I portuali della Culmv - aderenti a Cigl, Cisl e Uil - hanno proclamato uno
sciopero immediato per protestare contro l'iscrizione del console Paride Batini
nel registro degli indagati. L'agitazione, scattata intorno alle 13, non
prevede cortei e dovrebbe terminare alla fine del secondo turno di lavoro, in
prima serata...
I portuali potrebbero portare la loro
protesta, con un volantinaggio, all'inaugurazione della ‘'48 Ore del Mare"
organizzata da Confitarma domattina a Genova. La notizia è stata raccolta in
ambiente sindacale, anche se i delegati della Culmv che oggi pomeriggio si sono
riuniti per valutare la situazione e decidere le azioni di protesta, rispondono
con un «no comment», opponendo «la consegna del silenzio». Tra le prossime
azioni di protesta, ci sarebbero anche lo sciopero di un'ora al secondo turno
di mercoledì, giovedì e venerdì e per l'intero quarto turno di sabato.
Riferendosi ai soldi dati da Novi alla Culmv e contestati dalla
magistratura, i sindacati scrivono: «Oggi il pesante attacco portato
direttamente contro il sacrosanto diritto al salario dei lavoratori assume la
forma di un atto giudiziario contro il console Batini, di cui sono ben note al
porto, al mondo del lavoro e alla città l'onestà e la lealtà con cui da sempre
svolge le sue funzioni di dirigente della Compagnia, eletto dai lavoratori».
COMPAGNIA BLINDATA
I camalli della Compagnia unica dei lavoratori del porto (Culmv) fanno quadrato
attorno al loro console Paride Batini ed al suo vice Paolo Marchelli, iscritti
sul registro degli indagati per concorso in truffa nell'inchiesta del pm Walter
Cotugno sulla spartizione del terminal Multipurpose nel porto di Genova. «Qui i
panni sporchi si lavano in famiglia e proprio non ci va che i fatti nostri
vadano a finire sui giornali», spiega uno dei soci della Compagnia che si gode
una sigaretta al termine del turno seduto su una panchina nel piazzale della
Culmv, all'ombra della Lanterna, sulla collina di San Benigno in compagnia di
alcuni colleghi. Un modo garbato per spiegare che ai giornalisti non hanno
proprio niente da dire. E c'è anche chi non si fa scrupolo e aggiunge,
facendosi portavoce del sentire comune: «Ci farebbe molto felici se ora se ne
andasse». Così davanti alla palazzina grigia dove ogni giorno aspettano la
chiamata al turno, accanto all'ingresso dell'edificio, dove una scritta
tracciata con lo spray nero «Fabrizio con noi per sempre» ricorda Fabrizio
Cannonero, il compagno morto sul lavoro nel febbraio scorso, i lavoratori della
Culmv si riuniscono per commentare quanto sta accadendo lontano da orecchie
indiscrete. Mercoledì, giovedì e venerdi potrebbero astenersi di nuovo da un'ora
di lavoro al secondo turno e sabato per l'intero quarto turno.
RIFONDAZIONE: SOLIDARIETA' A BATINI
«Piena solidarietà a Paride Batini e alla Compagnia Unica» viene espressa da
Marco Veruggio della segreteria di Rifondazione Comunista della Liguria, il
quale propone al suo partito di invitare Batini come ospite all'apertura del
congresso provinciale di Prc. «Un semplice gesto simbolico - afferma - per dire
che in questo scontro di potere la sinistra non può avere atteggiamenti
reticenti: deve schierarsi, dalla parte giusta, quella dei lavoratori».
«Qui non si tratta di mensopoli - afferma Marco Veruggio, riferendosi
all'inchiesta sugli appalti delle mense che ha sconvolto l'amministrazione
comunale di genova - e l'equazione che tende ad assimilare la vicenda del Porto
a quella che ha investito l'amministrazione comunale e la sanità è truffaldina.
Mensopoli è l'emblema della prevaricazione degli interessi privati su quelli
della collettività, furbetti dell'appaltino e yuppies della politica che
ingrassano a spese di servizi pubblici delicati come scuola e sanità, in ultima
analisi dunque sulle spalle dei cittadini. Culmv e Tirrenia al contrario
rappresentano due forme pur differenti di espressione dell'interesse dei
lavoratori (autogestione e intervento pubblico) nell'economia marittima del
paese».
«L'attacco a queste due realtà - prosegue - utilizza dunque una retorica
legalitaria e `modernizzatrice´ per imporre nuovi assetti di potere e un'ulteriore
terapia d'urto a base di liberalizzazioni, privatizzazioni, lavoro interinale,
salvo poi scandalizzarsi se in porto si continua a morire. Se c'è una critica
da fare a come il Porto di Genova è stato gestito in questi anni è che sono
stati limitati i diritti del lavoro a favore dei terminalisti privati, non il
contrario».