Non si fermano e bisogna fermarli... la
lobby trasversale dei distributori di morte continua a voler
costruire il proprio business bruciando risorse (materiali ed
economiche, pubbliche si intente!). Le alternative possibili,
concrete e fattibili che puntando su recupero-riciclo-riuso, creando
occupazione, risparmio delle risorse, risparmio consistente di soldi
pubblici (e dei cittadini) e tutela della salute, vengono ignorate
dagli amministratori servi delle lobby degli inceneritori. E questo
avviene davanti a dati scientifici inconfutabili che dimostrano la
scia di malattia e morte prodotta dalla diossina e dagli altri veleni
distribuiti su larga scala dalle ciminiere con le polveri sottili,
capaci di oltrepassare ogni filtro! Ecco in rassegna l'intervento
della dott.ssa Gentilini sui nuovi dati disponibili, la situazione di
Montale oltre ad un rapido riepilogo di alcuni conflitti di interessi
nel settore (e nei movimenti) e la sciagurata linea imboccata in
Liguria...
L'intervento della dott.ssa Patrizia Gentilini
Vorrei portare a conoscenza dei suoi
lettori quanto emerso da un studio epidemiologico di recente
pubblicato (Occup Environ Med 2010; 67, 493-499), condotto in Francia
e riguardante l'insorgenza di malformazioni al tratto urinario in
bambini nati da madri esposte prima del concepimento o nelle
primissime fasi della gravidanza ad emissioni di impianti di
incenerimento di rifiuti...
Lo studio ha identificato 304 casi di
malformazioni di questo tipo diagnosticate nel periodo 2001- 2003
nel sud est della Francia ove sono attivi 21 inceneritori ed ha
evidenziato, entro 10 km dalla fonte ed in base all'esposizione a
diossine calcolata su un modello di ricaduta, un rischio di
insorgenza di malformazioni variabile da tre a quasi sei volte
l'atteso.
Ancor più interessante dello studio
stesso è però l'editoriale che compare nella prestigiosa rivista
scientifica in cui lo studio è pubblicato ed in cui si afferma ciò
che ormai da anni noi medici ( e fortunatamente non solo noi) andiamo
dicendo e cioè che questi impianti, oltre che immettere fumi in
atmosfera, producono ceneri tossiche che da qualche parte vanno
collocate, contribuiscono al riscaldamento globale e, soprattutto,
una volta costruiti, vanno alimentati con rifiuti ed ostacolano
quindi il diffondersi di pratiche molto più virtuose quali la
riduzione, il recupero/ riciclo ecc.
I danni che gli inceneritori provocano
sono ormai indiscutibilmente riconosciuti; nello studio condotto in
prossimità dei due inceneritori di Forlì non sono state purtroppo
indagate le malformazioni; tuttavia, nel livello sub-massimale di
esposizione, il più popolato, si è avuto un incremento del rischio
di abortività spontanea del 44%. Malformazioni ed abortività
spontanea sono eventi strettamente correlati in quanto quest'ultima
riflette l'azione nociva sull'embrione e sul feto delle sostanze
tossiche cui la madre è esposta e che, qualora non si arrivi
all'aborto, può esitare in malformazioni.
Comunque, sempre dallo studio condotto
in prossimità degli impianti a Forlì, si documenta, nel livello di
esposizione citato e nelle sole donne, un aumento di ricoveri per:
malattie renali (oltre il 200% ) infarto, infezioni respiratorie,
scompenso cardiaco ed un aumento di morte per tumori ( stomaco,
colon retto, polmone, sarcomi, linfoma di Hodgkin, vescica, cervello,
leucemie) e complessivamente nell'intera area esaminata ben 116
decessi oltre l'atteso fra le donne nei 13 anni presi in esame.
Tutto ciò non deve stupire se si pensa
che nelle emissioni di questi impianti, nonostante l'utilizzo di
tecnologie adeguate, sono comunque presenti inquinanti di ogni
specie ( dal particolato, ai metalli pesanti, alle diossine). Del
resto, da quanto di recente emerso sulla stampa, anche
l'inceneritore di Montale non è stato da meno, se si sono registrati
ben 152 morti per cancro in eccesso nei soli Comuni di Montale ed
Agliana ( di Montemurlo, l'altro comune soggetto alle ricadute, non
sono disponibili i dati)
E infine c'è davvero bisogno di
continuare a fare studi per avvalorare ciò che il semplice e comune
buon senso indica: perché continuare a spargere veleni, tanti o
pochi che siano, quando ne possiamo fare assolutamente a meno?
