Testimoni di giustizia: chiarimenti su dati, importi e
circostanze riportati nell'articolo 'Noi, traditi due volte' pubblicato sul
Corriere della Sera dell'8 luglio 2008...
Ieri il
Corriere della Sera ha dedicato due pagine ai
"testimoni di giustizia", col titolo
"Noi, traditi due volte", basate
su dati contrari al vero. A titolo di esempio, sono sufficienti due vicende,
che vengono descritte come emblematiche dell'abbandono:
Una riguarda Domenico Noviello, che nel 2001 è stato coraggioso teste di accusa
nel processo contro i casalesi, e che due mesi fa è stato ucciso a Castel
Volturno. Nell'articolo si legge che nel 2003 egli ha subito la revoca del
programma di protezione
"perchè secondo la commissione centrale di
protezione (ministero dell'Interno) non correva più rischi". Noviello non
è mai entrato nel programma di protezione, e mai una Procura della Repubblica
ha formulato istanze in tale senso. A maggior ragione, non ne è mai stato
estromesso.
L'altra vicenda riguarda Giuseppe Masciari, che viene intervistato dal
Corriere,
quale esempio del "tradimento" dello Stato. Masciari è stato ammesso al programma
di protezione il 17 marzo 1998, su proposta della DDA di Catanzaro, insieme con
la moglie e con i figli. Al termine di una complessa istruttoria, con ripetute
audizioni del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, del curatore e del
giudice delegato del fallimento, la Commissione sui programmi di protezione,
all'epoca presieduta dal sottosegretario dell'Interno on. Alfredo Mantovano, il
27 ottobre 2004 ha
formulato la seguente definizione del programma: a) € 1.293.418,60, per la
chiusura del fallimento, per far ottenere a Masciari la riabilitazione; b) €
267.400 per capitalizzazione delle misure di assistenza economica; c) €
18.870 per Masciari e € 29.670 per la moglie a titolo di danno biologico,
risultanti da perizia medico - legale; d) mantenimento del contributo di lire
388.631.000, deliberato dal Commissario antiracket il 23 marzo 2000,
finalizzato a far riprendere alla moglie il lavoro di odontoiatra (nel servizio
si legge invece della
"impossibilità" per la signora Masciari di
"esercitare
la propria professione"), e mai utilizzati in quella direzione; e) proroga
del programma di protezione nei confronti di Masciari e del suo nucleo
familiare. Masciari ha rifiutato questa soluzione, impugnandola davanti al Tar
del Lazio (che non si è ancora pronunciato).
Durante il Governo Prodi la posizione di Masciari è stata nuovamente esaminata
dalla Commissione, presieduta dal Viceministro dell'Interno, on. Marco Minniti.
Il 24 aprile 2008 essa ha adottato la seguente deliberazione: a) € 1.293.418,60
per la chiusura mediante concordato fallimentare; b) € 287.200 a titolo di
capitalizzazione; c) € 25.287 per Masciari e € 39.760 per la moglie a titolo di
danno biologico (comprensivo di interessi e rivalutazione); d) lire 388.700.000
(€ 200.711,16) a titolo di conferma della somma già erogata alla moglie per
l'avvio dello studio dentistico; e) € 200.000, calcolata forfetariamente, per i
figli di Masciari; f) € 1.639.131,88
a titolo di mancato guadagno; g) € 300.000 per mutuo a
tasso agevolato; h) prosecuzione delle misure di protezione e di assistenza per
un ulteriore biennio. Si è trattato della ipotesi di definizione più ampia mai
riconosciuta a un testimone di giustizia (quasi tre milioni e mezzo di euro!).
Al momento il testimone è inserito nel programma di protezione, con assegno di
mantenimento in relazione a un nucleo familiare di 4 persone e alloggio a
carico del Servizio di Protezione. Nonostante questo Masciari si definisce
"clandestino" e il
Corriere della Sera rilancia tale qualificazione
senza sentire la necessità di verificarne la fondatezza.
Prima del 2001 l'assenza di una linea di confine netta fra collaboratori e
testimoni di giustizia ha provocato gravi danni a questi ultimi. Altrettanto
certo è però che, dopo la legge del 2001 e in applicazione di essa, chiunque
abbia governato, il trattamento dei testimoni di giustizia è profondamente
cambiato: né è riprova la circostanza che i nuovi ingressi nel programma sono
quadruplicati in sette anni. Continuare a trasmettere l'immagine che viene
fuori, senza alcun aggancio di realtà, dal
Corriere della Sera di ieri
non rende un servizio alla verità e scoraggia chi intenda affrontare un
percorso difficile, ma non da "clandestino".