TEARDO QUERELA NANNI MORETTI DA 17 ANNI E' CALATO IL SILENZIO
Nessuno ha più scritto come finì la denuncia nei confronti
di un personaggio da sempre scomodo. Forse "Striscia la notizia", in prima
linea a sbeffeggiare il "Nanni" nazionale, potrebbe riservarci delle
sorprese. Colpa del "portaborse" e del suo strepitoso successo, con
Silvio Orlando, Stefano Rulli (premiato con il David di Donatello), Sandro
Petraglia e la Sacher Film di Angelo Barbagallo. Dopo "La Piovra". E' ora
di "rinfrescare" la memoria, ai senza memoria, patologia molto diffusa?
Savona - Da mesi tra i
"bersagli" prediletti di "Striscia la notizia" dell'albenganese-alassino Antonio
Ricci. Le natiche sono diventate il "simbolo" di un Nanni Moretti, da sbeffeggiare, ad
opera del programma meno berlusconiano delle tre tv di "cavalier-patron" Silvio Berlusconi.
Ma guarda chi si rivede in questa puntata
del "ciclone Teardo"! Quel Nanni Moretti, proprio lui, attore e regista romano di successo, primo
bersaglio, dopo un paio di giornalisti liguri, delle querele-facili di
Alberto
Teardo. Reato ipotizzato: diffamazione.
Anni di cronaca, dimenticati, sconosciuti a quanto pare
perfino agli archivi della popolare trasmissione televisiva di prima serata di
canale 5. Eppure nessuno ha mai saputo "come è andata a finire", direbbe la
brava
Milena Gabanelli
Si trattò di una vicenda che fece (carta canta!) grande scalpore e finì su
molte prime pagine, in radio e tv.
Il Secolo XIX, con Nicola Stella, già a capo della
redazione di Savona e oggi a Genova (edizione on line), diede in anteprima la
notizia e il "buco": <
E Teardo
querela Nanni Moretti>. Occhiello: <La citazione nel
"Portaborse" sgradita all'ex presidente della Regione>. (
vedi articolo....).
Esordiva Stella:
<Daniele Luchetti, regista de "Il Portaborse", almeno stavolta potrà essere
contento dell'attribuzione della patria potestà del film a Nanni Moretti. Si risparmierà una
querela. Moretti è
infatti il bersaglio dell'unica causa per diffamazione (la prima, nel 1981,
quando ancora era potentissimo presidente della Regione fu riservata al
direttore de Il Secolo XIX di allora, Tommaso Giglio e al cronista di giudiziaria di Savona, Luciano Corrado n.d.r.)
intentata da Alberto Teardo....>.
Motivo della querela? Stella:
<...ha
ritenuto il film
lesivo della propria reputazione ed allegando, per dimostrarlo, un
lungo
dossier con articoli di giornali e recensioni....Moretti è il
produttore e l'attore cooprotagonista del film, insieme a Silvio
Orlando, il bravissimo
interprete nella parte del portaborse>.
E ancora, dall'articolo di Nicola Stella:
<Teardo, condannato con sentenza
passata in giudicato per la tangenti story che lo portò in carcere nel 1983, è
l'unico uomo politico autentico che viene citato per nome e cognome nel
film....Nonostante la condanna a 7 anni e 10 mesi, l'ex presidente della Regione
Liguria ha probabilmente qualche appiglio legale per intentare causa. La
pratica tenuta riservata dalla Procura della Repubblica di Savona..."Il
portaborse" è stato in Italia l'evento cinematografico dell'anno... Ancora nei
giorni scorsi, al festival di Locarno, il film, proiettato davanti a 6500 persone delle nazionalità
più disparate ha avuto un successo incredibile>.
Il giorno dopo, vigilia di Ferragosto, la notizia viene ripresa sulle cronache
nazionali di tutti i quotidiani.
La Stampa (14 agosto) titola:
<Teardo
contro "il portaborse">. Occhiello:
<L'ex presidente della
giunta ligure querela Moretti:il suo film mi diffama>. Sommario:
<Condannato
per un caso di tangenti ora vuol chiedere i danni al registra>.
