzo che con lui si sposta con l'ombra. Oltre al
Nicola
Sacco, possiamo trovare l'
editore e direttore del giornale
locale "La Gru", Silvio Ruffino, come anche, ad esempio, il
più volte amministratore pubblico dagli anni '70,
Nino Maniaci,
oggi del Mpa del presidentissimo Lombardo.
Niente da dire
di più, per ora, visto che
tale codazzo di girovaghi a Terrasini
si commenta da solo... solo una cosa è utile segnalare ancora.
Se il Sindaco di Terrasini ha scelto di non vedere certe cose,
ignorando il puzzo di quella mafia che si infiltra come un verme
strisciante, noi scegliamo come sempre di denunciarla e indicarla, e
per questo, non possiamo proprio accettare quel bene confiscato che
l'amministrazione comunale di Terrasini, ha espresso intenzione di
assegnare alla Casa della Legalità ed all'associazione Familiari
delle Vittime di Mafia. Noi non "girovaghiamo" alla ricerca
dell'ombra... puntiamo fari e riflettori per fare uscire dall'ombra
chi ci si mette, perché siano ben visibili i boss ed i codazzi che
gli vanno dietro.
Come diceva Peppino,
la mafia è una montagna di merda e puzza... come fa il Sindaco di Terrasini a non sentirne il nauseabondo odore?