La nostra Repubblica, per Costituzione, è “parlamentare”, non del Presidente o del Premier od ancora del Governo. Il Parlamento è il cuore della democrazia, i Governi devono essere espressione di questo e non viceversa, se hanno la fiducia restano in carica altrimenti cadono...
Ma allora perché, ancora una volta, come Berlusconi, tutti, anche nell’Unione, a dire che: è stato eletto Prodi quando non è affatto vero. Il 19 e 20 aprile 2006 è stato eletto un Parlamento, non è stato eletto il Governo Prodi o un Premier Prodi. Con la legge elettorale porcata poi (che il centro-sinistra si è guardato bene dall’abrogare in questi 281 giorni) gli eletti sono stati scelti direttamente dalle segreterie dei Partiti. Ed allora perché prendere in giro gli Italiani, ancora una volta, dicendo una cosa non vera, magari auspicata da molti o moltissimi (l’elezione diretta del Premier), distorcendo alla base il concetto di legalità e stravolgendo la Costituzione ? Fa comodo, certo, alla nomenklatura, qualunque colore la caratterizzi, ma questa è una vergogna, non un pregio.
Poi si dice che il Governo è caduto perché 2 senatori “della sinistra radicale” si sono astenuti (cioè non hanno votato a favore di una “mozione” non di un “voto di fiducia”). A parte il fatto che analizzando i fatti, gli atti concreti di questi 281 giorni, e pure entrando nel merito della Politica Estera, risulta che i dissidenti rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale lo scorso anno sono proprio il Governo, mentre gli unici coerenti all’impegno preso con gli elettori dell’Unione sono proprio i 2 senatori astenutisi, vi è di più ed è grave che venga taciuto.
In puro stile berlusconiano (una balla ripetuta tante volte e da tutti diventa verità), tutti i leader (e vice re) dell’Unione hanno da subito, dopo il voto del Senato, accusato di tradimento i due dissidenti della “sinistra radicale”. Ad essere precisi avevano già iniziato prima del voto ad accusare preventivamente, con il solito giochetto: o mangi la minestra o aiutare Berlusconi ed il ritorno delle destre. Ma questa è una grande bufala, anche perché i numeri sono numeri! Se infatti i due senatori avessero votato a “si” i voti favorevoli sarebbero stati certamente 160, ma (e non si dice) il quorum si sarebbe alzato (e non raggiunto) a 161. Perché? Semplice: un senatore eletto con l’Italia del Valori – Lista Di Pietro, Sen. De Gregorio Sergio è passato alla Casa della Libertà condizionata appena questa lo ha eletto Presidente della Commissione Difesa del Senato. E poi che ci si aspetta che il mafioso prescritto Andreotti (che Diliberto avrebbe tanto voluto alla Farnesina) faccia da stampella al Governo dell’Unione? O che giunga il “sincero” soccorso di Kossiga? Ma, un po’ di decenza ed onestà non guasta – per Dio, come direbbe Pertini -, questa si che sarebbe una radicale discontinuità con il berlusconismo e con il vecchio Caf.
Ora sono arrivati i “dodici Punti di Prodi”. Se li avesse scritti Berlusconi avremmo riempito le piazze. Leggendo gli ultimi due, avremmo gridato al Golpe. In nemmeno d’un batter di ciglia si è cancellata la Costituzione (proprio come avrebbe fatto la Riforma della “baita” se non fosse stata bocciata con il Referendum popolare), e ci ritroviamo con “un uomo solo che decide” ed “un uomo solo che parla al popolo” e “un uomo solo che dice al Parlamento come votare”. E questa è la discontinuità con Berlusconi? Questo sarebbe riportare la democrazia in Italia? Qualcuno davvero pensa che questo sia ristabilire le regole ed i principi liberali calpestati da cinque anni di governo delle destre? Onestamente pare molto di più il trionfo del berlusconismo… definitivamente.
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