Nell'articolo (
vedi...) è scritto, tra l'altro:
<Evidentemente, Sandro Petraglia e Stefano Rulli, che hanno
scritto il copione de "Il portaborse" (sono gli stessi de "La
Piovra") conoscevano gli atti giudiziari della vicenda
Teardo>.
Poi la frase di Teardo: <E' diffamatorio ed ha contribuito a gettare nuovi pesanti
giudizi sul mio passato politico e sulla mia persona>. Sempre La Stampa: <La querela
è stata tenuta riservata per alcuni mesi dalla magistratura savonese che
tuttora non fornisce particolari...non si sa a quanto ammonti la richiesta di
risarcimento danni>.
Commentava Moretti su La
Stampa: <Non capisco
perché Alberto Teardo si sia risentito. Il mio film non ha inteso
criminalizzare una persona singola, ma soltanto evidenziare un certo modo di
far politica...>.
Stesso giorno La
Repubblica titolava: <E
"Il portaborse" finisce in tribunale>. <Teardo querela Moretti> (
vedi....). Nel servizio a firma di Rossella
Lugli del giornale fondato da Eugenio Scalfari c'è un passaggio interessante:
<Nel processo d'appello-bis (quattro furono infatti i gradi di giudizio, Savona, Genova, Roma
in cassazione, quindi ritorno a Genova ad altra sezione della Corte
d'appello nd.r
) l'accusa, sostenuta dal sostituto procuratore generale Aldo Ghiara e ribadita
dall'avvocato Umberto Garaventa per conto della Provincia
di Savona parte civile, non lesinò bordate
micidiali verso il banco degli imputati. "Il clan Teardo - ha detto Ghiara - rappresentò un
esempio tipico di quelle "piccole mafie" che, sfruttando il potere derivante
dalle cariche pubbliche, sconvolgono la vita del nostro paese e nel loro
insieme, quanto a provocare guasti, stanno senza sforzo alla pari delle
organizzazioni della "grande mafia">.
Sempre Rossella
Lugli su Repubblica:
< Ma i giudici della Corte d'appello di Genova non si
lasciarono convincere e, il 18 dicembre 1990, per la terza e definitiva
volta sentenziarono l'insussistenza dell'associazione mafiosa. Vale a
dire il "clan Teardo" deve passare alla storia "solo" con l'etichetta di
associazione per delinquere e non è consentita nessuna allusione a mafie,
cupole, piovre e via dicendo. Chissà se questo dettaglio avrà o meno peso nella
vertenza innescata dalla querela di Teardo contro Nanni Moretti...>.
Pochi giorni dopo
Maricla Tagliaferri
su
Il Secolo XIX...(
vedi...), da Roma, scrive: <...
Daniele
Luchetti cade dalle nuvole. Non capisco la motivazione della
querela....il racconto del film si svolge nel 1989, le battute si riferiscono
alla sentenza della Cassazione che risale a quell'anno. Quindi le notizie che
diamo sono autentiche...>. <
Dello stesso aviso Stefano Rulli
che per la sceneggiatura scritta insieme a Sandro Petraglia, ha ricevuto
il David di Donatello. ...>. <
Abbiamo usato anche
altri nomi veri, di città e giornali. Quel che riguarda Teardo è
assolutamente vero. La diffamazione si ha quando si danno notizie sbagliate.
Nell'articolo (
vedi...) è scritto, tra l'altro:
<Evidentemente, Sandro Petraglia e Stefano Rulli, che hanno
scritto il copione de "Il portaborse" (sono gli stessi de "La
Piovra") conoscevano gli atti giudiziari della vicenda
Teardo>.
Poi la frase di Teardo: <E' diffamatorio ed ha contribuito a gettare nuovi pesanti
giudizi sul mio passato politico e sulla mia persona>. Sempre La Stampa: <La querela
è stata tenuta riservata per alcuni mesi dalla magistratura savonese che
tuttora non fornisce particolari...non si sa a quanto ammonti la richiesta di
risarcimento danni>.
