L'altra sera alla Talpa e l'Orologio, il Csoa di Imperia, è stata davvero una bella serata... come ogni occasione in cui si bruciano le città soffocate dalla noia, uscendo da schemi e binari che ci vogliono acquiescenti e apatici ingranaggi di un sistema che uccide le coscienze.
Bruciano, è il termine giusto, perchè quando si parla, si discute... quando ci si confronta, come quando ci si incontra, si beve, si danza e si fa festa... si cresce tutti e si riscopre che siamo parte di una comunità, siamo frammenti di differenze che possono e sanno convivere... Si bruciano le città della noia perchè si è VIVI e coscienti di esserlo e di dover (e poter) fare la propria parte...
Questa realtà che ha scelto di tenere fede alla Costituzione, ai valori ed ai principi più autentici della Resistenza... che rappresenta l'occasione di comunione e condivisione, da fastidio perchè non è controlabile, come non sono controllabili quei movimenti indipendenti e liberi di emancipazione e liberazione delle coscienze. E questo fa paura... anzi fa una paura fottuta al Potere ed ai suoi tentacoli. Fa paura che vi possano essere luoghi di socializzazione che non siano coincidenti con le logiche e le pratiche del consumismo. Fa paura che vi siano luoghi liberi di confronto dove si parla di ciò di cui il Potere non vuole che si parli. Fa paura che vi siano spazi di informazione dei fatti che tanta fatica costano ai marchettari dei media per nasconderli o mistificarli.
Alla Talpa, ad esempio, si parla di cemento... di quelle colate speculative che devastano il territorio, che snaturano quei luoghi di bellezza e di ricchezza comune, come la terra che può essere contadina, come il mare e la sua costa. Se ne parla da tempo, perchè riguarda la vita ed il futuro. Si cerca di capire, si studia, si scava... si guarda ad un entroterra bellissimo ed abbandonato, si guarda ad un "idea" di turismo futuro che fa a botte con la sostenibilità e, persino, con il buon senso. Si ragiona e si comprende che se uno oggi sceglie di venire in Riviera lo fa per la bellezza del paesaggio e che, se si ritrova in una desolazione di cemento, fatta di posti barca, box, miniappartamenti, centri commerciali, residence... allora va altrove, passa il confine, si imbarca su un aereo o una nave e va dove lo stesso grigio gli si offre a minor costo oppure dove quel grigio non è ancora colato. Ma nel regno di Scajola, nella regione del tandem perfetto Burlando-Scajola, il ragionamento e la lungimiranza non sono di casa, non devono esserlo... altrimenti si comprenderebbe che quello che è in atto non è rilancio, non è prospettiva... ma è solo il grande banchetto degli affari, in cui la preda è il paesaggio, il mare, la terra... persino l'aria... cioè le nostre vite.
L'altra sera all'inaugurazione della mostra "Betoniere Roventi" con i lavori di Tiziano Riverso, liberamente ispirati ai personaggi del libro-inchiesta "Il Partito del Cemento" di Marco Preve e Ferruccio Sansa, si è tornati a discutere di cemento e di infiltrazione mafiosa in terra di Liguria. Oltre a noi c'era Claudio Porchia che oltre ad essere del Centro Impastato è sempre stato impegnato contro la devastazione del territorio e per la difesa dei diritti dei più deboli, in quella terra di confine. Porchia ha sottolineato quanto sia forte la resistenza a parlare di quanto emerso con il libro-inchiesta "Il Partito del Cemento"... di quanto vi sia una sorta di congiura del silenzio, per tenere tutto a tacere, così che non ci si pongano domande le cui risposte svelerebbero quella trasversalità che supporta a promuove le speculazioni del territorio, anche quando vi sono risvolti (e retrotarra) inquietanti. Ed è lì, nella necessaria risposta a questa voglia del Potere di nascondere i fatti, in una realtà che più di altre, come ad esempio rispetto Savona, vive con insofferenza quel libro-inchiesta di due coraggiosi giornalisti, che nasce l'idea della mostra "Betoniere Roventi".
Noi da parte nostra abbiamo sottolineato che quando persino dirigenti nazionali di una grande struttura come "Libera" rifiutano, con arroganza, di documentarsi e di leggere, ad esempio, proprio "Il Partito del Cemento" che svela personaggi, dinamiche e intrecci pericolosi in terra di Liguria, significa che il condizionamento del Potere è arrivato ben oltre a quello che potevamo pensare ed il muro di gomma regge proprio grazie a quel compromesso morale che ha piegato anche grandi strutture come "Libera". Abbiamo sottolineato quanto sia connessa questa volontà di nascondere e ignorare i fatti che, ad esempio, il lavoro di Marco Preve e Ferruccio Sansa ha documentato e reso evidente, con la volontà di chiudere gli spazi liberi, come la Talpa e l'Orologio, dove dibattito, confronto, incontro e crescita divengono accessibili a chiunque.
