Ecco l’ordinanza che ha portato all’arresto di Giovanni Novi. Ecco le 37 pagine che raccontano l’inchiesta Multipurpose e mettono sotto accusa il mondo imprenditoriale genovese. Il gip e i pm svelano retroscena inediti e alleanze lontane dai riflettori...
C’è Aldo Spinelli che aiuta Novi perché interessato ad altre gare, forse legate all’operazione Erzelli. C’è Paride Batini, oggetto di «netto favoritismo» da parte di Novi. E si racconta la consulenza da 19mila euro l’anno a Giuseppe Novaresi. Sarebbe servita, dicono i giudici, per influenzare i pareri dell’Avvocato dello Stato.Primo: si scopre che l’imprenditore Aldo Spinelli è indagato per turbativa d’asta per l’assegnazione del Multipurpose, i moli di Sampierdarena. Ma non solo: «Spinelli - scrivono i magistrati nel documento - è strumento per convincere alcuni partecipanti all’adesione al progetto perseguito, soggetto portatore di ulteriori interessi personali in relazione ad altra procedura di gara in atto sugli Erzelli».
Secondo, il caso Culmv: «Osserva il pubblico ministero come il mandato Novi appaia caratterizzato, sin dall’inizio, da un netto favoritismo per la società Compagnia Unica», cioè la Culmv di Paride Batini, che, curiosità, è entrato nel mare di indagati dalla Procura. L’accusa? Guida senza patente. Sì, avete letto bene: guida senza patente. Una violazione al codice della strada, rilevata non si sa quando.
Terzo: i tentativi, che, secondo i magistrati, sono stati messi in pratica per falsificare gli atti scomodi e per distruggere documenti. A pagina 35 dell’ordinanza si legge: «Nella telefonata 124 del 29 agosto 2007, Novi, che ha ricevuto l’invito a comparire, richiede ad Andrea Pieracci (direttore della Direzione Tecnica dell’Autorità Portuale) alcuni documenti relativi alla vicenda che risultano non avere date di gradimento del Novi. Nel corso della conversazione 215 del 30 agosto 2007, Novi chiede a Pieracci di modificare le date delle piantine». Pieracci è iscritto per concorso.
SPINELLI E GLI ERZELLI. Sono 37 pagine di ordinanza. La sintassi è quella tipica di un atto giudiziario, ma lo stesso descrive la Genova dei potenti, al di là dei comunicati stampa, delle foto uno squarcio in quella ufficiali, delle dichiarazioni preconfezionate. È riservatezza genovese che a volte diventa alibi per celare i giochi di potere. una sorta di “Falò delle vanità”, che a parte eventuali responsabilità penali, È racconta la Genova di oggi. Un documento, quindi, che non interessa soltanto il mondo giudiziario, che mostra una specie di Risiko. A ogni pedina corrisponde un molo.■Scrivono i pm nei capi di imputazione riportati nell’ordinanza del gip: «Novi, perseguendo l’intento di determinare secondo le sue volontà e secondo il placet della Compagnia Unica gli assetti della nuova gara... tramite il concorrente Spinelli, al quale prometteva la vittoria in altra procedura di gara, influiva su altri concorrenti in modo da ottenere l’assenso alla sottoscrizione di un nuovo accordo secondo i desiderata della Compagnia Unica». Un passaggio decisamente scomodo per l’imprenditore genovese, ma anche per i vertici della Culmv che hanno sempre difeso a spada tratta Novi.
Siamo nel 2007, il Tribunale Amministrativo Regionale aveva annullato la precedente assegnazione dei moli del Multipurpose, tesoro ambitissimo per gli operatori portuali genovesi e non solo. Si trattava, allora, di arrivare a una nuova assegnazione. O con una gara o con accordo tra gli operatori. A questo si riferisce il gip, quando dice: «Viene meditato nuovamente un piano simile alla prima gara, annullata per l’anomalo inserimento di Tirrenia che non vi aveva partecipato, scrive il gip Maria Franca Borzone: «Sono rilevanti i contatti con Spinelli affinché si faccia carico di trovare un accordo, in cambio di future utilità». A che cosa si riferisce il magistrato? Qui, secondo i pm, si apre un affaccio su una delle operazioni immobiliari e finanziarie delle recente storia genovese: gli Erzelli. In breve: Spinelli sull’altura alle spalle di Sestri teneva i container vuoti.
