Un provvedimento che non sta in piedi e che è in grado di produrre un effetto devastante: spingere chi sceglie oggi liberamente di prostituirsi nelle braccia dei papponi... o meglio nelle mani di quei soggetti legati alla criminalità organizzata che hanno acquisto immobili da "affittare" ad alto costo alle prostitute...
La prostituzione non può infatti essere vietata da un Comune. La Legge la consente. Dovrebbe essere invece perseguito lo sfruttamento della Prostituzione ed il favoreggiamento... ma su questo fronte il Comune di contrasto non ne fa, come non lo ha mai fatto... Anzi, vogliamo dimenticarci che il Comune di Genova pagava (26.900 euro) la camera d'albergo (e poi gli ha assegnato anche una casa popolare, dopo avergli lasciato occupare per due anni i beni che gli erano stati confiscati) al boss Rosario Caci... o che il boss Vincenzo Fiumanò si aggira per i vicoli, quegli stessi vicoli dove ci sono le "sue" ragazze di colore che si prostituiscono, mostrando l'assegno che periodicamente il Comune elargisce come sostegno sociale?
Ma andiamo avanti e vediamo punto per punto il dispositivo dell'Ordinanza...
Cosa dice il primo punto... dell'ordine del Sindaco? Afferma che è perseguito chi ha "atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo". Bene spiegateci, quali sono oggettivamente ed indiscutibilmente, provabili in sede dibattimentale in caso di ricorso, "il saluto allusivo" ed il resto! Sempre nel primo punto si precisa che sarà perseguito anche chi mantiene un "abbigliamento indecoroso e indecente in relazione al luogo". Anche qui: ma quale è l'abbigliamento decoroso e decente? Chi valuta l'abbigliamento in base ai luoghi? C'è uno standard?
Ci si rende conto che, tra l'altro, per le nuove generazioni (e non siamo nell'ambito della prostituzione) l'abbigliamento spinto è spesso la norma? E le persone eccentriche? Anche queste possono essere colpite da un norma di questo tipo... E poi la signora sindaco ha mai visto le sfilate di moda? Probabilmente no... visto che sempre più spesso vengono proposti indumenti le cui trasparenze mostrano quelle nudità che l'Ordinanza vorrebbe perseguire perché caratterizzanti un "modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali".
Il secondo punto è la follia pura. Afferma: "di richiedere informazioni finalizzate ad acquisire prestazioni sessuali da soggetti che pongano in essere i comportamenti di cui al precedente punto 1)"... Questo punto può essere contestato solo nel momento in cui entrambi i soggetti, o uno di questi, quindi o la/il prostituta/o ed il/la "cliente" ammettono che si stavano "richiedendo informazioni finalizzate ad acquisire prestazioni sessuali"... Se invece dichiareranno che chiedevano indicazioni su una strada, piuttosto che su un locale o semplicemente stavano scambiando quattro chiacchiere, questo punto non produrrà mai alcuna sanzione definitiva!
Il terzo è di nuovo pura follia, ma pare far intendere che a Genova, tranne che per "richiesta di informazioni dirette ad acquisire prestazioni sessuali" sono concesse manovre di veicoli "pericolose e di intralcio alla circolazione stradale". Il punto infatti afferma: "per i conducenti di veicoli, di eseguire manovre pericolose o di intralcio alla circolazione stradale al fine di richiedere informazioni dirette ad acquisire prestazioni sessuali da soggetti che pongano in essere i comportamenti di cui al precedente punto 1)". Quindi di nuovo: se nessuno dei due (prostituta/o o cliente) non ammettono che stavano richiedendo informazioni dirette al consumo della prestazione sessuale, non vi sarà mai alcuna sanzione definitiva; ed inoltre: i conducenti di veicoli che eseguono manovre pericolose o di intralcio alla circolazione stradale dovrebbero essere, per il codice della strada, essere sanzionati in ogni caso, oppure ha Genova questo tipo di violazioni del Codice della Strada non vengono abitualmente, normalmente, perseguite?
Ecco quindi che questa è puramente una "Ordinanza" senza senso, pura propaganda per dire abbiamo adottato un provvedimento per contrastare la prostituzione... nulla di più e nulla di meno. Chi vive vittima dello sfruttamento o chi sceglierà di farsi sfruttare potrà continuare a vendere il proprio corpo, chi invece, per necessità o scelta, lo vendeva per "libera scelta" rischia di essere massacrata/o. Chiaro?
I Vigili Urbani faranno sanzioni che finiranno nel cestino, quegli agenti dei vigili urbani che invece addirittura amministravano/amministrano o vivono in palazzi usati per lo sfruttamento conclamato dello prostituzione, ed hanno sempre taciuto avranno la scusante che persino un Ordinanza del Comune non indica questa come fenomeno da contrastare, denunciare e perseguire (visto che nell'Ordine prodotto dal Sindaco su questo non vi è manco mezza indicazione).
Gli unici che saranno contenti sono i "signori" che avendo fatto incetta di immobili ed hanno voglia di guadagnare più di un semplice canone di affitto, che siano legati o meno alla criminalità organizzata, possono farsi sotto e garantire una "sede consona" per le prostitute ed i prostituti, garantendo a se stessi introiti da nababbi.
Ci dica, invece, la signora sindaco Marta Vincenzi, quando pubblicherà online la lista dei locali notturni, mascherati da "circoli" o "club privati" che operano con le autorizzazioni comuni ed affiliazioni ad Enti di Promozione Sociale, e dove lo sfruttamento della prostituzione è norma... oltre che, quasi esclusivamente, posta in essere da organizzazioni mafiose? Quando permetterà di vedere questa lista, così che le Forze dell'Ordine possano farci qualche controllo? Questo ambito di sfruttamento non le interessa?
Ed un ultima domanda pubblica alla signora Sindaco: quanti fondi mette a disposizione per garantire che le vittime dello sfruttamento sessuale, una volta che scelgono di denunciare e cambiare radicalmente vita, non siano sole? Vede, i progetti attualmente in atto - soprattutto dal volontariato sociale - non bastano, ed allora qui, concretamente, servirebbe che gli Enti locali facessero la loro parte seriamente e, di nuovo, non per avere qualche spot propagandistico, che non risolve minimamente il problema.