01.12.2010 - Roberto Galullo sul
blog "Guardie o Ladri"
Confindustria Imperia e prefettura
contro la mafia nell'economia
E Bordighera e Ventimiglia a
rischio scioglimento
Tra tre giorni scade il tempo assegnato alla
Commissione d'indagine prefettizia che è andata a mettere il naso
nelle carte del Comune di Bordighera e le sue possibili infiltrazioni
mafiose.
Il 18 novembre la Direzione distrettuale di Genova ha
spedito i Carabinieri nel Comune di Ventimiglia, ancora in provincia
di Imperia, per sequestrare provvedimenti, fascicoli e delibere. Un
motivo in più per far alzare la voce a quanti chiedono una
commissione d'accesso e poi lo scioglimento per mafia, anche di
Ventimiglia.
In un clima mai così nero in Liguria, dove ormai non
passa giorno che imprenditori, commercianti, esponenti della politica
e della società civile non ricevano grave minacce e intimidazioni,
Confindustria Imperia rompe gli indugi e dà seguito al protocollo di
legalità firmato il 10 maggio tra il presidente nazionale
Emma
Marcegaglia e il ministro dell'Interno
Roberto Maroni,
finalizzato a contrastare le infiltrazioni della criminalità
organizzata nell'economia.
Oggi, 1° dicembre, la locale associazione degli
industriali, lo stesso ministro e il prefetto di Imperia,
Francescopaolo Menna,
alla presenza, tra gli altri, del presidente di Confindustria Liguria
Sandro Cepollina
(che proprio dalla territoriale di Imperia viene) e del direttore di
Confindustria Imperia,
Giuseppe Argirò,
avrebbero dovuto presentare a provincia e imprenditori regole e
principi ai quali non derogare, firmando un protocollo di legalità
di durata biennale. Chi sgarra potrà essere espulso
dall'Associazione. Poche ore fa, con un colpo di teatro non degno
per chi rappresenta lo Stato, cioè il Viminale, ha rimandato la
firma del protocollo al 10 dicembre per accavallamenti dei lavori
parlamentari in aula. Mah!...
Sandro Cepollina,
aprendo i lavori dell'assemblea confindustriale ligure del 25
ottobre, aveva improntato la sua relazione programmatica proprio alla
lotta senza se e senza ma alle mafie che così pesantemente inquinano
la società, la finanza e l'economia regionale (si veda il mio
servizio sul
Sole-24 Ore
del 6 novembre 2010 e nell'archivio su
www.radio24.it
l'intervista a
Cepollina mandata
in onda nella mia trasmissione "
Sotto tiro"
su
Radio 24 il
15novembre).
IL PROTOCOLLO
Prefettura e Confindustria Imperia daranno vita a una
Commissione per la legalità con lo scopo di programmare le attività,
monitorare la realizzazione delle iniziative congiunte e proporre
l'adozione delle azioni opportune per garantire una efficace
attuazione di principi, regole e procedure. A fine anno ci sarà una
relazione delle attività svolta e dei risultati conseguiti. Ciascuno
farà la sua parte.
La prefettura ottimizzerà le procedure di rilascio
della documentazione antimafia, spedirà uomini nei cantieri (anche
privati) per verificare appalti, subappalti e fornitori,
sensibilizzerà le stazioni appaltanti per garantire trasparenza,
rispetto delle leggi, qualità delle opere pubbliche e prevenzione
della concorrenza sleale nelle modalità di aggiudicazione delle gare
d'appalto di lavori, forniture e servizi.
Confindustria Imperia, oltre a sottolineare l'etica
della responsabilità prende posizione netta e promuove l'adozione
di principi che contemplino tanto l'obbligo di espulsione o
sospensione delle imprese associate in presenza delle condizioni
determinate sulla base del protocollo, quanto la previsione del
dovere di denuncia di reati che ne limitino direttamente o
indirettamente la libertà economica a vantaggio di imprese o persone
riconducibili a organizzazioni criminali.
