Grazie al pessimo lavoro eseguito per l'omicidio di Luciana Biggi dalla Squadra Mobile di Claudio Sanfilippo in questo processo non c'erano prove!
Il pm Zucca ha fatto quel che poteva, ma le prove non le può fabbricare!
Delfino non ha confessato e la sua Difesa ha chiesto che nel processo si valutassero i fatti relativi all'omicidio di Luciana Biggi e non altro.
La Corte d'Assise lo ha assolto con il comma che fu "insufficienza di prove"(1).
Questo è il Diritto... non chi urla che bisogna farsi giustizia da soli...
Se quindi è comprensibile il dolore e la rabbia dei familiari di Luciana Biggi, per il fatto che l'unico indiziato, che già aveva minacciato la vittima, sia stato assolto, non è tollerabile quanto affermato da Rosa Tripodi: "È l'ennesima prova che in Italia bisogna farsi giustizia con le proprie mani".
Sarebbe opportuno quindi che il Capo della Polizia ed il Ministro dell'Interno provvedano a porgere le proprie scuse alla famiglia Biggi per gli errori gravissimi commessi dalla Squadra Mobile di Genova in allora, quando con il loro intervento non solo non raccolsero le prove necessarie ma inquinarono il luogo del delitto, compromettendo la possibilità di compiere rilievi efficaci ad assicurare l'assassino alla Giustizia.
Sarebbe questo atto un dovere, anche alla luce del fatto che l'allora capo della Squadra Mobile, Claudio Sanfilippo (poi promosso e trasferito a Parma) anziché concentrare gli sforzi nella ricerca di prove si lanciò in un attacco verso il pm Zucca accusandolo di non voler procedere all'arresto di Delfino... Arresto che sarebbe stato impossibile reggesse alla prova del Riesame, visto che vi erano solo elementi indiziari, ma che non avrebbe nemmeno, per questa stessa ragione, superato il vaglio del GIP.
Ed anche in merito all'omicidio di Antonella Multari, sarebbero doverose le scuse del Ministero dell'Interno, perché, ancora una volta, sapendo che il Delfino aveva minacciato più volte l'ex fidanzata, ed essendo indiziato per l'omicidio di Luciana Biggi, avrebbe dovuto essere tenuto sotto stretta osservazione dalle Forze dell'Ordine... controllo che invece non vi è stato!
Accusare oggi i magistrati per una sentenza di assoluzione che era l'unica possibile, nonostante gli sforzi del pubblico ministero, davanti alla mancanza di prove, è grave... come sono vili i tentativi di strumentalizzare questa vicenda e come sono inaccettabili gli inviti a "farsi giustizia da soli".
(1) Luca Delfino è stato assolto dalla Corte d'Assise di Genova in base all'art. 530 c.p.p. 2° comma, che stabilisce che "Il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l'imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile".