Una folla venerdi 4 marzo a Bologna, alla libreria Feltrinelli, per la presentazione del nuovo libro di Roberto Saviano che nasce dalla trasmissione "Vieni via con me", di cui avevamo ampiamente parlato.
Lì Saviano fa un breve intervento in cui ribadisce la clip ormai strutturata del suo personaggio. Non entra nel merito della situazione di colonizzazione delle mafie in Emilia-Romagna, non parla delle pesanti responsabilità, contiguità e connivenze dei colossi locali imprenditoriali e delle cooperative con le mafie... non assesta alcun colpo alle responsabilità di una classe politica che ha sdoganato il passaggio al nord delle mafie... non solleva questioni su una DDA bolognese perennemente assente nello scenario del contrasto alle infiltrazioni ed al radicamento mafioso in questa terra...
Giustamente lui fa il suo solito discorso generale "gomorracentrico", ma quando arriveranno gli interventi-domanda dei convenuti, l'accento su quelle questioni, si pensa, verrà posto ampiamente. Invece, come direbbe il Guzzanti, profeta di Quelo, la risposta è sbagliata!
Non è previsto uno spazio per le domande, neanche per i giornalisti... l'appuntamento è per chi vuole comprare il libro, incanalarsi nella lunga coda, porgerlo all'autore e guardarlo nell'atto dell'autografo... e se provi a far domande vieni allontanato dal personale perché l'evento è destinato a coloro che vogliono vedere Saviano e farsi firmare il libro, punto e basta.
Giulia, della Casa della Legalità di Bologna, invece prova a fare una domanda. E' una domanda molto semplice, che riguarda proprio la macchina del fango di cui tanto ci parla Saviano e che riprende anche il suo monologo nella prima puntata dell'appuntamento televisivo con Fazio.
Gli si chiede: Lei dovrebbe delle scuse al Prof. Alfredo Galasso. Ci si aspettava che le facesse nella seconda puntata ed invece niente. Galasso era uno dei più intimi amici di Falcone e quando ha criticato alcune scelte, come quella di andare al Ministero della Giustizia con Martelli, lo faceva per tutelare Falcone, perché sapeva che una volta accettato l'incarico a Palazzo per Falcone l'isolamento sarebbe stato totale e sarebbe stato un bersaglio troppo facile per Cosa Nostra.
Inoltre, perché avete mandato in onda solo quello spezzone della trasmissione Samarcanda-Maurizio Costanzo Show, facendo intendere che Galasso avesse delegittimato Falcone, e non avete trasmesso il finale dove lo stesso Costanzo ribadiva che quello di Galasso non era un attacco ma un grande atto di amore per Falcone?
Saviano risponde dicendo che lui non deve scusarsi con nessuno e rilancia contro Galasso che, afferma, pur essendo una brava persona, con quell'intevento aveva avviato l'isolamento di Falcone. Una risposta che, dobbiamo dirlo, è ancor peggio della distorsione originaria (e pure del fatto che Giulia è stata "gentilmente" invitata ad allontanarsi perché disturbava il rito della visione e della firma).
Falcone era stato già isolato e colpito, prima di tutto da coloro che avrebbero dovuto sostenerlo... come, ad esempio, Magistratura Democratica, che al CSM bocciò la nomina di Falcone a successore di Caponnetto. Galasso cercava, disperatamente, da amico, di far capire a Giovanni Falcone che quella scelta di andare a Roma era troppo rischiosa, prima di tutto per la sua vita.
I fatti ci dicono che aveva ragione Galasso, ma questo a Saviano non interessa probabilmente... Meglio gettare fango su Galasso che non ha mai ceduto ai compromessi ed ha scelto di portare avanti, sempre più isolato, il contrasto alle cosche, dalle Aule di Tribunale fino alle Scuole e alle Università, come aveva insegnato proprio quel pool di Falcone, Borsellino e Caponnetto.
Meglio delegittimare Galasso, rovesciando la storia ed i fatti, anziché parlare di chi nella magistratura non fa il suo dovere, isolando e indebolendo il lavoro di contrasto che altri magistrati, come Falcone, dediti al lavoro e non alle passerelle della politica, portano avanti in questo, sempre dannato, Paese.