Il quartetto della Giunta delle Betoniere Roventi

Claudio
Burlando
-pd-
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Carlo
Ruggeri
-pd-
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Franco
Zunino
-rif.com.-
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G. Enrico
Vesco
-com. it.-
|
Questa mattina siamo stati in
Regione per chiedere il blocco degli emendamenti del Piano Casa e che
questi sia modificato come richiesto dalle osservazioni delle
associazioni ambientaliste, da WWF a Italia Nostra, e che venga
sancito formalmente nella Legge regionale del Piano Casa che non si
possono effettuare ampliamenti di alcun tipo nelle costruzioni
presenti nei territori dei Parchi naturali - nelle loro diverse
classificazioni - e nelle aree indicate dalle mappature sul
dissesto idrogeologico, dai PUC e dai Piani di Bacino quali aree a
rischio e potenziale rischio, o zone sature. Non ci sembrano proprio
proposte "talebane" ma puramente logiche, volte a tutelare il
territorio e la sicurezza dell'ambiente e degli abitanti. In fondo
dovrebbe essere questo lo spirito dei provvedimenti di un Istituzione
pubblica: garantire e preservare l'interesse generale. Ma in Liguria
non pare così, anzi si è capito da tempo che così non è per
nulla.
Mentre attendiamo davanti alla Regione Liguria, come
Casa della Legalità insieme agli attivisti del Meetup degli Amici di
Beppe Grillo, e prima che ci raggiungessero altri cittadini, tra cui
anche l'ORAS fortemente attivo soprattutto nel Tigullio, che si
avvicini l'ora della Commissione, incrociamo uno dei signori del
cemento, ovvero Luigi Cola, l'ex sindaco di Cogoleto ed ora
consigliere regionale Pd, fedelissimo di Burlando. A questi
domandiamo: Andiamo a votare un po' di cemento nuovo? E lui ci
risponde che non c'è nessuna colata di cemento. Cogliamo l'occasione
dello scambio di battute per fare una domanda ulteriore: è vero che
tua figlia ha trovato casa proprio in uno dei complessi immobiliari
che come Sindaco avevi portato all'approvazione? Risposta di Cola:
Si, perché? Replica: Basta questo! Infatti inutile andare oltre:
quando non si comprende che ci sono scelte non opportune nel
comportamento politico di un amministratore pubblico, è inutile
perderci tempo, la spiegazione è solo una: non ci vuole arrivare,
l'etica da l'orticaria in certi settori.
Comunque scatta l'ora
in cui dovrebbero partire i lavori della Commissione Territorio ed
Ambiente e quindi, in modo garbato e civile, entriamo. Chiediamo al
posto di guardia dove si svolga la riunione per poter accedere. La
prima risposta è: ma non si può accedere ai lavori della
Commissione. Come? Gli diciamo che è curioso che i cittadini non
possano assistere ai lavori di una Commissione che vota una legge
regionale, ovvero una discussione chiaramente di interesse pubblico e
senza il minimo carattere di contenuti degni di "riservatezza" o
"segretezza". Il "posto di blocco" si apre dopo un breve
consulto e ci fanno scendere. Non abbiamo cartelli, striscioni... non
siano un onda barbara (quella è già presente nel Palazzo
normalmente, non ci vogliamo mica confondere)... una delegazione di 5
cittadini. Scendiamo al piano "-1" che già da l'idea di un
bunker interrato, ed arriviamo alla sala della riunione della
Commissione. I Consiglieri sono già seduti, alcuni sono ancora in
piedi, attorno alla tavola rotonda del grande banchetto sapor
calcestruzzo. C'è il Presidente della Commissione e ci sono i
"funzionari". Noi entriamo con la dovuta calma, vediamo che ci
sono decine di sedie ai lati della stanza vuote, ci sediamo. Scatta
il panico in buona parte degli sguardi dei Consiglieri Regionale. Il
Consigliere Abbundo (autore, come Cola, dei principali emendamenti
libera-betoniere) esclama: e ma non è mica possibile! Cosa signor
Abbundo non è possibile? Che i cittadini vengano a vedere cosa fanno
(e non se ne stiano di quello che gli raccontano i ricchi poster di
propaganda appesi in ogni via) i loro "rappresentanti" nel
Consiglio Regionale? Su, Lei, con i suoi colleghi sconvolti da tale
impudenza ci dia una risposta...