Confindustria Imperia, inoltre, raccoglierà dati e
informazioni sulle imprese fornitrici, appaltatrici e
subappaltatrici, trasmessi dalle imprese che aderiscono al protocollo
e fornirà, su richiesta, alle prefetture e alle grandi imprese le
informazioni di cui dispone.
Un'altra cosa importante che farà Confindustria
Imperia, sarà promuovere la predisposizione delle misure per la
sicurezza sul lavoro e per la regolarità contributiva dei lavoratori
che é spesso indicatore dì gravi fenomeni criminali.
Infine promuoverà l'adozione di regole mirate a
disciplinare la scelta responsabile dei partners, subappaltatori e
fornitori; promuoverà specifici corsi di formazione per diffondere
la cultura della legalità e iscriverà in un apposito elenco
pubblicato sul proprio sito Internet le imprese aderenti al
protocollo.
IL CASO DI BORDIGHERA
Il 29 ottobre si è insediata la Commissione di
indagine nel Comune di Bordighera, istituita dal Prefetto di Imperia,
Menna,
nell'ambito dei poteri di accesso che gli sono stati delegati dal
ministro dell'Interno
Maroni.
Il suo compito, dopo il mese di proroga chiesto e ottenuto, che
scadrà il 4 dicembre salvo ulteriori proroghe, è quello di
verificare eventuali possibili condizionamenti della criminalità
organizzata nell'ambito dell'attività gestionale e
amministrativa.
La Commissione è stata istituita dopo la
richiesta di scioglimento del Consiglio comunale, per possibili
infiltrazioni mafiose, avanzata a giugno dai Carabinieri della locale
Compagnia, dopo che si era avuta notizia di possibili legami tra la
criminalità organizzata e alcuni politici. Si parla di voto di
scambio e questi sospetti condussero il sindaco
Giovanni
Bosio (Pdl) ad azzerare la Giunta ma non
a dimettersi. Nel mirino, inoltre, ci sarebbero molti lavori pubblici
degli ultimi 10 anni.
Il 5 dicembre la relazione sarà consegnata
al prefetto che avrà poi 45 giorni di tempo per trasmettere la
proposta (di scioglimento o meno) al ministro dell'Interno. Se ne
parlerà dunque, probabilmente, per la seconda metà di gennaio.
IL CASO VENTIMIGLIA
Altro caso, diverso, è quello di Ventimiglia, e
siamo sempre nel Ponente ligure. "
Il caso
Ventimiglia è diverso -diceva il prefetto
Di Menna
intervistato il 29 ottobre dal
Secolo XIX -
e prima di decidere devo vagliare le
informative preliminari che mi sono state trasmesse in questi giorni.
Sembra che ogni giorno spunti un nuovo dossier. Ma non è così.
Senza contare che nel contesto in cui viene utilizzato, è un termine
assolutamente improprio. Non esistono dossier, ma solo una relazione
delle forze di polizia a seguito di una mia circostanziata richiesta.
E tale richiesta riguarda un documento trasmesso ai nostri uffici da
una associazione Onlus denominata Casa
della Legalità. Ho già avuto modo
di precisare la genesi di questa iniziativa avviata in sede di
Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ma
evidentemente occorre ribadire il concetto».
(per approfondimenti rimando a
www.casadellalegalita.org).
In un take del 19 novembre l'
Agi
intervisterà il sindaco di Ventimiglia,
Gaetano
Scullino (Pdl) che dichiarerà:
"
Ventimiglia non è in mano alla malavita
organizzata. E' giusto che le forze dell'ordine e la magistratura
verifichino i contenuti di segnalazioni o dossier, ma c'e'
bisogno di chiarezza e di risposte in tempi brevi, perchè
l'amministrazione deve essere messa nelle condizioni di proseguire
con la sua attività. Dall'inizio del nostro mandato ci siamo
battuti per migliorare l'immagine di Ventimiglia, ad esempio
combattendo l'abusivismo commerciale o edilizio, ma in questa
maniera tutto il nostro operato viene vanificato".