Patrizia Gentilini
Ed
intanto da MONTALE emerge che quanto avevamo denunciato è ora
confermato ufficialmente dai documenti ufficiali: i rifiuti
pericolosi sono stati (e vengono) bruciati nell'inceneritore come se
nulla fosse! In attesa che la magistratura proceda a chiudere
quell'impianto ecco il comunicato del Coordinamento dei Comitati
della Piana:
19 agosto 2010
LA TRASPARENZA DELLA PROVINCIA DI
PISTOIA .....
OVVERO COME TACERE IN MODO VERGOGNOSO
In molti ricorderanno l'operazione
trasparenza messa in piedi nel maggio di questo anno dalla Provincia
di Pistoia, dai Sindaci di Agliana, Quarrata, Montale, dalla ASL e
dall' ARPAT di Pistoia.
Con gran pompa, misero in piedi tre
visite guidate all'impianto e alla fine (il 29 maggio) anche un
convegno, il tutto era per dimostrare come l'inceneritore di Montale,
gioiello e vanto delle locali amministrazioni, fosse assolutamente
sotto controllo, ben diretto dagli attuali gestori e assolutamente
innocente rispetto alla pesante contaminazione da diossine e PCB
riscontrata in tutta l'area di ricaduta dell'inceneritore.
A poco valsero, in quegli stessi
giorni, le denunce sulla contaminazione del latte materno, sul
pesante inquinamento da diossine delle acque, sulla mancate emissioni
delle ordinanze di divieto di consumo e commercializzazione dei cibi
prodotti nelle aree di ricaduta dell'impianto. A nulla valse
l'imponente manifestazione regionale del 22 maggio che si svolse
proprio a Montale per dire "basta all'incenerimento", e per
chiedere una gestione dei rifiuti più sicura per la salute, più
economica per le tasche dei cittadini e che garantisse minore spreco
di risorse.
Eppure, proprio in quei giorni, mentre
pubblicamente si vantava l'innocenza dell'impianto e la trasparenza
della Pubblica Amministrazione, nel segreto delle stanze si correva
ai ripari per cercare di mettere una pezza al disastroso sistema di
gestione dei rifiuti ospedalieri pericolosi, per intercettare i
quali, non veniva fatto assolutamente nulla.
Il dubbio che all'inceneritore di
Montale arrivassero rifiuti pericolosi e che questi venissero
trattati in maniera non adeguata, era stato avanzato dai comitati in
più occasioni, purtroppo la sdegnosa supponenza della Provincia,
aveva sempre ignorato il problema.
Evidentemente non eravamo i soli a
nutrire fondati dubbi !
Da alcuni giorni sul sito della
Provincia di Pistoia, e con inescusabile ritardo, è apparso un
poderoso carteggio che dimostra come fino ad oggi i rifiuti
pericolosi siano entrati nella bocca dell'inceneritore e siano stati
inceneriti, senza le dovute precauzioni.
Nel carteggio pubblicato sul sito della
Provincia si legge che puntuali rilievi in merito alla mancata
verifica dei rifiuti, compreso la quantificazione e rendicontazione
dei rifiuti ospedalieri e di quelli industriali pericolosi, che
devono essere intercettati, per rispettare la legge, prima della loro
combustione, erano già stati mossi dalla ASL nel novembre del 2009
(lettera del Dott. Bolognini del 13 novembre 2009 ) e che sulla base
di tali rilievi, se da un lato la Provincia minacciava azioni legali
contro il Dott. Bolognini (responsabile evidentemente di fare bene il
suo lavoro), dall'altro si affrettava a fare sopralluoghi e a
convocare tavoli tecnici per verificare di quanto si discostasse la
gestione corrente dei rifiuti, da quella prevista dalle norme
nazionali e regionali e indicata anche (se pur parzialmente )
nell'autorizazzione Integrata Ambientale (AIA).
Ebbene con l'Ordinanza n° 2447 del 6
agosto Prot. N° 115082, la Provincia di Pistoia ammette quello che
pubblicamente ha sempre negato, cioè che nel forno dell'inceneritore
sono sempre entrati, senza alcuna precauzione, e inceneriti rifiuti
pericolosi.
La cosa è senza dubbio sconcertante,
ma ancora più sconcertante è la constatazione della vergognosa
doppiezza di cui sono capaci i rappresentanti delle istituzioni che,
ben sapendo che tutta l'area è contaminata e che tale contaminazione
è causata da quel maledetto inceneritore che per sua natura, ma
anche per una cattiva gestione, arreca gravi danni alla salute dei
cittadini, continuano a spendere la loro faccia, che evidentemente a
questo punto costa veramente poco, per garantire che tutto va
bene!Come possono pretendere di tranquillizzare la popolazione se
nonostante lo spudorato e costante sostegno all'inceneritore, loro
stessi sono stati costretti nel giro di pochi mesi ad emettere ben 3
ordinanze e due atti di diffida per tentare di correggere la cattiva
gestione dell'impianto?
