NEL VIDEO LE DICHARAZIONI DEL QUESTORE DI GENOVA (15.5.2010) E QUALCHE ESTRATTO DELLE NOSTRE DENUNCE PASSATE... NELL'ARTICOLO UNA PROPOSTA CONCRETA ED IN CODA L'ARTICOLO DI MARCO PREVE SU "LA REPUBBLICA" CON GLI INTERVENTI DEI MAGISTRATI PINTO E CAVALLONE
La denuncia del Questore di Genova è stata chiara: "La criminalità organizzata di tipo mafioso c'è, pensare che Genova e la Liguria siano esenti da questo fenomeno è anacronistico: il nostro capoluogo è un terreno di conquista per reinvestire capitali illeciti". Ed ancora: "Recenti acquisizioni investigative hanno ormai comprovato l'interesse delle organizzazioni mafiose sul territorio. Siamo in possesso di significative testimonianze di tentativi di infiltrazione da parte soprattutto di 'ndrangheta calabrese affiancata dalla permanenza di interessi della mafia siciliana, riferibile soprattutto ai gruppi criminali operativi a Caltanissetta e nella zona di Gela".
Adesso, al di là del "lo avevamo detto e ripetuto" che non serve a nulla (e che comunque chiunque può verificare attraverso l'archivio di quanto pubblicato sul nostro sito dal 2005 ad oggi), ringraziando ancora una volta il neo Questore di Genova, Filippo Piritore, che con il nuovo Dirigente della Mobile, Gaetano Bonaccorso, ha avviato un deciso cambio di marcia alla Questura genovese, rilanciamo una proposta, semplice che non costa un euro ma può essere elemento di prevenzione, trasparenza e controllo...
Regione Liguria, Province e Comuni, le Società partecipate (anche per una sola semplice quota societaria), e le imprese che hanno concessioni, appalti e incarichi (a partire dai project financing) dagli Enti locali e dalle Società partecipate (e collegate) devono mettere online sui propri siti internet:
a) lista dei fornitori (con indicazione del valore economico e della tipologia), con indicazione della compagine societaria storica degli stessi;
b) lista delle offerte (da quella "vincitrice" a tutte le altre, con indicazione della compagine societaria storica degli stessi) per trattative private e gare d'appalto, con Verbali e Determinazioni di assegnazione, descrizione del capitolato, eventuali subappalti e liste dei fornitori, ed eventuali varianti in corso d'opera;
c) tutti gli incarichi diretti che vengono assegnati con indicazioni di tipologia e costo (non solo per le consulenze, ma anche per i servizi e lavori) ed anche qui con indicazione della compagine societaria storica degli stessi;
d) tutte le indicazioni sui progettisti, partner finanziari e subappalti (con le rispettive indicazioni delle compagini societarie storiche);
e) la lista di tutti i contributi (finalizzati o a fondo perso) e finanziamenti pubblici (ed agevolazioni) che vengono assegnati e riconosciuti dagli Enti locali (dai Comuni alla Regione passando per le Società Partecipate ed Enti controllati) a società ed associazioni, con indicazione dei soci delle stesse.
Inoltre i Comuni dovranno pubblicare online sui propri siti:
- la lista delle domande e concessioni di licenze commerciali (comprese le autorizzazioni per i cosiddetti "circoli") con nominativi dei titolari e responsabili;
- la lista delle concessioni edilizie che vengono rilasciate, con indicazione delle ditte incaricate dei lavori, dei progettisti e delle proprietà (e degli eventuali passaggi di proprietà avvenuti nell'arco dell'ultimo anno), oltre che le eventuali varianti in corso d'opera;
La Regione, la Provincia ed i Comuni dovranno mettere online anche tutte le pratiche di VAS, VIA ed ogni variante agli strumenti di Pianificazione (PUC, Piani di Bacino, PTCT, Piano delle Cave,...) con l'indicazione del richiedente (e de si tratta di società o più società indicando anche le compagini societarie storiche delle stesse) e delle eventuali osservazioni giunte in merito ed i provvedimenti adottati dagli Enti e dalle Conferenze di Servizio (con pubblicazione dei relativi verbali, indicanti anche i partecipanti ed i voti espressi).