L'Agenzia
Agenparl
il 26 novembre riporta che i deputati del Pd
Andrea
Orlando e
Mario
Tullo hanno chiesto al ministro
dell'Interno "
quando verranno sciolte le
giunte dei Comuni di Bordighera e di Ventimiglia".
LE MAFIE NEL PONENTE LIGURE
Limitandoci alla sola descrizione del fenomeno
mafioso nel Ponente Ligure (dove ovviamente ricade la provincia di
Imperia), ecco cosa scrive a pagina 574 e seguenti la Procura
nazionale antimafia nella sua relazione 2009 (l'ultima
disponibile): "
L'attuale articolazione
regionale di quegli enti delinquenziali, se pure tradizionalmente
organizzata attorno alla funzione dei "locali" (esistenti in
Ventimiglia, Lavagna, Sanremo, Rapallo, Imperia, Savona, Sarzana,
Taggia e nella stessa Genova), vede emergere il ruolo equilibratore
di vere e proprie funzioni di "controllo" o "compensazione",
attive soprattutto in funzione di regolazione delle tensioni interne
e di coordinamento delle attività delle articolazioni di ‘ndrangheta
in Liguria e nel basso Piemonte, e di fatto assegnate al locale di
Ventimiglia, ove dunque si concentra la complessiva regia delle
manovre di penetrazione nei mercati illegali e legali dell'intera
regione. In tale contesto risulta comunque confermata la tradizionale
centralità delle ‘ndrine del versante ionico-reggino".
E poi ancora:
"
La
crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante
attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione
ligure ben contribuisce a spiegare l'attivo interesse di tali
articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad
individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e
politici, oltre che a rinsaldare e saldare le molteplici relazioni
delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti
imprenditoriali della regione. Il fenomeno appare connotato da
speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione
nelle province di Imperia (ove sono attivi i gruppi Ventre, Sergi,
Pellegrino e Iamundo)".
LA SOLA PROVINCIA DI IMPERIA
Un paragrafo è dedicato, da pagina 586 proprio alla
provincia di Imperia nei confronti della quale la Procura nazionale
antimafia così si esprime: "
Una ulteriore
particolare attenzione occorre infine rivolgere nei confronti della
provincia di Imperia ove è stata registrata una particolare
recrudescenza sotto il profilo delle azioni criminali, soprattutto
incendi e danneggiamenti mediante esplosione di colpi d'arma da
fuoco, accompagnata da preoccupanti percezioni informative in ordine
all'esistenza di momenti di tensione tra taluni esponenti della
criminalità organizzata operativi sul detto territorio.
Naturalmente, la criminalità calabrese (e,
specificamente, delle sue articolazioni nel ponente ligure) conserva
una posizione di obiettivo rilievo anche nel settore
dell'importazione (soprattutto dal Sud America) di stupefacenti
destinati ad alimentare le reti distributive dell'Italia
settentrionale.
L'attualità di tale tradizionale ruolo è, del
resto, significativamente attestata nell'ambito di plurimi contesti
investigativi.
A tale riguardo, vale la pena di segnalare il
dato obiettivo dell'arresto, in esecuzione di ordinanze cautelari
date dal Giudice di Reggio Calabria, di soggetti stabilmente presenti
nell'area ligure, come Aricò
Bruno (nato a Molochio, in provincia
di Reggio Calabria, ma residente in Ventimiglia) e Cannizzaro
Rocco (nato a Reggio Calabria, ma
pure residente in Ventimiglia), individuati come i protagonisti di
traffici su scala internazionale di ingenti quantitativi di
stupefacenti".
E tutto questo, si badi bene, senza tirare in ballo
l'inchiesta
Il Crimine,
scivolata il 13 luglio 2010 sull'asse Milano-Reggio Calabria, che
dedica un ampio spazio alle mani della ‘ndrangheta in Liguria e, in
particolar modo, a Ventimiglia che, vista anche la sua posizione a
pochi passi dal confine nazionale, è un crocevia naturale per gli
interessi delle mafie nazionali e internazionali.
