Don Luigi Ciotti
in occasione dell’incontro dei familiari vittime della mafia – 20.03.2007
”Dobbiamo fare di più tutti insieme dobbiamo impegnarci a fare riemergere il bene. La prima mafia da combattere è quella delle parole, delle promesse. Facciamo meno convegni ma più fatti, perché le mafie sono il peccato. Alla politica chiediamo una sola cosa, fare le politiche per la gente. Non è impossibile spedire le mafie a casa”.
Don Luigi Ciotti
in occasione del cammino dei 30.000 del 21 marzo 2007
”Io dico solo una cosa. BASTA. Per piacere: Basta. Che ognuno di noi si interroghi nella propria coscienza, si interroghi senza sconti, SENZA SCONTI, ma si interroghi. Se stiamo facendo quello che dobbiamo veramente fare o se mai ci sono altri giochi, altri interessi. E con la faccia diciamo delle cose e poi in realtà: i compromessi, i giochi, le ambiguità, gli equilibri…non aiutano a voltare pagina. BASTA!”
La Casa della Legalità e della Cultura era insieme ai ragazzi di Libera e delle tante altre associazioni impegnate concretamente nel contrasto alle mafie. Con lo stesso spirito incaranato nelle parole di Don Luigi, con lo stesso rigore di quei pochi che nelle Istituzioni portano questa battaglia e non si limitano alle parole o alle parate, ma vogliono e compiono fatti coerenti. Come in ogni occasione anche in questa vi erano a marciare in mezzo agli onesti quanti "giocano" con certi equilibri, chi è quotidianamente incline al compromesso e alla convivenza e connivenza, chi si nasconde dietro alle bandiere dell'antimafia per i propri soli fini personali. Questo non può fermare la rabbia che sancisce il risveglio delle coscenze, questo non può ridurerre la forza del cammino che Don Luigi ci ha indicato!
25.03.2007
L'eco della XII Giornata della Memoria e dell'Impegno
di Liliana Esposito Carbone
Forte l'eco della XII Gionata della Memoria e dell'Iimpegno, indetta da LIBERA e voluta quest'anno a Polistena, nel cuore della Calabria prostrata, nel primo giorno di una primavera indecisa.
Forti, in questi giorni, l'attenzione del media ed il richiamo delle Istituzioni, ma ancor più delle coscienze, ad una rinascita , ad un generale rinnovamento culturale e sociale.
Le dichiarazioni dei politici tutte in duplice copia..., come durante la giornata di firma del PATTO PER LA DEMOCRAZIA E LA LEGALITA', nell'Auditorium Nicola Calipari" del Palazzo Regionale.
Ero lì anch'io, quindi ho sentito. Ho ascoltato parole per me poco nuove, qualche trombone di grande presenza scenica faceva recitativi ed arie, tutto da sè per sè, altri hanno allettato i giovani con il verde baluginio di campagne nuove, sequestrabili ed ottimizzabili, altri ancora hanno chiesto scusa a quegli insegnanti che, per avere cercato di portare avanti con coerenza un impegno ed un progetto di educazione alla legalità, hanno visto minacciato il proprio posto di lavoro; ed ,ancora, il trito stantio refrain di definizione : - non ci sono omicidi di serie A e di serie B -
Eh, lo so! Tutti i morti raggiungono l'equipollenza. La morte è una livella, dice Totò.
Ma è la richiesta di giustizia che viene accolta con procedimenti di considerazione differenziata, sono i tempi incerti e lunghissimi, sono le leggi malfatte, che non danno quiete. Occorrono leggi speciali, per questa terra.
Chi mi smentisce?
Ringrazio Dio, la coincidenza necessaria e tutto il resto... perchè a leggere il nome di mio figlio MASSIMILIANO CARBONE è stato il Dottor GIANCARLO CASELLI, Procuratore di Torino, che martedì pomeriggio, durante l'incontro di tesatimonianza dei familiari di vittime di mafia, ha avuto parole splendide per me e per la Casa della Legalità di Genova.
Ma sopra ogni retorica e circostanza, GRAZIE a don LUIGI CIOTTI, che ha detto:
" Basta, basta parole stanche. "
Si può vincere questa mafia, con la sua violenza, l'arroganza, l'omertà, il quotidiano malvagio progetto di morte della Speranza. L'hanno, l'abbiamo, studiata a fondo, la sua eziologia, i fattori del contesto, le sottili e barbare modalità, e tuttora si patiscono le crudezze dei suoi esiti pregressi.
Possiamo sconfiggerla, se le nostre parole pietose nel grande comune epicedio per la Memoria non saranno seguite ancora dalle ipocrisie malefiche di quelli che gridano i bisogni di questa terra, e per lei non conservano l'impegno, e sfidano il dubbio che abbiamo a proposito della loro integrità morale e politica, persone e ruoli.
"Basta! Basta! Basta! Mandiamola a casa, questa mafia ", ha detto don Lu igi Ciotti, a conclusione degli interventi politici.
Con forze comuni di azione , in lealtà e con coerenza di idee e di intento, facciamo salva la Memoria sacra dei morti e la sofferenza dei sopravvissuti alla mancanza dell'Impegno democratico vero.
22.03.2007
il pensiero di Liliana Esposito Carbone, responsabile della Casa di Locri,
al rientro a casa dopo questa nuova tappa del Cammino
Si torna a casa dopo i cortei e tanti colori, tavolozza di pensieri gridati all'unisono:
E ADESSO RICORDIAMOLI TUTTI: 700 nomi scanditi dagli altoparlanti,
soffiati nel cuore della gente, alcuni più noti, altri subito rammentati, altri ancora dietro i quali pensiamo persone che hanno amato, gioito, osservato il cielo, e temuto i temporali di marzo. Come noi, oggi, noi vivi e in marcia su un percorso che diventa proiezione di un cammino più duro, più aspro e lungo, più denso d'incognita, una strada da percorrere insieme, ed uniti, per costruire una terra rinnovata, una terra finalmente LIBERA.