In questo modo si renderebbe possibile una verifica in tempo reale. Si chiama prevenzione e trasparenza. Non è complesso e non comporta manco mezzo euro di spesa, ma solo lo svolgimento di quelle verifiche e di quei controlli che gli Enti locali, le società partecipate e chi opera con concessioni e incarichi pubblici, deve adottare. Le Pubbliche Amministrazioni come risponderanno? Per ora, pur potendolo già fare non li hanno fatto. E questo, attenzione, non riguarda solo la Liguria, ma dovrebbero farlo in ogni singola Regione, se davvero si volesse trasparenza, correttezza della Pubblica Amministrazione e prevenzione!
16.05.2010 - Repubblica Francesco Pinto, presidente dell'Associazione Magistrati: non esistono isole felici "Edilizia, commercio e subappalti così le cosche vanno all'assalto" E a Imperia più di trecento attentati in un anno
di Marco Preve
"Non esistono isole felici e anche a Genova e in Liguria, seppur con forme non cruente, le mafie sono al lavoro. Bene ha fatto il questore a pronunciare quelle parole e mettere il dito nella piaga".
Francesco Pinto, presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, è appena tornato da un convegno internazionale svoltosi a Saremo e dedicato alla memoria del collega Francesco Pescetto, pm stroncato da un infarto pochi mesi fa, che proprio per le sue inchieste sul crimine organizzato era stato minacciato e aveva vissuto a lungo sotto scorta.
La Liguria per le organizzazioni criminali è soprattutto terra di investimenti. "In questi periodi di crisi per l'economia ufficiale le mafie sono le uniche a poter disporre di un saldo sempre attivo e di enormi liquidità grazie al traffico di droga - spiega Pinto -. Da qui deriva il loro potere".
Genova e la Liguria sono un piatto ricco. "Acquisto di aziende in difficoltà, edilizia, concessionarie auto, il grande commercio e poi il reticolo dei subappalti. Questi - spiega il presidente dell'Anm - sono i punti deboli. Specie da quando le organizzazioni si sono trasformate strutturalmente, dando vita a vere e proprie holding finanziarie in cui il confine tra capitali legali ed illegali è sempre più labile. Registriamo flussi finanziari per rilevare aziende aziende o finanziare grandi operazioni che fanno nascere sospetti. Ma ormai per poter fronteggiare questo fenomeno è necessario, come avviene ad esempio in Francia, a Marsiglia, poter disporre di specialisti economici oltre alla polizia giudiziaria".
Il procuratore di Sanremo Roberto Cavallone ha fornito dati da far west sulla parte di provincia imperiese che ricade sotto la sua giurisdizione: 305 attentati in un anno e mezzo. I suoi molteplici allarmi sono per altro ignorati dalla politica che teme ricadute di natura turistica. La relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia dice che in Liguria "la criminalità organizzata esprime tentativi di infiltrazione nei settori economici legali, in particolare nelle imprese in crisi di liquidità, attraverso la pressione usuraia ed estorsiva". Associazioni come la Casa della Legalità da anni denunciano, spesso derise dalla politica, le ramificazioni della mafia e della 'ndrangheta.
Sempre il procuratore capo Cavallone aveva denunciato la sua sorpresa nel constatare quanti appalti nell'imperiese finiscono ad imprese poco presentabili.
"Gli appalti e i subappalti sono un settore effettivamente a rischio e recenti inchieste lo confermano - dice ancora Pinto -. Il pericolo, che in qualche caso si è già manifestato concretamente, è quello di un reticolo di imprese legate alle organizzazioni che, attraverso accordi occulti, si impadroniscono di fette importanti di lavori pubblici. Per questo anche indagini per turbative d'asta per piccoli appalti possono nascondere la punta dell'iceberg. E per questo è necessaria una sempre maggior collaborazione e attenzione da parte della pubblica amministrazione. Perché magistratura e finanza intervengono quando la patologia è già in fase avanzata, ma la prevenzione si fa con il controllo sui requisiti da parte degli enti locali".