ET VOILA' LA CAMORRA
Quasi timidamente, la Procura nazionale antimaia
scrive che oltre alla ‘ndrangheta (che detta legge) e a Cosa Nostra
(più defilata), c'è anche la camorra. Leggiamo cosa scrive nella
relazione 2009: "
Si ritiene ancora doveroso
evidenziare, anche se non rileva ai fini della competenza della
Direzione Distrettuale Antimafia per la tipologia dei reati
accertati, una indagine focalizzata su un soggetto in passato
considerato punto di riferimento di esponenti della Camorra nel
Ponente ligure insediatisi in quel
territorio al fine di gestire e controllare gran
parte dei traffici illeciti che su di esso venivano consumati.
Nella Primavera del 2006 infatti l'assetto
parcellizzato della criminalità organizzata sul territorio
dell'estremo ponente ligure ed in particolare della città di
Sanremo ritrovava unità nella presenza di alcuni soggetti napoletani
che di fatto hanno restaurato il passato.
Sulla scena sanremese infatti è ricomparsa la
persona del soggetto citato il quale avvalendosi della collaborazione
di altri, ha cercato di riappropriarsi del controllo del territorio
come nel passato.
Nel quadro come sopra delineato si inseriva un
collaboratore di giustizia.
Le indagini, che ancora devono avere uno sbocco
processuale, offrono un interessante panorama in ordine alle
molteplici attività illecite poste in essere sul territorio,
attività aventi "manifestazioni" tipicamente mafiose (incendi,
danneggiamenti, aggressioni alla persona) non riconducibili ad una
vera e propria associazione, ma a soggetti operanti, per quello che
risulta, in maniera indipendente anche se per alcune vicende
contigui".
POI C'E' IL CASO SANREMO
Ancora nel Ponente ligure, vera e propria pacchia per
svernare anche per i mafiosi, c'è il caso Sanremo che, lo sanno
anche i bambini, ha il casinò che tanto fa gola alle mafie. A pagina
326 e seguenti si legge: "
E' noto che nel
nostro Paese operano attualmente quattro strutture pubbliche,
Sanremo, Venezia, Saint Vincent e Campione d'Italia, costantemente
oggetto di attenzione da parte delle forze di polizia.
Quanto al Casinò di Sanremo, come del resto per
gli altri Casinò, va rilevato che intorno ad esso prosperano varie
attività, che devono necessariamente essere oggetto di controllo
preventivo da parte delle Forze dell'ordine, impegnate in
particolare ad assicurare la regolarità del gioco e a svolgere
un'azione di filtro delle presenze, atteso che spesso dei
pregiudicati si recano nella sala da gioco anche con false identità.
Di recente sono stati aperti alcuni siti
denominati "casino on line", inaugurati per Venezia e Sanremo,
per cui il server del Casinò è collegato con quelli delle varie
carte di credito. E' proprio grazie a questi controlli preventivi
che si scongiura una massiccia opera di infiltrazione della
criminalità organizzata. La Direzione distrettuale antimafia di
Genova sta indagando su alcuni camorristi che cercano contatti con il
casinò di Sanremo per far assumere alcuni loro porteurs"
RELAZIONE DIA PRIMO SEMESTRE 2010
E la Dia, la Direzione investigativa antimafia cosa
scrive nella sua ultima relazione sul primo semestre 2010?
Conferma l'analisi della Dna e in più ricorda che
recentemente ci sono state alcune perquisizioni nella provincia di
Imperia finalizzate alla cattura del superboss di Cosa Nostra
Matteo
Messina Denaro
e ricorda infine che il 24 maggio 2010 ci sono stati 8 arresti a
Sanremo a seguito della possibile apertura, osteggiata dai cittadini,
di una sala gioco, con slot machines a Bordighera. Sono così emersi
stretti rapporti tra alcuni degli arrestati e un imprenditore
siciliano, ex collaboratore di giustizia, dichiaratamente già vicino
a
Matteo Messina Denaro
e sfuggito nel 1996 a un agguato.
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