Carige - La provincia difende gli affari di famiglia
Cos'è una provincia? E' un posto dove accadono le stesse cose delle altre parti ma chi ci abita non se ne accorge. Prendete il caso di Genova in questi giorni. Il 23 ottobre 2006 compaiono sul Corriere Economia, supplemento del Corriere della Sera, due pagine di servizi con titolo in prima...
Titoli: Trasparenza zero. Misteri genovesi. Il numero uno della banca Giovanni Berneschi, il capo del settore assicurativo Ferdinando Menconi e le poltrone distribuite ai parenti. Di seguito: Assicuratori effettivi e assicuratori improbabili, immobiliaristi veri e presunti, bancarottieri, faccendieri e affaristi con il conto in Svizzera per il "nero". Capitali panamensi, finanziarie estere e fiduciarie di copertura. È sorprendente e un po' inquietante il mondo che si apre se si cerca di rispondere alla seguente domanda: che ci fa Banca Carige con due compagnie assicurative, Carige Assicurazioni (sede a Milano) e Carige Vita (Genova), che da anni l e succhiano soldi e vengono sistematicamente "massacrate" dall' Isvap? Tante cose ci fa. Tra queste, distribuire poltrone e relativi compensi a parenti e amici dei due leader del gruppo: Giovanni Berneschi, presidente della banca e da sempre anche al vertice delle compagnie, e Ferdinando Menconi, il potentissimo e intoccabile capo del comparto assicurativo ma anche consigliere della banca e, nel recente passato, della Fondazione che controlla il gruppo. È una storia di potere e nepotismo, con l'ombra lunga di alcuni personaggi che furono al fianco di Florio Fiorini e della sua Sasea nelle scorribande finanziarie degli anni Ottanta-Novanta.
Interessa sapere chi è sto Fiorini? Lui stesso, in una intervista pubblicata su Repubblica il 23 marzo 2004 si definiva un "bucaniere" della finanza internazionale, un fantasioso "lavandaio". Uno che per queste attività di lavanderia si è fatto quattro anni di prigione in Svizzera per poi finire assegnato, ai servizi sociali per le condanne in Italia. Uno che c'entra con Parmalat, Tanzi e molte altre cosette, sufficienti perché il Corriere parli di "cattive compagnie".
Gli articoli del Corriere hanno a Genova l'effetto di una bomba. Prima reazione: stupore e scandalo. Argomenti: oscure potenze vogliono scippare Genova e la Liguria della "sua" banca. Il 24 e il 25 ottobre Il Secolo XIX e Repubblica offrono a Berneschi tutto lo spazio richiesto per la controffensiva. E' un complotto contro di noi, sostiene Carige. Intanto partono le interpellanze parlamentari e si muove la Procura locale.
I politici? Claudio Scaiola, fratello del vice di Berneschi - la provincia di Imperia retta dai berlusconiani gode di un rapporto privilegiato con Carige - si è schierato a difesa. Così anche Monteleone della Margherita. Gli altri tacciono o fanno dichiarazioni caute, cerchiobottiste. Del genere: ma chi mai poteva immaginarsi un porcaio simile.
Eppure solo otto mesi fa, il 16 febbraio 2006, Il Sole-24 ore aveva pubblicato i risultati di una l'inchiesta - "Carige crocevia delle scalate bancarie. La regia di Fazio e il ruolo di Grillo. I legami con gli immobiliaristi" - snobbata dai giornali e dai politici locali.
Ora sapete perché quelli di Genova sono considerati dei provinciali. Perché oltre a tenere gli occhi chiusi, si turano anche le orecchie.
(Manlio Calegari)
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anche noi ne avevamo scritto...un po di tempo fa
da ESPERIENZE DI 'FAMIGLIA'
dialogo con Tiziana (Asia), ex moglie di Vincenzo Mamone
a cura di Christian Abbondanza
[...]"E’ molto attiva la famiglia Mamone nell’imprendoria?”
“Tramite i fondi dei Gullace, soprattutto. Poi avevano molti rapporti con fidi e crediti da diverse banche: Carige, il loro contatto era il Dott. Berneschi, la BNL di via Roma con De Scalzo e Olivieri direttamente seguiti da Luigi Mamone, dove vi era un buco di 2-3 miliardi ripianato d’un colpo. Poi la Cariplo, dove mi avevano fatto aprire un conto e dopo qualche settimana vi erano già diverse centinaia di milioni, mi sono ritrovata un fido che non avevo mai richiesto o firmato. Alla richiesta di spiegazioni il funzionario mi replicò di stare tranquilla perché aveva fatto tutto Luigi Mamone che era anche il garante.
Poi erano a contatto con la Banca aperta a Montecarlo dalla famiglia di Licio Gelli, con cui Vincenzo Mamone aveva avuto rapporti. Mi presentarono il nipote di Gelli che seguiva gli affari del piduista. La Goldbroker, in Via Fiume 4 a Genova, era usata come luogo di incontro. In occasione di questi incontri mi è stato anche presentato un Generale francese, amico del Gambetta Massimo, che aveva lavorato nella famosa Area51 ed anch’egli legato alla P2.
Poi vi era Criscino Silvio di Genova Coronata, cognato di Mamone in quanto marito di Angela Mamone. Questi gestiva fondi della famiglia e dei Gullace. E ‘ stato anche coinvolto in un’inchiesta di usura, a seguito della denuncia dell’Impresa Cresta.”[...]
per leggere integralmente il dialogo on-line da dicembre 2005 (ed in parte ripreso da il Secolo XIX il giorno 8 dicembre 2005, prima che Asia Ostertag fosse riconosciuta Collaboratore di Giustizia)
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