Consigliere di amministrazione dell'aeroporto? Un ruolo ambito. Molto ambito. E
intorno alle designazioni si muovono le conversazioni intercettate dagli
inquirenti dell'inchiesta sul porto. Ecco quindi che, l'11 settembre 2007, alle
13.18, viene "spiata" una conversazione tra il presidente della Regione Claudio
Burlando e l'ex presidente dell'autorità portuale Giovanni Novi. È Burlando che
chiama...
I due parlano per qualche minuto di altri argomenti. Poi la
conversazione si avvia verso le nomine dei consiglieri dell'aeroporto
Cristoforo Colombo. Burlando: «Sta' un po' a sentire, Giovanni». Novi: «Dimmi
Claudio». Burlando: «Ho visto Bianchi poco fa, Tirreno Bianchi». Novi: «Ah
bene, sì». Burlando: «Che mi ha detto che l'impegno era che appena andava giù
Pronzato (?) si apriva uno spazio per (omissis)». Novi: «Ah sì, io... io ho un
problema, tu lo sai, di Claudio Scajola (Scagliola nell'inesatta trascrizione,
ndr), eh». Annotano i finanzieri: «Novi ride».
Burlando: «Ma chiamatelo un po' Tirreno, va'». Novi: «Io lo
chiamo Tirreno, sicuramente, non c'è problema». Burlando: «E beh, adesso però
questo è alla nomina (omissis) tra virgolette "nostra", teniamola lì, dai».
Novi: «Semmai dico no, semmai dico a Simeone di andare via, guarda». Burlando:
«Sì, va bene». Novi: «A Scajola magari un posto glielo diamo poi». Burlando:
«Chiama un po' Tirreno». Novi: «Chiamo io Tirreno, stai tranquillo». Burlando:
«Che è uno che in questi mesi ci può aiutare». Novi: «Sì, sì, sicuramente».
Burlando: «Essendo molto amico del ministro». Novi: «Sì, ci penso, lo chiamo
oggi stesso». Burlando: «Nonché omonimo (Alessandro Bianchi è ministro dei
Trasporti, ndr)». Novi: «È vero» (ride). Burlando: «Va bene, ciao». Novi: «Ok,
ciao Claudio».
In queste poche battute entrano in scena diversi
protagonisti della vita pubblica della Liguria. Il primo è Claudio Burlando,
presidente della Regione. Contattato dal Secolo XIX, ha preferito non
commentare. Anche Claudio Scajola, chiamato in causa da Novi nella sua
conversazione con Burlando, non ha rilasciato dichiarazioni.
Il terzo nome è quello di Tirreno Bianchi, console della
compagnia portuale Pietro Chiesa (detta dei carbunìn) e consigliere regionale
del Pdci. Che spiega: «So soltanto che Novi, ad un certo punto, mi ha chiamato
e mi ha chiesto se volevo fare il consigliere d'amministrazione al Colombo. Io
ho detto sì, ma che prima avrei dovuto valutare se quell'incarico era
compatibile con quello in Regione».
Infatti poi Novi ne parla il giorno successivo con Sergio
Maria Carbone, avvocato e superconsulente dell'Authority. Novi: «Scusa Sergio,
ho parlato con Claudio Burlando di Tirreno Bianchi, ehm... al posto di Pronzato
farebbero volentieri Tirreno Bianchi». Carbone: «Ma metti lui!». Novi: «È molto
vicino al ministro, no? Ecco, non c'è incompatibilità, no?». Carbone: «Poi
semmai lo dirà lui».
Il ministro di cui si parla, solo omonimo del consigliere
regionale, è come detto Alessandro Bianchi, responsabile del dicastero dei
Trasporti del governo Prodi. E Tirreno Bianchi non nega l'amicizia di vecchia
data: «Abbiamo militato sotto la stessa bandiera, poi lui si è spostato ma la
stima rimane intatta».
Poi compare Franco Pronzato, consulente finanziario,
promotore dell'associazione Maestrale di Claudio Burlando, ex consulente del
ministro Bersani e oggi, dopo aver lasciato l'Aeroporto, membro del consiglio
dell'Enac, l'ente nazionale dell'aviazione civile. Conferma Pronzato: «È vero,
ho lasciato il mio posto di consigliere prima ancora di sapere se sarebbe stato
incompatibile o meno. Mi sono dimesso il 15 ottobre e sono stato nominato
all'Enac il 19 dicembre».
Così rimane libero un posto in consiglio di amministrazione:
quello di Pronzato. E come sembra di intuire dalla conversazione tra Burlando e
Novi, Tirreno Bianchi approda senza troppa opposizione nel consiglio di
amministrazione dell'aeroporto. Novi parla anche di Simeone. Il riferimento è
all'avvocato Giorgio Simeone, che siede in effetti nel Cda. ma che non è stato
avvicendato. Il suo nome, infatti, compare ancor oggi nell'organigramma.
Chi ha invece lasciato il suo posto è Erido Moscatelli,
segretario generale dell'Autorità Portuale. Moscatelli abbandona e avviene
l'avvicendamento. Entrano in consiglio Tirreno Bianchi e Luisito Merli.
Chi è Merli? «Sono di Imperia, ho lavorato - spiega lui
stesso - per oltre trent'anni in Regione. Ero il direttore dei Trasporti.
Insomma, sono un esperto del settore».
Negli ambienti del Pd dicono che sia un uomo vicino a
Scajola. L'interessato però nega: «Certo che conosco Scajola e da tanti anni,
da moltissimo tempo. Ho buoni rapporti con lui, vabbé, ma potrei dire lo stesso
di tanti altri politici. Io non ho nessuna tessera, non ho rapporti con i
partiti e non sono l'uomo di nessuno. Sono stato nominato soltanto perché sono
un tecnico esperto e perché essendo in pensione sono libero da altri impegni».
Il nome di Merli era finito in prima pagina sul Secolo XIX nel
gennaio di quest'anno. Tutto per una storia di arredamenti, di poltrone
arancioni, rosse e verdi. Di avveniristiche sedie in pelle nera e bianca che
sono state comprate per abbellire l'ufficio dell'amministratore delegato della
Riviera Trasporti Spa, la società che gestisce il trasporto pubblico di
Imperia.
L'acquisto dell'arredamento fu deciso proprio da Merli che è
il numero uno della società. E le polemiche non scoppiarono per i colori delle
poltrone, ma perché l'amministratore delegato affidò l'incarico di arredare il
proprio ufficio (per circa ventimila euro) alla società genovese "Engineering
& Interior Design", uno studio di interni di Veronica Cristina Merli. Sua
figlia. «Quella storia si è poi rivelata una bolla di sapone. Avevo scelto
quell'arredamento perché mi piaceva», commenta oggi Merli.
I contatti di Novi sono ad altissimo livello. Il presidente
dell'Autorità portuale è ricevuto con grandi onori anche nelle stanze nobili
degli ambienti ecclesiastici. E così commenta con Carbone la sua trasferta
romana, il 25 novembre scorso. Novi: «Ieri sera sono tornato tardi, eravamo dal
Cardinale. Siamo stati con Bagnasco a pranzo».
Carbone: «Sì». Novi: «E poi era venuto Letta, è stato lì una
mezz'oretta e poi se n'è andato. Gianni Letta è stato molto gentile, la mattina
dopo eravamo negli appartamenti di Bertone, che ci ha ricevuto e poi siamo
andati da Bagnasco a rallegrarci». È il giorno successivo alla nomina a
cardinale.
Marco Menduni
Ferruccio Sansa