Tempo pochi istanti e subito
arriva il monito: non è possibile assistere ai lavori della
Commissione! Cosa avranno mai di tanto riservato da trafficare qui
dentro, da non volere lo sguardo e le orecchie dei cittadini? Non c'è
logica in questa barricata! Il Presidente della Commissione, Vasconi,
ci comunica che la "Funzionaria" ha segnalato che non è
possibile che i cittadini siano presenti ai lavori. Ma come, la
signora "Funzionaria" deve essersi dimenticata che lei lavora per
un Istituzione pubblica, che deve rappresentare i cittadini e non per
un qualche oligarca di quel Palazzo. Noi civilmente chiediamo:
indicateci dove è scritto che non si possa essere presenti. La
"Funzionaria" senza macchia e senza paura (e che non si qualifica
nemmeno con il nominativo) arriva e indica l'articolo 75 del
Regolamento di funzionamento del Consiglio Regionale. Andiamo a
leggerlo:
"Articolo 75
(Pubblicità dei lavori delle
Commissioni)
1. Le sedute delle Commissioni non
sono pubbliche, salvo diversa decisione delle Commissioni stesse da
adottarsi con la maggioranza dei Commissari in grado di esprimere, ai
sensi dell'articolo 25, i tre quarti dei componenti del Consiglio
regionale. In questo caso, il Presidente del Consiglio, su richiesta
della Commissione, da avanzarsi almeno ventiquattro ore prima della
seduta, può disporre che la stampa o anche il pubblico siano ammessi
a seguire lo svolgimento delle sedute in separati locali attraverso
impianti audiovisivi..."
Un
articolo da far fare un sussulto e toccarsi per capire se uno sta
vivendo un sogno traslato in una delle Repubbliche del Socialismo
Reale oppure se la burokrazia davvero ha osato tanto in questa
Repubblica in cui ci pareva ci fosse una Costituzione abbastanza
chiara ed in una Regione dove la classe dirigente si è sempre messa
le medagliette baluardo democratico. Ebbene sì: la burokrazia ha
osato tanto... forse (trasversalmente) un po' invidiosa dei metodi
delle Repubbliche sovietiche.
Partiamo dal titolo:
"Pubblicità
dei lavori delle Commissioni"??? Ma che diamine la trasparenza
dei lavori di un Istituzione pubblica - e dei suoi organismi
rappresentativi - non è questione di "pubblicità"! Ma andiamo
al sodo. Guardiamo al contenuto dell'articolo.
Le riunioni
"non sono pubbliche" (quindi dovevano scrivere che sono
"riservate" ma definire come "riservati" i lavori di una
Commissione del Consiglio Regionale sarebbe stato un abuso gravissimo
ed allora, loro, hanno cambiato la parolina, compiendo l'abuso ma non
rendendolo esplicito)
"salvo diversa decisione delle
Commissioni stesse da adottarsi con la maggioranza dei Commissari in
grado di esprimere, ai sensi dell'articolo 25, i tre quarti dei
componenti del Consiglio regionale. In questo caso, il Presidente del
Consiglio, su richiesta della Commissione, da avanzarsi almeno
ventiquattro ore prima della seduta...".
