L'impianto antincendio dell'Albergo dei
poveri, sede della Facoltà universitarie di giurisprudenza e scienze politiche,
era in tilt. Se fosse scoppiato un incendio, non sarebbe entrato in funzione. I
tecnici ci hanno lavorato tutto il giorno e ora, giurano, i guasti sono stati
aggiustati. Meglio così, perché i vigili del fuoco erano stati categorici: stop
immediato alle lezioni se la riparazione non fosse stata immediata...
È stata lunga e meticolosa l'ispezione
ordinata ieri mattina dal comandante provinciale Davide Meta dopo la puntata
dell'inchiesta del
Secolo XIX,
comparsa nell'edizione di martedì 29. I risultati hanno confermato le nostre
denunce e sono scattate prescrizioni pesanti. La prima: la capienza massima
della struttura passa, immediatamente, da 1.500 a 700 persone. Più che
dimezzata, per l'insufficienza delle uscite di sicurezza. Ora bisognerà capire
che conseguenze avrà il provvedimento sull'organizzazione delle lezioni. La
seconda: l'aula magna resterà chiusa. Per arginare la caduta di calcinacci e
intonaci sulla testa degli studenti e dei professori, infatti, era stata
sistemata una grande rete di protezione. Non basta, hanno sentenziato i vigili
del fuoco: serve un'immediata verifica delle condizioni statiche della volta.
Le infiltrazioni continue potrebbero aver creato danni ancora peggiori di
quelli che si possono riscontrare a prima vista.
C'è poi la partita delle uscite di sicurezza. Alcune, spiegano i vigili
del fuoco, «erano state chiuse con pesanti mantovane per preservarle dalla
caduta degli intonaci». Su altre erano stati esposti degli avvisi assolutamente
irregolari. Anche in questo caso, l'Università dovrà adeguare in tempi molto
brevi la cosiddetta "cartellonistica", evitando quelle indicazioni
fai-da-te dagli effetti involontariamente
umoristici, come l'inchiesta del
Secolo
aveva mostrato. Ma l'ispezione ha evidenziato altre manchevolezze. C'è l'agibilità,
ma sicuramente mancano le carte relative alla prevenzione degli incendi.
D'altronde, con un impianto in panne, sarebbe stato ben difficile poterlo
ottenere. E così c'è una domanda che ottiene risposte imbarazzate. Ma
l'Università non avrebbe dovuto richiedere il certificato antincendio prima di
far entrare professori e studenti in quei locali? «Ehm, forse sì».
E così scatteranno anche le denunce per la
violazione delle norme sulla sicurezza negli ambienti di lavoro. La
magistratura sarà informata, ma la pratica sarà di fatto chiusa con una serie
di sanzioni amministrative. In serata anche gli uffici del Comune si sono
mossi. E hanno chiesto all'Ateneo tutta una serie di documenti sulla situazione
dell'Albergo dei poveri, con la minaccia, non solo formale, di revocare
l'agibilità già concessa se non sarà garantita la sicurezza assoluta di chi
studia e chi lavora nell'antici palazzo.
Spiega il comandante Meta: «Almeno per quel
che riguarda le urgenze più impellenti, soprattutto sul versante della
prevenzione degli incendi, crediamo che ora sia stata ristabilita una
situazione accettabile. Le uscite di sicurezza sono sufficienti, ma solo se si
limita di molto il numero massimo di persone che possono entrare e frequentare
i due piani utilizzati per le lezioni. L'aula magna è il punto più critico e
dovrà rimanere chiusa, servono controlli immediati».
Così si aggiunge un nuovo capitolo alla
storia dell'Albergo dei poveri. Doveva diventare il nuovo campus di Genova.
Dopo aver ingoiato decine di milioni di euro e aver letteralmente prosciugato
le casse dell'Ateneo, versa oggi in condizioni miserande. Non ci sono più fondi
per andare avanti, ma non si può far marcia indietro, per tutta una serie di
accordi e finanziamenti già ricevuti dal passato. Che dovrebbero essere
restituiti se l'operazione non fosse portata a termine. Eventualità
evidentemente impossibile da affrontare per il solito motivo: i soldi non ci
sono.
Nel frattempo batte cassa
anche la società Carena, storica azienda edile genovese. I sette milioni di
euro liquidati proprio negli ultimi giorni, e con un ritardo di un anno e
mezzo, coprono solo i lavori del passato. Mancano quelli per andare avanti
mentre anche tutte le opere di ristrutturazioni già compiute stanno andando in
malora, così come ha evidenziato l'inchiesta del
Secolo
XIX. Un problema enorme, che giocherà anche un ruolo nella corsa per
l'elezione del Rettore: le votazioni si svolgeranno al giugno.
Marco Menduni
Ferruccio Sansa