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La mappatura della Liguria
con le famiglie di 'Ndrangheta
e le radici di Cosa Nostra.
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Quella realtà di Diano Marina
che vorrebbe oscurare i fatti,
oscurando noi. Tutta la storia.
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Le cementificazioni hanno un
prezzo come la mancata messa
in sicurezza del territorio
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La messa in sicurezza latita,
la bonifica è lontana e qualcuno
vuole anche riaprire la Discarica.
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A seguito delle iniziative promosse dalla Casa della Legalità, quelle di sensibilizzazione e denuncia pubblica e quelle di segnalazione e denuncia presso la Procura, i reparti investigati e la Prefettura, anche nel savonese si è rotta l'omertà istituzionale. Se un anno fa un pm poteva permettersi di affermare che le mafie lì non esiste e chi diceva il contrario il signor pm lo tacciava di essere ignorante o in mala fede, oggi la risposta è ben diversa! E se la Prefettura di Savona ha avviato le verifiche sul dossier che abbiamo inviato, anche il Procuratore capo di Savona, il dott. Granero, non ha fatto attendere una risposta chiara e concreta: costituire presso la Procura un pool antimafia di agenti scelti tra Finanza, Polizia e Carabinieri. Il Secolo XIX ha reso pubblica questa decisione con un'intervista al Procuratore, che riportiamo in coda...
SAVONA - Oggi come Ufficio di Presidenza siamo stati tra Savona e Vado Ligure per scattare alcune foto, tra queste quelle degli uffici, dei mezzi e del costruendo nuovo capannone della SCAVO-TER dei FOTIA. Naturalmente sempre rigorosamente dall'esterno. Arrivati all'ultima tappa, il deposito dei mezzi adiacente la discarica di Bossarino, a Vado Ligure, arriva un ragazzo che chiede chi siamo. Il Presidente della Casa della Legalità, Abbondanza, gli risponde: se lei mi dice chi è, io le dico chi sono, altrimenti visto che non è un pubblico ufficiale, non avrà risposta. Lo stesso ragazzino dice: ma io so chi sei! E si appoggia alla macchina per impedirci eventualmente di andarcene, si mette al telefono e dice: "venite qui subito, è urgente". Noi che scappiamo davanti a certi personaggi forse lo hanno visto in qualche film, e così ci accostiamo al bordo della strada (dopo aver convinto il ragazzo a staccarsi dalla portella a cui si era aggrappato dicendo "Dove volete andare?!?"). Noi intanto abbiamo avvisato immediatamente la Questura ed il 113. Poco dopo arrivano due pattuglie della Polizia di Stato ed una dei Carabinieri (che ringraziamo fortemente). Che procedono ad acquisire le informazioni sull'accaduto e dicono che noi potevano andarcene quando volevamo senza alcun problema. Il ragazzo che si qualificava come "il nipote di FOTIA" alla domanda di chi avesse chiamato dice che aveva chiamato "Pietro FOTIA, il titolare della SCAVO-TER"... a quel punto gli domandiamo "Ma come Pietro FOTIA, titolare della SCAVO-TER? Non risulta più in quella società da tempo" ed il ragazzo si corregge "di Donato FOTIA" ("Ciccio" se l'è dimenticato)... A quel punto arrivano due macchine: una con Pietro FOTIA alla guida e Francesco "Ciccio" FOTIA, l'altra con Donato FOTIA. Ancora prima di scendere dall'auto Pietro FOTIA saluta il presidente della Casa della Legalità e quando scende si scusava per il nipote e dice che se volevamo entrare anche dentro le loro sedi non vi era problema, che lui vorrebbe parlarci se Abbondanza va da lui in ufficio. Abbondanza gli risponde che se hanno qualcosa da dirci lo possono scrivere tranquillamente perché il parlato passa, lo scritto resta! Pietro FOTIA insiste che preferisce una bella chiacchierata ed aggiunge che loro apprezzano molto quello che facciamo come Casa della Legalità, perché quando uno lavora bene loro lo apprezzano... dice. A quel punto sono stati chiesti i documenti ai tre frattelli FOTIA intervenuti per darci il loro "caloroso" benvenuto (Pietro FOTIA non aveva dietro i documenti ma un ispettore della Polizia di Stato gli dice "non c'è problema, la conosco io"). Ed intanto noi, scortati da una pattuglia della Polizia di Stato raggiungiamo l'Autostrada...
