Una premessa necessaria: i partiti sono completamente svincolati da ogni limite legale. La mancata approvazione di una legge che regolasse il dettato dell'art. 49 cost. e la sovranità delle Camere nei loro affari interni mettono i partiti al riparo da ogni possibile azione. Anche laddove sia accertata una violazione delle regole, è quasi impossibile intervenire...
cominciamo dai peccati veniali: UDC e Rifondazione Comunista presentano un rendiconto che per i revisori non può essere considerato regolare poiché vi sono minime differenze riguardo ai rimborsi erogati così come comunicati dalla Camera, e così come invece riportati dai due partiti. Veniamo a sapere che l'UDC ha ricevuto circa 13 milioni e 360 mila euro, mentre rifondazione qualcosa come 12 milioni e 600 mila. Entrambi rendicontano la cifra con una differenza di circa mille euro, veramente una sciocchezza percentuale. Rifondazione però aggiunge una scorrettezza: allega la documentazione (richiesta per legge) delle sue società editrici non del 2006, ma del 2005.
Il rendiconto 2006 del PDCI non può essere considerato regolare. Innanzi tutto, dicono i revisori, c'è una grossa disparità tra quanto comunicato dalla Camera, e quanto redatto dal partito. A fronte di contributi erogati per 3 milioni e 600 mila euro, il PCDI ne indica 4 milioni e 400 mila. Non si capisce da dove sorga questa disparità, né è presente documentazione adeguata sui soggetti eroganti le libere contribuzioni al movimento politico. Inoltre, c'è un pasticcio nelle "immobilizzazioni immateriali" (beni appunto immateriali come loghi, marche, licenze, brevetti...) ed il loro ammortamento. C'è poi una voce ("proventi straordinari") di circa 1 milione e 700 mila euro priva di adeguata documentazione informativa.
Purtroppo, però, non è altrettanto regolare il rendiconto de "I democratici per l'Ulivo" né quello del "l'Ulivo", movimenti ai quali DS e Margherita facevano comunque riferimento, anzi, dei nei quali si confondevano, mischiavano, fondevano. Precisano i revisori: "questo collegio fa presente che l'Associazione l'Ulivo i Democratici- Movimento per l'Ulivo ha presentato il rendiconto pur non essendovi tenuta". Quindi la presentazione non era un atto dovuto. Apprezziamo che che lo abbiano fatto, ma, dato che c'erano, non potevano evitare irregolarità?
Le quali non sono di poco conto. Non si capisce quanti siano i dipendenti (prima appare un numero, 20, poi un altro, 3), né la loro ripartizione per categorie. Le immobilizzazioni e gli ammortamenti non coincidono nelle diverse tabelle presentate; ci sono voci aggiunte o eliminate nell'allegato A (non ne siamo purtroppo in possesso) . In particolare, non sono chiare contribuzioni per 1 milione e mezzo di euro e le spese della Fabbrica del Progamma non tornano per 223.000 euro.
La parte forse più interessante è quella che dichiara che la documentazione sulle imprese partecipate non può ritenersi sufficiente, e che la documentazione non fornisce alcuna informativa sulle spese delle campagne elettorali. Tenendo conto che i rimborsi vengono versati a partiti e movimenti politici proprio per le spese elettorali, tutto questo ci pare oltremodo grave.
In effetti, in questo caso, il rendiconto presenta una lunga serie di irregolarità.
Come se non bastasse, ma questa non è una irregolarità vera e propria, i revisori notano che dei fondi messi a disposizione per accrescere la partecipazione delle donne in politica (legge n. 157 del 3.6.99), solo 43 mila euro sono stati iscritti a tale destinazione, tutto il resto è finito in altre voci di bilancio.
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La Lega non rispetta lo schema previsto dall'allegato A (che non possediamo, ndr). Dicono i revisori che in particolare sono state aggiunte due sottovoci tra gli "oneri della gestione caratteristica" di più di 6 milioni di euro (spese per campagne elettorali) e di più di un milione (spese per manifestazioni e feste)
Mancano alcuni dei soggetti eroganti le libere contribuzioni superiori agli importi di legge, ma la confusione è massima quando si analizzano le partecipazione in società e imprese. La documentazione fornita non è sufficiente. Infatti pare che la Lega abbia omesso la documentazione necessaria rispetto alla Pontida Servizi srl e la Credieuronord Holdin srl.
