Inchiesta Why Not- POLITICA&AFFARI
L’utenza GSM usata dall’ex socio attivo della P2 è di Romano Prodi. Lo dice Sircana!
Avevamo tra i primi dato notizia dell’inchiesta del pm De Magistris sulla loggia massonica coperta di San Marino e sul comitato d’affari (trasversale) che si mangiava i finanziamenti per lo sviluppo della Calabria. Siamo stati anche tra i primi a scrivere dell’utenza di un telefonino, di una scheda GSM, che portava diritti a Palazzo Chigi e non solo...
Non abbiamo scritto che Romano Prodi era indagato. Non avevamo alcuna conferma di questa notizia e quindi non l’abbiamo riportata. Ora è Sircana che - da prode portavoce - ha dato conferma.
Afferma che è tutto “tranquillo e trasparente”, invece è sempre più inquietante!
Infatti quell’utenza telefonica, registrata su alcuni telefoni degli uomini cardine dell’indagine era memorizzata come “Romano Prodi”. Chi lo usava nelle intercettazioni erano uomini vicini a Prodi, dentro Palazzo Chigi.
Sircana oggi dice che quel telefonino e quella scheda era proprio di Romano Prodi! Non vorremmo che questa dichiarazione servisse a coprire quella loggia massonica coperta, quindi illegale, ed i faccendieri che la utilizzavano. Purtroppo questa dichiarazione ci appare come l’anticamera della “richiesta” di non utilizzabilità delle telefonate intercettate, essendo, secondo il portavoce di Prodi, non solo un telefonino in uso a persone a lui vicinissime, ma addirittura uno dei suoi telefonini.
Conferma anche che il numero dell’utenza fa riferimento alla Delta spa, ma con nettezza dice “non è una società di San Marino”. Qui la confusione regna sovrana nella mente del portavoce; infatti la Delta spa è della Cassa di Risparmio di San Marino, che c’entra dove ha sede? E poi anche l’altra società la ILTE spa è di Milano. Un’affermazione come questa, quindi, c’entra come i cavoli a merenda!
Poi Sircana afferma che quella linea telefonica era troppo attiva stando alle risultanze dell’indagine e quindi dichiara che comprendeva anche, certamente, gli sms dell’ufficio stampa. Di nuovo: ma che cosa smentirebbe mai questa sua “affermazione” delle intercettazioni (quindi registrazioni fedeli) delle telefonate effettuate e/o ricevute su quella linea? Lo sa solo lui!
Ma la risposta decisiva, l’apoteosi del delirio Sircana-tico si raggiunge quando ventila la responsabilità sulle chiamate che arrivavano a quella linea: è colpa del “Valsusini” che si oppongono alla TAV. Afferma questo in quanto, secondo lui, proprio gli oppositori della Tav lo hanno diffuso in lungo e in largo ai tempi delle mobilitazioni contro il Treno ad alta velocità. Anche se fosse vero che quel numero lo avessero diffuso i valsusini, non stiamo parlando di intercettazioni su quell’utenza in cui ci sono insulti sulla TAV o sms affini, bensì di intercettazioni profondamente diverse, di colloqui inequivocabili che comprovano l’esistenza di comitato d’affari trasversale che si mangiava i soldi che avrebbe dovuto arrivare alla “terra prediletta” di Romano Prodi, la Calabria.
Non abbiamo la cert ezza dell'iscrizione di Prodi nel registro degli indagati di Catanzaro per l 'inchiesta su questo comitato d'affari trasversale , con epicentro nel le attività e uo m ini (a lui vicini) della Loggia massonica coperta di San Marino, ma oggi alle dichiarazioni di Sircana si sono aggiunte anche quelle del Procuratore di Reggio Calabria che aff ermando della delicatezza del caso man tiene il massimo riserbo dovuto per l a delicatezza ist ituzionale.
Vis to che il potere delle logge coperte è, in Italia, estremamente ampio, quanto oscuro, e che in questa vicenda, proprio su quell’utenza è coinvolto un ex piduista, sappiamo bene che questi hanno contatti e referenti in Uffici nevralgici. Sappiamo altrettanto bene che si sta tentando di fermare De Magistris con cavilli sulla “regolarità” delle perquisizioni e dei sequestri effettuati (e non sui materiali probatori raccolti e sequestrati!). Dopo aver negato ogni coinvolgimento con gli uomini di quell’inchiesta, affermare che quel telefonino era proprio di Romano Prodi e fare di tutto per avvallare il fatto che fosse noto a tutti che quel numero di telefonino GSM fosse di Romano Prodi, sembra proprio un tentativo di perseguire l’annullamento di quelle intercettazioni in quanto effettuate su una linea telefonica che tutti sapevano essere del Presidente del Consiglio dei Ministri, ex commissario europeo e parlamentare della Repubblica.
Ecco un’altra buona ragione dietro alle non-abolizioni delle leggi vergogna di Berlusconi ed alla proposta di imbavagliamento dell’informazione sulle intercettazioni perseguita da Mastella!