Ho ascoltato arie trite, ma erano di obbligata circostanza, e apologetici progetti, e forti determinazioni, impegni serissimi. E dopo tutti, oltre tutti, l'appassionata pedagogia di don Luigi: Basta. Non c'è più tempo, non vogliamo più il silenzio di parole vuote, vogliamo "mandare a casa" le mafie, perchè dobbiamo farlo, perchè è possibile.
Perchè non siamo soli: un cittadino di buona volontà non china la testa non piega la schiena di fronte al malgoverno, al malaffare, all'ambiguità, alla prepotenza. E con coerenza, dignità , rispetto dell'altro potremo costruire una terra nuova, sorretti dalla Memoria e rivolti all'Impegno.
"FORSE NON CI RIUSCIRO', MA ALMENO AVRO' PROVATO LO SLANCIO DEL DESIDERIO "
per la galleria delle immagini vai al sito della Cooperativa Valle del Marro
21.03.2007
La Casa della Legalità a Polistena con Libera, alla XII Giornata della Memoria e dell'Impegno
il messaggio di Liliana Esposito Carbone
La Casa della Legalità e della Cultura – Onlus aderisce e partecipa alla XII° Giornata della Memoria e dell’Impegno promossa da “Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie” di Don Luigi Ciotti, che si tiene a Polistena, nella Piana di Gioa Tauro, vicino alla Valle del Marro dove la mafia ha dovuto restituire il maltolto, nel primo giorno di primavera, 21 marzo 2007. Un appuntamento di incontro e di crescita, di conforto e coinvolgimento, per continuare nel cammino per la legalità, la giustizia e la sconfitta di tutte le mafie (quella che si vede e che spara e quella che non si vede nei luoghi del potere politico o economico). Non è una parata, non è un’occasione retorica. E’ un passaggio visibile di un impegno quotidiano. Di seguito, per comprendere davvero pienamente il significato di questa giornata e di questo impegno, il testo della Referente della Casa della Legalità e della Cultura di Locri, Liliana Esposito Carbone. [l’Ufficio di Presidenza]
il Messaggio di Liliana Esposito Carbone
Rientro a casa con Franco, in una Locri di prima serata piovigginosa, illuminata più dalle tante gioiellerie che dai lampioni comunali. Mi canta dentro la mente una poesia della mia infanzia : “...domani uscirà Primavera, vestita di primule e voli di rondini...”
Domani a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, una cittadina interna rispetto alla zona tirrenica della regione, sarà celebrata la XII Giornata della Memoria e dell’Impegno, per ricordare le tantissime vittime delle mafie e per stringerci forte insieme nella volontà di cambiare l’indifferenza, il silenzio, la rassegnazione, l’assuefazione al sangue.
Ho incontrato, nell’Auditorium Comunale, don Luigi Ciotti, e poi Beppe Lumia, il Procuratore Giancarlo Caselli, Angela Napoli, Adriana Musella, Ida D’Ippolito; ho intravisto la signora Maria Grazia Laganà.
Tanti tanti, oltre 200, i familiari di vittime di mafie, ciascuno col suo lutto ineffabile, eppure molte testimonianze hanno condiviso eventi e spazio e tempo del dolore, e della volontà di denuncia e di annuncio di cambiamento.
Io non amo la Locride , non ho qui le mie radici, nè potrei amare una terra in buona parte barbara incolta e primitiva, ma qui mio figlio coltivava i suoi progetti di vita, di lavoro, di affetti. A questa terra ha dato il Suo sangue per i piccoli talassemici , così oggi sento che la vita continua oltre la sua vita.
Io non amo Locri, paese di silenzi e opportunismi, che mi ha detto “perfida e infame” poichè ho indicato nomi e fatti. Qui ci sono premurose nonne bottegaie imparentate con giudici d’assalto, che allevano i loro nipoti eletti, il cui padre con valentia scrive saggi di fenomenologia mafiosa. Ma tra una merenda e una lezione di catechismo, queste signore hanno trovato il tempo di condannare prima mio figlio, colpevole di essere amabile, e poi me, colpevole di fame di verità.
Non devo illustrare a nessuno quest’urlo di travaglio di parto infinito.
Oggi non è il momento di inventariare le misere ragioni degli altri, le inadempienze e le inettitudini, le insufficienze dello Stato, le tante disfunzioni della convivenza.
Oggi guardo l’olivo antico, potato fino allo spasimo dei suoi moncherini, e vedo il freddo di una grandinata fuori tempo, di stagioni che sconfinano e sfumano, e vedo ancora voli di tortore prefiche ilari e gaie; e vedo l’albicocco coperto di foglie piccine, e il trifoglio e la lupinella abbondanti nel Cimitero di Locri, violato in settembre dalla tracotanza della violenza mafiosa, in ottobre da scenografie d’occasione politica.
Oggi sento forte la mia voce e forti nell’anima le parole che don Luigi ci regalò sulla pietra di Massimiliano:
Geremia piangeva la sua afflizione, il sangue dei figli della sua terra. Sentiva il buio, la sventura, la solitudine e il suo gelo. Ma, richiesto dal Signore su cosa vedesse in quel momento, rispose: “Vedo un ramo di mandorlo in fiore”.
Oggi è forse questa la forma della Speranza. Forse questo è il suo colore splendido.
Liliana Esposito, mamma di MASSIMILIANO CARBONE, un ragazzo di Locri.
Aveva 30 anni brevi e puliti, quello che amava è la Sua eredità