La storia di Nicola Guerci che decise di collaborare
FU L'UNICO "PENTITO" A CONFESSARE DEI 42 IMPUTATI DELLA "TEARDO 1"
Come venivano "gestiti" gli appalti e le revisioni prezzi
allo Iacp
Pubblichiamo alcuni verbali di interrogatorio di Guerci che
dopo l'arresto, difeso da Antonio Di Maggio, preferì vuotare il sacco.
<Consegnai 14 milioni al presidente Borghi e me ne restituì tre e mezzo>.
E ancora, il contratto delle case popolari di via Milano, a Savona, non recava
neppure la firma dell'impresa aggiudicataria, Filippone, che vinse a trattativa
privata, ma senza averne i titoli. Io accettavo 300 mila lire a revisione
prezzi>. <Le decisioni politiche per le scelte a Lusignano d'Albenga.
Testa era sindaco, Magliotto presidente in Regione>. I documenti "segreti"
di Nino Gaggero spariti dall'armadio chiuso a chiave
SAVONA - E' stato l'unico
imputato, finito sotto processo, ad avere scelto il "pentimento" e la
collaborazione. Era un imputato minore. In questa nuova puntata (26) del
"ciclone Teardo" raccontiamo attraverso le pagine dell'interrogatorio di
Nicola
Guerci, geometra allora in servizio allo
Iacp, il primo presente il
giudice
Michele Del Gaudio, assistito dal brigadiere
Bruno Morena,
il secondo con
Francantonio Granero e
il brigadiere
Gesuino
Seu. Difensore l'avvocato
Antonio Di Maggio. Era il 6 e 21 marzo
1984.
Guerci: <Confermo di aver
consegnato a
Marcello Borghi, prima dieci milioni, poi quattro milioni,
con dazione da parte di
Borghi a me, prima di tre milioni e poi di un
milione e 300 mila lire>.
Del Gaudio: Come si arrivò a
questa spartizione.....?
Guerci: <Nel luglio 1981 (gli
arresti sono del giugno, '83, i primi articoli del Secolo XIX dell'ottobre 1981
n.d.r.) qualche giorno dopo l'aggiudicazione dell'appalto da parte del geometra
Stefano Cutino di Borghetto S. Spirito o Boissano,
Marcello Borghi
mi convocò nel suo ufficio di presidenza dell'Iacp e mi disse che
Cutino
aveva vinto l'appalto e di vedere se si riusciva a fargli versare una somma di
denaro a titolo di tangente in quanto nel caso positivo ci sarebbe stato
qualcosa anche per me. Dal discorso del
Borghi...ho capito che lui
avrebbe dato una mano al
Cutino ed anch'io gliela avrei dovuta dare
nell'accelerare gli stati di avanzamento lavori. Io non conoscevo
Cutino
e stavo pensando come avvicinarlo per fargli il discorso del
Borghi.
Qualche giorno dopo venne nel mio ufficio il geometra
Lorenzo
Tortarolo per le sue questioni. Alla fine pensai di parlargli del
Cutino
e gli chiesi di contattarlo lui. Gli chiesi che avrebbe potuto dire a
Cutino
che se dava una somma di denaro, avrebbe potuto farsi un ambiente amico
all'Iacp, in particolare dargli una mano per la questione del direttore dei
lavori, di cui
Cutino si lamentava.
Tortarolo parlò con
Cutino e
verso la fine di agosto quest'ultimo si presentò nel mio ufficio con dieci
milioni in banconote da 100 mila lire. Circa 10 giorni dopo consegnai il denaro
al
Borghi che mi diede 3 milioni e mi chiese come era andata....>
Del Gaudio: cosa può
ancora dirci del comportamento di
Borghi come presidente......
Guerci: <....sapevo, ancora prima
della storia di
Cutino, che
Borghi prendeva le tangenti per gli
appalti dell'Iacp, anche se non avevo dati certi.
Sia perché vedevo che le imprese che si diceva che pagavano
le tangenti, avevano un ambiente amico. Sia perché avevo capito che l'appalto
vinto dal
Cutino, doveva essere aggiudicato a
Tortarolo che quel
giorno li vinse tutti, con l'eccezione, appunto.
Granero: ha idea di chi possa aver
fatto sparire le schede segrete dell'Iacp in merito agli appalti aggiudicati
all'epoca della presidenza dell'architetto
Nino Gaggero?
Guerci:
<No, e poi l'ufficio non era munito di cassaforte ed i documenti più
importanti venivano conservati in un armadio metallico, tipo Olivetti, le cui
chiavi erano detenute dall'ex direttore
Lugli, successivamente da
Mauro
Testa e dalla signora G
ovoni. Anzi, ritengo che dopo le dimissioni
del
Lugli, l'armadio sia stato messo a disposizione della G
ovoni
perché era lei che doveva avere a disposizione i documenti per fare i
verbali>
Granero: Non ricorda altro sulla sorte dell'armadio...