Questo è Vado Ligure, a Savona, in Liguria - Nord Italia... e questo è un incontro con i FOTIA, della cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI, che ora vi raccontiamo, pubblicando in anteprima il capitolo a loro dedicato del prossimo "Quaderno dell'Attenzione", attualmente in lavorazione, e che sarà dedicato ai grandi business della 'ndrangheta tra Calabria, Lombardia e Liguria... quindi buona lettura...
Questo simbolo che campeggia nella galleria fotografica del "Melgrati Consigliere Regionale" su facebook avrà voluto pur dire qualcosa... ed infatti l'iniziativa del vice-re (vice perché nel ponente il sovrano è sempre e solo Claudio Scajola) sfocia nell'assurdo...
Nella querela che Melgrati ha presentato al Commissariato della moglie (e pubblicato in ogni dove, e che di seguito riportiamo) contesta la diffamazione (595 C.P.) e la diffamazione a mezzo stampa (596 bis C.P.). Noi abbiamo risposto senza tentennamenti: ci vediamo in dibattimento, dove da un lato noi potremmo produrre gli elementi a conferma che quanto scritto ed esposto nel video non è diffamatorio e che i fatti da noi indicati corrispondo alla verità, e dall'altro lui, il Melgrati, dovrà sottoporsi all'esame del Tribunale (del pm e del nostro difensore) sotto giuramento.
Qualcuno non deve aver gradito tale volontà di passare ogni fotogramma ed ogni riga da noi pubblicate alla prova della verità. E così la svolta...
Non siamo cassandre, basterebbe osservare ed aver il coraggio di non tacere (anche a costo di prendersi qualche querela o citazione) per affrontare quei fatti e quelle dinamiche, quei personaggi e quei contesti, di cui spesso parliamo (ed in molteplici casi denunciamo per primi) e che poi trovano conferma in inchieste e provvedimenti ufficiali delle Autorità preposte.
Melgrati ora cosa dirà? Proverà a fare una querela anche al Presidente della Repubblica? Andiamo con ordine. Prima la Procura di Savona nei cantieri, dopo i fascicoli su fascicoli sul Melgrati, poi le verifiche negli stabilimenti balneari della società comunale ed il filone che va a finire nelle logge della massoneria. Dopo arriva la Direzione Investigativa Antimafia che batte a tappeto iniziative immobiliari e cantieri per un filone di indagine che va dagli incendi al riciclaggio di denaro sporco. Poi arriva la Guardia di Finanza che passa una giornata nel perquisire gli uffici del Comune. E quindi arriva il Decreto del Presidente della Repubblica che scioglie l'Amministrazione di Alassio, per incompatibilità del Melgrati, e manda il Comune a nuove elezioni.
Ma nel savonese anche altro si muove...
E' confermato: il Comune di Genova ha speso 26.900 euro per dare ospitalità in albergo al boss di Cosa Nostra, Rosario Caci. Questo senza conteggiare poi il "costo" dell'assegnazione della casa popolare allo stesso. L'assessore Papi rispondendo ad un interrogazione del consigliere Bernabò Brea afferma che il Comune non sapeva chi fosse Caci. Peccato che l'assessore Papi menta!
Rosario Caci aveva occupato per anni i beni confiscati allo stesso (nel novembre 2005!) in quanto appartenente all'emanazione di Cosa Nostra, clan di Piddu Madonia. Dopo le denunce pubbliche e quelle presso l'Autorità Giudiziaria dalla Casa della Legalità si procedette allo sgombero del Caci e signora dall'appartamento confiscatogli e rioccupato...
Commissione di Accesso ad Arenzano...
Apprendiamo da Il Secolo XIX che è stata resa pubblica l'attività di inchiesta avviata sul Comune di Arenzano da parte della Prefettura di Genova. Come Casa della Legalità abbiamo presentato un dossier articolato e documentato al Prefetto il 31 marzo scorso, con 21 pagine ed una consistente documentazione allegata (con due integrazioni: il 3 aprile altre 10 pagine ed il 5 maggio 4 pagine, in entrambi i casi con numerosi allegati) con cui chiedevamo di aprire l'iter per l'invio di una Commissione di Accesso, necessario passaggio per procedere a verifica conclusa allo scioglimento per infiltrazione mafiosa. Sapevamo che era stata avviata l'istruttoria ed anche che parte delle informazioni da noi indicate, a seguito dei riscontri avuti, sono state anche passate all'Autorità Giudiziaria perché si procedesse anche per gli aspetti di propria competenza. Come necessario in questi casi, abbiamo mantenuto il massimo riserbo per permettere ai soggetti delegati delle verifiche di poter lavorare serenamente e con la necessaria discrezione. Ora, come detto, apprendiamo che il lavoro della Prefettura è giunto alle battute finali dell'istruttoria ed a breve vi sarà l'adozione dei provvedimenti. Il Prefetto ha dichiarato: "Poiché gli spunti su cui indagare sono molteplici e dettagliati, li abbiamo ritenuti meritevoli di approfondimento. Il lavoro è in dirittura d'arrivo e nelle prossime settimane sarà possibile tirare le somme". Quindi nel ringraziare il Prefetto Musolino ed i suoi collaboratori per il lavoro portato avanti, sottolineiamo, in attesa degli sviluppi, che si tratta, come riportato da Matteo Indice su Il Secolo XIX, di questioni inerenti l'infiltrazione mafiosa nel Comune della riviera, nonché la partita Stoppani oltre che molteplici questioni di edilizia e di imprese legate a famiglie della 'ndrangheta attive tra Genova e Savona.
