Non siamo spariti e non ci siamo nemmeno fermati. Si è continuato a lavorare. Raccogliere informazioni, produrre segnalazioni dettagliate e denunce. Si è proseguito il cammino, senza alcuna sosta (anche per poter affrontare alcuni problemi tecnici che, risolti, ci permettono di procedere con maggiore efficacia)...
Nei mesi scorsi si è riusciti (grazie al contributo delle donazioni giunte e delle sottoscrizioni raccolte) nell’obiettivo di presentare il ricorso per la revocazione della Sentenza del Consiglio di Stato con cui - con erronee valutazioni ed assurde motivazioni – era stato annullato lo scioglimento e commissariamento dell’Amministrazione Scullino-Prestileo del Comune di Ventimiglia. Si è collaborato, fornendo supporto documentale e di testimonianza, con giornalisti italiani e stranieri per far emergere ancora una volta il potere ‘ndranghetista in Liguria (ed oltre). Si è portata testimonianza ove si è stati chiamati, senza cedere alle intimidazioni ed ai tentativi di delegittimazione. Si è riusciti, inoltre, anche a raccogliere ulteriori importanti elementi su quel “corpo riservato” fatto di uomini delle Istituzioni, anche in divisa, che anziché servire lo Stato servono i capibastone.
Non è stato un anno facile. Non lo è nessuno. Non lo sarà nemmeno il prossimo.
E’ stato un anno che però ha visto giungere - finalmente - conferma a denunce che da lungo tempo si promuovevano sia pubblicamente, sia, soprattutto, nelle sedi preposte. Dallo scacco matto finalmente portato ai GULLACE-RASO-ALBANESE e FAZZARI, al colpo inflitto ai masso-‘ndranghetisti della roccaforte della Valle di Neto (che volevano anche eliminare due amici come Emiliano e Francesco Saverio, oltre che colpire - negli affetti e direttamente - uno dei collaboratori di giustizia, come Francesco Oliverio, che, con le sue dichiarazioni, si è dimostrato determinate per un efficace contrasto giudiziario alle cosche, dal crotonese sino al profondo nord). E’ stato l’anno dalla “svolta” sull’incancrenita realtà di commistioni di indicibili interessi con gli ‘ndranghetisti nel levante ligure (da quelle con epicentro a Sarzana a quelle che avevano radici a Lavagna), così come l’anno in cui è stato finalmente inflitto un pesante colpo alla “componente riservata” della ‘ndrangheta con l’arresto del CARIDI Antonio Stefano. E’ stato un anno dove ancora una volta si è riusciti a vincere contro il tentativo (in questo caso dei FOGLIANI, con la QUI GROUP) di farci tacere ed evitare che vengano poste domande scomode.
E’ stato, ovviamente, anche un anno in cui sono continuate a giungere minacce (a partire da quelle più plateali alla FOTIA, riprese anche da troupe televisive), così come i tentativi di intimidirci attraverso le vie “legali” (con nuovi procedimenti, ad esempio, per aver offeso l’onore del GULLACE Carmelo parlando del suo spessore criminale di ‘ndranghetista di primo piano, o quelli di coloro che per essere stati indicati per quanto contenuto in Atti Giudiziari si ritengono offesi nell’onore).
E’ anche un nuovo anno passato, a Genova, con un Amministrazione Comunale che mantiene saldo lo stallo che impedisce il riutilizzo a fini sociali, su progetti specifici già presentati, dei beni confiscati, così come l’anno del passo indietro nella coraggiosa inchiesta sulle responsabilità politiche ed amministrative del disastro ambientale e sanitario prodotto dalla centrale elettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure. Finisce l’anno dove, ancora, nell’estremo ponente ligure, l’imperiese, si è tornati a non vedere l’influenza della ‘ndrangheta sulla politica, sulla pubblica amministrazione, sull’economia ed il territorio.
Se è tornata forte la spinta verso un ritorno al perverso e pericoloso negazionismo e sono riemerse pratiche di ritrovata indifferenza, si sappia che ciò non è motivo per cedere il passo, bensì una ragione in più per andare avanti e colpire senza timori.
P.S.
E se un altro anno è passato, la Costituzione ha resistito ancora!