Commentava Moretti su La
Stampa: <Non capisco
perché Alberto Teardo si sia risentito. Il mio film non ha inteso
criminalizzare una persona singola, ma soltanto evidenziare un certo modo di
far politica...>.
Stesso giorno La
Repubblica titolava: <E
"Il portaborse" finisce in tribunale>. <Teardo querela Moretti> (
vedi....). Nel servizio a firma di Rossella
Lugli del giornale fondato da Eugenio Scalfari c'è un passaggio
interessante: <Nel processo d'appello-bis (quattro furono infatti i gradi di giudizio, Savona, Genova, Roma
in cassazione, quindi ritorno a Genova ad altra sezione della Corte d'appello
nd.r
) l'accusa, sostenuta dal sostituto procuratore generale Aldo Ghiara e ribadita
dall'avvocato Umberto Garaventa per conto della Provincia
di Savona parte civile, non lesinò bordate
micidiali verso il banco degli imputati. "Il clan Teardo - ha detto Ghiara - rappresentò un
esempio tipico di quelle "piccole mafie" che, sfruttando il potere derivante
dalle cariche pubbliche, sconvolgono la vita del nostro paese e nel loro
insieme, quanto a provocare guasti, stanno senza sforzo alla pari delle organizzazioni
della "grande mafia">.
Sempre Rossella
Lugli su Repubblica:
< Ma i giudici della Corte d'appello di Genova non si
lasciarono convincere e, il 18 dicembre 1990, per la terza e definitiva
volta sentenziarono l'insussistenza dell'associazione mafiosa. Vale a
dire il "clan Teardo" deve passare alla storia "solo" con l'etichetta di
associazione per delinquere e non è consentita nessuna allusione a mafie,
cupole, piovre e via dicendo. Chissà se questo dettaglio avrà o meno peso nella
vertenza innescata dalla querela di Teardo contro Nanni Moretti...>.
Pochi giorni dopo
Maricla Tagliaferri
su
Il Secolo XIX...(
vedi...), da Roma, scrive: <...
Daniele
Luchetti cade dalle nuvole. Non capisco la motivazione della
querela....il racconto del film si svolge nel 1989, le battute si riferiscono
alla sentenza della Cassazione che risale a quell'anno. Quindi le notizie che
diamo sono autentiche...>. <
Dello stesso aviso Stefano Rulli
che per la sceneggiatura scritta insieme a Sandro Petraglia, ha ricevuto
il David di Donatello. ...>. <
Abbiamo usato anche
altri nomi veri, di città e giornali. Quel che riguarda Teardo è
assolutamente vero. La diffamazione si ha quando si danno notizie sbagliate.
E' Moretti l'unico obiettivo di Teardo anche se il film
porta la firma di altre persone e la casa di produzione stessa, la Sacher Film,
fa capo ad Angelo Barbagallo.
La Gazzetta del Lunedì del 19 agosto a tutta pagina:
<Bustarelle per 19 miliardi e Teardo denuncia>. <L'ex presidente della
giunta regionale da grande accusato ad accusatore>.
Il 20 agosto Il
Secolo XIX, a firma di Luciano Corrado, rivela altre
novità: <
Il procuratore della Repubblica vuole interrogare Teardo e Moretti prima di trasmettere
gli atti al Gip...e questo perché l'ex presidente....non si è limitato a fare il
nome di Moretti, ma ha esteso la richiesta di giustizia a quanti hanno
collaborato nella diffamazione....in altre parole il regista Luchetti, gli autori della
sceneggiatura Rulli e Petraglia, il capo della Sacher Film, Barbagallo....>.
Inoltre.
<In effetti gli atti dell'inchiesta non hanno mai attribuito a Teardo uno specifico giro
d'affari di 19 miliardi. E' semmai la somma, si tratta esattamente di 19
miliardi 690 milioni 569 mila lire, contabilizzata dagli inquirenti, ma
nell'ambito dell'intera inchiesta che coinvolgeva nella fase iniziale 22
imputati...>.
