Il
presidente della Regione intercettato in una telefonata con Spinelli...
Al telefono c´è Claudio Burlando, già ministro dei Trasporti, sindaco di Genova
e oggi Governatore ligure. Dall´altro capo del filo Aldo Spinelli,
imprenditore. Che non sa di essere stato appena indagato dalla procura. I
magistrati lo tengono d´occhio perché sospettano stia collaborando con Giovanni
Novi nella spartizione truccata del terminal Multipurpose.
Il titolo del reato è concorso in turbativa d´asta: «Sono rilevanti i contatti
con Spinelli affinché si faccia carico di trovare un accordo, in cambio di
future utilità», scrive il gip Franca Borzone nell´ordinanza di custodia
cautelare per l´ex presidente dell´autorità portuale. E dunque Spinelli
collabora con Novi nella riassegnazione dei moli, ma in cambio di cosa?
«Spinelli è portatore di ulteriori interessi in relazione ad altra procedura di
gara in atto sugli Erzelli», aggiunge il magistrato. Proprio la collina degli
Erzelli, dove l´imprenditore teneva i suoi container e che ha rivenduto per 35
milioni di euro - dopo averla pagata 4 milioni solo 8 anni prima -, è uno dei
temi delle telefonate ascoltate dagli investigatori.
L´area, presto teatro di uno straordinario intervento edilizio, è argomento
sulla bocca di tutti. Nessuna sorpresa allora che anche Claudio Burlando ne
parli. Tra l´altro, la domenica di settembre in cui fu sorpreso in contromano
dalla polizia stradale, il Governatore scendeva propria da quella collina dove
sorgerà un villaggio high-tech da quattrocentomila metri quadri. E però ci deve
essere qualcosa ancora da chiarire per gli inquirenti, se è vero che
sull´argomento tutti hanno le bocche cucite. Le intercettazioni sono forse in
relazione con gli omissis - contenuti in documenti della procura - che
potrebbero nascondere il coinvolgimento nell´inchiesta penale di alcuni
parlamentari? Tra le telefonate oggetto di indagine anche quelle di Giuseppe
Perìcu, che come Burlando è stato sindaco di Genova: docente di diritto
amministrativo, papabile per la Corte Costituzionale, è già stato sentito in qualità
di testimone.
In tribunale, dove è partita la caccia ai politici nei guai - già ribattezzati
omissis 13 e omissis 17, con riferimento ai capi di imputazione - ieri mattina
si è presentato Giovanni Novi. L´appuntamento davanti al gip Borzone per
l´interrogatorio di garanzia era fissato per le otto e trenta. Quattro ore di
domande non hanno intaccato la «serenità» del presidente uscente
dell´Authority, che era assistito dall´avvocato Cesare Manzitti. «Ho risposto a
tutto quello che mi chiedevano», ha spiegato Novi. Resta agli arresti
domiciliari, lunedì il gip potrebbe pronunciarsi sulla richiesta di
scarcerazione.
Il suo legale non ha dubbi: «Le accuse ci sembrano prive di ogni fondamento. E
comunque Novi ha risposto ad ogni contestazione». La prima parte dell´interrogatorio,
cui ha partecipato anche il pm Walter Cotugno, avrebbe riguardato la
spartizione del Multipuropose: «L´ex presidente ha ricordato che aveva recepito
il piano di accordo presentatogli dai terminalisti. Esattamente come prevede la
legge. Fu accolto dal Comitato portuale tra gli applausi e i complimenti di
tutti. Non ci fu nessuna turbativa d´asta perché non ci fu nessuna gara».
Massimo Calandri e Ava Zunino