beni confiscati di Vico delle Mele
Il 29 novembre si avvicina… che facciamo?
dell'Ufficio di Presidenza
Il 29 novembre 2007 si terrà l’udienza al TAR per l’impugnazione del boss di Cosa Nostra Rosario Caci e family contro lo sgombero coatto dei beni che lui e family occupano abusivamente in Vico delle Mele civ. 4 int. 1 A a Genova, a pochi passi da calata Falcone-Borsellino del Porto Antico...
Beni che nel 2005 lo Stato, con sentenza confermata in via definitiva e inappellabile ha confiscato sulla base del Decreto “Falcone” per il contrasto alle organizzazioni mafiose. Beni che erano frutto delle attività illecite (narcotraffico e prostituzione) che vedevano il Caci quale uomo di rilievo della mafia gelese trapiantata a Genova (facenti capo a gli Emmanuello) ed emanazione della cosca di Cosa Nostra di Piddu Madonna. Beni sequestrati e poi confiscati in via definitiva insieme ad un casolare nell’alessandrino dove il Caci offriva dimora a latitanti e nascondeva armi.
Ma come è possibile che il boss Rosario Caci continui ad occupare quei beni che lo Stato gli ha confiscato? Semplice, sino a quando non si attivata una mobilitazione civile ed un informazione dell’opinione pubblica, i responsabili istituzionali hanno fatto finta di nulla e lo hanno lasciato lì, proprio nel suo territorio, proprio al centro di un incrocio di vicoli dove lo sfruttamento della prostituzione, nei bassi, è ancora una piaga palese, insieme allo spaccio di droga.
Dopo le mobilitazioni vi è stata la sentenza che ordinava lo sgombero coatto. Il 20 novembre i reparti dello Stato preposti c’erano. Peccato che il Comune sia arrivato, giusto giusto con quel ritardo che permetteva al Caci di impugnare davanti al TAR lo sgombero dei beni che occupa abusivamente.
Eppure hanno un altro immobile come family, intestato alla neo mamma, Nunzia Caci, in Via dei Droghieri 1. Ma loro, i Caci, vogliono la casa popolare, d’altronde lui che cammina veloce pur sempre, anche se non si vede per nulla, un invalido civile al 100% con una pensione minima, afferma.
Comunque sia il 29 novembre vi sarà l’udienza davanti al TAR e se il Demanio non dovesse fare il suo dovere il Caci potrebbe essere “autorizzato” a continuare l’occupazione abusiva dei beni confiscati. Una conclusione che sarebbe davvero inquietante, come d’altronde è tutta questa storia.
Intanto sembra che dal 31 dicembre 2006 qualcuno si sia dato da fare per cancellare il primato negativo che vedeva la Liguria come regione con la più bassa percentuale d’Italia di beni assegnati e utilizzati. Infatti a quella data risultavano assegnati 3 beni su 26. Gli unici noti sono quelli della centralissima via Corsica a Genova, in uso all’Ufficio Penale Minorile del Ministero della Giustizia. Da allora ad oggi sembra che ne siano stati assegnati altri 12. Non è dato però sapere a chi e soprattutto se e quando questi saranno utilizzati a fini sociali come prevede la legge Rognoni-La Torre. Ahh dimenticavamo che qui in Liguria non si deve dire che le mafie ci sono e quindi perché mai rendere visibile che non solo ci sono, ma avevano anche dei beni che lo Stato ha confiscato? Si darebbe fastidio, si toglierebbe dal silenzio e dall’ombra chi, come le mafie, ha fatto tanta fatica per insediarsi, radicarsi e attivarsi anche qui.
Noi, però, siamo dei dispettosi e quindi andiamo avanti!!!
PS
Non vorremmo che qualcuno adducesse, come motivazione, delle inerzie nelle assegnazioni ed utilizzo dei beni confiscati al fatto che questi beni sono “non destinabili”. Questo perché i beni non destinabili sono conteggiati a parte. Quindi se, ad esempio, che non si adduca alla “non disponibilità” per quei beni, come quelli di vico delle Mele a Genova, che pur essendo stati confiscati non sono stati liberati e sono stati lasciati nella disponibilità dei soggetti ai quali sono stati confiscati. Almeno ci risparmino questa indecenza, visto che dall’ufficio del Demanio della Liguria continuano a non rispondere e non fornire la lista dei beni confiscati alle mafie, di quelli assegnati (e a chi) e di quelli in uso (e per quali usi).