Lo abbiamo detto in tutte i modi possibili: le mafie entrano se qualcuno gli apre le porte. Le licenze, così come appalti, incarichi e concessioni i mafiosi li prendono se qualcuno è disposto a darglieli, così come le protezioni per attività illecite ben note ma che non si volevano contestare e fermare. E questi qualcuno che le porte le aprono e che garantiscono protezioni e sostegni devono necessariamente essere amministratori pubblici e funzionari pubblici.
A Bordighera, come abbiamo ampiamente scritto è successo questo ed è avvenuto in un modo talmente eclatante che non si poteva più tergiversare. In questa direzione abbiamo spinto, anche con la conferenza stampa ed il volantino distribuito a Sanremo sabato 26 giugno: bisogna colpire il braccio dei clan ma anche chi li aiuta, chi fa gli affari, così come chi li copre, anche quindi coloro che prendono i voti rastrellati dalle cosche mafiose e poi pagano il dazio piegando la gestione della cosa pubblica ai desiderato dei mafiosi.
Adesso è ufficiale: i Carabinieri hanno inviato una richiesta ufficiale al Prefetto di Imperia perchè proceda nell'iter per lo scioglimento del Consiglio Comunale di Bordighera in provincia di Imperia...
Gli elementi raccolti sono più che sufficienti per far scattare lo scioglimento ed il commissariamento previsto dalla normativa per contrastare l'infiltrazione mafiosa nelle Pubbliche Amministrazioni (che, occorre ricordarlo, adesso può colpire non solo gli eletti - quindi Sindaco, Giunta e Consiglio - ma anche i funzionari comunali).
Il Prefetto non può perdere ulteriore tempo e deve procedere immediatamente all'istrottoria prevista dalla legge per mandare a casa eletti ed anche i funzionari compiacenti e collusi. Il Ministero dell'Interno non può restare silente e nemmeno rallentare la procedura. Rinviare ulterirmente porterebbe ad un gravissimo ulteriore danno alla corretta e trasparente gestione della cosa pubblica.
Ma attenzione, quello di Bordighera non è un caso isolato in Liguria. Esistono molteplici realtà pesantemente compromesse non solo dagli episodi di voto di scambio politico-mafioso emersi negli ultimi anni, ma anche dove il livello di compromissione ha piegato la corretta e trasparente gestione di Comuni, così come anche di settori di diverse Province, della Regione Liguria ed anche, non secondario, di molteplici società pubbliche o partecipate. Vi sono altri Comuni dell'imperiese, alcuni del savonese ed altri della provincia capoluogo che dovrebbere essere posti al centro dell'azione di Commissioni di Accesso al fine di accertare e quindi superare storture pesantissime.
In questa direzione come Casa della Legalità abbiamo già evidenziato all'Autorità Giudiziaria ed al Prefetto di Genova alcuni di questi casi, con denunce dettagliate e documentate, portando su ogni caso e punto riscontri inconfutabili ed anche, in alcuni casi, risultanze già emerse da attività di inchiesta della stessa Autorità Giudiziaria e dei reparti investigativi dello Stato. Su alcuni di questi casi - da quanto abbiamo appreso - è stato avviato il complesso iter previsto dalla norma.
Ed occorre tenere presente che se la mafia c'è (ed è chiaro che c'è) questa può essere sconfitta se lo si vuole. Occorre però che all'azione di contrasto penale, svolta e di esclusiva competenza della Magistratura, ogni altro soggetto istituzionale sappia assumersi la responsabilità per estirpare quell'infiltrazione che ormai ha raggiunto, in molteplici realtà, il carattere di un consolidato radicamento con pesanti infiltrazione nel settore pubblico. Per questo occorre non solo che i Prefetti utilizzino tutti i poteri che la Legge assegna loro, ma anche che la comunità faccia sentire forte e chiara l'intimazione alle Istituzioni perché affrontino, senza ipocrisie o finte soluzioni, la realtà dei fatti.
Infatti, quando si tratta di sciogliere dei Consiglio Comunali occorre certamente avere tutti gli elementi a prova delle infiltrazioni e delle contiguità, ovvero dei condizionamenti nella gestione di settori della Pubblica Amministrazione da parte di soggetti legati o appartenenti alle organizzazioni mafiose, ma serve necessariamente evitare in modo categorico nuovi casi come quello visto a Fondi, dove la politica ha voluto "graziare" gli amministratori per ragioni di opportunità politica di parte, non recidendo quindi in modo netto ed inequivocabile i lagami politica-mafia.
Infatti, soprattutto nella lotta alla mafia, anche i segnali sono importanti ed ogni segnale di tentennamento o di cedimento a strabismi o di leggerezza ad affrontare contiguità e connivenze (quando non complicità piene) è un pessimo, devastante e perverso segnale.
Per chiudere quindi è doveroso un passaggio sul pessimo segnale dato dal Sindaco di Bordighera e dalla sua maggioranza, dopo quello delle dichiarazioni immediatamente successive agli arresti dei Pellegrino. Infatti, proprio ieri sera, il Consiglio Comunale di Bordighera, a maggioranza, ha confermato la sua fiducia al signor Bosio Giovanni e se questo non bastasse sono giunte oggi le fresche dichiarazioni del Bosio a commento della richiesta di scioglimento per infiltrazioni mafiose del suo Comune, avanzata dai Carabinieri al Prefetto. Infatti lui, a nome della sua amministrazione che è l'oggetto del provvedimento richiesto cosa fa? Ma naturalmente dice che va tutto bene e che non c'è nessun pericolo che loro vadano a casa, anzi... Dopo le menzogne di ieri, nuove menzogne e mistificazioni avanzano sulla bocca del primo cittadino di Bordighera che infatti dichiara: "Al momento io e la Giunta ufficialmente non sappiamo nulla. Ci risulta, comunque, che si tratterebbe di una procedura normale in casi come quello che sta vivendo la città di Bordighera". Ecco, per lui è "normale" che i Carabinieri, che hanno appena arrestato un clan della 'ndrangheta, chiedano di scigliere il suo Comune per infiltrazioni mafiose. E se questo ancora non bastasse, il sindaco prosegue: "Noi siamo a posto completamente e da tutti i punti di vista come ho detto ieri in Consiglio, dove ho chiarito tutti gli aspetti della vicenda. Gli atti del comune sono a posto, l'Amministrazione è sana e lavora, nella completa autonomia gestionale. Siamo a completa disposizione per ogni eventuale chiarimento e gli uffici sono a disposizione per qualsiasi controllo. Siamo sereni e tranquilli, ma speriamo solo che la storia finisca al più presto perché non si può sopportare che il nome di Bordighera venga infangato in questo modo". Ecco: i Carabinieri indagano, arrivano a raccogliere elementi di prova schiaccianti (tanto che il ricorso al Tribunale del Riesame dei Pellegrino è andato a vuoto) e lui, il Sindaco, tirato in ballo cosa fa? Certifica lui stesso su se stesso ed afferma risoluto che va tutto bene, che tutto è in ordine... ed anzi arriva ad affermare che il problema sono le indagini, l'azione della magistratura e dei Carabinieri che infangano il buon nome di Bordighera, mica le contiguità e connivenze con il clan dei Pellegrino.