Un impianto fuorilegge, come si può
leggere dal verbale della seduta del 24 gennaio 2010, dove
chiaramente si dice che l'inceneritore ha bruciato rifiuti
pericolosi, nonostante non sia autorizzato a farlo.
Già questo semplice fatto imporrebbe
il sequestro e la chiusura, così come è avvenuto per altri impianti
in Italia, ad esempio a Terni.
Confidiamo, a questo punto, nel dovuto
intervento, seppur tardivo, della Magistratura.
Quanto poi agli amministratori
pistoiesi, nel ribadire la nostra totale sfiducia nei loro confronti
, vogliamo mettere in guardia Sinistra Ecologia e Libertà, che ha
recentemente rimproverato l'Assessore Fragai di aver espresso
l'intenzione di raddoppiare l'inceneritore, (che si dimostra sempre
più essere un bidone), senza aver atteso l'esito delle relazioni
conclusive di ASL e ARPAT, circa le reali intenzioni di chi ci
governa che, a prescindere dai risultati che comunque ci sono di già
e sono assolutamente preoccupanti, si stanno accingendo a passare il
"bidone" alle imprese "amiche" ( l'emiliana Hera ) o alla
multinazionale di turno (la francese Veolia che ha già dato prova di
sé a Pietrasanta).
Questo è il futuro che ci aspetta se
partiti, associazioni e semplici cittadini continuano a preferire le
favole alla realtà.
Coordinamento dei Comitati della Piana
FI - PO - PT
E sempre da Montale
la relazione della ASL di Pistoia evidenzia un dato fortemente
anomalo: c'è un eccesso di di morti di tumore nei comuni dove è
maggiore la ricaduta dell'inceneritore di Montale. Ma
la ASL "oscura" questi dati dimostrando un grande
"virtuosismo" statistico.
Anche
questo faceva parte della famosa "operazione trasparenza"
messa in piedi dalla Provincia di Pistoia. Lo dichiara il Dott.
Bolognini, al quale i vertici aziendali della ASL avevano (a mezzo
stampa) attribuito "l'approvazione, in ogni suo punto della
Relazione Sanitaria" che invece, in quella stessa seduta, aveva
presentato una sua relazione di dissenso pubblicata sul sito
dell'ordine dei medici nel mese di luglio 2010
e che denunciava proprio un incremento di tumori nell'area di maggior
ricaduta dell'impianto.
Qui il testo integrale della nota del
Dott. Bolognini, pubblicata oggi dal quotidiano La Nazionale -
formato .pdf - clicca qui
Infiltrazioni e conflitti di interessi, minano i movimenti ed in Liguria...
E davanti a questi dati
devastanti, prosegue il gioco sporco dei signori degli inceneritori.
Non sanno più cosa inventarsi...
I dati taroccati grazie
all'occupazione politico-lobbista di Aziende Sanitarie e Agenzie per
l'Ambiente, create e forgiate come braccio politico delle
Amministrazioni.
Le infiltrazioni nei movimenti ormai sono la
prassi tanto che qualcuno spaccia Capannoli come esempio positivo
quando invece è sempre la solita grande "truffa" del ciclo
integrato...
A Genova non si è ancora sciolto il nodo di
Federico VALERIO, ambientalista (sic) che siede, nominato da AMIU,
nel Cda di AMIU Bonifiche, è nell'Isde ed all'Ist ma difende i dati
taroccati di ARPAL...
A Modena c'è Vanni BULGARELLI, consulente
del progetto "Le città sostenibili. Storia, natura, ambiente'
del Comune di Modena" e coordinatore scientifico del gruppo di
lavoro di Agenda 21 nazionale "Città sostenibili", come se
nulla fosse, peccato che è il Presidente di HERA MODENA! Con questa
pratica e questi "innesti" nei movimenti hanno "bruciato"
anche il concetto di "rifiuti zero" che ormai viene usato da
tutti, svuotato dal suo significato, per garantirsi una facciata di
"civiltà".
In Liguria si stanno progettando "centrali a
biomasse-modificabili-in inceneritori" in ogni dove, vi sono
progetti per inceneritori vari (chiamati al vario modo, nonostante la
sostanza non cambi come ci ricorda l'Unione Europea, dalle
amministrazioni: modificatori molecolari, gassificatori e via
discorrendo). A Genova AMIU ha già lanciato il bando per la
costruzione dell'impianto che graverà sulle tasche dei cittadini,
oltre che sulla salute e l'ambiente, visto che ogni combustione
produce sostanze devastanti, come la diossina!!!) e che produrrà una
ricaduta su ampia parte della città così da essere l'ennesima
macchina perfetta per la distribuzione di cancro e patologie varie!
Eppure le alternative concrete e fattibili ci sono... ecco un
altro video in cui ne parla la Dott.ssa Gentilini: