«Era un accordo che ha avuto un paladino fra le istituzioni». Chi? Sandro
Biasotti. Claudio Burlando ieri è stato sentito per due ore e cinque minuti dal
pm Walter Cotugno che conduce l'inchiesta sul porto...
Oggetto della
testimonianza: l'accordo per il terminal Multipurpose, un'operazione
«strampalata» l'ha definita il presidente della Regione Liguria. Burlando
arriva a palazzo di giustizia alle 17.25, a piedi, da solo (niente avvocato, a
conferma che il Governatore non è indagato). Affronta la selva di telecamere e
si infila nella stanza del magistrato. Al termine del faccia a faccia, sono le
19.30, Burlando spiega il contenuto dell'incontro. E ribadisce l'attacco al suo
predecessore ricordando un'intervista al Secolo XIX del 2004, in cui Biasotti
«parlava del Multipurpose e indicava la soluzione che poi è stata adottata».
Burlando mostra l'articolo che riporta le parole dell'avversario politico: «Non
mi farei scappare l'Msc per nessun motivo», diceva Biasotti, «Assegnerei il
Multipurpose ad Aponte, ma con una clausola. Se saremo in grado di offrire
un'alternativa di pari valore prima dell'avvio degli investimenti, il piano
cambia. Se nel frattempo fossimo in grado di recuperare Calata Bettolo, dove
Grimaldi non va troppo bene, Msc andrebbe lì, in posizione strategica. Così -
concludeva Biasotti - riapriremmo il Multipurpose per gli operatori nostri».
Il presidente della
Regione, dopo essere stato sentito dal magistrato, non ha usato mezzi termini
per definire l'accordo sul Multipurpose raggiunto nel 2004: «Era politicamente
strampalato. Non spetta a me dire se fosse strampalato anche penalmente». Ma
anche durante la deposizione davanti al pm Burlando ha preso le distanze
dall'accordo: «Ho detto che, secondo me, se uno (Msc dell'armatore Gianluigi
Aponte, ndr) partecipa ad una gara e gli dai poi dell'altro (Calata Bettolo,
ndr), è una follia tanto più che l'altra cosa va a cozzare con le aspettative
legittime di un altro operatore (Luigi Negri, ndr)», ha spiegato Burlando
ricostruendo la vicenda. In pratica la gara bandita dall'Autorità Portuale per
la concessione del Multipurpose fu vinta dall'armatore Gianluigi Aponte della
Msc che, però, subito dopo rinunciò e venne "dirottato" verso Calata Bettolo.
Così il Multipurpose venne
affidato agli operatori genovesi. Questo è l'oggetto dell'inchiesta, almeno del
filone principale, perché i magistrati adesso si stanno occupando anche di
tutte le concessioni portuali, dalla Darsena di Ponte Parodi alle aree di
Cornigliano affidate ad Aldo Spinelli. «Tutte le persone con intelletto
capiscono - ha aggiunto Burlando - che se uno partecipa per vincere un oggetto
non gliene puoi dare un altro. Non ci vuole una laurea in scienze giuridiche.
Quanto questa cosa sia stravagante politicamente o abbia a che fare con
violazioni del codice penale non spetta a me dirlo».
Ma il nodo della
testimonianza di Claudio Burlando è stato un altro. Sono state le domande che
il pm Cotugno - modi sempre cortesi, sorriso sulle labbra, anche quando diventa
incalzante e chiede conto di ogni virgola - gli ha rivolto sulle annotazioni
presenti sul taccuino di Giovanni Novi. Appunti in cui il nome di Burlando
appare diverse volte. Il 29 marzo 2004 Novi appunta: «Ore 12. Chiamo C.
Burlando e gli dico del progetto Multipurpose... si inquieta per L. Negri». Non
è difficile individuare nei personaggi l'attuale presidente della Regione
Liguria (fu eletto nel successivo aprile 2005) e il presidente
dell'associazione dei terminalisti Luigi Negri. In breve: il gigante Msc,
secondo armatore del mondo, dopo aver vinto la gara per il Multipurpose venne
appunto dirottato su Calata Bettolo, dove già operava Negri che si sentì in
questo modo "espropriato".
Proprio di questo parlarono
Novi e Burlando. Conversazioni telefoniche e un incontro. Anche alla presenza
di Negri. Il successivo 5 aprile, un lunedì, alle 12.15, Novi scrive ancora:
«Mi incontro con C. Burlando e L. Negri: prometto di far entrare Negri in
minoranza nella Bettolo (una calata del porto, ndr): nulla da fare con Aponte
(chiamato alle 8.00 di sera) che mi dice che se non lo vogliamo non è neppure
più interessato nel Multipurpose». Ma ogni problema si spiana, dopo questa
serie di interventi. Così il 6 aprile Giovanni Novi appunta ancora: «Alle 10 pm
chiamo Burlando per dirgli che è tutto ok, la Bettolo e Multipurpose».
Burlando ieri ha dato la
sua versione dei fatti su quegli appunti: «Non ci fu alcun incontro tra me,
Negri e Novi. Infatti dall'agenda di Novi si evince che noi siamo sulla
motonave Splendid all'assemblea degli spedizionieri, tanto che mentre gli
incontri sono segnalati con le ore, in quel caso Novi mette una nota in cui
dice che in quell'occasione parla con me e Negri.... ecco Negri - ha
sottolineato Burlando - ha smentito questo incontro. Si trattava infatti
dell'assemblea degli spedizionieri».
Insomma, ha
sostenuto Burlando, non fu un appuntamento concordato dai tre, ma un incontro
casuale in cui, questo lo ha confermato, si parlò della situazione di Negri.
Burlando è stato sentito come testimone non indagato: «Sarebbe strano, anche il
pm si è stupito di questo gossip, che io sarei finito indagato...», ha
commentato il Governatore lasciando Palazzo di Giustizia. Non si è parlato
d'altro: né delle aree demaniali di Cornigliano cedute a Spinelli, né delle
telefonate che sarebbero state intercettate tra il terminalista e Burlando. «Mi
sembrerebbe assolutamente normale», sostiene il presidente della Regione. Che
poi scherza: «Con Spinelli ci gioco a scopone al ristorante Europa... dovrei
forse smettere di andarci?».
Ferruccio Sansa
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