Una volta che la Prefettura avrà concluso l'iter ed avrà adottato i provvedimenti conseguenti renderemo pubblico il contenuto del nostro rapporto sulla realtà di Arenzano (e non solo).
Ad Alassio, tra massoni e mafia...
Nei giorni seguenti al nostro "viaggio" ad Alassio, il "regno" del Melgrati, sono arrivate conferme pesanti su quanto da noi evidenziato rispetto a quella ridente località di riviera.
Prima l'inchiesta della Procura di Savona (l'ennesima sulla realtà di Alassio) ha portato ad una serie di perquisizioni negli stabilimenti balneari e sull'amministrazione comunale. L'inchiesta ruota sui 12 stabilimenti balneari della società comunale Bagni di Mare e tra gli indagati vi sono, infatti, anche esponenti del Comune di Alassio come il vicesegretario generale Demetrio Valdiserra e gli assessori (nominati dal Melgrati) Rozzo Invernizzi e Fabrizio Calò. I filoni di inchiesta vanno dall'abuso d'ufficio al peculato. Ma la cosa "curiosa" è che durante le perquisizioni negli stabilimenti balneari controllati dalla società del Comune di Alassio gli uomini della Procura della Repubblica hanno trovato molteplici simboli massonici e così l'inchiesta si allarga anche al ruolo delle Logge nell'assegnazione delle concessioni.
Oggi, invece, si apprende pubblicamente che anche la Direzione Investigativa Antimafia sta lavorando su Alassio. Infatti vi sono elementi - come avevamo anticipato nelle scorse settimane ricevendo come risposta la querela del Melgrati - che indicano una presenza di interessi delle organizzazioni di stampo mafioso in quel territorio. Tra i molteplici incendi e soprattutto il riciclaggio che si cela dietro alle speculazioni edilizie che qui spuntano fuori ad ogni angolo del territorio, sta lavorando quindi la DIA di Genova.
E forse alcuni capiranno che non eravamo proprio per nulla fuori strada quando abbiamo indicato Alassio come ennesimo tasto dolente in Liguria!
Cossiga è morto felice e assolto, perchè, pare, che in realtà, nonostante tutto non fosse malaccio, rispetto, intendo, al mostro bellucconi...per cui riposerà in pace, Cossiga senza kappa...e sarà rimpianto, da tutti quelli che si stava meglio quando si stava uguale, ma cristosanto almeno c'era la politica, mica le escort! Almeno c'erano logge serie, le bombe vere, e i tonaconi imperversavano ma nei corridoi, e sotto il talare tutto, e si sapeva chi erano i buoni e chi erano i cattivi e era tutto solenne, tutto sfumato e tutto cosi' rassicurantemente raccolto tra la sacrestia e le bottegone, oscure anch'esse...Cossiga è morto felice e assolto, magari lasciandoci un ultimo colpo di scena con qualche lascito su cui speculare, qualche rivelazione senile postuma, tanto per salutare... Sicuro di aver lasciato il Paese come lo trovò, e quindi di aver compiuto la sua missione, con scrupolo e dovizia.
