Si dissolve piano l’atmosfera dei giorni “pasqualini”, così hanno chiamato le vacanze i miei piccoli alunni. All’allegria sospesa per aria in una primavera sonnacchiosa sono sopraggiunti i riti penitenziali,ed è pervenuta fin dentro la mia finestra la mesta voce orante della Via Crucis.
Anche per la mia famiglia si è rinnovato il Calvario, ma questa volta non c’è nessun risorto...
Sapete ormai tutti dell’ineluttabile operazione decretata dal Tribunale, per una necessità di garanzia di persone indagate . Eppure non siamo stati mortificati, anzi siamo grati a una Giustizia che ha riconosciuto a MASSIMILIANO la dignità e l’autorevolezza della testimonianza diretta, a procedure che l’hanno considerato “vivo” oltre la morte, come nella proiezione materiale di quella certezza spirituale che è la Fede e la Speranza di ogni cristiano.
Molte le illazioni crudeli che mi hanno raggiunta, ed io continuo a dire che non devo a nessuno illustrazione del mio lutto.
Se ancora qualcuno è impietoso, gli ripeto quanto dichiarai ad “ANNO ZERO”, e cioè che vedo ancora lontana la legalità in questa terra, e che per cambiare le cose bisognerebbe drasticamente intervenire sulla maternità.
La violenza, la mafia, la ndrangheta, l’incultura, l’insensibilità, la durezza di cuore.... tutte parole-nomi di genere femminile; allo stesso modo, femmine le madri ibrido tra l’Erodiade di Giovanni Testori e la Medea di Pasolini. Madri che cullano i figli nel mendacio e nell’ipocrisia, forti di una morale comoda e di contesto, ma misconoscenti l’etica, ed analfabete affettive. Vestali di un disvalore di violenza segreta, Etere sacre in focolari imbiancati.
Basta, per 31 mesi ho implorato la Verità e la Giustizia. Nello sforzo per la Verità molti mi sono stati ed ancora mi sono vicini: don Luigi Ciotti, che Giovedì Santo ha pregato per me e con me, Demetrio Costantino Presidente del Comitato Interprovinciale per il Diritto alla Sicurezza, sempre coerente e vitale di passione civile; i ragazzi leali della Casa della Legalità- Genovaweb , “amici che non camminano avanti o che seguono, ma stanno a fianco”. E poi i Carabinieri, cortesi e comprensivi, di squisita disponibilità. Ed ancora, molti tra gli Amministratori di Locri e tutta la Polizia Municipale , con le due giovani magnifiche ragazze, serie e buone e professionali. E il mite, saggio, ottimo padre Giorgio, Cappellano dell’Ospedale di Locri. E la criminologa dottoressa Maria Grazia Santucci. E Patrizia e La Gurfata , e Miti lontana... Ho sentito la forza, il sostegno dell’affetto e dell’amicizia.
Ho riabbracciato mio figlio in una bara nuova, e fino a sera ho visto il fumo che segnalava il luogo dove bruciava quella che l’ha accolto per 929 giorni. Continuo a dare da mangiare ai gatti, accanto a una tomba violata da un’aggressione, strafotografata da investigatori sconcertati, “profanata” dalla scienza necessaria alla conoscenza dei periti medicolegali. Non somiglio ad Alcesti,no, sono solo la mamma di “Massi-mio”.
Ora , come ogni cittadina di buona volontà, continuo a sperare nella Giustizia, nel riaffermarsi di quella Legalità che è necessaria come vita nuova per questa terra, anche se, come ogni cittadina realista e lettrice di cronaca, non riesco più a contarci.
visita il sito in ricordo di Massimiliano - clicca qui