Marzo 2014, Lombardia. Buccinasco.
Un fischio si spande in aria ed annuncia l'arrivo del gestore del bar roccaforte dei BARABARO-PAPALIA a Buccinasco, la Platì della Lombardia. “Ma chi è che ti ha detto di fotografare il mio bar” afferma con accento calabrese marcatissimo il gestore che si è catapultato da dietro al banco sino alla strada, dove siamo fermi per scattare qualche fotografia al LYON'S BAR. Poi aggiunge: “Non è pubblico. Voi non dovete fotografare. Tira via quella fotografia... perché la devi tirare via.” ed ancora: “Ma chi cazzo ti mandato qua. Non è roba tua”. A qual punto gli si dice “E' dei BARABARO-PAPALIA” e lui risponde: “Non sono cazzi tuoi... ma va a cagare”...
L'uomo che non gradisce le foto al “suo” bar, storico luogo di incontro, praticamente l'Ufficio, dei BARBARO-PAPALIA, non sappiamo se sia il “titolare” dell'esercizio commerciale. Il LYON'S BAR infatti risulta di tale VIOLI Giuseppe. Su facebook troviamo un "VIOLI Carlitos Giuseppe", più giovane di quello fischiettante, che lavora proprio al LYONS' BAR con tanto di foto, nella sua galleria fotografica, della Madonna dei Polsi e di Platì. E sempre in una galleria fotografica facebook, in questo caso della moglie, nelle foto con la famiglia c'è anche l'uomo che ci ha mandato a cagare perché non gradiva la nostra presenza...
Quello che è curioso è che a Buccinasco questo bar storico dei BARBARO-PAPALIA, il LYON'S, con il leone che campeggia ovunque, ha le sue slot ed offre le giocate, stando all'insegna, della Lottomatica, dal Superenalotto al Totocalcio, Tris ed affini. La normativa antimafia non pare essere pervenuta, tra tante parole, cortei e proclami per la legalità, qui, nella Platì della Lombardia.
Non molto distante dal LYON'S BAR di Via dei Mille, in via Montello, c'è invece l'attività commerciale, tra panificio, pasticceria e caffè di uno degli uomini più fedeli della cosca 'ndranghetista, quello di MUSITANO Antonio. “MUSIPANET” è il logo che campeggia questo punto vendita dove è tornato, uscito dal carcere, il MUSITANO detto Totò Brustia, uomo di fiducia di PAPALIA Rocco e uomo di riferimento sulla zona di Milano di BARBARO Giuseppe detto u' Nigru. Esponente apicale dell'omonima cosca MUSITANO e tassello di primo piano di BARBARO-PAPALIA e che è libero di agire indisturbato con il resto della teppa 'ndraghetista. Proprio lì, in via Montello, prima che il MUSITANO aprisse la “pannetteria” vi era la sede del circolo degli 'ndraghetisti. Un circolo di appassionati di “pesca sportiva” (sic), il “Circolo Montello”. Dal 1997 al 2007 di quel “Circolo” anche i presidenti erano affiliati alla cosca dei BARBARO-PAPALIA, visto che parliamo di BELLISSIMO Giuseppe e BANDERA Antonio. Dopo la stagione della pesca venne quella del pane di 'ndrangheta, con il Vincenzo e l'Antonio MUSITANO, ovviamente con una “srl”, sempre tutta in famiglia.
Questa è BUCCINASCO, nel 2014, raccontata attraverso due locali. Poi ci sarebbe il negozio di cinesi, nelle prossimità del bar, dove entrano ed escono solo calabresi... e molto altro di questa cittadina dell'hinterland milanese ancora saldamente in mano alla 'ndrangheta. Se il vecchio boss Mico è tornato, dopo la scarcerazione, nella sua Platì, qui il nuovo capo era già stato individuato. Come ci ha raccontato Davide Milosa (vedi qui e qui) è BARBARO Rocco detto "u Sparitu". E' lui secondo le risultanze investigative ad essere il nuovo reggente in Lombardia della 'Ndrangheta. Vive in un condominio, al civico 1 di Via Lecco, ed il suo nome non compare sul citofono. Se chiedi a qualcuno che esce o entra da quel cancello che porta al grande giardino condominiale da dove si accede ai vari portoni, ti dicono che non sanno niente, se lo chiedi ad un cinese che prima capisce benissimo quando lo fermi per fare una domanda, alla richiesta “sa quale sia l'interno di Rocco BARBARO” allora ti risponde che non capisce l'italiano.
Domenico BARBARO, l'australiano, storico capo nella Platì lombarda è tornato libero ad ottobre del 2013 con l'accoglimento della domanda di scarcerazione da parte dei giudici di Milano. Domenico PAPALIA classe 1950, altro storico capo della 'ndrangheta milanese con capitale a Buccinasco, ha ormai ripreso i contatti con l'esterno, grazie ai “permessi” per uscire dal carcere, nonostante sia un ergastolano e visto che per lui ed i fratelli, Antonio e Domenico, è stato revocato il 41 bis. Fatti che, ancora una volta, ci dicono quanto le pene ed il rigore del carcere per i mafiosi siano ancora troppo deboli, insufficienti e non proporzionati a ciò che meritano. Fatti che ancora una volta ci fanno porre la domanda del perché non si ha il coraggio di inasprire le pene ed assicurare all'isolamento più totale i mafiosi detenuti e, permetteteci, di ribadire anche la nostra ferma opposizione alla richiesta – nuovamente rilanciata da alcuni esponenti di Libera, con in testa Don Ciotti – di abolire l'ergastolo, a partire da quello ostativo che impedirebbe permessi e sconti.
Ora, in attesa che il carcere si riapra (per lungi decenni si spera) per loro e per tutta la loro rete di protezione interna ed esterna all'organizzazione, una cosa la comunità di Buccinasco potrebbe farla, molto più concreta ed efficace delle parate (cosiddette) antimafia. Si potrebbe fare attorno agli 'ndranghetisti terra bruciata, iniziando da non andare ed invitare a non andare in quei loro esercizi commerciali. Non è difficile, anzi dovrebbe essere normale “dovere collettivo”... Ad indicarli al disprezzo sociale potrebbero (anzi: dovrebbero) essere anche per primi gli Amministratori Pubblici, costerebbe molto meno di tanti striscioni, delle parete e sarebbe molto più concreto e dirompente.
Al momento, però, di isolare gli uomini dei BARBARO-PAPALIA a Buccinasco pare non se ne parli, meglio la lotta alla mafia “ectoplasma”, rende di più e non comporta rischi. Peccato che così non la si sconfiggerà mai dove conta davvero: nella comunità, sul territorio. Eppure questo esercito di quaquaraquà può davvero essere spazzato via, anche qui, tra Corsico e Buccinasco, con quel rigetto sociale che ognuno può promuovere nella propria quotidianità, non costa molto e permette di tutelare dignità e libertà di ciascuno e dell'intera comunità, oltre che contrastare l'inquinamento di politica ed economia che colpisce tutti, tranne quegli sporchi vermi mafiosi.