Il dottor Castellano è davvero straordinario e rappresenta un esempio sublime della spregiudicatezza di certa "imprenditoria"... se domani gli arrivasse davanti Belzebù e gli dicesse che il suo progetto hi tech è da appoggiare, Castellano risponderebbe: grazie sant'uomo. Ed allora, davanti a cotanta mentalità, diviene una barzelletta quanto dallo stesso dichiarato sul "dettaglio" di alcune società operanti nei cantieri della sua "Genova high tech" agli Erzelli. Lì ci opera la famiglia Mamone con la Eco.Ge (già nota e rinota a Genova) e ci lavora soprattutto la "Biella Scavi srl", ovvero quella società che il gruppo imprenditoriale "Perego" (colosso delle costruzioni lombarde che operava con e per le 'ndrine) usava per prendersi i lavori a Genova. La DDA di Milano con i ROS ha fatto intercettazioni, ambientali, indagini rigorosissime, che a dire del Castellano non contano nulla, davanti alle verifiche che la sua "Genova high tech" avevano già fatto non facendo emergere nulla sulle ditte a cui sono stati affidati i cantieri della grande speculazioni sulle alture di Sestri Ponente a Genova. La DDA, i ROS, la DIA non devono più perdere tempo a fare indagini, inchieste, a scavare per anni ed anni nei rapporti tra 'ndranghetisti, imprese e terminali con cui si aggiudicano gli appalti... si affidino al metodo Castellano: non c'è nessun problema, anzi andremo avanti ancora con più velocità nei lavori! (Una domanda: gli avete chiesto quel famoso certificato antimafia che non serve ad un fico secco? Sarebbe bello sapere queste rigorose verifiche fatte in cosa consistono, ma dopo due interviste a Il Secolo XIX il dott. Castellano non ha svelato ancora quali siano state, manco alla lontana!)
Il dottor Scullino a Ventimiglia fa quasi tenerezza. Lui che si considera il "podestà" di quella terra e non ha ancora capito che un Sindaco deve amministrate la cosa pubblica rispettando trasparenza e correttezza delle procedure e soprattutto sulla base dell'interesse generale. Se la prende per quanto abbiamo scritto al Prefetto (ed in parte pubblicato su sito) per chiedere con urgenza l'invio di una Commissione di Accesso nel suo Comune - così come a Vallecrosia e Castellaro -? Non ce le ne può fregare di meno, anzi conferma che non gli piacciono e non tollera i controlli (quelli dei cittadini e quelli delle Autorità preposte)... motivo in più per chiedere al Prefetto di accelerare l'invio della Commissione. Anche perché davanti ad un organismo prefettizio con il compito di verificare le infiltrazioni mafiose e la correttezza della gestione della Pubblica Amministrazione, un Sindaco che sa di aver operato correttamente spalanca le porte e consegna senza attendismi le chiavi di tutti gli armadi e cassetti! Scullino invece a fronte del nostro elencare di fatti certi e reali, inconfutabili, vuole farci querela? Ben venga, non abbiamo problemi a vederci in dibattimento, carte alla mano... al massimo il problema lo avrà chi rischia la falsa testimonianza sotto giuramento quando per accusarci di aver "diffamato" dice il falso nello spasmodico tentativo di nascondere i fatti (come già accaduto nel dibattimento per la querela sporta dal signor Gateano Scullino contro Marco Ballestra, referente della Casa della Legalità di Imperia, a seguito delle denunce pubbliche sulle irregolarità nell'Amministrazione comunale, tra cui quella di Latte, dove guarda caso vi era tra i protagonisti il MOIO, indicato come "affiliato" alle cosche, negli atti delle recenti inchieste). Poi si informi un pochino meglio perché la Casa della Legalità nel suo agire non è solo una persona ma un soggetto collettivo, tanto che ad esempio anche la decisione di presentare istanza al Prefetto di Imperia su Ventimiglia, Vallecrosia e Castellaro, è stata assunta e seguita dall'Ufficio di Presidenza, mai da una singola persona (da noi non ci sono "podestà"!).
L'AZIENDA
CHE HA
RESISTITO
ALLA
'NDRANGHETA,
DENUNCIANDO,
COSTRETTA
ALLA
CHIUSURA
PER LE
OMISSIONI
DEL COMUNE
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SIAMO DI NUOVO
OPERATIVI ONLINE
(IN ESILIO DIGITALE)
Dal 29 dicembre si è
lavorato sodo per
salvare i dati e portare il
sito in sicurezza all'estero.
Abbiamo cercato, già che
si doveva operare sul sito,
di rinnovarlo e migliorarlo.
Ci sono ancora alcune cose
da sistemare e lo faremo
nei prossimi giorni.
Ma intanto si riparte!
Andiamo avanti.
f.to i banditi
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"PEDOFILIA
E OMERTA'
Savona,
chi sapeva ed
ed taciuto su don
Nello Giraudo?"
con documenti
dell'inchiesta su
don Nello Giraudo
e documenti interni
della Chiesa
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