Ma oggi non vogliamo ripetere ciò che ci si è detti, sulle speculazioni, sulle infiltrazioni mafiose, sul blocco di potere e sulla corruzione dilagante, nella serata di giovedì al Csoa di Imperia... perchè da qui ri-lanciamo un punto fondamentale, come sempre, che troppo spesso altri, come noi, si è diffuso nella rete (quella reale, di carne, parole e pensieri... e non solo quella del web). Ecco quindi: difendiamo la Talpa e l'Orologio, difendiamo gli spazi di incontro e confronto sociale... spazi di comunione e informazione, essenziali. Sì, essenziali per la sopravvivenza di una socialità diversa e di una possibile coscienza critica, quanto meno di stimolo a ciascuno, come alla collettività, al ragionare, riflettere... aprirsi e contaminarsi con gli altri.
La Talpa e l'Orologio, come buona parte dei Csoa oggi attivi, rappresentano una soggettività sociale, o meglio: rappresentano un luogho di incontro e confronto liberi. Agiscono nella legalità e chiedono, pretendono - come si dovrebbe fare tutti se non si fosse pecore - che la giustizia sociale non sia un'etarna utopia. Rapprestano un tassello di quella barricata, culturale e civile, ad una degenerazione della vita pubblica, piegata dal compromesso morale e da interessi privati di lobby trasversali di un affarismo senza scrupoli e senza regole, che, mortificando le stesse Istituzioni ormai addomesticate, sono antitetici e fatali all'interesse generale, cioè al bene pubblico, il bene comune.
L'informazione ufficiale è pressochè totalmente omologata. Il teatro della politica con finte contrapposizioni cela un'unità di intenti e d'azione di un affarismo corrotto e colluso in cui tutti sono coinvolti, chi più o chi meno. I sindacati sono a pieno titolo inglobati nelle logiche del Potere in quanto ormai stabilmente seduti al banchetto. Le grandi associazioni sono state normalizzate ed operano a tutela del grande disegno del Potere. Anche i grandi movimenti di "massa" vengono ripetutamente - come sempre - infiltrati da pezzi del puzzle del Potere che li dirottano su posizioni difensive e conservatrici, piegando ogni spinta di cambiamento.
In questo quadro non restano che poche "tribù", come già scrivemmo, capaci di resistenza e di azione non per diffondere un credo o per convertire al Messia di turno, bensì impegnate in quella pedagogia degli oppressi che è l'unico cammino per far comprendere a ciascuno, ad ogni singola coscienza, la necessità di liberazione, di cambiamento... non per conversione, ma per ragionamento, perchè finalmente ciascuno comprende appieno lo stato di cose esistenti ed il cambiamento possibile (e necessario). Ecco, quindi, che queste "tribù" (siano esse il Csoa Talpa e l'Orologio, il Centro Impastato, la Casa della Legalità e della Cultura,... come anche il Wwf Liguria, il Vas ed i Comitati Anti-Cemento, il movimento NoTav,... gli strumenti di informazione indipendente come DemocraziaLegalita.it, i Meetup liberi...) divengono i nemici numero uno del Potere e dei suoi avamposti mascherati da società civile. Spazi liberi, non omologati e non inclini al compromesso, non ricattabili e quindi destabilizzanti, cioè da annientare, isolare, delegittimare e schiacciare. E' la solita storia, la conosciamo... il modus operandi di sempre. Ma se le "tribù" si mostreranno unite - e possono farlo anche nelle differenze che per fortruna ci sono - nel difendere il diritto inalienabile a potersi organizzare liberamente ed altrettanto liberamente poter espimere il proprio pensiero, allora chi vuole gli sgomberi, chi vuole i bavagli, le censure,... chi vuole piegare tutti all'idea che vi sia un unico pensiero e un futuro già scritto... troverà un brutta sorpesa. Saremo ancora VIVI e attivi... siamo "banditi senza tempo", ma questo lo sapevamo già... ma quello che forse loro non sapevano è che andremo avanti sino alla fine e che il futuro non è quello che hanno scritto loro!