Già la trasparenza, immediatezza e chiarezza di questo passaggio la
dice lunga... ma esaminiamolo un attimo. Questo passaggio ci dice:
che la Commissione (le cui riunione sono in seduta riservata) possono
anche riunirsi in sedute pubbliche (cioè quello che dovrebbe essere
di norma) solo se lo decidono esplicitamente per alcuni casi
particolari, ma con un iter che impedisce ai cittadini che non sono
"collegati" agli "eletti" (ovvero all'oligarchia) di poter
assistere ai lavori delle Commissioni! Infatti l'articolo sulla
"réclame" dei lavori delle Commissioni afferma che la seduta sia
pubblica solo quando lo decide la Commissione stessa, con un voto a
maggioranza. Aggiungono poi (perché altrimenti sarebbe troppo
"facile" per i cittadini accedere e controllare il lavoro dei
Consiglieri) che tale decisione della Commissione deve avvenire con
avviso al Presidenza del Consiglio Regionale (quello della
Commissione direttamente era troppo semplice e lineare, sic!) almeno
24 ore prima della seduta che si rende "pubblica". Chiaro? La
Commissione prima di sapere se il giorno seguente qualche cittadino
andrà ad assistere ai suoi lavori, deve votare e deliberare di
permettergli l'accesso e comunicarlo, almeno 24 ore prima, al
Presidente del Consiglio Regionale... Un iter impossibile se non per
ammissioni "controllate" che non "disturbino". Ma non finisce
mica qui. Infatti l'ultima parte del comma in questione finisce con
la disposizione per cui i cittadini che per grazia ricevuta e
concessione divina, con tutto questo iter, riuscissero a strappare
una riunione "pubblica" (cioè normale!) della Commissione del
Consiglio Regionale, mica potranno accedere in buon ordine alla sala
della Commissione... no!!! Ma che scherziamo? Loro ti dicono che se
decidessero mai di concedere trasparenza sui loro lavori, i cittadini
e la stampa saranno messi un un recinto apposito, lontano e isolato
dalla stanza della seduta di Commissione... Si vede proprio che non
vogliono mica che la presenza attenta e gli sguardi puntati dei
cittadini ricordi all'oligarchia che è finita la pacchia!
Chiusa
la parentesi di analisi di questo articolo sulla "réclame" delle
Commissioni, torniamo al "blitz" di questa mattina. Segnaliamo al
Presidente della Commissione che noi abbiamo chiesto ufficialmente un
audizione urgente alla Commissione non 24 ma 48 ore prima e che
questa quindi aveva tutto il tempo di valutare e decidere. Il
Presidente della Commissione, il verde Vasconi, ci comunica che
l'audizione non era più possibile perché queste erano state fatte e
chiuse. Gli sottolineiamo che le audizioni e la raccolta delle
Osservazioni erano si state fatte, ma su una proposta di legge
regionale sul "Piano Casa" che è stata, subito dopo tali
audizioni, stravolto radicalmente e che quindi le Audizioni dovevano
essere riaperte (e non solo per noi) sul testo che la Commissione
(oggi) ed il Consiglio (il 28 ottobre) si appresta a votare. Infatti
il giochetto delle "tre carte" è un gioco d'azzardo vietato e
non è accettabile che tale "giochetto" venga adottato - ormai
come prassi consolidata - da un Istituzione come la Regione
Liguria. Il Presidente della Commissione ci risponde che è legittimo
che i provvedimenti vengano stravolti, prende comunque impegno per
convocare "informalmente" i componenti della Commissione, ovvero
i Consiglieri Regionali, per un incontro il 27 ottobre prossimo,
ovvero prima del giorno di discussione e deliberazione in seduta
legislativa del Consiglio Regionale sul "Piano Casa". E noi il 27
(ed il 28!) ottobre ci saremo... perché non la passeranno franca
quanti vogliono soffocarci di cemento, devastare il territorio e
quindi la più grande risorsa della nostra regione, non solo
"nostra", bensì soprattutto delle future generazioni. Il Futuro
dalle loro mani lo possiamo rubare, sappiano che ci saranno guai...
perché il futuro non è scritto e non lo scriveranno di certo loro,
i loro amici del mattone o la burokrazia, in segrete stanze! Sono
avvisati!
Ecco di seguito il lancio Ansa
sull'iniziativa di questa mattina. Ci teniamo solo a sottolineare che
se è stata la Casa della Legalità ad aver lanciato l'iniziativa di
questa mattina, non vi era solo la Casa della Legalità, bensì anche
altri cittadini "coscienti", passando anche dal "rinascente"
Meetup degli Amici di Beppe Grillo di Genova (a cui auguriamo di
poter riprende il più presto possibile la propria piena attività,
finalmente libero e indipendente da ogni condizionamento)... Una sola
domanda ci sta: ma Legambiente che ha lanciato tuoni e fulmini via
media sulla questione, dove era? Forse a ritirare qualche
finanziamento della Regione Liguria?