Una volta ceduti gli spazi - dove saranno realizzati nuovi edifici per 400mila metri quadrati - Spinelli chiede di potersi trasferire nelle aree dismesse di Cornigliano. E qui già da tempo c’è chi punta il dito contro questa operazione: Spinelli, infatti, ha rivenduto gli Erzelli per 35 milioni di euro avendoli pagati 4 milioni appena otto anni prima. Le aree in questione sono, però, concesse a Spinelli soltanto in via provvisoria. Il presidente della Livorno Calcio invece spera, confida di ottenere un rinnovo dell’affidamento. Sono queste le future utilità cui fanno riferimento i pm e il gip? «Spinelli è portatore di ulteriori interessi in relazione ad altra procedura di gara in atto sugli Erzelli», conferma il magistrato. Il Secolo XIX ha contattato Aldo Spinelli, che ribatte: «Tutte falsità. Novi non c’entrava nulla con Erzelli. E poi ditemi voi quale gara ho mai vinto».
Le prove “inquinate”.Erido Moscatelli, nuovo segretario generale, parlando il 28 agosto dice: «Ho parlato un attimo con R. e mi ha detto che secondo lei non c’è assolutamente niente. Che hanno già buttato via tutta la documentazione». Subito dopo Novi parla con Sergio Maria Carbone: «Volevo dirti che ho appurato, e Moscatelli me lo ha confermato, che il pm non ha i verbali, non li ha mai presi». Carbone annuisce. Novi: «Se li avessi presi, i verbali...». Ancora. Prima dell’interrogatorio come testimone dell’armatore Gianluigi Aponte, numero uno del colosso Msc (secondo armatore del mondo), Novi lo contatta. Il 2 ottobre 2007, Novi chiama Carbone dicendogli di essere «andato in segreto a trovare Aponte». Novi contatta anche l’ex sindaco Giuseppe Pericu, l’ammiraglio Raimondo Pollastrini (ex comandante della Capitaneria di Porto di Genova), «addirittura inviandogli carte», come scrive il gip, e ancora Spinelli. Sente anche Alfonso Clerici, testimone ascoltato dai pm, parlando della questione Multipurpose.
Sparisce poi una lettera inviata a Novi dall’armatore Gianfranco Messina: il presidente dell’Autorità - risulta dagli atti - parlando con una segretaria dice: «Pinuccia, quella lettera che abbiamo poi levato dal file, che abbiamo mandato agli avvocati, che era quella di Messina». La lettera, sottolinea il gip, non è mai stata consegnata agli investigatori.
E ancora: in una telefonata del 31 agosto 2007 tra Novi e Carbone affiorerà «la consapevolezza degli indagati di non aver mai consegnato, quindi intenzionalmente, i verbali del Comitato Portuale del 7 e del 15 aprile» nei quali si parlava del Multipurpose. Però, come spiega il gip, non erano stati smarriti: «Tali verbali furono consegnati dalla difesa di Carena». Quindi esistevano. È questo vortice di rapporti e di operazioni che avrebbe «spinto» i pm a chiedere l’arresto di Novi per il pericolo di «inquinamento delle prove e di reiterazione del reato».
NOVI, BATINI E LA TIRRENIA. Già il taccuino privato di Novi aveva testimoniato degli incontri e dei contatti tra il presidente dell’Autorità Portuale (ex presidente dello Yacht Club) e il console con l’eskimo. Ma i pm usano espressioni ancora più nette. Secondo l’accusa, «il mandato Novi appaia caratterizzato, sin dall’inizio, da un netto favoritismo per la società Compagnia Unica». E ancora: «Da tutto il materiale si ricava come Novi intenda ottenere un accordo (sul Multipurpose, ndr) tra tutti che ottenga il placet di Batini per la Compagnia Unica e che anzi consenta l’inserimento della Culmv nel nuovo assetto, nonostante la società non abbia partecipato alla gara e incontri la contrarietà di alcuni».
Insomma, non si capisce bene a che titolo, i vertici della Compagnia Unica avrebbero giocato un ruolo importante nella partita. Ma il passaggio che rischia di mettere più a disagio i vertici della Culmv è un altro: quello che riguarda l’ingresso della Tirrenia tra i concessionari del Multipurpose, nonostante non avesse partecipato alla gara. Ma da chi e perché Tirrenia era stata tanto sponsorizzata? È una delle chiavi dell’inchiesta. E qui il gip riporta una pesantissima affermazione dei pm basata sulle affermazioni dell’amministratore delegato di Tirrenia, Franco Pecorini: «Tirrenia, priva di dipendenti per le operazioni portuali, garantiva l’affidamento alla Compagnia Unica di tutte le operazioni portuali».