Il 5 novembre 1991, prima pagina del Secolo XIX, la notizia che
<Moretti si presenta questa mattina dal procuratore Michele Russo per difendersi
dall'accusa di diffamazione....dopo aver affidato la sua difesa all'avvocato Giovanni Salvarezza di
Genova che dice "Non c'è diffamazione che possa danneggiare Teardo più di quanto abbia fatto la sentenza
di condanna passata in giudicato. E poi il giudice attribuisce a Moretti, nell'ordine di
comparizione, ruoli ed attribuzioni di altri. Moretti è soltanto attore,
coproduttore e basta!>
Mercoledì, 6 novembre 1991, La Stampa, con il cronista di
giudiziaria di Savona, Bruno Balbo, apre pagina 10 della cronaca
nazionale con: <Il portaborse non va processato>. <Nanni
Moretti al giudice di Savona....>.
Sommario: <
Non è mia la frase sulla tangente>.
<
E il magistrato gli ha dato ragione>.
Nell'articolo viene rivelato che davanti al procuratore della
Repubblica,
Michele Russo, per tre quarti d'ora
Nanni Moretti ha
spiegato la sua linea di difesa che può essere cosi sintetizzata: non ho
pronunciato la frase incriminata, non mi posso essere attribuite responsabilità
perché non sono il produttore, né il distributore del film e non ho scritto
dialoghi e sceneggiatura.
Balbo rimarcava:
<Da parte di Moretti
non una parola con i giornalisti. Per tre volte ha respinto obiettivi e
telecamere, chiudendo la porta della sala d'aspetto dell'ufficio del
procuratore Russo. Silenzio ermetico del suo difensore Dario Bozzelli
di Roma, mentre Giovanni Salvarezza di Genova si è scusato dicendo di
non poter parlare. Dovete capirci>.
Mentre è lo stesso procuratore della Repubblica a precisare
subito dopo:
<La versione dei fatti fornita da Nanni Moretti mi
induce a ritenere che non doveva essere tirato in ballo per questa vicenda.
Sono decisamente in contrasto con il contenuto della querela di Teardo e
i rapporti dei carabinieri. Se le cose stanno cosi, il disappunto dell'attore
per essere stato convocato a Savona, è giustificato>.
Ieri non si è discusso del contenuto del
film (il vice segretario nazionale del Psi, Di
Donato l'ha liquidato con tre parole "Mi fa
vomitare"), ma di responsabilità a seguito di querela. E il procuratore Russo
ha lasciato intendere che eventualmente potrebbero essere attribuite ad altri,
non al Moretti>.
Già, come è andata a finire quella
"querela" che aveva "messo in croce Moretti" (sbattuto in prima pagina come lo fu Teardo
i giorni dell'arresto e della condanna) e mobilitato
i cronisti per quattro mesi?
Con i potenti mezzi di "Striscia la notizia" e dei suoi finora
insuperabili "cronisti", "inviati", qualcuno scoprirà il "finale"? Sarà,
a dir poco, molto curioso. Forse la verità potrebbe fare davvero male, anche se
ormai fa parte della storia passata di questo nostro paese di ricco di "nani",
ballerine e maggiordomi.
Luciano Corrado
Nota: su La Repubblica del 18 maggio 2008, Maria Pia Fusco, da Cannes, ha
scritto: <...Nanni Moretti è a Cannes. Ci sono star come Woody Allen e
Penelope Cruz, Steven Spielberg e Harrison Ford, ma la sua presenza attira
comunque l'attenzione dei media e non solo italiani...e Moretti malgrado
l'iniziale ritrosia e la consueta sfiducia nei giornalisti "che in genere riportano
quello che scrivono le agenzie", alla fine concede la prima esternazione dopo
le elezioni..."Dopo tutto quello che ho detto e fatto su Berlusconi, dopo "Il
Caimano" non so cosa dire di più...con questa destra non credo che possa cambiare
qualcosa dal punto di vista politico, culturale, etico, istituzionale. Con un
Berlusconi che ogni volta che ha perso le elezioni ha parlato di brogli...è
avvilente che per 5 volte un candidato si è presentato con almeno tre tv dalla
sua parte, senza parlare dei legami in Rai come emerso dalla intercettazioni
telefoniche>.