PIANO CASA LIGURIA:
PRESIDIO CASA LEGALITA' IN REGIONE
(ANSA) - GENOVA 22 OTT - Blitz della
Casa della Legalità, questa mattina, in Regione Liguria. Una decina
di rappresentanti dell'associazione hanno infatti chiesto di poter
partecipare alla seduta di commissione chiamata a discutere del piano
casa.
Dopo aver riscontrato che non erano state compiute alcune
azioni procedurali, necessarie per assistere alla seduta, i
rappresentanti dell'associazione sono usciti dalla sala con un
risultato concreto. Il 27 ottobre, prima della votazione in aula, i
rappresentanti della Casa della Legalità saranno ricevuti in
commissione dove potranno portare l'appello che hanno lanciato
dal loro sito internet.
"Un piano che - dice l'appello,
lanciato in rete - sta per sommergere definitivamente la regione con
il calcestruzzo. Un provvedimento devastante anche per l'assetto
idrogeologico del territorio. Aumentare i volumi significa aumentare
il "peso" sul territorio. Ed il territorio ligure, come
dimostrano gli stessi già gli studio geologici dei Piani di Bacino,
è ad alto rischio di frane, allagamenti, esondazioni. Se ad oggi
tali indicazioni sono state già pesantemente ignorate con deroghe su
deroghe concesse ai costruttori, un aumento del 60% delle costruzioni
esistenti comprometterebbe definitivamente la tenuta del territorio e
quindi la sicurezza degli abitanti stessi".
Nel Pd sempre più critiche al Piano di Burlando a cui risponde il Tullo con "Pensino ai fatti loro".
Sulla questione del "Piano
Casa" della Regione Liguria, oggi, abbiamo registrato, grazie a
Il
Secolo XIX, nuove prese di posizioni di esponenti nazionale del PD
contro la proposta della Giunta e maggioranza di Claudio Burlando.
Sotto al titolo "Contestato nel Pd il piano casa ligure", si
legge la presa di posizione dell'eurodeputata del Pd
Debora
Serrachiani che afferma: "Il piano casa sia rispettoso del
territorio" che poi aggiunge: "Ovviamente non conosco il percorso
e i dettagli del nuovo piano casa della Liguria, posso riferirmi alla
mia regione, il Friuli Venezia Giulia, che è ultima in Italia con la
Liguria nel varo della legge. Qui governa il centrodestra e il Pd
dall'opposizione è contro norme-contenitore in cui può entrare di
tutto. Qui pensiamo che riuscire a sburocratizzare sul serio le
procedure darebbe alle imprese più impulso delle colate di cemento,
e che dare voce in capitolo ai Comuni sarebbe elemento di garanzia.
Non voglio esprimere giudizi a priori e da lontano - ma tener conto
di una linea del genere potrebbe essere utile anche alla Liguria".
Oltre alla Serracchiani ed alle già dure posizioni critiche espresse
da un altro esponente del Pd, il senatore Roberto Della Seta, si è
aggiunto anche
Giuseppe Civati consigliere regionale lombardo
afferma: "Se la realtà del Piano varato da un'amministrazione di
centrosinistra dovesse superare le fantasie di Berlusconi, ci
sarebbe da preoccuparsi, quindi invito Burlando a riflettere sui
contenuti della legge e sulle conseguenze che la stessa può avere su
un territorio ligure già sufficientemente maltrattato. I Sardegna
una giunta di centrodestra ha appena abolito le norme urbanistiche
che Soru aveva voluto a tutela della costa. Il centrosinistra ligure
abbia la forza di distinguersi da questo modo di procedere. La nostra
generazione non si deve macchiare degli stessi errori compiuti dalla
precedente". Parole e dichiarazioni che però si scontrano con la
lobby del cemento che nel Pd burlandiano della Liguria. Infatti, con
il suo solito stile volto al ragionamento, al confronto, ai
contenuti, giunge la replica di un fedele uomo di Burlando, l'ex
funzionario di partito Mario Tullo (forse anche innervosito dai
problemucci in cui sta incorrendo il progetto in cui il suo amico
Mario Corica sta facendo da sponsor, ovvero quello della speculazione
al Lido d'Albaro). Alle preoccupazioni, critiche e osservazioni dei
suoi compagni di partito che cercando di ostacolare nelle loro realtà
le colate di cemento perseguite dal centrodestra e che sono,
logicamente, sconvolti di vedere che tali scempi in Liguria siano
marchiati centrosinistra, come risponde il neo parlamentare Mario
Tullo? Con un bel "Pensino ai fatti loro". Che spessore... non
c'è che dire!
