Grazie ad Enzo Biagi per aver riportato i problemi del Paese reale al centro di un approfondimento di un telegiornale. Purtroppo la Rai ha pensato bene di confinare la trasmissione alle 23:25 circa del lunedì, quando sarebbe da mandare in onda all’ora di punta della sera. Ma il giornalismo che parla di fatti, della realtà concreta del paese, delle contraddizioni e negligenze del Potere, non può, in questa Italia, pretendere più di tanto. Si sa: la nomenklatura del Potere non ama il contraddittorio e la critica. Enzo Biagi è tornato, dopo Michele Santoro e Marco Travaglio, a parlare di mafia, di lavoro nero, di guerra, di vittime, di speculazioni edilizie e disastri ambientali, di diversità ed emarginazione, di quello che è, piaccia o no, la vita reale. Grazie Enzo Biagi di aver dato prova di ciò che significhi fare informazione...
Già le parole che scorrono nella sigla come Coraggio, Coerenza, Dignità, Libertà, Rispetto, Giustizia, Tolleranza, Comprensione, Solidarietà, Amore, Rispetto della Costituzione, riprendendo il dovere di impegno civile, portano al richiamo dell’ Articolo 21 che garantisce e tutela il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, la libertà d’espressione, sono segno di quanto si possibile non cedere a retorica alcuna e dare conto di fatti, vissuti, eventi umani, che l’informazione asservita nasconde o manipola.
L’Italia deve essere ancora una volta grata ad Enzo Biagi, esempio di coerenza rispetto al dovere spettante ad un giornalista in un paese libero, cane da guardia del “Potere e dei Poteri”, che denuncia le “ingiustizie” e permette di comprendere la necessità di riaffermare la legalità ed il senso del diritto, come unico argine a difesa dei più deboli, di questo nostro Paese e di questo Mondo.
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