Dal bilancio della partecipata Fin Group spa, poi, emergono ben cinque altre società indirettamente partecipate dalla Lega, che non l'ha documentato. Esse sono la Padania Viaggi, la Celticon, la Media Padania, la Euronord Holding, e la Check-up. Tutte srl. A quanto pare il partito di Bossi si da un gran daffare, nel campo imprenditoriale, dai viaggi alle televisioni (Celticon), alle banche (Credieuronord e Euronord)
La Lega poi dichiara di non possedere partecipazione in periodici o case editrici. Il che contrasta alquanto con la sua partecipata Media Padania (quella del quotidiano) e con la emittente locale.
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In verità quelle dell'Udeur sono una serie di piccole irregolarità formali, e una serie di incoerenze tra i rendiconti e le comunicazioni della Camera. Tra queste ed altre incoerenze, non paiono giustificati circa 2 milioni di euro.
Aggiungono i revisori che non è chiaro, non è stato possibile evincerlo ufficialmente, se il partito abbia o non abbia una partecipazione nel suo giornale di riferimento, il famoso "Il Campanile", che fu al centro di una indagine giudiziaria che coinvolse la famiglia Mastella.
La nota integrativa della Lista Di Pietro non fornisce adeguata informativa rispetto all'allegato C (quello che dovrebbe documentare i proventi e gli oneri finanziari), e la confusione pare massima. Criteri di valutazione, movimenti, immobilizzazioni finanziarie (cioè partecipazioni in imprese, azioni, titoli) sono incongrui o assenti. Non sono riportate le aliquote di ammortamento, e questo incide ovviamente sui credibilità dei bilanci futuri e sulla consistenza (presunta) del patrimonio del partito. C'è poi una mancanza, rilevata dai revisori, che non possiamo valutare se grave o meno: "non è detto se sussistono immobilizzazioni possedute fiduciariamente da terzi". Ecco, rivolgiamo la domanda all'IDV: sussistono? Ed eventualmente, chi sono questi terzi?
Insomma, la breve relazione indica un totale di ben 10 irregolarità, più una mancanza del dettaglio delle spese elettorali, per le quali viene presentato solo il totale.
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Le irregolarità di AN sono quasi tutte relative alla compilazione degli allegati previsti dalla legge; in particolare è una voce è come se fosse stata riportata tre volte: la prima sotto la denominazione "Avanzo Patrimoniale", la seconda come "avanzo dell'esercizio", e la terza come "avanzo esercizi precedenti" per rispettivo 9 milioni e 600mila, 3 milioni e 850 mila e 12 milioni e 800 mila euro.
Risulta inoltre incompleta la documentazione sulle società editrici, e non è stata rispettata la quota dei rimborsi elettorali (il 5%) per incentivare la partecipazione delle donne in politica.
Emergono solo piccole incongruenze nell'allegato B rispetto alle spese per le campagne elettorali (c'è una certa confusione per le alleanze in Val d'Aosta e Trentino Alto Adige) e la mancata iscrizione alla voce apposita di tutta la quota destinata alla partecipazione femminile al voto.
Quindi, almeno dal punto di vista contabile, la linea che divide i "buoni" ed i "cattivi" non è coincidente con l'immaginario politico collettivo. Che i rendiconti non siano né l'unica né forse la principale lente per esaminare se un partito o una coalizione siano corretti, attenti alla legalità, coerenti e puliti, lo sappiamo. D'altra parte, però, è con i soldi, con il vil denaro, che partiti, movimenti e coalizioni fanno la politica, costruiscono il consenso, pubblicano giornali, comprano e gestiscono immobili, titoli e, come si è visto, entrano direttamente in società e banche.
Se essi, che, come dice la Costituzione, concorrono a determinare la vita democratica del Paese, sarebbe bene che fossero i primi ad avere bilanci inattaccabili, trasparenti, a prova di qualunque revisione, e che ne facessero mostra a tutti i loro iscritti, anzi, a tutti i cittadini, magari tramite una banca dati su internet, affinchè chiunque sia in grado di giudicare l'operato di chi ha votato o di chi ha intenzione di votare.