Guerci: <Ora ricordo meglio,
l'armadio fu forzato da qualcuno e da allora si decise di comprare la
cassaforte. Non so chi lo forzò e se si fece denuncia. Non so, dunque, quali
documenti sparirono>.
Granero: ..e sul fronte della
Regione.....
Guerci: <...forse parte dei documenti è stata anche trasmessa
in Regione, a seguito di specifica richiesta. Era l'Ufficio dei lavori
pubblici, ora per l'edilizia residenziale e sociale, situato in via Brigate
Partigiane 2. Erano stati richiesti tutti gli appalti del dicembre 1974 e
1975>.
Granero: cosa può dirci degli appalti
dell'impresa
Pessina...
Guerci:
<Circolavano chiacchere all'Iacp, ma io non ho ricevuto tangenti, né avuto
confidenze dirette. A nessuna di queste imprese ho fatto favori, né sulla
qualità del lavoro, né sulle perizie, né sulla revisione prezzi.
E'
vero che nei nostri uffici si parlò di un subappalto illegittimo da parte
dell'impresa
Beretta, per lavori aggiudicati, per Albissola, all'
Alce
di
Antonio Mirgovi e
Rolando Ambrogi. Gli accertamenti su questi
subappalti furono curati direttamente dalla presidenza. Alla fine si
disse che tutto era a posto e
Beretta aveva semplicemente fornito mano
d'opera>.
Granero: ...e l'appalto di via
Milano, a Savona.....
Guerci: <Ricevo lettura della
relazione del 10 dicembre 1983....della questura di Savona e allegato
rapporto del 4 gennaio 1984
a firma del commissario di P.S.
Mario Lucidi.
Prendo atto che dalla relazione risulta che la giunta regionale non avrebbe
rilasciato il benestare a trattativa privata....prendo atto che l'impresa
Filippone
di Ceriale si è aggiudicata l'appalto a trattativa privata per un importo di
970 milioni....dunque ammetto che l'impresa si è aggiudicata senza averne titolo
l'appalto in questione e per difetto anche di iscrizione all'albo delle
imprese>.
Granero: eppure alcuni lavori esclusi,
risultano inseriti subito dopo...
Guerci: <...il
capitolato d'appalto faceva schifo, ma ciò non significa che si fecero manovre
illecite per favorire
Filippone a scapito di altri...
Granero: ci parli dei rapporti con
Filippone....
Guerci: <Non erano rapporti diversi
da quelli d'ufficio. Io incontravo
Filippone almeno una volta in
settimana, inoltre i lavori di via Milano, a Savona, furono causa di un
contenzioso continuo con l'impresa, con gli inquilini, la direzione lavori. Da
qui i contatti continui con l'impresario....prendo atto e lettura che anche il
secondo lotto dei lavori fu affidato a trattativa privata e che l'impresa non
sottoscrisse neppure il secondo contratto>.
Granero: un
ente pubblico, l'Iacp, affidava appalti senza neppure preoccuparsi che fossero
sottoscritti....è gravissimo...
Guerci: <Io sapevo bene che il
contratto di via Milano non esisteva, cosi come era accaduto spesso in altri
casi. Continuavo a sollecitare il dottor
Mauro Testa ed il presidente,
insieme alla signora
Govoni, ma le risposte erano sempre evasive e
tranquillizzanti>.
Granero: ci parli dell'intervento
dell'Iacp a
Lusignano d'Albenga...
Guerci: <Era un appalto per le case
dei braccianti agricoli, il finanziamento riguardava la costruzione di tipo
agricolo e cioè si sarebbero dovuto costruire quelle casette unifamiliari e
bifamigliari o a schiera, ma sempre con determinate caratteristiche per braccianti
agricoli, con relativi accessori, tipo magazzino, conigliera... Risultò invece
che tutti i destinatari superavano il limite di reddito per aver diritto
all'assegnazione e cosi in sede politica si decise di costruire un edificio
tradizionale....>.
Granero: Con chi teneva i contatti in
sede politica....
Guerci: <Con il sindaco di Albenga, dottor
Testa e
mi incontrai anche con un funzionario, il dottor
Bogliolo. All'epoca
Presidente della giunta regionale mi pare fosse
Armando Magliotto.
Comunque, a mio avviso, l'operazione si concluse nella correttezza, seppure con
una serie di correzioni....>.
Granero: ci spieghi il meccanismo
della revisione prezzi, almeno quelli che lei ha seguito personalmente...
Guerci: <Non mi ricordo quante
revisioni siano state fatte a favore di
Filippone (le polizze
assicurative erano curate da un'agenzia di Albenga di cui erano soci
Mauro
Testa e
Euro Bruno, di cui abbiamo già scritto in precedenti
puntate n.d.r.), ammetto di aver calcolato io stesso una o più revisioni a
favore del
Filippone riscuotendo dallo stesso, per ognuna, il compenso
di 300 mila lire. Analogo compenso l'ho ricevuto anche per una o due revisioni
per conto dell'impresa
Pessina>.
Luciano Corrado