Tutto si può dire, fuorché sia un periodo tranquillo per la procura della
Repubblica. Impegnata in una serie di inchieste importantissime ma attraversata
anche da fremiti polemici che non cessano di attirare l'attenzione del Csm, il
consiglio superiore della magistratura. Ovvero: l'organo di autogoverno dei
magistrati italiani...
Stavolta il Csm è interessato all'ultimo contrasto (ma i pm smorzano i toni,
parlando di «una normalissima divergenza di opinioni») tra i magistrati
dell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari l'ex presidente
dell'autorità portuale Giovanni Novi e il capo dell'ufficio, il procuratore
capo Francesco Lalla. Ieri la settima commissione del Csm, quella che si occupa
dell'organizzazione del lavoro negli uffici giudiziari, ha chiesto un
documento. È la richiesta di custodia cautelare sottoposta poi al gip, come ha
anticipato l'agenzia ApCom.
I tre magistrati che seguono l'inchiesta, Walter Cotugno, Mario Morisani ed
Enrico Zucca, chiedono per Novi gli arresti domiciliari. Il procuratore capo
Lalla scrive qualche riga in calce. E spiega che non è d'accordo con la
richiesta dei suoi colleghi. Ribadisce che l'interdizione dall'ufficio è una
misura già sufficiente. I suoi sostituti però vanno avanti. Portano la
richiesta di arresto del presidente dell'Autorità Portuale viene portata
davanti al gip (che la accoglierà) con una lettera di accompagnamento in cui
ricordano come, in qualche passo, le misure non siano state «concertate» con il
procuratore.
È un "caso pilota", quello che accade a Genova. Non c'è giurisprudenza in
merito, non si ricordano altri casi del genere e nemmeno la norma è scritta (ma
questa non è una novità) in maniera chiara. Il procuratore deve dare l'assenso.
Ma può esprimere il suo dissenso? Per Lalla sì: «Almeno, io l'ho intesa così. E
siccome non ero d'accordo, l'ho messo per iscritto. Dicendo, peraltro, che la
richiesta doveva comunque essere portata davanti a un giudice, che avrebbe
dovuto decidere».
Il Consiglio superiore della magistratura si è mosso autonomamente. Nessuno
ha presentato esposti, ma il
parlamentino dei
giudici ha letto sui giornali dei contrasti nati tra Lalla e i suoi
collaboratori. E ha deciso di vederci chiaro. Ma non è solo una disputa
burocratica: da quel che trapela dagli uffici romani, si tenta di capire anche
se ci sia qualche problema "organizzativo" in procura, visto che, nel breve
volgere di qualche settimana, la contrapposizione si è ripetuta.
Il primo faccia a faccia
tra il procuratore ed i suoi sostituti si è verificato nel novembre scorso per
la richiesta di rinvio a giudizio di Franco Henriquet, responsabile
dell'associazione onlus "Gigi Ghirotti" per i malati terminali. L'argomento: il
trattamento dei farmaci antidolore. Per evitare quella richiesta, Lalla
modificò i turni di udienza e andò personalmente in aula per chiedere che il
medico fosse scagionato da ogni accusa. E così andò. Il Csm ha affrontato il
caso anche in questa occasione. Ma Lalla è stato "assolto", seppure con una
tiratina d'orecchie. Un richiamo a «particolare prudenza e misura nei rapporti
con gli organi di informazione».
Ma il caso-Novi sarà occasione per il Csm di chiarire quale sia
la lettura autentica della norma. Perché si sono già formati due partiti. Il
primo sostiene che, in assenza del via libera del procuratore capo, una
richiesta di arresto non può nemmeno uscire dagli uffici della procura. Chi,
invece, sostiene l'opposto, riducendo il dissenso a un semplice "affare
interno" agli uffici della procura, che non inficia assolutamente la richiesta
dei sostituti procuratori.
Certo che sul dissenso di Lalla si giocherà anche la partita di
lunedì prossimo davanti al tribunale del Riesame. I legali di Giovanni Novi
hanno infatti chiesto di dichiarare nullo il provvedimento che ha portato lo
stesso Novi ai domiciliari. La decisione non avrà effetti pratici, perché il
gip ha già revocato quella disposizione e Novi è tornato in libertà. Ma
potrebbe essere molto importante dal punto di vista della "tenuta"
dell'inchiesta, considerato che i reati ipotizzati e contestati a Novi sono
gravissimi.
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