Sempre sulla questione, e più precisamente
su
uno dei principali autori degli emendamenti di "cemento", alias
Luigi Cola, riceviamo e pubblichiamo questa lettera dal Consigliere
Comunale di Cogoleto Francesco Biamonti (Lega Nord):
Il Piano Casa
dell' "ambientalista" Luigi Cola e i disastri di Cogoleto
Ecco
come nel corso di 17 anni ininterrotti, le Amministrazioni di
sinistra (centro sinistra) capitanate da Luigi Cola hanno gestito in
passato, e stanno gestendo lo sviluppo economico di Cogoleto, ovvero
l'invasione del cemento sul territorio cittadino.
500
appartamenti al Golf di Lerca e zone limitrofe, 270 al Donegaro, 50
in Beuka, 30 nel'ex Bianchi e Cecchi, altri 50 alla Madonnina, 60
all'Isorella, 37 in via Ceola, 70 in via Ciosa, 30 al Bricco
Falò, 25 sotto a Castelletto, un mega distributore di benzina fronte
mare, una casa in spiaggia (il Club Velico).
Grazie alla loro
intraprendenza sono stai costruiti oltre 1100 nuovi appartamenti, e
non è finita!
Il tutto è avvenuto con un Piano
Regolatore che di variante in variante ha permesso di poter agire con
piena libertà discrezionale e di mera convenienza attraverso
trattative bilaterali con le controparti interessate.
La cementificazione sul territorio non
trova pause.
Vogliono continuare a costruire
ovunque, ma in particolare i "grandi affari" li vorrebbero fare
nelle aree dismesse della ex Tubi Ghisa e del ex Manicomio. Anche le
aree della Stoppani costituiranno occasione per altri grandi affari
in colate di cemento, per il momento ci sono problemi legati alle
operazioni di bonifica dei siti inquinati.
Mentre per le aree ex Manicomio
Provinciale ed ex Tubi Ghisa in centro al paese, le procedure per
l'invasione del cemento sono già state aperte, in particolare per
l'area dell'ex Tubi Ghisa l'intendimento
dell'Amministrazione Comunale è stato Certificato in una seduta
del Consiglio Comunale, nella quale il Consigliere Cola ha illustrato
con ampia cognizione di causa il numero degli appartamenti da
costruire il numero dei box, la quantità prevista di metri quadrati
e dei metri cubi complessivi di edificazione, le opere di
urbanizzazione. Luigi Cola, un autentico portavoce del costruttore al
quale certamente gli sono state date le garanzie sulla realizzazione
dell'investimento, cioè per apportare l'ennesima variante al
Piano Regolatore e quindi poter autorizzare la costruzione su
quell'area di circa 800 nuovi appartamenti con una superficie di
almeno 100.000 (centomila) metri quadrati, che al valore di mercato
(5000 euro al mq) fanno oltre 500 milioni di Euro, più circa 800/900
box per altri 35 /40 milioni di Euro.
Tutto questo accadrà nei prossimi
giorni, a meno ché qualche Consigliere di Maggioranza non trovi il
coraggio e dica basta al cemento votando contro alla "Variante del
Piano Regolatore" che Luigi Cola vuole assolutamente e in tempi
brevi.
Solo in quel momento vedremo se i
Cittadini di Cogoleto hanno votato e fatto vincere la Lista "Uniti
per Cogoleto" o se invece a loro insaputa si sono ritrovati con la
Lista "Insieme per il Cemento".
Per quanto sopra, affidare il ruolo di
protagonista nella stesura del Piano Casa Regionale a Luigi Cola, è
quanto di meno si ci potesse aspettare dalla VI Commissione Regionale
e dal Consiglio Regionale della Regione Liguria.