Di oggi la notizia (Il Secolo XIX) di ragazze prostitute nigeriane e non a cui il Prefetto ha riservato il decreto di espulsione immediata. Questo straordinario "strumento" messo nelle mani dei Prefetti da un Decreto Legge è la negazione del "Diritto", in quanto vengono eliminati (radicalmente) i diritti alla difesa e soprattutto viene assegnato il potere di controllo e giudizio ad un funzionario nominato dal potere politico e non quindi all'unico potere legittimato al giudizio, la magistratura. Detto questo, in senso generale, perchè sono sbagliati alla radice i provvedimenti adottati dal Prefetto di Genova, Giuseppe Romano? Semplice:..
1- la prostituzione non si combatte mettendo sullo stesso piano vittime e carnefici. Le vittime della tratta e dello sfruttamento sessuale non possono subire la stessa pena del loro carceriere e sfruttatore.
2- le prostitute, soprattutto quando sono straniere, dovrebbero essere aiutate ad uscire dall'inferno in cui sono state chiuse. La Legge, anzi, afferma che per quelle bambine, ragazze e donne (o bambini e ragazzi) che riuscendo a rompere le catene di prigionia, vi è il Diritto a sostegno e protezione, per poter denunciare i loro carnefici, con un azione di formazione e reinserimento sociale (e qui a Genova, come altrove, esistono le strutture che possono e sanno lavorare in questa direzione, ma questo forse il Prefetto non lo sa!).
3- la repressione delle prostitute non aiuta a farle uscire dalla prigione dei loro carnefici. Anzi spinge chi gestisce, alias le mafie italiane e straniere, la tratta e lo sfruttamento a spostare le loro vittime, in altre zone, città, regioni o paese. Spinge soprattutto le organizzazioni criminali a cambiare i luoghi della prostituzione, non più all'aperto, ma nelle case, in quelle tante case che con il riciclaggio del denaro sporco hanno acquistato.
Espellere le prostitute non aiuta a sconfiggere questa (soprattutto loro) piaga, forse fa stare tranquilla la coscienza di qualcuno, perchè non vede con più con gli occhi questo dramma. Anzi alimenta sempre di più le ripercussioni che queste vittime subiranno ancora, con nuovi viaggi clandestini per essere costrette, nuovamente, ad essere sfruttate. Intanto, in contraltare, i carnefici vengono espulsi con (come) le vittime, e non puniti severamente -come la Legge prevede- per chi sfrutta e costringe alla schiavitù un'altro essere umano, così domani, i carnefici, legati alle organizzazioni mafiose, potranno riprendere il lavoro, in un altro Stato o di nuovo qui, con un'altra identità.
Complimenti signor Prefetto, davvero un'ottima mossa... a danno delle vittime e non certo dei carnefici!