Comunicato Stampa Ufficio di Presidenza
Altro colpo alla ‘ndrangheta nel Nord:
sequestrato da 1,5 milioni di euro al clan Facchineri dalla Dia di Genova
Nuovo positivo segnale nel contrasto alle mafie. Dopo la fine di Daniele Emmanuello, capo indiscusso della cosca gelese di Cosa Nostra con la sua principale diramazione a Genova, e dopo i duri colpi inflitti in Sicilia e Calabria alle cosche mafiose ed alla rete di complicità e connivenze, oggi una nuova operazione della DIA di Genova ha portato ad un pesante sequestro alla cosca dei Facchineri a Tortona, nel sud Piemonte. Sono stati infatti sequestrati i beni di Aldo ed Ercole Gaglianò, considerati membri di spicco del clan della 'ndrangheta, da decenni attivo il Liguria, di cui avevamo già parlato più volte come "Casa della Legalità"...
Un segnale importante che dimostra che i patrimoni delle mafie possono essere aggrediti. Sappiamo bene che sono molte le ditte e società della 'ndrangheta, come di Cosa Nostra e della Camorra, che operano nel territorio Ligure, sia con l'infiltrazione negli appalti pubblici sia con quella nel tessuto commerciale e immobiliare. Ma come dimostra questo nuovo sequestro, e come già ha dimostrato quello della Co.For nello scorso mese di luglio, o la recente confisca a Silvio Criscino (parente stretto della famiglia Mamone) per usura ed estorsione, è possibile individuarli e colpirli. Le organizzazioni mafiose si alleano e si coordinano, si evolvono, tessono rapporti di connivenze e complicità con il Potere (di qualunque colore). I Facchineri ed i Gullace-Raso-Albenesi prima si sparavano, poi hanno convissuto sugli stessi territori, da Cittanova a Genova e nel Savonese, ad esempio, come vecchi uomini di Cosa Nostra a Genova, prima si fronteggiavano e si sparavano, e poi si sono alleati per riattivare la loro "decina". Usano sempre più spesso persone esterne alle "famiglie", uomini senza macchia, senza nemmeno mezzo precedente, per le loro attività di riciclaggio, al sud come - e soprattutto - al nord!
Ma nonostante questo i reparti investigativi, repressivi e giudiziari dello Stato sono preparati e determinati, riuscendo a portare a termine provvedimenti decisi.
Certo è che se il Governo anzichè i tagli desse ai reparti investigativi le risorse ed i mezzi adeguati i risultati sarebbero ben più consistenti. Ma, ricordiamo, nella lotta alle attività mafiose è altrettanto indispensabile - e noi andiamo avanti per questo - il sostegno della società civile, con segnalazioni e denunce, ai reparti preposti dello Stato. E', auspicabile, inoltre che le Istituzioni locali - tutte! - battano un colpo, e non nascondendo la realtà di una presenza mafiosa radicata anche nel nostro territorio, decidano di contrastare tali presenze concretamente sia sostenendo chi promuove un'azione di contrasto civile e culturale alle mafie sia, ad esempio, rendendo ben visibili e utilizzati i beni che qui vengono confiscati alle mafie, non lasciandoli - come è accaduto e accade per quelli di Vico Mele a Genova - occupati dal boss mafioso a cui con fatica la Dia e la magistratura li hanno sottratti.