Al vaglio dei magistrati che indagano sullo scandalo portuale genovese ci sono
migliaia di telefonate. Alcune delle chiamate intercettate coinvolgono diversi
parlamentari: che compaiono come interlocutori di indagati, o vengono da loro
citati come destinatari di presunti «favori personali»....
Tra questi parlamentari
c´è anche Claudio Scajola, due volte ministro e da un anno e mezzo presidente
del Comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti (Copaco). Scajola
non è intercettato. Non parla. Però qualcuno parla di lui, e di una persona da
lui segnalata che dovrebbe trovare al più presto un impiego grazie all´autorità
portuale.
La procura del capoluogo ligure ha ordinato il sequestro di tutti gli atti
relativi ad ogni assunzione fatta dall´Authority negli ultimi quattro anni. Le
selezioni fatte, i decreti che assegnavano gli incarichi, gli impegni di spesa,
i rinnovi contrattuali, tutti i fascicoli personali. E l´elenco completo delle
consulenze dal 2004. «Ogni richiesta od autorizzazione relativa alle citate
assunzioni, con relativa corrispondenza. Ogni appunto carta manoscritto
relativo», chiedono i pm Walter Cotugno ed Enrico Zucca, più il procuratore
aggiunto Mario Morisani.
Si è aperto un nuovo filone investigativo, quello delle raccomandazioni in
porto. Ed è in questo contesto che salta fuori anche il nome dell´ex ministro
dell´Interno e per l´Attuazione del programma di governo. Scajola, che è
imperiese di nascita e da sempre sensibile ai destini della regione e di Genova
in particolare, naturalmente non è indagato. Ma su quelle conversazioni che lo
tirano in ballo i giudici vogliono fare chiarezza al più presto.
Un altro ex ministro coinvolto nelle indagini è Claudio Burlando, attuale
Governatore ligure che potrebbe essere interrogato mercoledì in qualità di
"persona informata sui fatti". Burlando è stato intercettato mentre
chiacchiera al telefono con l´indagato Aldo Spinelli, imprenditore genovese
attualmente presidente della squadra di calcio del Livorno. Ieri, allo stadio,
Spinelli ha ostentato sicurezza a chi gli chiedeva dell´inchiesta sul porto:
«Questa partita la vinco io», ha sorriso. Secondo la procura, avrebbe truccato
la spartizione del Multipurpose d´accordo con Giovanni Novi, in cambio di
vantaggi su altre aree portuali.
«Tutte le mie opzioni erano perfettamente in regola. In questa storia delle
banchine sono stato io, ad essere penalizzato. Il resto sono invenzioni dei
giornalisti». Stamani in tribunale riprendono gli interrogatori di indagati e
testimoni. Domani dovrebbero essere revocati gli arresti domiciliari per Novi,
presidente uscente dell´autorità portuale accusato di turbativa d´asta,
concussione, corruzione e truffa aggravata.
Massimo Calandri e Marco Preve