Quanto accaduto ieri, a seguito del grave errore commesso dall’agente della Polizia di Stato che ha causato la morte di un ragazzo, rappresenta un segnale allarmante.
Inizialmente è grave che quell’incidente, per cui il poliziotto è indagato – per omicidio colposo – e dovrà rispondere, sia stato collegato al calcio, quando nulla ha a che vedere con le partite o la partita alla quale si stava recando, con gli amici, il giovane Gabriele Sandri. La forzatura mediatica che mette in connessione quella morte e quel tragico incidente che ne è stato causa con i fatti relativi al calcio ed alle tifoserie è quanto mai segno di corresponsabilità rispetto a quel seguito di violenza e devastazione a cui abbiamo assistito...
Il tentare di collegare il dramma accaduto ad Arezzo con l’azione insurrezionale posta in essere da delinquenti mascherati da tifosi è semplicemente funzionale alla strumentalizzazione posta in essere da parte di chi voleva scatenare violenza e odio verso la Polizia di Stato, i Carabinieri e verso lo Stato. Non ci stupisce che ad alimentare gli scontri, gli assalti alle Caserme, come ad altre strutture pubbliche, vi fossero ambienti eversivi della destra. Non ci stupisce nemmeno l’irresponsabile dichiarazione del deputato Caruso contro le forze di Pubblica Sicurezza. Non ci stupirebbe nemmeno scoprire, come è stato in diversi casi, legami con ambienti della criminalità organizzata.
Non ci stupisce perché quella che è stata posta in essere ieri, con quegli atti insurrezionali, mascherati da “tifo” calcistico – con la complicità mediatica – rappresenta solo l’ennesimo episodio volto a destabilizzare l’ordinamento dello Stato (che nulla ha a che vedere con le capacità/incapacità o la credibilità/inaffidabilità del Governo).
Pertanto non possiamo che esprimere il più forte cordoglio per la morte del giovane Gabriele, su cui occorre accertare la verità dell’accaduto che appare, ora dopo ora troppo impregnato di contraddizioni, ed al contempo vogliamo esprimere massima solidarietà a quegli agenti di Polizia e Carabinieri (che operano in condizioni devastanti, con turni inumani, senza mezzi adeguati, a stipendi ridicoli ed a rischio costante della vita) che sono stati presi a bersaglio di un’azione chiaramente di tipo insurrezionale e che non deve essere solo condannata, bensì che deve essere trattata per quello che è e non per una vicenda legata al “calcio” o alla morte assurda di un ragazzo. Qualcuno ha preso a pretesto quel drammatico incidente per scatenare una guerriglia ed il calcio, e nemmeno le tifoserie, questa volta c’entrano.